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Autore: Giorgio Banaudi

L’assemblea dei ragazzi

L’assemblea dei ragazzi

23 aprile, Madrid: a conclusione dell’assemblea con i ragazzi.
Domenica e lunedì sono stati davvero momenti intensi, poche le pause (anche perché il luogo si presta davvero ad una full immersion, dato che si trova praticamente all’interno del grande parco del Pardo). Abbiamo completato la presentazione della fase locale degli incontri, con la diffusione di tutte le buone pratiche che già si svolgono nelle nostre scuole.

Una vera e propria Assemblea giovanile dei ragazzi, l’incontro di Madrid e di Faraya si è appena concluso e tutti i partecipanti stanno riprendendo la via del ritorno, per raccontare alle famiglie, ai compagni di scuola, ai colleghi e a tutta la comunità educante cosa abbiamo provato in questi giorni.

Poi si è passati alla fase di riflessione e di proposta. I nostri ragazzi erano divisi in 6 gruppi (colorati) e ciascuno ha seguito uno dei laboratori previsti per questo incontro: bullismo, rischi possibili nelle nostre scuole, sicurezza digitale, diritti dell’infanzia… al termine di questi approfondimenti ogni gruppo ha ricevuto l’incarico di riflettere su uno di questi ambiti e di produrre delle proposte, anche sulla base delle buone pratiche già esistenti.

Ogni serata si concludeva poi con la connessione online per condividere con gli amici di Faraya il risultato del nostro lavoro. i docenti di supporto hanno svolto un lavoro discreto e continuo, per aiutare, supportare e guidare i gruppi, anche se poi molti si sono tranquillamenti messi al lavoro in modo autonomo per sintetizzare le varie proposte. Così a caldo, ci piace riportare qualcuno dei suggerimenti che sono emersi dai ragazzi:

  • un suggerimento interessante è quella di istituzionalizzare la figura inedita del mediatore “peer2peer, alla pari, per aiutare nei conflitti che possono sorgere tra gli alunni e nelle situazioni critiche tra docente e alunno, in pratica si può far ricorso ad un alunno delle classi più grandi della scuola, responsabile e formato a questo scopo per mediare questi conflitti
  • valorizzare le tante figure di docenti ed educatori “trasversali” presenti nella scuola per supportare il consiglio di classe o la Direzione nella gestione dei conflitti, coinvolgendo ad esempio un’insegnante della primaria o della materna (che probabilmente già conosce quegli stessi alunni…) e che spesso rappresenta un prezioso mediatore…
  • prevedere dei corsi formativi da vivere insieme, alunni, docenti e genitori, sulle nuove tecnologie digitali, la sicurezza dei dati, la necessaria attenzione alla privacy,
  • potenziare l’attenzione e la vigilanza sui punti critici delle nostre scuole: dalla diretta testimonianza delle ragazze e dei ragazzi è emerso che spesso i bagni e gli spogliatoi sono ancora i luoghi dove possono capitare occasioni di disagio, bullismo, criticità varie…

Negli ultimi due giorni è stato con noi anche fr. Aureliano, il provinciale, sempre presente ed attento. Ci ha lasciato come discorso finale un bell’esempio della saggezza africana, interessante da ricordare:

In un villaggio africano c’era un capo dispotico che maltrattava e insultava i suoi sudditi. Un giorno chiamò il suo servitore e gli ordinò di andare al mercato e di portargli il miglior pezzo di carne, in modo da preparare una cenetta squisita.
Il servo si recò al mercato e alla fine decise di comprare per il suo padrone una lingua di vacca.
Il cuoco della casa la preparò con cura e alla fine della cena, il padrone, tutto contento, chiamò il suo servo per dirgli che aveva svolto un ottimo lavoro.
Ma subito gli diede un nuovo ordine:
– Ora torna al mercato e portami il peggior pezzo di carne che riesci a trovare.
Il servo tornò di nuovo al mercato e gli portò … nuovamente una lingua di vacca.
Il capo gli disse: “Mi stai prendendo in giro? Mi hai preso lo stesso pezzo di carne di ieri… Come può essere la migliore e la peggiore carne allo stesso tempo?
E allora il servo gli rispose: “La lingua può essere la migliore e anche la peggiore delle parti di un vivente. Con le parole si può salvare e curare, ma con le parole si può anche offendere, ferire ed uccidere.
La storia racconta che il capo cambiò comportamento e da allora giurò di non maltrattare mai più le persone e di parlare sempre con gentilezza e amore ai suoi sudditi.

