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Categoria: laici

Conta su di me!

Conta su di me!

Come ad ogni nuovo inizio di anno scolastico le scuole mariste (e anche le diverse opere sociali), ricevono una “missione” ed un impegno che vengono racchiusi in uno slogan. Quello di quest’anno, espresso nell’immagine del bambino che passa il testimone, ci accompagnerà fino alla prossima estate e racchiude un tesoro di proposte, significati e motivazioni.

Con il motto “Conta su di me” vogliamo tornare agli inizi della tradizione marista, per mettere i bambini e i giovani non solo al centro della nostra azione educativa, ma considerarli come forza trainante.
Quando l’équipe che ha sviluppato la motivazione del corso ha iniziato il suo lavoro, era consapevole che bisognava fare attenzione a definire l’obiettivo individuato con questo slogan. Il rischio principale è quello di interpretare il motto come un’accondiscendente e paternalistica consegna di responsabilità ai giovani per farli partecipare ai nostri progetti.

Niente di più sbagliato. Sviluppare questo “conta su di me” significa rendersi conto che sono loro, i bambini e i giovani, a chiederci di assumerci questa responsabilità e tutto ciò che essa comporta.

Con esigenze di apprendimento e formazione, ovviamente, ma con il desiderio di sentire che si conta su di loro, con tutte le conseguenze del caso.

Insomma, non siamo noi, i “grandi” a rassicurare gli alunni, i ragazzi e le ragazze che incontriamo ogni giorno.

Devono essere proprio loro a “svegliarci” e ricordarci che sono gli attori principali della propria vita, i protagonisti della storia e che noi possiamo, anzi, dobbiamo, contare su di loro.

Insieme allo slogan e al poster che iniziano a comparire sulle nostre classi, sul web, sui social, ci sono poi molti materiali per approfondire questo impegno, canzoni per i vari livelli scolastici, attività scandite lungo il calendario scolastico.

E questa proposta non riguarda solo le scuole mariste italiane, ma è condivisa da tutta l’Europa marista, in particolare, l’intera Spagna, la Francia, l’Irlanda, la Germania, l’Italia e il Libano-Siria, una realtà educativa che coinvolge un numero importante di alunni e famiglie; da poco è stato predisposto un sito in 3 lingue per ospitare i materiali e le risorse motivazionali che riguardano tutte queste realtà, si tratta del sito web che potete visitare all’indirizzo: www.champagnat.eu

Leggere lo slogan in tutte queste lingue è già una sfida entusiasmante, come maristi di Champagnat ci sentiamo sempre più famiglia globale che sa considerare le differenze una risorsa in più. A tutti noi, fratelli, laici, famiglie e alunni, tocca ora trasformare le parole in realtà.

E siccome in molte scuole domani inizia questa nuova avventura, che bello vedere tanti giovani docenti maristi che dedicano il loro fine settimana ad una full immersion per giungere preparati a questo appuntamento.

Proprio oggi, accolti negli spazi del San Leone Magno e accompagnati dai fratelli e dai formatori, hanno concluso il loro primo intenso appuntamento di formazione come docenti del primo anno. Auguri anche a loro.

Una leadership al servizio di…

Una leadership al servizio di…

Si può guardare al futuro con preoccupazione e anche con un pizzico di angoscia: se il futuro delle opere mariste, scuole e centri sociali, dipendesse solo dai fratelli, i calcoli sono presto fatti: nel giro di pochi anni sarà un problema davvero critico trovare chi possa continuare queste opere, almeno nelle nostre zone europee. Ma possiamo anche ribaltare la situazione. Sono ormai tanti i laici appassionati che partecipano a questa avventura e l’ipotesi di accompagnare e passare il testimone a qualcuno non è semplicemente un evento inevitabile, ma lo scenario di una scelta ben precisa.

E’ in quest’ottica che da tempo ci stiamo muovendo e non semplicemente a chiacchiere. In questi giorni si è appena concluso il secondo momento forte di formazione per un consistente gruppo di laici maristi, profondamente impegnati nelle diverse opere. Il primo incontro si è svolto a Madrid, nel mese di novembre 2023, la seconda tappa ha visto il gruppo, compatto e impegnato, condividere alcuni giorni a Roma, ospitati nella casa generalizia dei Fratelli Maristi, all’EUR. Una tappa serrata, dal giovedì al sabato mattina, con momenti intensi di formazione e di condivisione.

