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Categoria: maristi blu

Ripristinare la vita in mezzo alle rovine

Ripristinare la vita in mezzo alle rovine

Articolo pubblicato il 9/3/25 su CNEWA, Catholic Near East Welfare Association (agenzia pontificia di aiuto umanitario e pastorale all’Africa nord-orientale, al Medio Oriente, all’Europa orientale e all’India), nostra traduzione.

Il dottor Nabil Antaki tra le macerie di Aleppo causate dal terremoto di magnitudo 7.8
che ha colpito la città nel 2023. (Foto: Dr. Nabil Antaki)

Nota dell’editore: La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria l’8 dicembre 2024, dopo quasi 14 anni di guerra civile, è iniziata poco dopo le proteste pro-democrazia e anti-Assad della primavera araba del 2011. La guerra ha ucciso più di 606.000 persone, tra cui 159.774 civili, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La guerra portò anche a migrazioni di massa. Alla fine del 2024, il numero di rifugiati siriani era di circa 5,5 milioni e più di 7,4 milioni di persone erano ancora sfollate interne. I gravi danni arrecati alle infrastrutture e alle istituzioni, aggravati dalle sanzioni occidentali, hanno lasciato la popolazione vulnerabile e priva dei servizi sociali di base.
Non è chiaro cosa riservi il futuro ai siriani, in particolare ai cristiani, nel mutevole panorama politico. Il gruppo militante islamico Hayat Tahrir al-Sham ha nominato un nuovo primo ministro a capo del governo di transizione siriano senza consultare il consiglio nazionale, sollevando interrogativi sulla direzione del governo. Inoltre, la svalutazione della sterlina siriana ha aggravato i problemi affrontati dai siriani in questo periodo di transizione.
In questa Lettera dalla Siria, il Dr. Nabil Antaki scrive del cattivo stato dell’assistenza sanitaria in Siria dall’inizio della guerra civile e delle sfide che persistono oggi. Il dottor Antaki è un medico e membro dei Maristi Blu, un apostolato laico cattolico che fornisce assistenza sociale ai siriani in difficoltà, finanziato in parte da CNEWA-Pontificia Missione.

Quando ho terminato la mia borsa di studio in Canada dopo essermi laureato alla St. Joseph’s University School of Medicine di Beirut, io e mia moglie abbiamo deciso di tornare ad Aleppo, la mia città natale in Siria. Abbiamo pensato, giustamente, che saremmo stati più utili ai siriani malati che in Canada.
Per anni ho praticato la medicina in condizioni accettabili per me e per i miei pazienti. Poiché non esisteva un’assicurazione sanitaria, l’assistenza medica era privata. I pazienti pagavano di tasca propria. Per quanto riguarda i poveri, li abbiamo curati gratuitamente nelle nostre istituzioni cristiane o sono andati negli ospedali pubblici, che sono anch’essi gratuiti.

I siriani della campagna di Aleppo arrivano a Tabqa, a circa 97 chilometri a sud-est, il 3 dicembre 2024, dopo essere fuggiti dai gruppi ribelli anti-Assad che hanno conquistato Aleppo una settimana prima. (Foto: OSV News/Orhan Qereman, Reuters)

