ISTITUTO FRATELLI MARISTI - GIUGLIANO (NA)

Quarta Elementare A (1978-79)

«Una favola di pace»

L'incontro con Gianni Rodari (16-17-18 dicembre  1978)

,«...La sua morte non ci deve scoraggiare; dobbiamo continuare a fare quello che lui (Gianni Rodari) stava facendo, cioè fare del mondo UNA FAVOLA DI PACE e la pace la si ottiene col piacere di essere amici...».
Massimiliano

In copertina: Foto di Gianni Rodari (1978) scattata da Enrico (*** in preparazione ***)




I BAMBINI DI ALLORA: (4 elementare A, anno scolastico 1978-79)
Abbate Sergio
Aprovitola Alfredo
Argiulo Carmine
Baldascino Rodolfo
Camerlingo Francesco
Capuano Francesco
Chianese Luigi
Ciccarelli Matteo
Cimmino Angelo
Cimmino Francesco
Cipolletti Antonio
Concilio Massimiliano
D'Alterio Tommaso
D'Aniello Elgimiro
Esposito Raffaele
Fonderico Vincenzo
Granata  Francesco
Granata Massimo
Iacolare Giuseppe
Maisto Antonio
Maisto Benito
Mancino Otello
Maroncelli Enrico
Mauriello Nicola
Melodia Francesco
Menini Davide
Missiani Nicola
Palma Luigi
Palma Mario
Pianese Fabrizio
Pianese Giuseppe
Porcelli Carlo
Riccardo Domenico
Russo Pietro
Tagliartela Dario

l'Insegnante - Fr. Giorgio Diamanti 

Presentazione

Conoscemmo Gianni Rodari in seconda elementare leggendo alcune sue storie e filastrocche riportate sul libro di lettura.

Alla fine dell'anno scolastico comprammo molti suoi libri per leggerli durante le vacanze.
In terza ognuno portò in classe i suoi, affinchè i compagni li potessero leggere a loro volta. 
I libri piacquero molto ai bambini. Fu allora che ci venne l'idea (all'inizio non ci credevamo molto),  di invitare Gianni Rodari nella nostra scuola.
Si mostrò molto disponibile, come del resto lo era con tutti.

Venne all'inizio della quarta, a dicembre del '78. Furono tre giorni indimenticabili. Partì poi con la promessa di ritornare non appena avesse potuto.
Rimanemmo in contatto con lui. A maggio ci scrisse che ci saremmo rivisti in quinta. Una serie di circostanze gli impedì di venire nei primi mesi dell'anno scolastico, ma:
- Dopo il ricovero in clinica verrò certamente. Ci aveva detto per telefono ad aprile.

Gli mandammo un biglietto d'auguri... poi la notizia della sua morte:
«E' morto Gianni Rodari. Sapeva parlare e farsi capire da gente semplice e bambini... aveva 59 anni... creatore di indimenticabili favole...»

Un silenzio  impressionante,  quasi  incredulo, accompagnò in classe la lettura del giornale. Subito dopo, le impressioni così a caldo,  raccolte per iscritto, cariche di emozione.
- Hai lasciato come un vuoto in noi, come una favola incompiuta, una gioia che non è stata portata fino alla felicità completa...
- Sapeva capire noi bambini e ci amava...
- Ci ha lasciato in ricordo le sue belle fiabe, i suoi giochi, la sua bravura...
- La tua morte ha lasciato nei nostri cuori un dispiacere e tanta tristezza...
- Il tuo cuore, la tua felicità è rimasta qui accanto a noi che ti amiamo sempre...

Partecipammo alla fine di maggio alla festa organizzata a Napoli in suo ricordo e cantammo la canzone che avevamo composto con lui.

Alla fine della quinta, tra le altre composizioni a scelta, proposi anche questa:
«GIANNI RODARI PIÙ CHE UNO SCRITTORE».
Quasi la totalità dei ragazzi scelse questo titolo: era un modo per sentirlo ancora vicino.

«UNA FAVOLA DI PACE» è, in definitiva, la testimonianza di ciò che ha rappresentato per i ragazzi l'incontro con Rodari: un gioco fantastico, pieno di allegria, che si è poi colorato di tristezza
per la morte dello scrittore.
L'insegnante

A colpo d'occhio

(quasi un sommario)

Tre giorni con Gianni Rodari
Cronaca dell'incontro raccontata dai ragazzi.

