Sfogliato da
Categoria: vita religiosa

Viaggiando con fr. Marco

Viaggiando con fr. Marco

Questo potrebbe sembrare un pezzo da dedicare a uno dei tanti youtube-travellers, gente che molla tutto e si mette a girare per il nostro piccolo mondo, ma l’itinerario che fr. Marco Cianca sta percorrendo quest’anno, ci sembrava interessante, così da accompagnarlo un po’, scoprire insieme a lui qualcosa di nuovo e di interessante.
Dopo tanti anni di impegno come direttore didattico e preside a Cesano Maderno (dal 2013 fino a …pochi mesi fa), adesso sta vivendo un anno di stacco competo dal solito tran tran.

E proprio dalla Capitale parte la sua avventura, visto che ci tiene a ribadire le sue radici romane, non solo, ma anche di ex-alunno del San Leone Magno a pieno titolo, avendolo frequentato dalle elementari alle medie, perchè poi ha iniziato a seguire più da vicino la proposta marista, inserendosi nel probandato di Velletri e poi con il Noviziato, nei mitici anni 70. E dopo, come fr. Marco, ha conosciuto praticamente tutte le realtà scolastiche mariste d’Italia, da Giugliano a Genova, da Roma a Cesano, sia come maestro, poi come prof d’inglese e come animatore della pastorale. Pochi anni dopo il grande Giubileo del 2000 si è lanciato con una bella dose di coraggiosa incoscienza, a condivivere per diversi anni in un barrio gitano (senti come suona meglio di campo nomadi…) di Murcia, come membro della comunità marista di Alcantarilla, impegnato nel lavoro formativo e nel supporto sociale ai tanti zingari del quartiere e della zona.

Per quest’anno sarà “battitore libero”, svincolato da impegni standard, ci è sembrato quindi un’occasione propizia per fargli un paio di domande (adesso il tempo per rispondere può trovarlo) e sentire direttamente da lui sua esperienza. Allora, via con l’intervista.

Hai trascorso gli ultimi 9 anni come dirigente scolastico a Cesano Maderno, inizialmente come Direttore Didattico della scuola primaria di Binzago e poi della scuola media Fratelli Maristi; che “tesoro” di esperienza ti porti dietro da questo intenso periodo?

Con i bambini di Binzago nel cortile della scuola media di Cesano

Il progetto che era alla base dell’esperienza a Cesano Maderno, da quando i Fratelli hanno preso in gestione la scuola Primaria del quartiere di Binzago, era davvero interessante sia da un punto di vista didattico che di presenza all’interno del tessuto brianzolo nel quale si trova l’opera. In particolare, il progetto si era arricchito ulteriormente grazie alla gestione didattica anche della scuola dell’Infanzia parrocchiale in due diverse sedi che coinvolgeva più di 200 bambini. Una famiglia che viveva a Cesano Maderno, secondo questo progetto educativo, poteva contare su un’educazione cristiana, con una sfumatura importante nell’ambito del carisma marista, professionalmente valida ed aggiornata sulle ultime indicazioni didattiche secondo i diversi cicli scolastici. Inoltre, il cambio di sede geografica, all’interno della cittadina brianzola, costituiva un ulteriore attrattiva per lo studente che non era costretto a vivere la propria esperienza scolastica nello stesso ambiente fisico.
Alla luce di quanto detto, mi porto volentieri dietro la percezione di una popolazione che ancora dà molta importanza all’educazione dei propri figli, tanto da voler investire economicamente ed emotivamente in maniera determinante. In particolare, i ragazzi con i quali ho avuto il piacere di entrare in contatto hanno, nella grandissima parte dei casi, dimostrato sensibilità e serietà nell’ambito scolastico, pastorale e solidario che la scuola ha sempre proposto. Il quadro viene infine completato da un Collegio Docenti che, soprattutto nel ciclo scolastico della scuola Media, ha saputo rinnovarsi e rinnovare la didattica andando incontro alle vere necessità dei propri alunni e riscuotendo una significativa risposta da parte delle famiglie, che hanno confermato la fiducia alla scuola garantendo per le iscrizioni il “tutto esaurito” fino alla massima capienza della struttura, persino con un largo anticipo.

