Sfogliato da
Autore: Giorgio Banaudi

Arrivederci, fr. Gabriele

Arrivederci, fr. Gabriele

Dopo una brutta caduta e un breve periodo in ospedale, fr. Gabriele Andreucci è tornato alla casa del padre nella mattina del 14 marzo, nel pieno dei suoi 90 anni, 73 dei quali vissuti come fratello marista. Nella casa marista di Carmagnola, dove risiede la comunità dei fratelli anziani, la sua figura, ormai classica e abituale (dopo quasi un quarto di secolo), la sua conduzione delle preghiere, sempre arricchite da canti e preparata con cura, il suo incedere ormai lento e curvo, la sua veste scura, da quando la tonaca era diventata difficile da vestire, rimarranno a lungo una presenza significativa. L’ultimo saluto a fr. Gabriele verrà dato con il funerale, che si svolgerà sabato 16 marzo, alle 10, nella chiesa dei Fratelli Maristi (Via Gruassa,

Per molti di noi fr. Gabriele è stato soprattutto il postulatore generale che ha completato il lungo e difficile iter della canonizzazione di san Marcellino. Grazie alla sua metodica precisione e chiarezza, al suo destreggiarsi tra documenti, positio e altre necessarie incombenze relative alle cause dei santi, si è arrivati finalmente a concludere il lungo percorso, praticamente arenato dopo la beatificazione del 1955. Molti di noi ricordano ancora quel 18 aprile del 1999 quando in Piazza S. Pietro l’allora papa, Giovanni Paolo II, ha proclamato santo il nostro fondatore, Marcellino Champagnat.

Ci piace riproporre l’inizio di una intervista di quei tempi, quando poteva essere legittimo se non un pizzico di orgoglio almeno la consapevolezza di aver concluso un grande e difficile impegno, ma per fr. Gabriele quel traguardo non era certo una onorificenza da sbandierare nel proprio palmarès.

Alla domanda del giornalista se quello della canonizzazione fosse stato l’evento “più importante della sua vita“, fr. Gabriele rispose nel suo tipico modo, un po’ spiazzante:
“Il lavoro più importante della mia vita è stato quello di seguire Gesù sulle orme di Marcellino. Il processo era praticamente fermo, ma ho sentito la voce del Signore che mi chiedeva di continuare, e ho presentato la positio sapendo che il riconoscimento del miracolo in questione era difficile; ma non ci si può perdere d’animo di fronte alle avversità.

Ciò che conta ora è che Marcellino è stato dichiarato santo il 18 aprile. Il lavoro è stato proficuo e la gioia che provano coloro che hanno collaborato al processo vale tutte le nostre fatiche.

Ma ricordiamo fr. Gabriele non solo per questo impegno speciale; nella sua lunga esperienza di fratello marista è stato a lungo incaricato di dirigere la Provincia marista italiana, come Provinciale (dal 1978 al 1987), per poi continuare il suo servizio a tutto l’intero istituto, presso la casa Generalizia, dal 1990 al 2000 in veste (è proprio il caso di ricordare qui il suo coerente attaccamento alla veste talare) di Postulatore Generale. Si è poi prodigato a lungo, senza risparmiarsi, per i fratelli anziani, nella comunità di Carmagnola che lo ha visto come superiore e poi come semplice confratello, quando le forze hanno cominciato a venir meno.

Per tanti di noi maristi rimane ancora prevalente e immediata la riconoscenza per quando era il nostro “maestro” dei novizi, in un periodo della storia ecclesiale certamente entusiasmante e complesso, agli inizi degli anni ’70. La sua figura austera ed esigente, unita però ad una umanità concreta ed equilibrata, ha lasciato il segno nella formazione di diversi fratelli. La sua partecipazione al Capitolo Generale del 1975 lo ha visto particolarmente impegnato nella revisione delle Costituzioni, che conosceva a menadito, in quanto erano il “pane quotidiano” dei suoi interventi e lezioni con i vari gruppi di novizi a Velletri. Dopo questa sua fase, il noviziato è traslocato definitivamente in Spagna.

La sua formazione, classica e filosofica, non si è tirata indietro quando i tempi hanno cominciato a correre freneticamente; attento alle necessità comunicative, era di frequente impegnato nello scrivere e preparare il foglio informativo della Provincia, ha dovuto poi “svecchiare” il suo curriculum formativo in occasione dei corsi abilitanti rientrando in stretto contatto con il mondo della scuola e dell’insegnamento pubblico, tutti elementi necessari per guidare con senso della prospettiva la provincia marista, in quell’epoca in forte espansione e crescita.

Ecco il testo in memoriam preparato dal fr. Franco Faggin, letto al termine della funzione funebre.

Ci piace infine ricordarlo con alcune immagini raccolte negli anni, nonostante la sua abituale ritrosia.

L’ultimo saluto a fr. Ezio

L’ultimo saluto a fr. Ezio

Abbiamo ricevuto da poco la notizia del decesso di fr. Ezio Comiotto, ricoverato da alcuni giorni presso un ospedale, vicino alla casa marista di Carmagnola, dove risiedeva ormai da una decina di anni.

Riportiamo solo alcuni stralci dai numerosi messaggi ricevuti in questa triste occasione, inviati dai danti amici che hanno conosciuto ed apprezzato fr. Ezio.