Qualche foto

Impressioni flash, ricordando l'incontro

«La paura è un film del terrore in televisione»
Articolo di Gianni Rodari sul «Paese Sera» sul tema delle paure. Riporta l'esperienza con un gruppo di adulti a Verona e quella con la nostra classe a Giugliano.

Cari ragazzi...
Lettera di Rodari nella quale, tra l'altro, promette che sarebbe
tornato a trovarci.

Canzone contro le paure
Come è nata: vedere articolo di Rodari sul Pese Sera.
Con lui componemmo e musicammo solo il ritornello. Ma poiché le idee suggerite dai vari foglietti erano tante, Rodari stesso ci propose di farne una canzone, di musicarla e di mandargliela registrata.  Così abbiamo fatto.

E’ morto Gianni Rodari
All'annuncio della morte, seguono le testimonianze raccolte tra i ragazzi subito dopo la notizia. «Si tratta di testi molto belli per la loro spontaneità e per l'evidente profonda simpatia che i bambini nutrivano per lo scrittore». (Così ne parla Ermanno Detti, recensendo il fascicolo allora ciclostilato, su «Riforma della Scuola» - dic. 1981).

Nel ricordo di Gianni Rodari
Festa al teatro tenda di Napoli. La nostra partecipazione attiva: mentre cantiamo la «Canzone contro le paure».

La bambina dai capelli d'oro - Fiaba
Gianni Rodari inventò una parte della storia e ci invitò poi a continuarla, promettendoci che avrebbe utilizzato le nostre versioni nella stesura definitiva. Non ha potuto farlo a causa della sua morte.
L'abbiamo ripresa in seguito tutti insieme, scegliendo dai vari finali precedentemente proposti, quello che, secondo noi, sarebbe stato maggiormente gradito a Rodari.
E’ sorprendente come i ragazzi ricordassero ancora, a distanza di un anno e mezzo, la trama narrativa, i dialoghi, gli stessi gesti e perfino la flessione di voce dello scrittore. Venne spontaneo, a quel momento, dare il nome di Gianni al «bambino con l'orecchio verde ».

Gianni Rodari più che uno scrittore
E' il titolo di una delle composizioni a scelta, proposte ai ragazzi alla fine della quinta.
Alcuni brani tratti da questa composizione.

“Il segreto di Rodari apparteneva ai bambini”
Articolo di Adolfo Chiesa sul «Paese Sera», nel primo anniversario della morte di Rodari, in cui parla della nostra esperienza con lo scrittore.

«Storia universale»  (da Favole al telefono, p.  136)
Un messaggio di impegno e di ottimismo. Lasciarcelo sfuggire sarebbe un vero peccato. Afferma Rodari: «La speranza e l'erba voglio, secondo me, crescono dappertutto, ai bordi delle strade, nei vasi, sui balconi, sui cappelli della gente: basta allungare la mano e volere e il mondo diventerà più abitabile».
    

Tre giorni con Gianni Rodari

Gianni Rodari il 16 dicembre venne a trovarci.
Restò tre giorni ed ebbe contatti con tutte le classi, ma specialmente con noi:
ogni giorno stava con noi due ore, dalle undici alle tredici.

Il primo giorno ci lesse la sua favola «Gli affari del Signor Gatto».
Ci lesse anche una sua filastrocca che parlava di alberi di Natale fantastici che crescevano nelle vie di Roma. Poi ci invitò a fare lo stesso anche con alcune vie e piazze di Giugliano. Ad esempio:
PIAZZA MATTEOTTI,
L'ALBERO DEI PESCI COTTI,
VIA FRATELLI MARISTI,
L'ALBERO DEI GELATI MISTI...
Ci fece inventare anche delle scenette. Quando gliele facemmo vedere, ci disse che non gli piacevano, perché andavano a finire sempre che ci bisticciavamo. Il giorno dopo le facemmo senza bisticciarci.