Dopo tanti anni, vissuti nell’ambito scolastico e in particolare nel contesto italiano, quali considerazioni e valutazioni puoi dare di questo impegno e della necessità, come istituzione marista, di continuare ad impegnarsi nel settore scolastico?

All’interno del territorio italiano, da una parte ormai i servizi scolastici ed educativi, da parte dello Stato, raggiungono in maniera capillare i bisogni della popolazione, per cui sembra anacronistica la nostra presenza quale congregazione religiosa; dall’altra, si nota una situazione con molte variabili e tante difficoltà oggettive quali le varie e numerose disabilità fisiche e di apprendimento nella stessa classe, la presenza massiccia di alunni stranieri, che fatica enormemente a raggiungere i propri obiettivi educativi, per cui la qualità della preparazione degli alunni si rivela spesso al di sotto delle legittime aspettative.
La parità scolastica purtroppo ancora oggi, in Italia, è solo sulla carta e non si è materializzata nell’ambito economico sollevando le famiglie dal pagare rette sempre più consistenti.

Risulta quindi difficile, anche per noi Fratelli Maristi, essere fedeli al carisma del nostro Fondatore che rivolgeva le sue attenzioni educative ai ragazzi delle campagne e ai più bisognosi. Ritengo quindi fondamentale continuare nella nostra opera educativa, anche se sarebbero necessarie condizioni più equilibrate con la scuola statale, puntando soprattutto a creare un ambiente nel quale i nostri alunni possano crescere e sviluppare sensibilità e abilità al di fuori dell’ambito strettamente scolastico e quindi professionale per il loro domani. La pastorale e la solidarietà giocano un ruolo decisivo in questo e fanno davvero la differenza nella crescita integrale della persona. Ricordo, infine, che negli Stati Uniti, nazione alla quale spesso rivolgiamo il nostro sguardo, dopo gli studi universitari, sono molti i giovani che dedicano un anno intero alla solidarietà in qualità di volontari: un dettaglio del loro curriculum particolarmente valorizzato nella società americana!

Da buon marista il concetto di “pensionamento” non va considerato come uno spartiacque, ma giunto a questa tappa apparentemente significativa, come pensi di continuare il tuo percorso di persona e di fratello marista?

In questi ultimi mesi, trovandomi in differenti comunità di Fratelli, è venuto a galla il discorso del “pensionamento” visto che ormai ho valicato la soglia dei 65 anni! Sono il primo ad affermare che, grazie a Dio, in futuro potrò ancora dare molto agli altri, come tanti altri Fratelli della mia stessa età o più grandi! Al momento sto vivendo un anno sabbatico, concessomi dalla Provincia, con la prospettiva di esplorare realtà completamente diverse da quelle in cui ho vissuto finora, sia per area geografica che per la missione che compiono: un ulteriore bagaglio culturale e sociale che arricchirà senza dubbio l’attuale percezione di missione nell’ambito marista. Lascio, quindi, al prossimo anno scolastico la scelta di come continuare il mio percorso quale persona e Fratello marista, sempre in accordo con la Provincia alla quale appartengo.

Hai avuto di recente l’opportunità di vivere un intenso momento formativo in Brasile, ci puoi raccontare questa esperienza, qualche momento significativo… Hai toccato con mano la presenza dei maristi in Brasile, che è abbastanza diversa dal contesto europeo e soprattutto italiano; che impressione ne hai tratto e quali aspetti hai apprezzato di più.
All’interno di questo anno sabbatico, come accennavo prima, si situa l’esperienza in Brasile. Un periodo di circa 15 giorni che ha rappresentato una tappa obbligatoria e presenziale per concludere il corso sulla leadership marista iniziato on-line nel marzo scorso. L’obiettivo principale di questo periodo presenziale a Porto Alegre, presso l’università marista (Pontificia Università Cattolica Rio Grande del Sur – PUCRS) è stato quello di riassumere e confermare una serie di contenuti sul tema principale della “Leadership” attraverso momenti formativi, dati dagli stessi professori dell’Università che ci hanno seguito nelle lezioni on-line, e da una serie di esperienze realizzatesi all’interno e fuori del campus universitario.