Nel 2011 è scoppiata la guerra in Siria. Bombe e cecchini hanno seminato il caos. Decine di persone venivano uccise ogni giorno, centinaia venivano ferite da proiettili o schegge e molti ospedali venivano distrutti o danneggiati. I civili feriti a causa della guerra sono morti per mancanza di cure e per il sovraffollamento nei pronto soccorso degli ospedali pubblici ancora operativi. Per questo, con i Maristi Blu ho iniziato il progetto “Civili feriti di guerra” per curare gratuitamente i civili feriti nel miglior ospedale privato di Aleppo, dove lavoravo.
I chirurghi si offrirono volontari per curare i civili feriti e l’ospedale accettò tariffe ridotte. I miei colleghi medici hanno svolto un lavoro eroico, trascorrendo notti in ospedale vicino a pazienti in condizioni critiche o dirigendosi verso l’ospedale sotto le bombe che cadevano e i colpi dei cecchini. Per anni abbiamo curato gratuitamente decine di migliaia di feriti e salvato la vita a centinaia di altri.
Quando i combattimenti sono cessati, abbiamo scoperto una situazione umanitaria, sociale e sanitaria catastrofica: ospedali distrutti, personale medico molto a causa dell’emigrazione, inflazione galoppante e povertà estrema. Più del 90% della popolazione viveva – e continua a vivere – al di sotto della soglia di povertà e non riusciva ad arrivare a fine mese. Dopo le bombe militari, è esplosa la bomba della povertà e i suoi effetti continuano ancora oggi.
Le persone non potevano più prendersi cura di se stesse. Il loro reddito, se c’era, era insufficiente per pagare trattamenti, farmaci o interventi chirurgici.
In risposta a questa situazione, i Maristi Blu, insieme ad altre associazioni cristiane, hanno lanciato un progetto per aiutare le persone in cerca di cure mediche. Abbiamo raggiunto accordi con ospedali, medici e chirurghi per ottenere tariffe agevolate e pagarli direttamente per le loro prestazioni. Senza questo aiuto, anche una persona con un reddito medio non sarebbe in grado di far fronte alle spese. Una piccola procedura, come la rimozione della cistifellea, costa circa 6 milioni di sterline siriane (475 dollari), mentre lo stipendio medio mensile è di circa 600.000 sterline siriane (46 dollari) o anche meno.
Ricordo Jeannette, vedova con quattro persone a carico. Non aveva reddito e aveva bisogno di un’operazione a cuore aperto, che è costata 100 milioni di sterline siriane (circa 8.000 dollari). Anche se la nostra associazione non poteva coprire una tale somma, la Provvidenza – che non ci ha mai deluso – ci ha inviato due donatori stranieri che hanno coperto ciascuno la metà dei costi.
Penso a M.K., un ragazzo di 13 anni che è nato senza braccia. Durante la guerra, nel 2015, una mina è esplosa mentre lui e la sua famiglia fuggivano dall’ISIS. M.K. è stato colpito e ha dovuto subire l’amputazione delle gambe. Le loro esigenze mediche sono immense. I Maristi Blu si presero cura di lui e lui è diventato il mio protetto.

Immagine della capitale siriana, Damasco, poche ore dopo l’ingresso dell’opposizione siriana e il crollo del regime di Assad l’8 dicembre 2024. (Foto: Ahmad Fallaha)

Per ricevere prestazioni mediche, i malati sono costretti a chiedere a varie associazioni cristiane di coprire i costi delle loro cure. Ogni organizzazione – il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, la Caritas, l’Assemblea dei Vescovi Cattolici in Siria e i Maristi Blu – contribuisce a coprire parte dell’importo. I Maristi Blu ricevono il sostegno del CNEWA, che fornisce una buona somma mensile per l’assistenza sanitaria. Tuttavia, i fondi che riceviamo sono chiaramente insufficienti dati gli immensi bisogni della popolazione.

Inoltre, le infrastrutture mediche della Siria sono inadeguate, insufficienti e obsolete. I nostri dispositivi sono vecchi e non possono essere sostituiti per mancanza di risorse, anche a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea…

L’8 dicembre 2024 il regime di Bashar al Assad è stato rovesciato da Hayat Tahrir al Sham, un gruppo ribelle jihadista islamico. Se il popolo si sente sollevato per la caduta di un regime autocratico di lunga durata, i cristiani siriani rimangono preoccupati, poiché non vogliono vivere in uno stato islamico sotto la legge islamica.

La popolazione cristiana è stata particolarmente colpita dalla guerra civile e dalle sue conseguenze, passando da quasi 2 milioni nel 2011 ai circa 500.000 di oggi. La popolazione totale in Siria è di circa 23 milioni. I Maristi Blu vogliono aiutare i cristiani a rimanere nel Paese e a non emigrare. Sarebbe un vero peccato se la Siria, culla del cristianesimo, si svuotasse dei suoi figli cristiani.

Visita pastorale di Monsignor Vaccari in Siria, dicembre 2022. Guardando la distruzione a Homs. (Foto: CNEWA Beirut)

Attualmente ci troviamo di fronte a tre sfide per quanto riguarda ‘assistenza sanitaria del paese. In primo luogo, dobbiamo migliorare le condizioni di vita delle famiglie, perché la povertà aggrava le malattie e impedisce alle persone di cercare cure. In secondo luogo, dobbiamo garantire l’occupazione e redditi migliori per le persone. Questo non può essere fatto senza miglioramenti nel settore economico, e l’economia può crescere solo se le sanzioni internazionali vengono revocate. In terzo luogo, dobbiamo continuare ad aiutare le persone a ricevere cure, il che richiede maggiori risorse finanziarie e la sostituzione dei nostri dispositivi medici vecchi o inutilizzabili.