Un gruppo formato da 6 italiani (uno per ogni realtà scolastica marista, da Giugliano a Cesano) e una ventina di spagnoli (in questo gruppo erano presenti anche alcuni laici impegnati nei centri sociali della Provincia Mediterranea) che ha seguito con stoica attenzione i vari relatori che si sono avvicendati. Il primo giorno affrontando i contenuti che già erano stati proposti a livello globale ad altri animatori del mondo marista (grazie alle presentazioni di Antonio Paredes e Giuliano Panico), poi il venerdì con l’intervento profondo e stimolante di Xavier Marcet, conferenziere esperto e molto noto nel panorama spagnolo; nel pomeriggio l’intervento di Rosa Ciccarelli sul tema del progetto di vita personale e la conclusione di sabato mattina, affidata al teologo e giornalista Francesc Torralba che ha presentato in modo chiaramente mirabile il suo punto di vista sulla interiorità “abitata”, delineando un itinerario valoriale che partiva da Teresa d’Avila a Edtih Stein, senza trascurare nulla della attuale modernità.

Che dire, tanta carne al fuoco e tanta voglia di approfondire; il gruppo si è poi lasciato coinvolgere in modo molto personale e profondo dall’ambiente in cui si è svolto il corso. La casa generalizia da sola è una didascalia evidente del carisma marista; dalla prima visita della casa, guidata dal fr. Patrick, nel suo esotico gergo linguistico che spaziava dalla Pensylvania a Trastevere fino all’esplorazione degli archivi (vedere per la prima volta le lettere di san Marcellino, proprio davanti ai tuoi occhi, lascia il segno!). Senza dimenticare l’8 marzo e il contributo impagabile delle tante donne presenti (12, per la cronaca). Per non parlare poi di Roma che merita sempre e comunque un’uscita curiosa e coinvolgente…

Il gruppo si è lasciato nel pomeriggio del sabato, sapendo di poter contare su un’agenda ben distribuita nel tempo, con appuntamenti di contenuto (webinar) e materiali da visionare, fino al prossimo momento insieme, che si svolgerà nel prossimo anno, proprio nel luogo di nascita dell’avventura marista. Appuntamento all’Hermitage per il marzo 2025!

Intanto ecco un album con alcune foto di questi giorni – corso leadership – marzo 2024

Prima giornata dei volontari

Prima giornata dei volontari

Da quando la Fondazione Siamo Mediterraneo ha iniziato il suo percorso, germogliando dall’esperienza del Ciao di Siracusa per raggiungere tutte le altre attività mariste italiane, di passi ne sono stati percorsi davvero tanti.

Perché tante sono le realtà, spesso silenziose, che ruotano intorno al mondo marista ed è un bene ogni tanto soffermarsi a riflettere su ciascuna di esse, non tanto per fare un elenco quanto per stimolare le persone e orientare le energie per un possibile impegno. Perché l’esempio è sempre la molla che fa scattare la partecipazione del volontario.

Proprio per questo si è pensato di dedicare una giornata di particolare attenzione, con il primo incontro di volontari maristi impegnati nel sociale, che si è svolto a Roma, presso l’istituto del San Leone Magno, nella giornata di sabato 11 febbraio, in stretta collaborazione con le numerose altre realtà mariste della provincia medierranea; infatti l’incontro si svolto anche on-line per consentire ai 3 gruppi riuniti di vivere alcuni momenti insieme: Alicante, Roma e Cordoba si sono così intrecciate per celebrare insieme questa giornata.

Nella sede di Roma si sono ritrovati volontari provenienti da Siracusa (il Ciao e il progetto Alloggi per l’Autonomia) da Cesano Maderno (centro diurno L’Albero), Genova (Gruppo Famiglie), Roma (Ex-alunni, ed Ematos) e una folta rappresentanza da Giugliano in Campania (Polisportiva, Alloggi Champagnat e varie altre iniziative). Il gruppo era quindi formata da oltre 30 persone.

La mattinata, guidata da Matteo Mennini e dallo staff della Fondazione (Sara e Michela), si è articolata in vari momenti, il primo dei quali in collegamento con le altre sedi di Cordoba ed Alicante. Poi ha avuto luogo un ampio momento di condivisione a livello nazionale, per consentire alle persone di conoscersi meglio, confrontare le esperienze, sentire la viva voce e l’entusiasmo delle altre realtà.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo vissuto tutti insieme nella mensa della scuola, è stato presentato un sintetico panel di priorità e aspetti portanti del nostro impegno, scaturito da un sondaggio sviluppato proprio negli ultimi giorni.

