In un mondo sempre più diversificato e complesso, l’interculturalità si presenta come un modo necessario e pieno di speranza per tessere legami, riconoscere la dignità condivisa e celebrare le nostre differenze come ricchezze che ci rafforzano. Oggi più che mai è urgente creare e accompagnare spazi in cui possiamo ritrovarci come membri della stessa famiglia umana, sotto simboli che ci collegano profondamente, come l’albero della vita e della saggezza.
L’albero, con le sue radici profonde e la sua chioma aperta verso il cielo, è una potente allegoria. Ci parla della necessità di essere radicati nelle nostre identità culturali, nelle nostre credenze, nella nostra storia, ma anche di aprirci, come rami, a nuove brezze, ad altri volti, a voci diverse che, come la nostra, cercano un posto nel mondo. Partendo da questa immagine, al Centro CIAO di Siracusa (Sicilia, Italia) ci proponiamo di creare spazi di incontro all’insegna del rispetto, dell’ascolto, della collaborazione e della partecipazione.
L’interculturalità non è semplicemente tollerare la differenza: è accoglierla, dialogare con essa, imparare da essa e lasciarsi trasformare. È un processo in cui tutte le culture siedono allo stesso tavolo, non come ospiti, ma come protagonisti. In questo senso, la gastronomia, la musica, l’infanzia e la speranza sono linguaggi universali che ci permettono di incontrarci senza bisogno di traduzione.
Il cibo, ad esempio, ci invita a condividere la parte più intima della nostra cultura: i sapori, gli aromi, le ricette tramandate di generazione in generazione. Cucinare e mangiare insieme è un atto di cura e di comunione. La musica, dal canto suo, trascende le parole: una canzone, un tamburo, una melodia, una danza ci connettono dal profondo dell’anima, ricordandoci che, al di là del linguaggio, abbiamo tutti un ritmo vitale che ci unisce.
Anche l’infanzia ci unisce. I bambini non conoscono confini o pregiudizi (tranne quelli che noi adulti trasmettiamo loro); giocano, ridono, sognano. Nella loro innocenza risiede la possibilità di un mondo nuovo, più giusto e fraterno. Accompagnarli e prendersi cura di loro nella diversità significa seminare il futuro. E in mezzo a tutto questo, la speranza: quella forza invisibile che ci spinge a credere in un domani diverso, tessuto con le nostre mani e i nostri cuori.
Per questo è necessario accompagnare e sostenere gli spazi interculturali, dove possiamo riconoscerci nelle nostre differenze e costruire insieme una convivenza umanizzante. L’albero della vita sia il nostro simbolo: un luogo di ombra e di riposo, ma anche di saggezza condivisa e di crescita comune.
A tutti noi che ci incontriamo in questo amato e aperto centro CIAO, ai volontari e agli operatori sociali che ogni giorno tessono reti di cura e trasformazione, questo messaggio è un riconoscimento e un invito. Continuiamo a creare insieme quei luoghi dove la diversità fiorisce, dove la parola diventa un ponte e dove l’incontro è sempre possibile. Perché solo così, come grande famiglia umana, potremo costruire un mondo più giusto, più bello e più vero.
Bajo el árbol de la vida: un encuentro desde la interculturalidad
En medio de un mundo cada vez más diverso y complejo, la interculturalidad se presenta como un camino necesario y esperanzador para tejer lazos, reconocer la dignidad compartida y celebrar nuestras diferencias como riquezas que nos fortalecen. Hoy más que nunca, urge crear y acompañar espacios donde podamos reencontrarnos como miembros de una misma familia humana, bajo símbolos que nos conecten profundamente, como el árbol de la vida y de la sabiduría.
El árbol, con sus raíces profundas y su copa abierta al cielo, es una alegoría poderosa. Nos habla de la necesidad de estar arraigadas en nuestras identidades culturales, en nuestras creencias, en nuestra historia, pero también de abrirnos, como ramas, a nuevas brisas, a otros rostros, a voces distintas que, al igual que las nuestras, buscan un lugar en el mundo. Desde esta imagen, en el centro CIAO de Siracusa (Sicilia, Italia) proponemos generar espacios donde poder encontrarse desde el respeto, la escucha, la colaboración y la participación.
La interculturalidad no es simplemente tolerar la diferencia: es acogerla, dialogarla, aprender de ella y dejarse transformar. Es un proceso donde todas las culturas se sientan en la misma mesa, no como invitadas, sino como protagonistas. En ese sentido, la gastronomía, la música, la infancia y la esperanza son lenguajes universales que nos permiten reunirnos sin necesidad de traducción.
La comida, por ejemplo, nos invita a compartir lo más íntimo de nuestra cultura: los sabores, los aromas, las recetas que pasan de generación en generación. Cocinar y comer juntas es un acto de cuidado y de comunión. La música, por su parte, trasciende palabras: un canto, un tambor, una melodía, una danza nos conecta desde lo más profundo del alma, recordándonos que más allá del idioma, todas tenemos un ritmo vital que nos hermana.
La infancia también nos une. Las niñas y niños no conocen fronteras ni prejuicios (salvo aquellos que les transmitimos los adultos); juegan, ríen, sueñan. En su inocencia se esconde la posibilidad de un mundo nuevo, más justo, más fraterno. Acompañarles y cuidarles desde la diversidad es sembrar futuro. Y en medio de todo, la esperanza: esa fuerza invisible que nos empuja a creer en un mañana distinto, tejido con nuestras manos y corazones.
Por eso, es tan necesario acompañar y sostener espacios interculturales donde podamos reconocernos en nuestras diferencias y construir juntas una convivencia humanizante. Que el árbol de la vida sea nuestro símbolo: un lugar de sombra y descanso, pero también de sabiduría compartida y crecimiento conjunto. A cuantos nos encontramos en este querido y abierto centro CIAO, a las personas voluntarias y agentes sociales que cada día tejen redes de cuidado y transformación, este mensaje es un reconocimiento y una invitación. Sigamos creando juntos y juntas esos lugares donde la diversidad florezca, donde la palabra se haga puente y donde el encuentro sea siempre posible. Porque solo así, como una gran familia humana, podremos construir un mundo más justo, más bello y más verdadero.