Il secondo giorno ci fece scrivere su un foglietto le nostre paure. Dopo averne scelta una, la disegnammo su degli scatoloni portati in classe apposta per questo. Mettemmo queste scatole una sopra all'altra e costruimmo il «MOSTRO DI TUTTE LE PAURE». Abbattendo questo mostro tutte le paure sarebbero andate via. La distruzione del mostro venne accompagnata dal ritornello della «CANZONE CONTRO TUTTE LE PAURE» che avevamo composto con Gianni mettendo insieme i suggerimenti dei nostri foglietti:
Noi siamo piccoli ma cresceremo
E allora i mostri distruggeremo
E in santa pace noi dormiremo.
Mostri e fantasmi dateci del lei.

Il terzo giorno ci disse:
- Io ho incominciato una favola intitolata «La Bambina dai capelli d'oro» e voi dovreste aiutarmi a completarla. Noi accettammo l'incarico. Nel pubblicare la favola, ci promise che l’avrebbe ambientata a Giugliano e dintorni.
Stando in mezzo a noi ci diceva:
- Sono contento di stare con voi, solo che siete un po' disordinati e gridate troppo.
Dopo essere tornato a Roma, Gianni ha scritto un articolo su «PAESE SERA», nel quale ha parlato delle nostre paure.
    

Ricordando l'incontro

(impressioni flash)

Quando è venuto Gianni Rodari nella nostra scuola ho provato una grande gioia che non scorderò mai. E' stata la visita più bella dell'anno. Quando è partito ero molto triste e volevo tanto che rimanesse un altro giorno con noi.
Capuano Francesco

Io aspettavo con ansia questo giorno. Mia sorella lo voleva vedere perché aveva letto alcuni suoi libri molto belli. Quando se ne è andato c'è stato come un vuoto in me e cioè quella felicità che non avevo mai avuto con qualcuno.
Massimiliano

Il secondo giorno abbiamo costruito il mostro delle paure. Gianni Rodari ha preso dei palloncini e prima di lanciarli contro il mostro abbiamo fatto il girotondo per non sognare i mostri che vengono a disturbarci la sera.
Missiani Nicola

Mi sono impressionato quando ci raccontava le sue favole che mi piacevano molto. La più bella è stata «Gli affari del Signor Gatto». Le cose più belle che abbiamo fatto è quando abbiamo inventato la «Canzone contro le paure» e quando abbiamo costruito il mostro e poi l'abbiamo distrutto.
Alfredo

Durante le lezioni pensavo sempre a lui e dicevo dentro di me: - Quando arriva?
L'ultimo giorno che è restato con noi eravamo molto tristi e pensavamo:
- Chissà se tornerà un'altra volta a trovarci.
Massimo
Quando il maestro ci ha detto che sarebbe venuto, per me è stata una grande notizia, perché avevamo letto molti suoi libri e avevo sentito parlare di lui alla televisione
Mauriello Nicola

Quando se ne è andato abbiamo sentito un sentimento di tristezza, perché quei tre giorni erano passati presto presto.
Cimmino Francesco

Quando venne in classe ero tutto emozionato. Non credevo ai miei occhi e pensavo tra me:
- Come fa quello a scrivere tanti libri?
Maisto Antonio

La mia impressione su Gianni Rodari: è molto bravo e non prende le cose sul serio, ma le prende in gioco.
Sergio
Il secondo giorno Gianni Rodari ci fece fare una cosa molto bella che io non scorderò mai, cioè ci fece portare ad ognuno di noi una scatola di cartone, poi andammo sul terrazzo e ci fece costruire un mostro tutto di cartone, poi lo pitturammo e ci mettemmo a girare intorno cantando la Canzone contro le paure.
Rodolfo
E' stato molto buono con noi, perché ha raccontato molte favole e scherzava sempre.
Palma Luigi

Il primo giorno quando arrivò, il supplente ci aveva messo in castigo, perché avevamo fatto chiasso. In quel momento pensai:
- Chissà Gianni, quando entra cosa dirà!
Ma il maestro entrò prima lui, ci tolse dal castigo e poi fece entrare Gianni.
Francesco Granata

Gianni ci ha scritto dicendoci che verrà a trovarci in quinta. Gianni è stato molto buono con noi e a me è piaciuto vederlo da vicino.
Benito

La cosa che mi ha impressionato di più in Gianni Rodari è stato di vedere da vicino uno scrittore. Il secondo giorno la cosa che mi ha colpito non è su di lui, ma che Mimmo è riuscito a continuare una favola iniziata da Gianni Rodari per un quarto d'ora. Il terzo giorno mi ero già abituato alle impressioni.
Davide