L’invito è chiaro: non tacere, fai sentire la tua voce, quando è necessario parla chiaro.
La tua voce conta.

Oggi i ragazzi sono ormai tornati nelle loro scuole, felicissimi di essere stati eletti dai propri compagni di classe. Anche i ragazzi libanesi sono giunti a casa, forse sono ancora in viaggio gli amici di Aleppo (all’andata avevano fermato alcuni di loro, per il piccolo dettaglio che essendo quasi maggiorenni, stava per scattare l’età del servizio militare, e in Siria, lo sappiamo, la guerra è in corso! Il diritto alla vita, al benessere e alla libertà… è ancora un obiettivo da raggiungere).
Nella preghiera finale e nelle riflessioni conclusive molti hanno detto: “Che bello essere stati i pionieri di questa esperienza, speriamo che si possa ripetere ancora…”.

Il seme è stato piantato, poi verrà il tempo della raccolta.

L’album delle foto è diventato davvero imponente, ma… anche l’occhio vuole la sua parte.

La voce dei ragazzi

La voce dei ragazzi

Poche volte ascoltiamo per davvero la voce dei ragazzi; come educatori e docenti quasi sempre pensiamo di sapere già in partenza che cosa è “buono per loro”, senza bisogno di chiederglielo. Abbiamo i nostri programmi, le nostre proposte educative, i piani didattici… Allora fa veramente notizia la strana assemblea che stiamo vivendo in questi giorni nei dintorni di Madrid e, in stretto collegamento, dall’altro lato del Mediterraneo, presso la casa marista di Faraya, in Libano.

In sintesi: dal 19 al 23 aprile si sta svolgendo nei pressi di Madrid (presso la casa di spiritualità dei Cappuccini “El Pardo) la fase provinciale dell’assemblea dei “giovani” considerata come una delle priorità del nostro percorso provinciale per quanto riguarda il tema del “bene dei minori”. Il titolo racchiude l’obiettivo che si vuole raggiungere: la tua voce conta.

Ma quando parliamo di “giovani” spesso i confini sono molto estesi, nel nostro caso si tratta proprio di giovanissimi: tutti i partecipanti a questa assemblea sono ragazzi e ragazze dai 14 ai 16/17 anni, insomma, alunni di terza media e dei primi 2 anni del liceo (corrispondenti al livello scolastico della scuola superiore spagnola, la ESO). Si è deciso di convocare 3 alunni da ciascuna scuola, eletti dai loro compagni dopo una serie di incontri e di interventi sul tema dei diritti dei minori (la convenzione Onu, per essere chiari) e votati democraticamente come portavoce delle proposte e delle riflessioni di ogni scuola.

Qui a Madrid sono presenti gli alunni delle scuola spagnole e italiane, mentre sull’altra sponda del Mediterraneo, a Faraya, non distante da Beiruth, ci sono i loro compagni delle scuole libanesi e della Siria. Proprio così, anche dalla Siria sono stati invitati dei ragazzi e siccome non ci sono scuole mariste in questo paese, i ragazzi presenti sono quelli del gruppo scout “Champagnat” di Aleppo. Con loro c’è anche fr. George Sabe, uno dei responsabili dei Maristi Blu di Aleppo. E forse vale la pena ricordare che la Siria è ancora in guerra, da ben 12 anni. Avere compagni di discussione con questa pesante esperienza sulle spalle apre davvero gli occhi, quando si parla di diritti dei minori.

E per la Provincia Marista mediterranea è la prima volta che un’assemblea è composta da minorenni. I docenti che li accompagnano sono una presenza discreta e si giocano il ruolo dei facilitatori, ma niente più. Su questo punto è stato molto chiaro fr. Damiano, il viceprovinciale, nel saluto che ha rivolto ai partecipanti fin dal primo momento in videoconferenza, venerdì sera, poco dopo l’arrivo. E forse è una prima volta non solo per i maristi; non sono tante le realtà educative che provano a “dare voce” in concreto ai ragazzi, in un modo simile. Una scelta e un investimento notevole, anche sotto il profilo economico (perché i ragazzi sono stati invitati e non hanno dovuto sostenere nessuna spesa), ma siamo convinti che dare loro voce sia il modo migliore per difendere in concreto questo loro diritto alla partecipazione.