Il cambio di regime finora non ha influito sull’assistenza sanitaria. Ci troviamo di fronte alle stesse sfide e difficoltà di prima. L’unica buona notizia è che il 6 gennaio gli Stati Uniti hanno deciso di revocare alcune delle sanzioni sull’assistenza sanitaria.

Attualmente, sono esausto e pessimista. La popolazione è esausta. Quattordici anni di conflitti, privazioni e scarsità, povertà e crisi economica – oltre a un catastrofico terremoto nel 2023 e alla costante minaccia dei jihadisti islamici – hanno infranto le speranze della gente. Alcuni cristiani siriani credono ormai che la speranza in Siria sia morta e sepolta.
Quanto a me, conservo nel profondo del mio essere una fiamma di speranza che non si spegne definitivamente: è radicata nella mia fede cristiana. Questa piccola fiamma di speranza mi dà forza quando tutto intorno a me trema.
Mi dice che, alla fine delle tenebre, ci sarà la luce.
Pregate per me, pregate per noi, pregate per la Siria.

Il dottor Nabil Antaki è un medico e rappresentante dei Maristi Blu di Aleppo.

Siria: un anno dopo

Siria: un anno dopo

Il 6 febbraio dello scorso anno la Siria veniva colpita da un forte terremoto. Una drammatica batosta, come se non bastasse la guerra che da anni infierisce su questo paese. Come maristi siamo sempre attenti e sensibili a quanto capita in questa terra, consapevoli del forte legame con la città di Aleppo, dove da anni il gruppo dei Maristi Blu continua la sua opera di speranza, nonostante le difficoltà che sembrano aumentare, invece che diradarsi.

Anche FMSI, la fondazione marista per la solidarietà internazionale, ha sottolineato questo evento, cercando di capire quale sia oggi la situazione e quali possano essere i margini di intervento e di aiuto.

Proprio il giorno prima dell’anniversario, il 5 febbraio, è stata diffusa l’ultima Lettera da Aleppo, uno strumento di comunicazione che da anni ci aiutare a conoscere e comprendere dal di dentro la reale portata di questa guerra, delle sanzioni e la situazione reale delle persone. Di solito il primo intermediario italiano per questo drammatico bollettino è il sito Ora Pro Siria, che mantiene alta l’attenzione e la conoscenza dei fatti in questo territorio. E’ proprio su questo blog che si possono trovare le altre lettere (l’ultima è proprio la lettera n. 48 del 5 febbraio) e le tante comunicazioni che riguardano la Siria; impressiona notare il numero di presenze cristiane di questa terra, culla della fede e testimone della possibilità di convivere insieme con altre esperienze religiose.

Abbiamo pensato di concentrare sul nostro sito questa realtà e questi documenti, dando spazio ad una pagina che raccolga le varie Lettere da Aleppo in italiano, che sono giià variamente diffuse in rete, nelle loro versioni in francese e in spagnolo. Si possono quindi visualizzare qui e cliccando sul logo dei Maristi Blu che si trova sulla colonna a destra del nostro sito.

Nel complicato medio oriente

Nel complicato medio oriente

Gli eventi che continuiamo a vedere ogni giorno da quel tragico 7 ottobre ’23 nel tormentato scenario della terra sacra alle 3 grandi religioni non solo ci angosciano, ma ci ricordano anche gli stretti contatti con persone, realtà, progetti che in quei territori si cerca di portare avanti, nonostante la fatica e le difficoltà.

Pensiamo al Progetto Fratelli che si trova nel sud del Libano, a poche decine di km dalla frontiera con Israele, luogo già tormentato e bersaglio di lanci di missili; qui il progetto è tutto dedicato alla cura e alla formazione dei tanti sfollati dalla vicina Siria e i timori crescono con il perdurare delle ostilità; ma pensiamo anche alla realtà di Beirut, con la sua miscela esplosiva di culture lingue e sensibilità; la grande scuola marista ha già dovuto affrontare la pesante crisi economica cittadina e nazionale dopo l’esplosione del porto, che ha aggiunto tragedia alla disperazione di un popolo già sofferente.

Ma il pensiero più urgente non può non andare ai nostri fratelli di Aleppo. Forse ci siamo meravigliati che il suo aeroporto sia stato colpito dai missili di Israele, ma sappiamo bene che l’equilibrio che mantiene un certo status-quo è davvero fragile. Eppure è proprio qui che i Maristi Blu continuano la loro presenza e ci spronano a superare quelli che sono i nostri piccoli problemi.