Gianni era molto divertente a raccontare le favole. Una, « La bambina dai capelli d'oro », ci chiese a noi di completarla.
Francesco Melodia

In quei tre giorni aspettavamo solo le 11, quando veniva nella nostra classe, per stare insieme a noi e divertirci con le sue favole e i suoi giochi. L'ultimo giorno trascorso con lui, un nostro compagno, Enrico, gli scattò delle foto che io tengo ancora per ricordo di quei bei giorni.
Tommaso

Il giorno dopo Gianni Rodari ci fece fare un mostro per distruggere la paura, ma la mia impressione è che i mostri per me, anche se non esistono, non muoiono mai, perché fanno i telefilm e gli sceneggiati. Anche sui giornaletti ci sono i mostri inventati dalla fantascienza.
Elgimiro

Prima che arrivasse, io credevo che danni fosse più giovane. Uno dei ricordi più belli è il mostro che abbiamo distrutto e i suoi libri che sono molto belli.
Mario

Io e i miei compagni volevamo far passare le ore intere in un minuto fino al momento più bello e piacevole di vedere Gianni con noi. Quando arrivò, i miei amici lo accolsero con molta gioia e anch'io lo accolsi con una gioia molto grande.
Raffaele

Quando è arrivato, tutti eravamo ansiosi di vederlo. Quando entrò tutti eravamo contenti di potergli parlare e fare dei giochi con lui. Però riconosco che siamo stati un po' cattivi con lui, perché ogni volta che diceva un gioco ci mettevamo a parlare. Io me lo aspettavo più giovane, ma mi piace cosi.
Mimmo

Con Gianni Rodari incominciammo a fare una favola intitolata « La bambina dai capelli d'oro », costruimmo un mostro di cartone e inventammo una canzone contro tutte le paure.
Vincenzo
A me Gianni Rodari è stato molto simpatico e il primo giorno me lo sognai. Il terzo giorno volevo che non se ne andasse. Io volevo che quei tre giorni non passassero mai.
Angelo
Quando Gianni venne nella nostra classe noi eravamo felici, perché era la prima volta che vedevamo un autore di favole per bambini.
Fabrizio

Noi facevamo baccano perché eravamo felici di conoscere uno scrittore di favole per bambini. Noi provavamo gioia dentro di noi perché con lui scherzavamo, giocavamo e lui ci raccontava storie che vorrebbe scrivere.
Francesco Camerlingo
 

“Gianni Rodari più che uno scrittore”

Mi limito a trascrivere quanto è emerso di nuovo dalle composizioni, tralasciando in genere di riportare la cronaca e le testimonianze di «quei tre giorni», come pure le impressioni suscitate dalla morte, già riportate precedentemente.
L'insegnante

Cominciai a leggere le sue favole in seconda, quando il nostro maestro comprò una serie di libri su Gianni Rodari e ognuno di noi ne comprò alcuni. Io presi «Cipollino», uno dei primi libri di Gianni Rodari e «Favole al telefono». Ricordo che sul retro di «Cipollino» c'erano una decina di edizioni tradotte in varie lingue.
Cipollino è stato il libro che mi è piaciuto di più, forse perché i personaggi non erano persone, ma ortaggi e frutti: cipolle, limoni, ciliegie, fragole, pomodori...
Secondo me Cipollino piace molto ai lettori perché la favola che parla di un escluso ha sempre successo. In questo caso l'escluso è Cipollino che viene disprezzato dal re e dalle sue guardie (i limoncini) perché a vederlo gli lacrimavano gli occhi (cosa che può capitare a tutti!).
Gianni Rodari esprimeva nelle sue favole e filastrocche la voglia di pace e di libertà. Ci dimostra molte volte questo. Ad esempio:
«...Ci son cose da non fare,
né di notte né di giorno,
né per mare, né per terra
per esempio la guerra». 

«...sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra ».

«...tutti i popoli della terra
dichiarato guerra alla guerra!».