E per finire, una sorpresa davvero inaspettata, l’intervento di fr. Ernesto, Superiore Generale dei Fratelli Maristi, che nel suo intervento ha rivelato come l’impegno della solidarietà sia stato uno degli stimoli iniziali da cui è poi scaturita la vocazione marista. Un trampolino decisamente significativo.

Condividiamo anche le foto di questa giornata, nell’attesa di far tesoro di quanto detto, raccolto e compreso.

Fratelli e laici, si riparte con il ritiro insieme

Fratelli e laici, si riparte con il ritiro insieme

Due giorni di ritiro tra le montagne care a s.Francesco, nel fresco della natura umbra, tra boschi di quercia e di faggio, con un gruppo di amici affiatati che riprendono, dopo gli anni della pandemia, un appuntamento che viene da lontano. Questa la cornice del ritiro fratelli e laici di questo agosto 2022 nel Comune di Polino (TN).

Un piccolo gruppo proveniente da Giugliano (come al solito il gruppo più consistente, erano presenti in 7 persone!), una docente da Roma e due fratelli maristi, giunti da Roma e Siracusa; un tema scelto a suo tempo dall’equipe di animazione fratelli e laici: ascoltare il grido degli ultimi… tema che ben si innestava sullo slogan già proposto a tutte le scuole mariste della provincia per lo scorso anno scolastico: Ascolta.

L’ambiente semplice e casalingo, la conoscenza reciproca e la vicinanza di luoghi suggestivi dei boschi dell’Umbria, ci hanno certamente aiutato. Al mattino il risveglio era favorito dagli interventi di Antonella e le sue proposte di uno yoga dolce e a misura delle nostre povere ossa; poi alcuni interventi che fr. Giorgio ha condiviso con i partecipanti, a partire dall’esperienza della comunità di Siracusa.

Un momento per entrare nel tema dell’ascolto e poi uno più specifico legato all’ascolto della sofferenza, del grido di quei poveri “che avremo sempre con noi”, con lo stile di Marcellino, che non si è certo fermato solo all’emergenza educativa ma si era già dedicato a tamponare altre situazioni critiche del suo tempo, gli anziani abbandonati, i bambini con difficoltà sensoriali…

Ogni giorno ci siamo ritagliati una sosta per un momento di preghiera nella piccola e suggestiva cappellina immersa nel bosco, avvolta di edera e silenzio.

E nel pomeriggio di sabato, sotto una pioggia attesa e rinfrescante, una condivisione concreta sull’esperienza di ascolto e di intervento a favore degli ultimi così come viene vissuta nella particolare comunità e missione di Siracusa, un valido esempio di condivisione tra fratelli e laici, uomini e donne, giovani e … diversamente giovani.

A conti fatti un’esperienza breve, ma significativa, concentrata e speriamo utile per poter dare il giusto slancio per un nuovo anno comunitario che sta ripartendo. La presenza di fr. Roberto, che si trasferisce proprio in questi giorni da Roma a Giugliano assumeva quasi un senso di continuità e di garanzia di impegno, nel rispondere alle tante richieste che la vita ogni giorno ci propone e che spesso vanno ben oltre la routine e le prevedibili esigenze d’ufficio.

In filigrana abbiamo seguito anche l’esperienza di Giona, un “professionista” della fede, profeta doc, ma anche profondamente umano e limitato, convinto che l’adesione alla missione sia determinata una volta per tutte e diventi, così, immutabile e standard. Ma la vita ci propone ben altri standard, i cambi di rotta sono suggeriti dalla stessa capacità di ascolto di Dio, che dovrebbe poi diventare un modello da seguire per tutti noi.

Ci siamo lasciati con la speranza di riannodare le fila del discorso, interrotto come tanti altri dalle pastoie della pandemia. Contiamo pertanto di poter ripetere anche nei prossimi anni, coinvolgendo le diverse realtà mariste, questo cammino di condivisione e di fraternità.

E naturalmente, per chi vuole assaporare, almeno con gli occhi, i luoghi belli che abbiamo toccato con mano, ecco alcune foto che ci siamo regalati gli uni gli altri.