Uno dei punti di forza di questa assemblea è l’appuntamento in videoconferenza che si è stabilito ogni sera, per confrontare il lavoro svolto nelle due sedi, Madrid e Faraya e sentirsi così tutti parte di una stessa famiglia che sta lavorando sullo stesso tema.

Il primo giorno è stato dedicato interamente alla conoscenza reciproca, a presentare le diverse realtà scolastiche di Spagna e Italia (a Faraya, in parallelo, hanno condiviso la loro realtà che coinvolge le 2 scuola del Libano e la sede di Aleppo), il tutto intervallato da laboratori e dinamiche di approfondimento. I ragazzi sono stati divisi in gruppi (dove sono presenti scuole e lingue diverse) e si alternano le attività tra una presentazione e un laboratorio.

Per l’Italia sono presenti le ragazze e i ragazzi di Genova, San Leone Magno e Pio XII (di Roma) e Giugliano in Campania, con i rispettivi docenti accompagnatori, inoltre ci sono anche Priscilla (dell’equipe di Pastorale) e come supporto per la traduzione fr. Claudio e fr. Giorgio.

E siccome anche queste righe le stiamo scrivendo “al volo”, ci risentiamo per raccontarvi i prossimi giorni;

intanto, è già possibile dare un’occhiata a come si svolgono le cose qui a Madrid, cliccando sul nostro

Album fotografico dell’Assemblea “La tua voce conta” – Madrid, 119-23 aprile 2024

Arrivederci, fr. Gabriele

Arrivederci, fr. Gabriele

Dopo una brutta caduta e un breve periodo in ospedale, fr. Gabriele Andreucci è tornato alla casa del padre nella mattina del 14 marzo, nel pieno dei suoi 90 anni, 73 dei quali vissuti come fratello marista. Nella casa marista di Carmagnola, dove risiede la comunità dei fratelli anziani, la sua figura, ormai classica e abituale (dopo quasi un quarto di secolo), la sua conduzione delle preghiere, sempre arricchite da canti e preparata con cura, il suo incedere ormai lento e curvo, la sua veste scura, da quando la tonaca era diventata difficile da vestire, rimarranno a lungo una presenza significativa. L’ultimo saluto a fr. Gabriele verrà dato con il funerale, che si svolgerà sabato 16 marzo, alle 10, nella chiesa dei Fratelli Maristi (Via Gruassa,

Per molti di noi fr. Gabriele è stato soprattutto il postulatore generale che ha completato il lungo e difficile iter della canonizzazione di san Marcellino. Grazie alla sua metodica precisione e chiarezza, al suo destreggiarsi tra documenti, positio e altre necessarie incombenze relative alle cause dei santi, si è arrivati finalmente a concludere il lungo percorso, praticamente arenato dopo la beatificazione del 1955. Molti di noi ricordano ancora quel 18 aprile del 1999 quando in Piazza S. Pietro l’allora papa, Giovanni Paolo II, ha proclamato santo il nostro fondatore, Marcellino Champagnat.

Ci piace riproporre l’inizio di una intervista di quei tempi, quando poteva essere legittimo se non un pizzico di orgoglio almeno la consapevolezza di aver concluso un grande e difficile impegno, ma per fr. Gabriele quel traguardo non era certo una onorificenza da sbandierare nel proprio palmarès.

Alla domanda del giornalista se quello della canonizzazione fosse stato l’evento “più importante della sua vita“, fr. Gabriele rispose nel suo tipico modo, un po’ spiazzante:
“Il lavoro più importante della mia vita è stato quello di seguire Gesù sulle orme di Marcellino. Il processo era praticamente fermo, ma ho sentito la voce del Signore che mi chiedeva di continuare, e ho presentato la positio sapendo che il riconoscimento del miracolo in questione era difficile; ma non ci si può perdere d’animo di fronte alle avversità.