Anche tutta «La torta in cielo» esprime questo desiderio di pace. «Ci saranno torte per tutti quando nel mondo sì faranno torte al posto delle bombe».
Un altro problema che Rodari affrontava è l'emigrazione: in «Essere e avere», «Il treno degli emigranti»; o la fame: «Un pane grande come il mondo». (…)

Quando lo vidi la prima volta rimasi sorpreso: non si era pettinato bene, non era vestito elegante... Poi mi resi conto che era del tutto normale: Gianni non poteva essere come i grandi «normali» che lui forse non rispettava molto: solo un uomo così poteva scrivere i libri che ho letto.
Stando con lui mi accorsi che era molto modesto: quando mio fratello e alcuni suoi amici gli chiesero un autografo, lui rispose: «Non sono un divo».
Quello che mi piaceva di più di lui è il fatto che ci rendeva protagonisti: nel gioco degli alberi fantastici, nelle scenette, nell'invenzione della «Canzone contro le paure» Gianni partecipava come avremmo fatto uno di noi, diventava come noi.
Tommaso

Gianni Rodari ha scritto molte favole per bambini e a me piacevano molto, perché erano divertenti.
Il metodo che usava per fare le favole era quello di farsi aiutare dai bambini: andava in giro e prendeva le idee da loro.
Francesco Cimmino

Quando venne Gianni Rodari, tutto il giorno non facevo altro che pensare a lui.
Quando arrivò, ci riunimmo attorno a dei tavolinetti e parlammo dei libri che avevamo letto di lui.
Io avevo letto due libri: «Cipollino» e «Venti storie più una».
Pietro

I libri di Rodari sono tanti, molto interessanti e istruttivi: ad esempio quello di Cipollino che è molto fantastico, ma non si allontana mai troppo dalla realtà, come tutte le sue favole. (…)
A dire il vero non credevo mai di avere un incontro  personale con  lui, anche se il maestro diceva sempre che sarebbe venuto. Un giorno, venendo a scuola, ebbi la bella notizia da un ragazzo:
- Gianni Rodari è arrivato e dopo la ricreazione verrà nella nostra classe! Io non gli credetti, anzi pensavo che scherzasse, ma così fu. Per me Rodari era un amico di tutti, più che uno scrittore.
Giuseppe Pianese 

Noi conoscemmo Gianni Rodari già attraverso i suoi libri. Aveva uno stile che nessun altro scrittore aveva. Le sue favole le inventava in modi diversi. Non le scriveva lui solo, ma insieme ai bambini.
(…) Quei tre giorni che è stato con noi sono sembrati tre ore. Com'è volato il tempo! Sono stati i giorni più divertenti di tutti i tre anni.
Massimiliano

Era un uomo molto modesto e non allontanava mai bambini, anzi escludeva i grandi. Oppure nelle favole faceva apparire i grandi antagonisti e i piccoli protagonisti. Ad esempio nella favola di «Marko e Mirko e la banda del borotalco».
Come tutti gli scrittori, Gianni voleva trasmettere un messaggio, che era: tutti gli uomini si devono amare. Però i grandi danno un cattivo esempio, perché si uccidono e fanno le guerre. (…)
Io sono appassionato della lettura. Ho tutti i suoi libri a casa e non ce n'è uno che non ho letto.
Matteo
Una sera, guardando la televisione, sentii una brutta notizia: è morto Gianni Rodari.
Per un minuto non parlai, non sapevo che fare. Il giorno seguente corsi a scuola a dire la notizia al mio insegnante, ma vidi che già sapeva tutto.
Rodolfo

Gianni Rodari era più di uno scrittore, ma quasi un padre di tutti i bambini del mondo e si faceva capire. Rodari oltre a scrivere per conto suo, andava in cerca dei bambini per fare le favole con loro.
Nella nostra classe abbiamo tutti i suoi libri e li abbiamo letti uno per uno. (…)
Vedendo che Gianni era bravo, lo invitammo a venire nella nostra scuola.
Io Rodati lo pensavo più giovane, alto e magro; invece no:  era un po' robusto, basso e non troppo giovane. Restò tre giorni e furono giorni di allegria.
Gianni era un uomo che aveva dedicato la sua vita ai bambini. (…)
Due mesi dopo la sua morte andammo al teatro tenda ad una manifestazione in suo onore e cantammo la canzone contro le paure. C'erano molti bambini nel teatro; figuratevi che c'erano anche gli handicappati sulle sedie a rotelle. Allora si vede che Rodari era un uomo che amava i bambini.
Francesco Melodia