Le giornate sono state tutte molto intense, a volte forse anche troppo, per la semplice ragione che c’è davvero una quantità impressionante di opportunità educative e sociali. La parte tecnologica dell’università è un fiore all’occhiello del campus, vi sono circa 300 imprese che hanno un contratto con l’università con l’obiettivo della ricerca, tra le quali Google e molte altre significative in Brasile.

Abbiamo visitato quattro o cinque scuole mariste, ma una in particolare, “Ipanema”, ci ha meravigliato per la qualità della struttura e dei singoli ambienti dettati da una concezione moderna ed efficace che richiama l’italiana “Reggio Children”. Infine, la visita alla struttura sociale “Cesmar”, nei pressi di Porto Alegre, ci ha impressionato per la sua grandezza e complessità, dato che coinvolge più di mille alunni provenienti da famiglie bisognose o in difficoltà.

La presenza marista in Brasile, per quel poco che ho visto, è fortemente consistente; le opere visitate sono di grande impatto, soprattutto la stessa università PUCRS che conta 70.000 alunni ed ettari di costruzioni! Senza dubbio, l’aspetto che più mi ha colpito e che ho potuto apprezzare è la visione profetica dei Fratelli che hanno avuto responsabilità importanti nel passato ed hanno saputo investire in maniera massiccia e senza timore, i cui frutti oggi possiamo vedere ed ammirare nelle opere attuali.

Altri aspetti che ho apprezzato molto, la coesione ed il senso di appartenenza all’Istituto dei Fratelli e dei laici, la presenza di Fratelli giovani, la massima attenzione avuta nei confronti del gruppo sia al momento dell’accoglienza come durante tutto il corso presenziale… un vero regalo.

A Lavalla, condividendo la stessa mensa, fratelli e laici (luglio 2017)

E parlando ancora del mondo marista, che sempre più si arricchisce della presenza dei laici, come stai vivendo questo graduale passaggio di consegne? Quali timori e desideri nutri al proposito?
Il tema della presenza laicale nelle nostre scuole credo che vada sempre più in una direzione ormai scontata: una “Famiglia globale”. Personalmente lo vivo come una ricchezza ulteriore dell’Istituto, una risposta coerente alle indicazioni della Chiesa, dal Concilio Vaticano II in poi, e alla situazione attuale del mondo cristiano di fronte alle sfide educative contemporanee.

Sul lago Maggiore, estate 2024

La tua formazione iniziale riguardava l’ambito linguistico, l’inglese è sempre stato il tuo “piatto forte”, dall’università alle esperienze negli States; quali vantaggi e quali aspetti utili hai potuto sperimentare nel corso della tua attività?
L’esperienza di apprendere una o più lingue ha fatto parte della mia vita in maniera abbastanza costante. Il fatto di dover viaggiare, sforzarsi di parlare una lingua differente dalla materna, di dover entrare negli usi e costumi di un popolo nuovo, non solo è affascinante, ma apre gli orizzonti personali e perfeziona l’abilità di comprendere l’altra persona.

E’ implicito che migliorare le proprie abilità linguistiche ha poi un riflesso non indifferente su tanti aspetti della vita quotidiana, per cui è importante saper coltivare e mantenere quanto appreso una volta rientrato in patria.