Ciò che conta ora è che Marcellino è stato dichiarato santo il 18 aprile. Il lavoro è stato proficuo e la gioia che provano coloro che hanno collaborato al processo vale tutte le nostre fatiche.

Ma ricordiamo fr. Gabriele non solo per questo impegno speciale; nella sua lunga esperienza di fratello marista è stato a lungo incaricato di dirigere la Provincia marista italiana, come Provinciale (dal 1978 al 1987), per poi continuare il suo servizio a tutto l’intero istituto, presso la casa Generalizia, dal 1990 al 2000 in veste (è proprio il caso di ricordare qui il suo coerente attaccamento alla veste talare) di Postulatore Generale. Si è poi prodigato a lungo, senza risparmiarsi, per i fratelli anziani, nella comunità di Carmagnola che lo ha visto come superiore e poi come semplice confratello, quando le forze hanno cominciato a venir meno.

Per tanti di noi maristi rimane ancora prevalente e immediata la riconoscenza per quando era il nostro “maestro” dei novizi, in un periodo della storia ecclesiale certamente entusiasmante e complesso, agli inizi degli anni ’70. La sua figura austera ed esigente, unita però ad una umanità concreta ed equilibrata, ha lasciato il segno nella formazione di diversi fratelli. La sua partecipazione al Capitolo Generale del 1975 lo ha visto particolarmente impegnato nella revisione delle Costituzioni, che conosceva a menadito, in quanto erano il “pane quotidiano” dei suoi interventi e lezioni con i vari gruppi di novizi a Velletri. Dopo questa sua fase, il noviziato è traslocato definitivamente in Spagna.

La sua formazione, classica e filosofica, non si è tirata indietro quando i tempi hanno cominciato a correre freneticamente; attento alle necessità comunicative, era di frequente impegnato nello scrivere e preparare il foglio informativo della Provincia, ha dovuto poi “svecchiare” il suo curriculum formativo in occasione dei corsi abilitanti rientrando in stretto contatto con il mondo della scuola e dell’insegnamento pubblico, tutti elementi necessari per guidare con senso della prospettiva la provincia marista, in quell’epoca in forte espansione e crescita.

Ecco il testo in memoriam preparato dal fr. Franco Faggin, letto al termine della funzione funebre.

Ci piace infine ricordarlo con alcune immagini raccolte negli anni, nonostante la sua abituale ritrosia.

L’ultimo saluto a fr. Ezio

L’ultimo saluto a fr. Ezio

Abbiamo ricevuto da poco la notizia del decesso di fr. Ezio Comiotto, ricoverato da alcuni giorni presso un ospedale, vicino alla casa marista di Carmagnola, dove risiedeva ormai da una decina di anni.

Riportiamo solo alcuni stralci dai numerosi messaggi ricevuti in questa triste occasione, inviati dai danti amici che hanno conosciuto ed apprezzato fr. Ezio.

Ezio, stesso paese, ma non ci conoscevamo, compagno di probandato, di noviziato, di studentato, di avventure giovanili(per allora!!), di camminate in montagna… quando Viterbo sei entrato in 5 scientifico senza appunti e con le mani in tasca per un lezione su Dante… gli alunni attenti e il loro professore in fondo alla classe che prendeva appunti…. A modo tuo sei stato un “grande” e adesso lo sei ancora di più. Ciao Ezio, ricordati di quelli di Mel… (fr. Pietro Sto)

Anche da Moinești un caro ricordo e una preghiera per Ezio. Lo ricordo negli ultimi anni a Genova: sempre brillante nelle lezioni, nonostante qualche acciacco. Quando decise di non continuare con l’insegnamento, gli alunni in blocco ad implorarlo e anche da me per intercedere affinché ci ripensasse. (fr. Mario Meuti)

Esprimo cordoglio e vicinanza alla Comunità marista di Carmagnola e, suo tramite, ai familiari di fr. Ezio che ho avuto il piacere di conoscere e apprezzare nei sei anni di permanenza allo Champagnat di Genova. Ricordo la sua dedizione all’insegnamento, il linguaggio forbito, la gioia di vivere che a volte sembrava spensieratezza, la dedizione totale al gruppo scout che non mancava di ricambiare con stima e affetto.
Buon viaggio caro Fratello, ti accompagniamo con la preghiera all’incontro festoso con tutti i Fratelli che ti hanno preceduto. (Lorenzo Masiero)