Ciao Pietro, buon viaggio

Ciao Pietro, buon viaggio

Fr. Pietro Bettin ci ha lasciato nella notte del 17 agosto; dopo un periodo altalenante, la polmonite che lo aveva ulteriormente appesantito non gli ha dato tregua. Così, proprio a ridosso della festa dell’Assunta, invece della sua fisarmonica per rallegrare la comunità di Carmagnola, ha dovuto fare le valigie per tornare alla casa del Padre. Un esito inaspettato, per lui così attaccato alla vita e così attento ad assaporare il bello che ogni giorno riceviamo in dono. E questo nonostante la dura croce degli ultimi anni, quel parkinson che lo aveva bloccato e rallentato in modo vistoso, ma non spento o annebbiato.

Le semplici righe dell’annuncio che ne ha comunicato il decesso a tutta la provincia marista, ai tanti amici, agli ex-alunni, ai colleghi, alle tante persone che ha incontrato sulla sua strada rivelano in filigrana un’esistenza vissuta in pienezza, in fedeltà e nella serenità. Ecco in sintesi il suo viaggio:

E’ nato a Padova il 4 settembre 1950. Ha iniziato il probandato a Mondovì (era il 25 settembre 1961). A Bairo (TO) ha fatto il noviziato (iniziato proprio il15 agosto 1967) e la prima professione (15 agosto 1968). La professione perpetua sarà poi Velletri il 22 agosto 1976.

Ma intanto inizia subito la sua missione di educatore, come maestro della scuola elementare, a Roma, presso il San Leone Magno, dal 1970 al 1975; (tornerà ancora nella comunità di Roma del SLM dal 1999 al 2002). Poi viene inviato come assistente presso il probandato di Manziana, dove resterà dal 1975 al 1981), quindi viene mandato per un lungo periodo nel probandato di Mondovì (1981-1990) negli anni di profonda trasformazione di queste realtà formative.

Quindi passa a Genova, dove sarà preside della scuola media e superiore della Comunità (1990-1998; ); viene poi inviato a Giugliano, come preside e superiore della Comunità (2002-2009), dopo questo periodo lo troviamo a Roma, presso la Casa Generalizia, come superiore della Comunità, dal 2009 al 2015).

E’ proprio in questo ambiente che matura la scelta di partecipare alla proposta missionaria di Lavalla200>, un nuovo inizio per la congregazione marista, che vede il realizzarsi di un nuovo sogno: comunità miste, interculturali, fratelli e laici, uomini e donne. E’ una sfida non da poco che accoglie e affronta con impegno e passione; viene inviato ben lontano, a Città del Capo, membro della comunità sudafricana dove rimane dal 2017 al 2020); è già in questa fase che la malattia inizia a manifestarsi e a dare fastidio; al suo rientro in Italia è inserito nella comunità di Genova, dal 2020 al 21, quindi per motivi di salute passa a Carmagnola, dove trasferisce il suo carico di serenità e di problemi di salute, sempre affrontati con il sorriso e la voglia di vivere e qui, il giorno 17 agosto 2022 all’età di 71 anni e 54 di vita religiosa, termina il suo cammino terreno. I funerali si svolgeranno venerdì 19 agosto, alle ore 11:00. In seguito la salma verrà tumulata nella tomba dei Fratelli Maristi, nel cimitero del Verano a Roma.

Ci piace allora ricordarlo con le prime impressioni, a caldo di alcuni dei suoi amici, profondamente segnati dal dono della sua vita marista, della sua mitezza personale, del suo entusiasmo vitale e della sua capacità di essere un elemento di serenità nelle comunità dove si è trovato.

Da: Marcelo Carlos Fabian De Brito mdebrito@maristascruzdelsur.org
Inviato: mercoledì 17 agosto 2022 16:51
Oggetto: Decesso Fr. Pietro B.
Cari Fratelli
Pochi minuti fa ho appreso della morte di fr. Pietro Bettin. Ho condiviso con lui diversi anni di comunità a Roma, presso la Casa Generalizia. Ho apprezzato la sua profonda umanità e il suo modo prezioso di essere un Fratello Marista. Ho imparato molto da lui come animatore della comunità e come compagno di confidenze. Celebro la sua vita e ringrazio Maria per tutto ciò che ha fatto attraverso fratel Pietro Bettin. Mi unisco alla comunità nel piangere la perdita di un Fratello e condivido con voi le mie preghiere per il suo riposo eterno.
Con i ricordi più cari e tanta stima, Fr. Marcelo