In questi giorni è appena arrivata la nuova “Lettera da Aleppo”, subito tradotta dagli amici del sito Ora Pro Siria e vi invitiamo a leggerla per capire come sia importante la loro presenza e quanto possa essere utile anche a noi fare nostre queste motivazioni profonde. Perché vale la pena non arrendersi al male e continuare ad accendere una luce.

Lettera da Aleppo n. 47 – 22 ottobre 2023

E anche il nostro provinciale, fr. Aureliano, ci invita a vivere questi momenti con attenzione e impegno, è appena giunta una sua lettera accorata che ci invita a non rimanere passivi, a non chiuderci nel silenzio. Per questa occasione oltre alle versioni in spagnolo, italiano e francese, la lettera ci arriva anche in arabo e non si tratta di un capriccio dettato dal momento; se pensiamo alle realtà in cui ora siamo immersi sono davvero tanti i nostri amici e collaboratori che si esprimono in questa lingua (dalla Siria al Libano, ma anche dalla Sicilia al sud della Spagna).

La vita che riprende

La vita che riprende

Siamo entrati da poco nella primavera dei giorni, pur con tutti i suoi imprevisti di maltempo, siccità, ritardi; dobbiamo quindi sentirci chiamati anche noi a rinnovare la vita e portare altri segni positivi. Anche solo ricordarne qualcuno aiuta a camminare meglio e trovare un senso nonostante i tanti limiti che vediamo intorno a noi, dalle guerre ai disastri naturali, dalle incomprensioni dei popoli agli eventi drammatici.

Ci sono guerre e sappiamo offrire accoglienza, avvengono terremoti e possiamo dare il nostro contributo, avvengono naufragi e cerchiamo almeno di non anestetizzare il dolore… possiamo, anzi, dobbiamo scegliere la vita, venire fuori dai nostri luoghi di rifugio, quelli che il vangelo chiama “sepolcri”.

Ce lo ricorda lo stesso vangelo di domani, con la Risurrezione di Lazzaro (e possiamo approfondire questo discorso con l’omelia di don Carlo Molari, che periodicamente ci viene riproposta anche su queste pagine).

Da pochi giorni abbiamo anche ricevuto l’ultima lettera di Aleppo, la n. 46, che racconta i tanti passi fatti dal tragico terremoto di fine febbraio, nonostante tutto ci sforziamo di far crescere la vita ed è stimolante sentirci spronati da chi vive situazioni apparentemente inestricabili. Come al solito ci fa piacere rilanciare questa lettera dal sito web OraProSiria che da sempre ne ha curato la traduzione in italiano e ci racconta senza troppi filtri la concreta situazione della Siria. In questa lettera n. 46 il nostro amico, il dottore Nabil Antaki, ripercorre l’ultimo disastroso terremoto e ci parla in concreto degli effetti delle sanzioni contro questo popolo.

Conclude le sue righe con un accorato appello

Sono bastati quarantacinque secondi per mettere in strada l’intera popolazione di Aleppo; una popolazione già a terra dopo 12 anni di tragedie e disgrazie. Ma il popolo siriano è un popolo orgoglioso e dignitoso, anche nelle avversità e non chiede altro che poter vivere, di nuovo, normalmente, in pace. Aiutateci a far revocare le sanzioni. Grazie per la vostra amicizia e solidarietà.

E rimaniamo sempre ammirati dalla tenacia e dell’impegno di tutti i maristi blu coinvolti in questa situazione, che senza fare chiasso, spesso semplicemente “sullo sfondo” delle cose, portano avanti la buona notizia della vita che deve risorgere.

E quanti altri piccoli semi di speranza pensiamo sia bello diffondere, a volte basta cercarli nel caos delle giornate, del lavoro, dei social… come ad esempio:

  • l’esperienza del Fresco 5 pani e 2 pesci che da tempo si porta avanti a Cesano
  • l’impegno del Centro Polifunzionale per Minori “Fratelli Maristi” di Giugliano
  • il nuovo laboratorio di sartoria e lo sportello di ascolto attivo del Ciao di Siracusa
  • l’appuntamento mensile per la celebrazione eucaristica del Pio XII a Roma
  • l’incontro formativo sull’accompagnamento personale e cristiano che si è svolto a Giugliano

Lo sappiamo, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, e tutto dipende a quale parte del proverbio vogliamo contribuire…

Lettera di Aleppo n. 45

Lettera di Aleppo n. 45

Fr. Aureliano e fr. George Sabe – maristi blu di Aleppo

Spesso e volentieri riportiamo su questo sito le lettere che i Maristi Blu di Aleppo ci inviano, periodicamente, ricordando che la situazione della Siria non è certo tranquilla, pacificata o tantomeno da rubricare nell’elenco delle cose da dimenticare.