Stai vivendo un periodo di recyclage formativo, quali spunti e contenuti ti piacerebbe affrontare in questa nuova tappa della tua vita?
I contenuti di quest’anno sabbatico, in accordo con il Fratello provinciale, sono andati evolvendo nel tempo. In un primo tempo, dopo l’esperienza in Brasile, sarei dovuto partire per Aleppo – Siria; ciò non è stato possibile per motivi che tutti possono comprendere. Di conseguenza, ho potuto anticipare un breve periodo ad Oxford, in una comunità dei Fratelli de La Salle, con l’obiettivo di rituffarmi nella cultura inglese e riappropriarmi di quanto tenuto a riposo in questi ultimi anni.

Vivere un’esperienza di solidarietà in un ambiente diverso da quanto ci offre l’Europa, è uno degli obiettivi che mi sono prefissato fin dall’inizio. A seguito dei contatti avuti con chi di dovere, attualmente sono in attesa di ottenere un visto per andare a Cuba, dal prossimo febbraio fino a giugno 2025 con la speranza di non incontrare ulteriori difficoltà. Ringrazio il vicario generale Luis Carlos Gutierrez e il Provinciale dell’America Centrale Juan Carlos Bolanos Viscarra che sono stati determinanti per sostituire in corsa l’esperienza in Siria con quella a Cuba.

Allora, carissimo Marco, in bocca al lupo per tutto quanto e buon proseguimento di avventura.

Arrivederci, fr. Giuseppe

Arrivederci, fr. Giuseppe

Fr. Giuseppe Banaudi ha compiuto 101 anni alla fine di luglio, lo scorso anno abbiamo festeggiato insieme alla sua grande famiglia e a tutti i fratelli maristi delle comunitá della Provincia Mediterranea il traguardo dei suoi 100 anni, insieme al confratello e amico Martino.

Ma lui stesso ci ricordava che ogni giorno che trascorreva era un passo verso l’appuntamento finale, verso quella casa del Padre che aspettava di raggiungere da tempo, un po’ impaziente come era nel suo carattere.

A fine agosto le sue condizioni si erano aggravate, anche a seguito di una caduta e da quel momento, pur recuperando una discreta luciditá, il suo fisico non si é piú ripreso.

Oggi, nella mattinata del 23 settembre, è tornato al Padre. Come sempre ha fatto nella sua vita, sicuramente ci stará giá preparando un posto e si stará dando da fare, libero ormai dagli acciacchi e dai limiti che le tante primavere avevano ormai accumulato.

Nell’attesa di ricordare la sua lunga vita, la sua passione, il suo essere semplicemente marista e il suo impegno, in particolare verso gli ultimi, che si è concretizzato nel sogno e nella realtà,della Famiglia Marista di Cesano Maderno che per tanti aspetti ha segnato un’epoca e favorito la collaborazione e la condivisione con i laici, informiamo che i funerali si svolgeranno nella chiesa di Borgo Salsasio mercoledì 25 settembre, alle ore 10:30.

Il messaggio con l’annuncio della morte di fr. Giuseppe

Nella celebrazione del funerale, svoltasi in parrocchia, invece della solita “biografia” per ricordare il lungo percorso umano e religioso di fr. Giuseppe, è stata utilizzata una originale preghiera dei fedeli, che inizia in questo modo:

A 13 anni Giuseppe lascia il suo paesello natale per recarsi nel seminario marista di Mondovì e lì intuisce che il Signore ha un grande progetto d’amore su di lui. Ascolta Gesù, accetta la sua proposta e sceglie di diventare un seminatore del Vangelo tra i giovani. Terminata la sua formazione, nell’agosto del 1946, si impegna per tutta la vita a vivere i voti di castità, povertà e obbedienza nell’Istituto dei Fratelli Maristi.

Signore, anche in ognuno di noi hai messo questa sete di infinito. Non permettere che viviamo a metà, donaci il coraggio di realizzare con l’impegno di ogni giorno, il capolavoro che tu hai progettato per ognuno di noi. Donaci la capacità di sognare e di sognare in grande. Per questo ti diciamo: NELLE PROVE DELLA VITA RAVVIVA IL NOSTRO ENTUSIASMO

Anche fr. Franco Faggin, che fino a poche settimane fa era il superiore della Comunità di Carmagnola e che ha vissuto con fr. Giuseppe per diversi anni a Cesano Maderno, ci ha regalato la sua testimonianza sull’impegno di quei tempi, che ha visto nascere il gruppo della Famiglia Marista Champagnat.