Un animo gentile in una corporatura possente che ad un primo sguardo dissimulava la tua profondità d’animo. Borbottavi spesso scuotendo la testa e le tue guance ondeggiavano.
Nonostante le apparenze riservate e forse anche un po’ scontrose, eri sempre lì come una roccia vicino a noi. Una risposta per ogni domanda che fosse a sfondo culturale o sui massimi sistemi della vita. Quante incertezze hai condiviso con noi adolescenti ma quante certezze sei riuscito a seminare in noi. Il crescere insieme, l’aiutarsi l’un l’altro, il fare squadra intorno al più debole, senza troppe moine, ma con tanto pragmatismo. Ed ai tempi degli scout del Roma 8, insieme a fratello Domenico, ci rifugiavamo nella casetta Ilde: una mandria di ragazzi con tanta voglia di stare insieme, tra pentole e pentoloni per un’allegra scampagnata che ancora oggi ci portiamo nel cuore. (Giulia Villani, ex-alunna)

Mi dai una triste notizia ma grazie di aver pensato a me, fr Ezio ha visto (non solo da spettatore) un pezzo importante della mia vita e io sono stato bene con lui. Sono felice di averlo conosciuto e ringrazio per i giorni che l’ho avuto per me. Anche lui mi ha fatto crescere, anche lui è la mia storia e rimarrà in me con affetto. (Stefano Strano-Akela dei Lupetti al SLM, Roma 8 FSE).

E riportiamo anche le parole che fr. Franco, superiore della Comunità di Carmagnola, ha rivolto ai partecipanti alla celebrazione di commiato per fr. Ezio.

Arrivederci, cara Paola

Arrivederci, cara Paola

La nostra amica, Paola Maggioni, era malata da tempo. Ma per lei questo era un dettaglio trascurabile, che non condizionava più del necessario il resto della sua vita. Vita che per molti anni abbiamo condiviso insieme, nella scuola marista, nella missione, nel volontariato.

E’ stata docente della scuola marista di Cesano Maderno dal 1987 al 2001, e poi, nuovamente, dopo una pausa come bibliotecaria a Milano, dal 2012 al 2018, insomma, nella nostra scuola era un punto di riferimento e una presenza costante.

Indomita prof di italiano, piena di energia e di inventiva, non passava anno che non si confrontasse con nuove esperienze: dalle gite in montagna alle settimane bianche sulla neve, dai tour sempre un po’ faticosi con le gite di classe agli scambi culturali con le scuole mariste della Spagna. Sempre in prima linea, nonostante covasse già in agguato da tempo il male che si faceva inesorabilmente strada. Lo affrontava con serenità e grinta, senza mai abbattersi e soprattutto senza lasciar mai trasparire nel suo impegno questa situazione difficile.

Sempre legata all’ambiente della scuola, si era poi avvicinata al volontariato con la Famiglia Marista, che si occupava della distribuzione del fresco, in Via delle Rose a Cesano e del centro diurno L’Albero, tanto da diventare poi il punto di riferimento dell’associazione quando ormai Delia, anche lei provata dalla malattia, non poteva più essere operativa.

Insomma, invece di tirare i remi in barca e leccarsi le ferite, era sempre sulla breccia per cercare di dare una mano ed essere di stimolo, fino a quando le forze glielo hanno consentito. Un esempio che ci ha segnato in modo forte e significativo, una strada da seguire.

La notizia della sua morte ci ha raggiunto in piena estate, il giorno 27, quasi inaspettata perché dopo un periodo tormentato sembrava che stesse riprendendo un po’ le forze; i funerali si sono svolti sabato 2 settembre nella chiesa parrocchiale San Pancrazio di Bovisio Masciago.

E riportiamo con piacere l’articolo pubblicato pochi giorni dopo il funerale sul Giornale di Seregno.

Ci piace ricordarla con le parole che le hanno rivolto alcune delle sue amiche e colleghe docenti e con una carrellata di foto della sua bella esperienza di vita. Grazie Paola!