E pensare che ieri, senza nessuna intenzione, a cena in comunità a Roma ci passavamo di mano in mano la foto della professione perpetua di Pietro a Velletri, con il vescovo Bernini. Che bello tutto quello che é fiorito attorno a quel sì e ad un carattere gentile, amichevole, sempre disponibile. Riposi nel Signore… (Fr. Massimo Banaudi)

Ciao, e ora permettimi di chiamarti Pierino. Quanti anni belli passati insieme tra studi, canti, giochi, suonate, tu all’organo e io… direttore d orchestra! I ricordi non si contano ma ce li ritroveremo tutti nella grande famiglia marista del cielo, come tu amavi chiamarla ad ogni dipartita dei nostri cari. Un caro saluto alla tua mamma ed anche alla mia. (fr. Pietro Codato)

Ho vissuto con Fr. Pietro durante i 5 anni che era Superiore della Comunità della Casa Generalizia. Una delle espressioni più belle udite nei suoi confronti: Grazie Fr. Pietro, sei la perfetta mamma italiana! Riferendosi ovviamente alla sua squisita preoccupazione per ciascuno dei Fratelli. (Fr. Mario Meuti)

Caro Pietro
Ricordi la paura quando per la prima volta varcavi, come maestro la soglia della prima elementare al SLM? E ricordi quella che avevi quando hai superato il cancello dell’EUR dove eri stato nominato superiore? Non eri il tipo che ti facevi avanti per ottenere qualcosa, ma per andare in paradiso ti sei fatto coraggio, lo hai chiesto tu e … sono sicuro che sei arrivato prestissimo.
Caro Pietro quanti ricordi! In particolare degli anni che siamo stati insieme nel consiglio provinciale: sempre sereno, pacato, metodico… ma non vorrei ricordarti le cose che tutti sanno.

Ti voglio fare una richiesta.
Non so quale sia il protocollo per entrare in paradiso, ma siccome credo che presto verrò a trovarti, vorrei un’accoglienza speciale. Al mio arrivo vorrei essere accolto da te con la fisarmonica in mano mentre canti gli stornelli in romanaccio come solo tu sapevi fare. Nel frattempo potresti radunare tutti i maristi del cielo e, da bravo professore di lingue, insegnare loro il romanaccio e gli stornelli. Sarebbe un’occupazione straordinaria. Ah! Se hai problemi con san Pietro ricordati che abbiamo sempre la nostra Risorsa Ordinaria. Ci conto. Un bacione e a presto – Ono


Arrivederci, fratello Pietro
Ogni volta che Dio si sveglia di buon umore, ha l’abitudine di regalare all’umanità degli splendidi regali. In questi giorni, spesso Lui manda al mondo alcuni dei suoi angeli più cari. “Voglio che le persone sentano un po’ di Paradiso lì sulla Terra”, dice ai Santi più vicini. “Ma Signore, non è che poi la gente si abitua? ”. “Mancherà il tempo, caro San Tommaso… Resteranno lì per poco… Ma sarà sufficiente per lasciare dei segni profondi”.
Senza dubbio Pietro è stato uno di questi doni di Dio. Un fantastico essere umano. Di presenza docile, amorevole. Una vita davvero Marista. Così tanto che quando mi chiedono delle tre violette Mariste – con i loro valori di semplicità, umiltà e modestia – io rispondo: “Ne ho conosciuta una vera, ha origini italiane e si chiama Pietro Bettin”. E una viola con grande abilità musicale, al punto da riuscire a coordinare un coro di bambini sudafricani mentre suonava la sua fisarmonica. “What’a cucaracha… It’s a cockroach!.