Di lui ricordo l’attaccamento al lavoro che i superiori gli affidavano, sia nel campo scolastico, sia nelle altre attività della vita. Quando il Superiore Generale ha spinto l’Istituto verso i poveri, Giuseppe si è prontamente attivato con i genitori dei suoi alunni e con quelli della scuola, che già riuniva settimanalmente per un incontro di preghiera. Da quel momento il gruppetto di pionieri si è chiamato “Gruppo Champagnat” e più tardi “Gruppo Champagnat della famiglia marista”.

Puoi leggere tutta la Preghiera dei fedeli e il Ricordo di fr. Franco in questo documento

E ci sembra bello ricordare alcuni momenti della vita di fr. Giuseppe con questa carrellata di foto

Arrivederci, fr. Gabriele

Arrivederci, fr. Gabriele

Dopo una brutta caduta e un breve periodo in ospedale, fr. Gabriele Andreucci è tornato alla casa del padre nella mattina del 14 marzo, nel pieno dei suoi 90 anni, 73 dei quali vissuti come fratello marista. Nella casa marista di Carmagnola, dove risiede la comunità dei fratelli anziani, la sua figura, ormai classica e abituale (dopo quasi un quarto di secolo), la sua conduzione delle preghiere, sempre arricchite da canti e preparata con cura, il suo incedere ormai lento e curvo, la sua veste scura, da quando la tonaca era diventata difficile da vestire, rimarranno a lungo una presenza significativa. L’ultimo saluto a fr. Gabriele verrà dato con il funerale, che si svolgerà sabato 16 marzo, alle 10, nella chiesa dei Fratelli Maristi (Via Gruassa,

Per molti di noi fr. Gabriele è stato soprattutto il postulatore generale che ha completato il lungo e difficile iter della canonizzazione di san Marcellino. Grazie alla sua metodica precisione e chiarezza, al suo destreggiarsi tra documenti, positio e altre necessarie incombenze relative alle cause dei santi, si è arrivati finalmente a concludere il lungo percorso, praticamente arenato dopo la beatificazione del 1955. Molti di noi ricordano ancora quel 18 aprile del 1999 quando in Piazza S. Pietro l’allora papa, Giovanni Paolo II, ha proclamato santo il nostro fondatore, Marcellino Champagnat.

Ci piace riproporre l’inizio di una intervista di quei tempi, quando poteva essere legittimo se non un pizzico di orgoglio almeno la consapevolezza di aver concluso un grande e difficile impegno, ma per fr. Gabriele quel traguardo non era certo una onorificenza da sbandierare nel proprio palmarès.

Alla domanda del giornalista se quello della canonizzazione fosse stato l’evento “più importante della sua vita“, fr. Gabriele rispose nel suo tipico modo, un po’ spiazzante:
“Il lavoro più importante della mia vita è stato quello di seguire Gesù sulle orme di Marcellino. Il processo era praticamente fermo, ma ho sentito la voce del Signore che mi chiedeva di continuare, e ho presentato la positio sapendo che il riconoscimento del miracolo in questione era difficile; ma non ci si può perdere d’animo di fronte alle avversità.

Ciò che conta ora è che Marcellino è stato dichiarato santo il 18 aprile. Il lavoro è stato proficuo e la gioia che provano coloro che hanno collaborato al processo vale tutte le nostre fatiche.

Ma ricordiamo fr. Gabriele non solo per questo impegno speciale; nella sua lunga esperienza di fratello marista è stato a lungo incaricato di dirigere la Provincia marista italiana, come Provinciale (dal 1978 al 1987), per poi continuare il suo servizio a tutto l’intero istituto, presso la casa Generalizia, dal 1990 al 2000 in veste (è proprio il caso di ricordare qui il suo coerente attaccamento alla veste talare) di Postulatore Generale. Si è poi prodigato a lungo, senza risparmiarsi, per i fratelli anziani, nella comunità di Carmagnola che lo ha visto come superiore e poi come semplice confratello, quando le forze hanno cominciato a venir meno.