E’ vero, siamo in un periodo di crisi, dove le guerre e i conflitti sembrano prendere il sopravvento sulla tolleranza e la concordia.

Dall’Ucraina alla Russia, dalla Serbia al Kossovo, per non dimenticare i drammi dello Yemen, del Corno d’Africa… l’elenco sarebbe troppo lungo per menzionare tutte le zone di guerra ancora in corso.

Il sito Ora Pro Siria da più di 10 anni tiene viva la fiammella della testimonianza e della speranza per questa terra martoriata, ricordandoci le difficoltà che ancora oggi vivono le persone in Siria. Proprio oggi hanno pubblicato l’ultima lettera dei Maristi Blu, la numero 45.

Lo scorso anno si è diffusa la notizia del libro realizzato (e pubblicato anche in italiano), sulla base delle precedenti lettere. Un modo per conoscere dai testimoni diretti questa realtà geograficamente vicina ma troppo spesso conosciuta solo quando i riflettori dei media la lambiscono. E non sempre con la giusta luce e l’obiettività necessaria.

Pochi giorni fa hanno visitato il Libano e la Siria anche il fratello provinciale, Aureliano, e altri fratelli della Spagna, per far sentire la vicinanza e l’impegno che ci unisce tutti quanti. E’ il nostro modo di preparare l’avvento di cose nuove, di tempi migliori. Fare posto perché la Vita, con il Natale che arrivi, non sia solo un modo di dire.

Nella lettera si parte proprio dalla difficoltà di prestare attenzione alle realtà quasi nascoste e sofferenti. Il clamore dei mondiali o delle feste natalizie supera facilmente queste flebili voci.

Ma è impressionante scoprire quante attività, quanti progetti e quante iniziative riescano a fare i Maristi Blu di Aleppo nonostante queste difficili situazioni:. famiglie, bambini, donne, laboratori, corsi di formazione… una lista davvero impressionante e stimolante.

Vi invitiamo allora a seguire il link e leggere queste parole di stimolo e di fede, di luce e di rinascita.

Lettera dei Maristi Blu, numero 45 – 14 dicembre 2022

Semi di bene in Siria

Semi di bene in Siria

E’ arrivata da poco l’ultima lettera dei Maristi Blu di Aleppo, scritta dall’amico Nabil Antaki. Si apre con il ricordo dei momenti più difficili di questa estenuante guerra. Un guerra che non è ancora finita, una pace che stenta ad arrivare, una calma solo apparente.

Restiamo sempre ammirati dal coraggio e dalla intraprendenza dei tanti amici che, ispirati dal carisma di Champagnat, si mettono a disposizione degli ultimi, delle persone sole, dei dimenticati dalla storia, per portare una goccia di speranza e uno spiraglio di luce a tante persone.

Sentirci parte di questa famiglia, legati dai valori e dalla stessa fiducia in Maria ci aiuta a ricordare e a non dimenticare.

Ecco le prime righe di questa lettera…

VOLTI TRISTI

Gli Aleppini non dimenticheranno mai gli anni dal 2012 al 2016 in cui infuriava la guerra ad Aleppo.
Ricordano vividamente le bombe e le bombole di gas piene di esplosivo e chiodi lanciati dai gruppi armati ribelli ad Aleppo Est nei loro quartieri, uccidendo ogni giorno molti civili.


Ricordano le ore di ansia e paura in attesa che i loro cari tornassero a casa.
Ricordano le sofferenze che hanno sopportato, il freddo invernale per mancanza di gasolio per il riscaldamento e le serate trascorse, per anni, al buio per mancanza di elettricità (le centrali elettriche erano in mano ai terroristi).
Ricorderanno sempre i ripetuti blocchi della città quando nessuno poteva entrare o uscire, isolando Aleppo e la sua gente e causando penuria di tutto l’essenziale.


Il 2 novembre, si recheranno nei cimiteri a pregare sulle tombe dei loro genitori, parenti e amici uccisi durante gli anni della guerra.

Ma vi invitiamo a continuare la lettura sulle pagine del sito Ora Pro Siria, che da anni mantiene stretti contatti con tutte le realtà vive di questo martoriato territorio.

continua a leggere sul sito di Ora Pro Siria

E’ possibile leggere e scaricare l’intera lettera, in formato PDF