Anche involontariamente Pietro ha impersonato l’archetipo del saggio. “… Guarda l’oceano… Potrebbe essere agitato in superficie… Ma nel suo intimo, le acque sono calme”. Aveva una parola per tutto, anche quando restava in silenzio. E uno stato d’animo particolare, per inciso. “Oh, there’s a community meeting”, diceva quando ogni giorno avvistavamo le mucche di Darling, presenti sul tragitto verso Atlantis. Tra l’altro, parlando del Sud Africa, Pietro è stato l’anello che poteva connettere tutta la comunità. Preghiere, pasti condivisi, facilità nella lingua, gestione delle riunioni della comunità. Pietro è stato un messaggero di pace. La pandemia ha anche cercato di sottrarci per un certo periodo il dono della convivenza. Ma anche se ci hanno separati, non sapeva che saremmo rimasti in contatto virtuale!
Pietro, ciò che resta da parte nostra adesso è un sentimento di gratitudine per la tua esistenza. Quanto siamo stati privilegiati ad aver condiviso del tempo prezioso con te! Ti ricorderemo ogni volta che ascolteremo le note di “Che sarà, whatever will be, will be”. E in fondo è proprio questo: ‘the future is not ours, you’ll see… ’. La nostra prossima squadra di coffee dovrà aspettare ancora un po’. E ha voluto anche che Cecilia (la figlia nata dalla coppia di laici che facevano parte della comunità di Lavalla200>) ti incontrasse attraverso le storie che io e Juliana (la mamma) le racconteremo, di come la nostra vita sia stata trasformata dalla tua presenza, davvero più che significativa.

Dio adesso riposa tranquillo, sapendo che il suo dono è stato ben apprezzato dall’umanità. Resteremo con nostalgia qui, grati per il tempo meraviglioso che abbiamo trascorso insieme.
Un abbraccio fraterno amico mio! Arrivederci! (Diogo Luiz Galline, laico marista che ha condiviso con Pietro la comunità Lavalla200> in Sudafrica, a City of Cape Town)

Cari fratelli e amici. Le mie più sentite condoglianze per la scomparsa di Pietro. Che uomo meraviglioso è stato per i fratelli, i bambini e i giovani in Italia e nelle nostre comunità Lavalla200.  Ha incarnato tutte le virtù ed è diventato una fonte di affetto per molti di noi.  Mancherà molto a tutti noi.  Che il Buon Signore e la sua amorevole Madre lo accolgano in un caldo abbraccio, Jeff (Br. Jeffrey Crowe)

Come tutti i semi, c’è bisogno di attesa prima del germoglio; non è facile condensare in qualche parola il sentimento che questa partenza lascia in molti di noi.

Ci aspettiamo di provare la sua gioia nello stare insieme, la sua istintiva adesione alla convivialità della festa, la disponibilità a creare armonia e spensieratezza con gli amici.

A continuare nella nostra vita quei segni e quegli atteggiamenti che portano più vita agli altri. Grazie Pietro, buon viaggio.

Riportiamo anche le parole pronunciate da fr. Franco Faggin, superiore della comunità di Carmagnola, durante la celebrazione del funerale.

Abbiamo raccolto alcune foto (tante, perché molti sono i ricordi), in questo album dedicato a fr. Pietro;
mentre le guardiamo può essere l’occasione per ripetere al Signore: non ti chiediamo perché ce lo hai tolto così presto, ti ringraziamo per avercelo donato come un tuo regalo.

Incontrarsi tra fratelli

Incontrarsi tra fratelli

Impegni di fine anno ormai alle porte, la stanchezza dei mesi di scuola, degli impegni, il susseguirsi di attività che in primavera vedono spesso il loro culmine…
Ecco, l’idea di una piccola sosta, una breve pausa per riprendere fiato può essere la strategia giusta per non correre troppo. E soprattutto per un incontro. Dopo la lunga parentesi della pandemia, ora le attività in presenza stanno riprendendo il loro cammino normale; si è pensato quindi ad un incontro “normale” tra i fratelli maristi.

il gruppo marista davanti alla Basilica del Pilar, Saragozza

La Provincia Mediterranea è ben sparpagliata nei suoi confini geografici e non è semplice incontrarsi; per questo, fin dal mese di gennaio, si era pensato ad un momento di incontro per la fine di aprile, riservato ai fratelli …. di mezza età (tra i 50 e i 70 anni) per rivedersi, scambiare le proprie esperienze, fare famiglia. Gli ultimi incontri risalivano all’ormai lontana estate del 2019, con il ritiro in Libano, condiviso da numerosi fratelli delle diverse zone della Provincia marista. Rivedersi di nuovo in presenza era una bella sfida ma anche un appuntamento significativo.