Ciao, carissimo fr. Emilio

Ciao, carissimo fr. Emilio

Sapevamo che fr. Emilio si stava consumando rapidamente, ma ad ogni partenza siamo sempre addolorati per il posto vuoto che rimane, nella memoria e nel cuore. Fr. Emilio Greco è mancato il 27 agosto 2023, nella comunità di Carmagnola, alla bella età di 93 anni, molti dei quali passati nella sua amatissima terra africana, dove era stato per oltre 20 anni, a partire dal 1967.

In questa foto lo vediamo (a destra, segnalato dalla freccia gialla) a Kinshasa, Congo, verso la fine degli anni 1970, nella festa della professione perpetua del Fratel Eugenio Sanz. A quel tempo, fratel Emilio era il direttore della Scuola marista di Mont Amba, nel Campus Universitario della capitale.

Un aneddoto interessante della sua vita che evidenzia il suo lungo impegno missionario, risale al suo periodo siciliano, come ci ha ricordato fr. Paolo:

Stéphane Ngono, un ragazzo del Camerun ha riabbracciato in Sicilia dopo tanti anni il fr. Emilio Greco, suo Preside nell’Istituto dove aveva studiato. E’ successo nell’ambito degli incontri sulla cinematografia e sulla cultura africana  svoltisi in provincia di Messina. Gli studenti del comprensorio scolastico messinese hanno avuto modo di conoscere alcuni collaboratori del COE, un’associazione milanese che organizzava ogni anno il Festival del Cinema d’Africa, d’Asia e d’America latina. Non era la prima volta che l’esperta Manuela Pursumal e l’animatore congolese Raymond Bahati venivano a Letojanni (cittadina a meno di un chilometro da Taormina). Stéphane, invece, non era mai stato in Sicilia fino a quel giorno, essendo giunto in Italia dal Camerun soltanto quattro mesi prima; aveva anche titubato prima di accettare l’incarico, avendo ancora qualche difficoltà con l’italiano.

Non immaginava che la decisione di andare a Letojanni avrebbe comportato per lui un incontro così particolare. I collaboratori del COE si trovavano nel salone parrocchiale, dove gli alunni dell’Istituto Comprensivo avevano appena visto un film che stavano commentando. Tra gli spettatori c’era anche fratel Emilio Greco, che da diversi anni operava presso la comunità Marista di Taormina. Aveva saputo dell’iniziativa e non aveva voluto mancare, avendo trascorso gran parte della sua vita in Africa. Quando il giovane Stéphane lo ha scorto, non riusciva a credere ai suoi occhi: nonostante fossero passati parecchi anni, aveva infatti riconosciuto il suo preside. Si è avvicinato e si è presentato: poi i due si sono abbracciati, senza riuscire a trattenere le lacrime, sotto gli occhi increduli dei presenti. Naturalmente si sono fermati a parlare e si sono incontrati anche il giorno dopo, quando la visita a Letojanni si è conclusa con una festa.

Fr. Emilio lo abbiamo ancora incontrato, lucido e partecipe, alla festa dei due decani della provincia marista, a fine luglio (eccolo nella foto insieme a fr. Marco). E proprio durante la celebrazione del saluto finale, il 29 agosto, fr. Marco ha ricordato alcuni momenti significativi di questa persona, così legata alla sua famiglia. E’ davvero lungo e variopinto l’elenco delle comunità in cui è stato e di cui ha sempre fatto vivace parte, fino al suo ultimo impegno in terra siciliana, nella comunità di Taormina. Gli ultimi 10 anni della sua vita si sono poi svolti a Carmagnola, tra alti e bassi di salute.

Ci piace ricordarlo con le parole di commiato del superiore di Carmagnola, fr. Franco, alla fine della celebrazione: “Fr. Emilio ha percorso la vita marista con fedeltà e l’entusiasmo degli anni giovanili. Carattere aperto e dialogante, sempre premuroso ad aiutare chiunque avesse incrociato la sua strada. Ha speso i migliori anni della sua vita come missionario anche in terre lontane. Grazie Emilio per aver condiviso con noi gli ideali che ci hanno legato nel tempo presente . La Buona Madre ti accompagni al premio eterno e assista tutti noi pellegrini in terra.”