Per tanti di noi maristi rimane ancora prevalente e immediata la riconoscenza per quando era il nostro “maestro” dei novizi, in un periodo della storia ecclesiale certamente entusiasmante e complesso, agli inizi degli anni ’70. La sua figura austera ed esigente, unita però ad una umanità concreta ed equilibrata, ha lasciato il segno nella formazione di diversi fratelli. La sua partecipazione al Capitolo Generale del 1975 lo ha visto particolarmente impegnato nella revisione delle Costituzioni, che conosceva a menadito, in quanto erano il “pane quotidiano” dei suoi interventi e lezioni con i vari gruppi di novizi a Velletri. Dopo questa sua fase, il noviziato è traslocato definitivamente in Spagna.

La sua formazione, classica e filosofica, non si è tirata indietro quando i tempi hanno cominciato a correre freneticamente; attento alle necessità comunicative, era di frequente impegnato nello scrivere e preparare il foglio informativo della Provincia, ha dovuto poi “svecchiare” il suo curriculum formativo in occasione dei corsi abilitanti rientrando in stretto contatto con il mondo della scuola e dell’insegnamento pubblico, tutti elementi necessari per guidare con senso della prospettiva la provincia marista, in quell’epoca in forte espansione e crescita.

Ecco il testo in memoriam preparato dal fr. Franco Faggin, letto al termine della funzione funebre.

Ci piace infine ricordarlo con alcune immagini raccolte negli anni, nonostante la sua abituale ritrosia.

200 anni e poterli raccontare! Auguri fr. Giuseppe e fr. Martino

200 anni e poterli raccontare! Auguri fr. Giuseppe e fr. Martino

Domenica 23 luglio la famiglia marista italiana ha vissuto un giorno davvero speciale; giocando un po’ con il calendario per venire incontro alle esigenze di molti, abbiamo unificato la festa di compleanno dei due decani della provincia, i fratelli Giuseppe Banaudi (nato il 25 luglio del ’23) e Martino Tilia (11 novembre del ’23). 100 anni di vita ciascuno in pienezza che sono un regalo e una testimonianza davvero speciali: 200 anni in totale, sembra davvero un’offerta imperdibile!

I parenti avevano già preparato qualcosa e i fratelli si sono impegnati per rendere questa giornata un momento di festa davvero memorabile: dai volti sorridenti, la gioia del ritrovarsi, il calore della celebrazione possiamo ben dire che questa significativa tappa della vita si è trasmessa con forza a tutti i partecipanti!

Diciamolo pure: parlare di centenari, ormai, non è proprio una notizia da prima pagina, ma che due religiosi siano arrivati insieme a questo traguardo, nella stessa famiglia religiosa e con la fortunata benedizione di una discreta salute è una ricorrenza che merita attenzione. Certamente fa parte di quel centuplo quaggiù promesso nel Vangelo.
Passiamo ai protagonisti: si tratta di fr. Martino Tilia e di fr. Giuseppe Banaudi, classe ’23, religiosi da lunga data e da sempre impegnati nel mondo dell’educazione dei giovani; numerosi infatti i confratelli maristi a far da corona ai due festeggiati, giunti da varie zone d’Italia e di Spagna (oggi la Provincia Mediterranea che riguarda le comunità mariste italiane si estende dal sul della Spagna all’Italia, proseguendo fino al Libano e alla Siria). Per l’occasione era presente anche fr. Aureliano, il provinciale, insieme a metà del suo Consiglio, un segno di particolare attenzione.
Intorno ai due festeggiati erano presenti numerosi parenti a rendere evidente che la vita si trasmette non solo nella famiglia naturale ma che trova un luogo di crescita speciale anche nella missione condivisa.
I festeggiamenti per i fratelli centenari sono iniziati con la S. Messa nella chiesa antica di Salsasio (fa effetto leggere sulla targa che “qui don Bosco celebrò….”) che è stata celebrata dal nipote di fr. Giuseppe, Don Mario Banaudi della Diocesi di Asti, naturalmente anche i chierichetti erano bisnipoti :-).