Sono stato molto contento di aver conosciuto Gianni Rodari.
Avevo incominciato a leggere le sue filastrocche, favole e poesie, dal libro di lettura e poi ho letto molti suoi libri tra i quali: Cipollino, Favole al telefono, Venti storie più una, Tante storie per giocare, Gelsomino.
I libri li scriveva con l'aiuto dei bambini: prendeva da loro le idee per farne un libro. Prima di pubblicarlo, andava in alcune classi e leggeva le pagine del libro: se i bambini ridevano perché gli piaceva, lo pubblicava. Nel caso contrario non lo pubblicava...
Massimo

Il motivo perché Gianni Rodari è venuto a Giugliano è questo: perché gli piaceva insegnare ai bambini.
Luigi Palma

Un giorno il maestro ci portò in classe dei libri, il cui autore si chiamava Gianni Rodari.
Noi ogni giorno, quando finivamo i compiti, andavamo sempre a prenderci quei libri, perché ci attiravano molto. (…)
Quando arrivò nella nostra classe noi fummo talmente contenti che facemmo la lotta a chi gli doveva stare vicino...
Quando se ne andò ci promise che ritornava, ma purtroppo è morto e mi dispiacque molto.
Davide
Devo ammettere che era un uomo fantastico: forte in ogni circostanza e generoso. Sapeva esporre quello che pensava ai bambini ed agli adulti, cosa che pochi sanno fare. Nelle favole che faceva, c'era spesso il contrasto tra i ricchi ed i poveri, come in «Cipollino» e «Gelsomino». (…)
Speriamo che ci sia un altro uomo che continui la sua opera di inventare favole, per far capire che tutti quanti dobbiamo essere uguali.
Fu per noi un idolo dei bambini. Quei tre giorni che stette insieme a noi ci parvero i giorni più felici della nostra vita: giocammo, inventammo favole fantastiche.
Gianni ci aveva scritto che sarebbe tornato. Noi aspettavamo fiduciosi, ma non ritornava. Ci accontentavamo allora di leggere le sue favole.
Un giorno subì una grave operazione e morì. Io ancora non posso crederci. Ad un tratto scomparvero i tre giorni passati con lui e l'attesa. Ora conserviamo il ricordo di lui.
Mimmo

Incominciammo a conoscere Gianni Rodari come autore, leggendo le sue favole che pubblicava.
Poi il nostro maestro decise di farcelo conoscere di persona e gli mandammo una lettera dicendogli se poteva venire a Giugliano.
Venne nel mese di dicembre. Era alto come il nostro maestro, aveva alcuni capelli bianchi e in mano portava dei libri che aveva scritto. In quel momento ho provato una grande gioia.
Fabrizio

... Noi aspettavamo con ansia Gianni Rodari. Stette insieme con noi tre giorni e ogni giorno dalle undici all'una. In quelle due ore ci raccontava delle fiabe molto belle. La favola più bella, «La bambina dai capelli d'oro», Gianni non la finì tutta, perché voleva farla continuare a noi e poi gliela dovevamo spedire. Quando partì,  ci dispiacque molto.
Dario

Gianni non era un semplice scrittore che scriveva e poi non se ne curava, ma gli piaceva molto il suo lavoro. Inventava favole anche con i bambini. Una la inventò anche con noi: era intitolata «La bambina dai capelli d'oro».
Ho letto molti suoi libri e mi piacciono tutti, perché si avvicinano molto alla realtà: La torta in ciclo, Novelle fatte a macchina.
Abbiamo parlato molto di lui, ma ci sarebbero tante altre cose da dire.
Giuseppe Iacolare

STORIA UNIVERSALE

(da Favole al telefono)

In principio la terra era tutta sbagliata,
renderla più abitabile fu una bella faticata.
Per passare i fiumi non c'erano i ponti.
Non c'erano sentieri per salire sui monti.
Ti volevi sedere? Neanche l'ombra di un panchetto.
Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto.
Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.
Per fare una partita non c'erano palloni;
mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni,
anzi a guardar bene mancava anche la pasta.
Non c'era nulla di niente. Zero via zero, e basta.
C'erano solo gli uomini con due braccia per lavorare,
e agli errori più grossi si poté rimediare.
Da correggere però ne restano ancora tanti:
rimboccatevi le mani, c'è lavoro per tutti quanti».

Ciao
Gianni Rodari