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Categoria: maristi

Tempo di Pasqua: auguri

Tempo di Pasqua: auguri

Fare gli auguri vuol dire annunciare la vita, essere testimoni che le cose cambiano.

Come maristi abbiamo vissuto la quaresima e questi ultimi giorni di preparazione con impegno e in molti luoghi, con molte persone.

Preparazione diretta, ritiri, incontri con i ragazzi nelle varie scuole, proposte formative.

Ci sono giovani che hanno vissuto la Quaresima come un percorso profondo, sui passi del Vangelo, già questa è una buona notizia.

In fin dei conti anche una briciola rimanda al pane, un colore all’arcobaleno, un gesto alla Vita.

L’ultima settimana ha visto l’intensificarsi degli appuntamenti, dalla Domenica delle palme vissuta con le famiglie, o sui marciapiedi di Roma a Centocelle. Ricordare questi momenti diventa così un radicarli nel nostro presente.

Le notizie e le immagini che ogni giorno vediamo ci presentano il volto sofferente e pieno di paure della nostra quotidianità, dalla guerra poco lontana da noi ai migranti che vedono il proprio futuro naufragare lungo le nostre coste, dai bambini emarginati, i rom messi accuratamente in disparte, Non manca il fardello di angosce quotidiane.

Allora che nella nostra Pasqua possa trasparire, come in filigrana, il volto di chi continua a dirci: “Non avere paura”.
Buona Pasqua, in cammino, senza paura.

E ci piace ricordarlo anche con le parole di don Carlo, nella sua omelia pasquale

e con le tante e interessanti notizie del foglio informativo marista di questo periodo

Arrivederci, carissimo fr. Nito

Arrivederci, carissimo fr. Nito

Il tam tam delle notizie si è diffuso nel pomeriggio di sabato scorso, quando è avvenuto il decesso di fr. Nito, nella casa marista di Carmagnola.

Era ormai da tempo che non stava bene, adagiato in quella fase di calo fisiologico dalle scadenze difficilmente prevedibili; era a Carmagnola da ormai 8 anni, e il suo graduale declino era particolarmente evidente agli amici che lo andavano a trovare a scadenze più o meno regolari, un costante calo, le risposte che faticavano ad arrivare: ma il sorriso è rimasto sempre quello, accogliente, sereno, stile di una vita vissuta a servizio degli altri, pienamente radicato nel carisma marista.

E parlare di radici, nel suo caso, non è un dettaglio da poco. Quando una dozzina di anni fa era stato invitato a rimettere a posto i vari armadi e scansie di minerali, piante, insetti… che nel tempo aveva raccolto per la scuola di Giugliano, era uno spettacolo vederlo e sentirlo raccontare tutte le minuzie di una pianta, di una felce, magari di una stipa che conosceva così bene!

Per noi era il botanico per antonomasia, lo scopritore della aquilegia Champagnatii… l’esperto di piante e di scienze che tutti vorrebbero come compagno di avventure e di escursione sui monti Piacentini, o sull’Altipiano di Lavarone, i sentieri di Entracque o i parchi siciliani.

La sua scusa era pronta ed efficace: non avendo la patente ogni sua meta diventava la gita comunitaria e subito si formava il gruppetto di escursionisti più o meno appassionati di nomenclatura e terminologia botanica. Un bel modo per cementare l’amicizia e le occasioni di fraternità. E questo non solo con i fratelli delle diverse comunità in cui ha vissuto.

Nei primordi del Web, ancora prima del 2000, insieme avevamo predisposto una pagina che raccogliesse i suoi lavori e le sue ricerche. La potete ancora vedere a questo indirizzo: https://www.maristi.it/nito/

Anche le vacanze estive erano occasioni per consolidare amicizie, riunioni di famiglia nei dintorni di Sanremo, incontri con professionisti ed altri esperti.

Come dimenticare il “famoso” incidente in cui insieme ad altri fratelli maristi, parenti ed amici, ha rischiato di anticipare l’ingresso in paradiso, nel lontano 1984! Dopo 30 anni siamo ancora riusciti a festeggiare una reunion con tutti i membri di quel fortunato equipaggio… E Nito era allegro e riconoscente alla vita come sempre..

Durante le esequie che si sono svolte a Carmagnola il giorno 28/3 fr. Franco, il superiore della Comunità, si è fatto voce per tutti noi, ricordando l’esperienza di vita di Nito. Riportiamo le sue parole