Ezio, stesso paese, ma non ci conoscevamo, compagno di probandato, di noviziato, di studentato, di avventure giovanili(per allora!!), di camminate in montagna… quando Viterbo sei entrato in 5 scientifico senza appunti e con le mani in tasca per un lezione su Dante… gli alunni attenti e il loro professore in fondo alla classe che prendeva appunti…. A modo tuo sei stato un “grande” e adesso lo sei ancora di più. Ciao Ezio, ricordati di quelli di Mel… (fr. Pietro Sto)

Anche da Moinești un caro ricordo e una preghiera per Ezio. Lo ricordo negli ultimi anni a Genova: sempre brillante nelle lezioni, nonostante qualche acciacco. Quando decise di non continuare con l’insegnamento, gli alunni in blocco ad implorarlo e anche da me per intercedere affinché ci ripensasse. (fr. Mario Meuti)

Esprimo cordoglio e vicinanza alla Comunità marista di Carmagnola e, suo tramite, ai familiari di fr. Ezio che ho avuto il piacere di conoscere e apprezzare nei sei anni di permanenza allo Champagnat di Genova. Ricordo la sua dedizione all’insegnamento, il linguaggio forbito, la gioia di vivere che a volte sembrava spensieratezza, la dedizione totale al gruppo scout che non mancava di ricambiare con stima e affetto.
Buon viaggio caro Fratello, ti accompagniamo con la preghiera all’incontro festoso con tutti i Fratelli che ti hanno preceduto. (Lorenzo Masiero)

Un animo gentile in una corporatura possente che ad un primo sguardo dissimulava la tua profondità d’animo. Borbottavi spesso scuotendo la testa e le tue guance ondeggiavano.
Nonostante le apparenze riservate e forse anche un po’ scontrose, eri sempre lì come una roccia vicino a noi. Una risposta per ogni domanda che fosse a sfondo culturale o sui massimi sistemi della vita. Quante incertezze hai condiviso con noi adolescenti ma quante certezze sei riuscito a seminare in noi. Il crescere insieme, l’aiutarsi l’un l’altro, il fare squadra intorno al più debole, senza troppe moine, ma con tanto pragmatismo. Ed ai tempi degli scout del Roma 8, insieme a fratello Domenico, ci rifugiavamo nella casetta Ilde: una mandria di ragazzi con tanta voglia di stare insieme, tra pentole e pentoloni per un’allegra scampagnata che ancora oggi ci portiamo nel cuore. (Giulia Villani, ex-alunna)

Mi dai una triste notizia ma grazie di aver pensato a me, fr Ezio ha visto (non solo da spettatore) un pezzo importante della mia vita e io sono stato bene con lui. Sono felice di averlo conosciuto e ringrazio per i giorni che l’ho avuto per me. Anche lui mi ha fatto crescere, anche lui è la mia storia e rimarrà in me con affetto. (Stefano Strano-Akela dei Lupetti al SLM, Roma 8 FSE).

E riportiamo anche le parole che fr. Franco, superiore della Comunità di Carmagnola, ha rivolto ai partecipanti alla celebrazione di commiato per fr. Ezio.

Arrivederci, cara Paola

Arrivederci, cara Paola

La nostra amica, Paola Maggioni, era malata da tempo. Ma per lei questo era un dettaglio trascurabile, che non condizionava più del necessario il resto della sua vita. Vita che per molti anni abbiamo condiviso insieme, nella scuola marista, nella missione, nel volontariato.

E’ stata docente della scuola marista di Cesano Maderno dal 1987 al 2001, e poi, nuovamente, dopo una pausa come bibliotecaria a Milano, dal 2012 al 2018, insomma, nella nostra scuola era un punto di riferimento e una presenza costante.

Indomita prof di italiano, piena di energia e di inventiva, non passava anno che non si confrontasse con nuove esperienze: dalle gite in montagna alle settimane bianche sulla neve, dai tour sempre un po’ faticosi con le gite di classe agli scambi culturali con le scuole mariste della Spagna. Sempre in prima linea, nonostante covasse già in agguato da tempo il male che si faceva inesorabilmente strada. Lo affrontava con serenità e grinta, senza mai abbattersi e soprattutto senza lasciar mai trasparire nel suo impegno questa situazione difficile.

Sempre legata all’ambiente della scuola, si era poi avvicinata al volontariato con la Famiglia Marista, che si occupava della distribuzione del fresco, in Via delle Rose a Cesano e del centro diurno L’Albero, tanto da diventare poi il punto di riferimento dell’associazione quando ormai Delia, anche lei provata dalla malattia, non poteva più essere operativa.

Insomma, invece di tirare i remi in barca e leccarsi le ferite, era sempre sulla breccia per cercare di dare una mano ed essere di stimolo, fino a quando le forze glielo hanno consentito. Un esempio che ci ha segnato in modo forte e significativo, una strada da seguire.

La notizia della sua morte ci ha raggiunto in piena estate, il giorno 27, quasi inaspettata perché dopo un periodo tormentato sembrava che stesse riprendendo un po’ le forze; i funerali si sono svolti sabato 2 settembre nella chiesa parrocchiale San Pancrazio di Bovisio Masciago.

E riportiamo con piacere l’articolo pubblicato pochi giorni dopo il funerale sul Giornale di Seregno.

Ci piace ricordarla con le parole che le hanno rivolto alcune delle sue amiche e colleghe docenti e con una carrellata di foto della sua bella esperienza di vita. Grazie Paola!