Messa semplice ma sentita, partecipata e cantata con affetto da tutti i presenti. Poi, nei ringraziamenti finali, anche la presentazione della Benedizione Apostolica inviata dal Santo Padre Francesco.

Per il pranzo i festeggiati si sono recati nella comunità marista insieme ai parenti più stretti per poi continuare nel ristorante di Carmagnola dove erano radunati gli oltre 50 parenti.

Al pomeriggio poi grande festa in oratorio sempre a Salsasio con la presenza del Parroco don Iosif Patrascan, del Presidente del Consiglio del Comune di Carmagnola e del Superiore provinciale dei fratelli Maristi. In questa occasione sono stati proiettati semplici cenni sulla vita dei due festeggiati.

Fr. Martino, nato in quel di Marano Equo, nel Lazio, che ha operato per quasi tutta la sua vita nelle case di formazione dei fratelli Maristi, da Ventimiglia a Velletri, con uno spirito di accoglienza e di famiglia davvero invidiabile; cordiale, allegro e sempre impegnato nel servizio di tutta la comunità, è stato per molti maristi un modello e un punto di riferimento importante. Uomo dai mille talenti, cucina, orto, casa, nell’adolescenza della sua vecchiaia ha scoperto nuovi talenti, così si è dedicato alla pittura, ritraendo in modo efficace numerose persone, alcuni anni fa donò alla Parrocchia di Salsasio una sua raffigurazione di Papa Francesco, ancora oggi custodita nella sacrestia della chiesa antica del borgo.

Fr. Giuseppe, un ligure della valle Argentina (nato nella mitica Carpasio), ha sempre portato nelle sue attività educative, di insegnamento e di pastorale marista, le sue tante passioni assorbite dalla sua terra di origine, anticipando i tempi nello stimolare e diffondere il carisma marista anche tra i laici (sua l’intuizione e la creazione del primo gruppo di laici maristi a Cesano M.), e dispiegando sempre un giovanile entusiasmo in tutte le attività e iniziative che ha svolto fino a non molti anni fa.

Dopo la presentazione del simpatico ricordo realizzato dal fr. Massimo Radicetti e di alcune foto significative, ennesimo taglio di torta e brindisi e poi le foto della grande riunione di famiglia.
Insomma, i 200 anni vanno festeggiati come si deve, segno del nostro “grazie” appassionato e fraterno.

Abbiamo raccolto qualcuna delle tante foto della giornata in questo album fotografico dedicato ai nostri 2 festeggiati: i 100 anni di fr. Giuseppe e di fr. Martino

La giornata della VR

La giornata della VR

Sembra quasi una sigla da Formula Uno, uno dei tanti acronimi che incontriamo spesso ogni giorno, ma per noi fratelli maristi ricorda semplicemente l’impegno di una vita, di quella vita religiosa scelta come “professione”, anzi, come passione.
Nella festa della presentazione al tempio del 2 febbraio si celebra proprio questa ricorrenza e in molti luoghi oggi si celebra in qualche modo questo evento.

Lo vogliamo ricordare in modo semplice, con la viva voce di alcuni fratelli maristi ai quali è stato chiesto di esprimere in poche parole il senso di questa scelta di vita.
Cliccate pure su ciascun riquadro per leggere il resto.

Festa di famiglia… 50 anni di impegno

Festa di famiglia… 50 anni di impegno

I nostri auguri ai fratelli Claudio, Sergio e Mario… per i loro 50 anni di fedeltà marista.