All’incontro, che si è svolto nella città di Zaragoza, dal 29 al 30 aprile, hanno partecipato 17 fratelli, 3 dall’Italia e la maggior parte dalla Spagna; Libano e Siria sono ancora “lontane” in questo momento difficile, anzi, la difficile situazione del Libano è tornata di frequente tra i nostri discorsi, facendo emergere l’incredibile resilienza del popolo libanese nel saper affrontare e vivere queste situazioni quasi proibitive (gran parte dei docenti hanno lasciato il paese, gestire le scuole cattoliche in questo contesto è veramente una sfida che ha dell’eroico).

E chi se lo immaginava che Zaragoza, la quinta città della Spagna, riservasse delle sorprese così interessanti! Qualcuno vi era passato frettolosamente negli anni precedenti, ma avervi fatto una sosta con una adeguata attenzione ha rivelato davvero tesori nascosti. A cominciare dal nome, che nasconde ben poco la sua origine romana, quel Caesaraugusta che la dice lunga sulla sua fondazione e la sua storia. Poi, come successo in gran parte della Spagna, aggiungi un consistente periodo di dominazione arabo e completa con la fase della reconquista e dello splendore imperiale spagnolo. Insomma, girando per la città, visitando alcuni dei luoghi più suggestivi, come lo splendido palazzo dell’Aljafería, la zona del Foro Romano, le sponde dell’Ebro, i vicoli del casco historico, abbiamo veramente apprezzato questa splendida cittadina.

Ma l’incontro non voleva certo essere un appuntamento turistico. La scelta di Saragozza era dettata da qualcosa di ben più importante: la visita al centro editoriale marista di Edelvives.

la visita al centro editoriale Edelvives

Abbiamo dedicato la giornata di venerdì a questo centro di eccellenza, motore e strumento concreto della presenza educativa marista in Spagna e non solo. Siamo stati accolti da Xavier, il Direttore Responsabile, un laico marista che coordina questa grande azienda con piglio manageriale deciso e con lo sguardo ben rivolto alla missione marista. Quando i fratelli sono arrivati dalla Francia, alla fine del 1800, avevano subito impiantato una tipografia a Barcellona, per realizzare i libri di testo scolastici per i vari istituti che iniziavano a sorgere; poi la pausa forzata della guerra civile, quindi la ripresa, e con il nuovo millennio la decisa conversione al digitale e alle nuove tecnologie. Edelvives ha saputo affrontare la sfida del cambiamento con grande impegno e chiarezza, evitando le secche della tipografia “casareccia” riservata ad alcune scuole cattoliche per entrare nella mischia della sfida attuale, dove la cultura deve parlare alla gente di oggi con gli strumenti quotidiani, non con il solo retaggio del passato. E la sfida, da quanto abbiamo potuto vedere, è pienamente in corso.

Non solo Edelvives pubblica molti libri di testo per le diverse istituzioni mariste, scuole e centri educativi, ma si è imposta come editoriale innovativa, collaborando con i marchi più interessanti del panorama pedagogico odierno, da McMillan a Google, entrando nel settore del coding e della robotica, delle stampanti 3D e soprattutto del bilinguismo. Oggi le edizioni si sono ampliate al panorama internazionale, Edelvives ha una sede in Mexico e una in Argentina, produce libri in spagnolo, catalano, euskera…

Visitando gli uffici, gli open spaces dove si portano avanti i progetti, le officine dove si realizzano concretamente i libri, gli impressionanti magazzini, il moderno sistema di gestione delle vendite online … si rimande stupiti dell’ampiezza di quest’opera. Che rimane fedele alla missione e alla visione marista.

Nel resto del tempo abbiamo dedicato un ampio giro per conoscere più da vicino la Cattedrale e la Basilica del Pilar, i luoghi della fede e della tradizione cristiana di questa grande città. Difficile passare superficialmente davanti alla lapide che ricorda il miracolo di Calanda, o alle volte affrescate da Goya, il grande pittore di questa città. Insomma due giorni di profonda immersione nel bello e nel significativo.

Aver condiviso questi momenti insieme, tra fratelli che ora svolgono attività tanto diverse, dal pieno coinvolgimento scolastico ai ruoli direttivi, dalle consulenze al supporto educativo, dalle opere sociali ai migranti (un tema molto sentito sia in Italia che in Spagna) ha consolidato i legami e ci ha permesso di condividere la bellezza e la necessità di questa missione.

E non poteva mancare un album fotografico dell’incontro dei fratelli a Zaragoza