La Provincia mediterranea marista si estende su un territorio davvero vasto, dai laghi salati di Djabboul, vicino ad Aleppo, al molo di Huelva dove sono ancorate le riproduzioni delle 3 caravelle di Colombo, dalle brughiere della Brianza alle antiche saline di Siracusa. Diventa persino difficile spostarsi per essere presenti alle varie feste di famiglia, che ovviamente sono numerose.

Ad esempio a settembre ci sono stati i festeggiamenti per i 50 anni di vita marista di un folto gruppo di fratelli maristi della zona spagnola; una festa che diventa ricordo, memoria e impegno per il futuro, perché la fedeltà è una forza orientata al domani, non uno sguardo nostalgico sul passato. A tutti è stato donato un grembiule, simbolo del servizio reso in tutti questi anni, ciascuno nel suo ruolo e con le sue capacità.

Ma qualcuno potrebbe chiedersi: “E non c’era proprio nessun fratello italiano”? Perbacco, risponderebbe qualcun altro, certo che ci sono, ma per motivi logistici la loro festa si è svolta… più vicina a noi.

Ed è per questo che sabato 22 ottobre, nella comunità di Carmagnola, c’è stato il momento speciale di ringraziamento per i tre fratelli che festeggiavano i 50 anni di vita religiosa: Claudio Santambrogio, Mario Meuti e Sergio Pario. Lasciamo volentieri la parola a fr. Paolo, che era presente a questo momento di famiglia.

E’ passato qualche giorno, ma il sapore dell’incontro avuto a Carmagnola con i fratelli che festeggiavano il loro CINQUANTESIMO di professione, è ancora vivo! I vari panegirici, che celebravano la FEDELTA’ di Dio e la VITA dei nostri carissimi Claudio, Mario e Sergio sono stati certamente evocativi e belli, ma la condivisione che ne è seguita ci ha fatto toccare la bellezza e profondità della loro esperienza: un riconoscimento dell’azione di Dio che, servendosi di tante persone e delle circostanze più semplici ed efficaci, ha sconvolto con l’AMORE le loro tranquille esistenze avviate verso traguardi già segnati o sognati.

Qualsiasi incontro cambia la vita e cambia la rotta. E loro hanno accettato la sfida, si sono affidati e si sono messi in cammino. Quando sono stati invitati a rispondere alla domanda: “Cosa significa per te celebrare i 50 anni di vita marista?” ognuno, con la sua particolare sensibilità, si è soffermato su eventi che i vari ciceroni hanno ricordato nel panegirico e che invito, per chi non ha partecipato (li potete scaricare alla fine di queste righe).

Certo, il Signore è l’attore principale delle loro storie, ma è vero anche che nel bel mezzo della loro avventura ci sono state altre presenze che hanno posto il loro operato e il loro “ricamo”: le tante presenze umili e fondamentali di fratelli che sono vivi ancora nel cuore di ogni fratello della ex Provincia d’Italia. Molti di loro non ci sono più e ci attendono per continuare a gioire con tutti noi (Quintino, Diego, Michele…), ma qualcuno: il carissimo fr. Gabriele Andreucci, non possiamo dimenticarlo! Era presente tra di noi. Curvo sotto il peso degli anni e del suo servizio come formatore prima e poi di fratello sempre vicino e disponibile a chi ha dovuto portare la sua croce.
Gli abbracci, commossi e festanti, hanno espresso quello che le parole non sono riuscite ad esprimere.
Aver condiviso questa festa con i nostri fratelli anziani è stato ancora più emozionante: la nostra è una storia che crea legami, che non dimentica ed isola nessuno e che soprattutto accresce la gioia di vivere!
Un incontro che ci ha riportati alle cose essenziali e mariste: la semplicità, la fraternità, l’amore!
Cari Claudio, Mario e Sergio, GRAZIE per la vostra VITA e GRAZIE perché siete stati e siete ancora un dono per tutti noi e per la gioventù!

E per chi non c’era ecco un ricco e suggestivo album fotografico di questa festa

E per i più curiosi, ecco il testo che “racconta” alcuni passaggi della vita dei nostri 3 festeggiati.