Era il febbraio del 2020; una scolaresca della scuola marista di Huelva in gita scolastica in Sicilia, era appena passata a visitarci e, per conoscere meglio il centro, avevamo preparato un semplice incontro informativo.
Qualche foto, una presentazione, la testimonianza di Boris, una chiacchierata informale. Ma già da quello stesso pomeriggio iniziano a rimbalzare e ad inseguirsi le notizie allarmanti di questo virus, che comincia veramente a preoccupare tutta l’Europa. Anche la scolaresca, in fretta e furia e senza badare al calendario, fece rapido ritorno in Spagna. Nel giro di pochi giorni ci ritrovavamo tutti in pieno lockdown. Tutto chiuso. Il Ciao in stand-by. Archiviato anche l’ultimo incontro.
E proprio questo lunedì, 31 maggio, abbiamo invece accolto nuovamente un gruppo di studenti universitari americani, della Texas Christian University, accompagnati da Peter, di Academy, impegnati in uno stage di qualche settimana, proprio sul tema delle migrazioni. Tra le diverse attività previste nella loro full-immersion siciliana, condito da corsi e incontri con varie realtà impegnate nel settore, era previsto anche un rendez-vous presso il nostro centro, per conoscere in modo diverso i tanti aspetti e dettagli che il fenomeno migratorio reca con sè.
Naturalmente abbiamo dovuto prendere il coraggio con due mani per imbastire tutta la presentazione in inglese; per fortuna Peter è stato di grande aiuto, soprattutto quando è iniziato il panel delle domande.
Vedere la sala nuovamente piena di giovani impegnati ad ascoltare per comprendere fa sempre piacere, soprattutto quando gli argomenti in gioco sono questi che noi consideriamo così importanti. Diventa anche un momento di riflessione e di valutazione per quanto cerchiamo di svolgere qui al Ciao. Presentare poi gli aspetti meno evidenti, il fatto che ci sia una comunità marista formata da religiosi e laici a portare avanti il progetto è per molti una novità. E noi ci auguriamo che queste buone notizie possano fare breccia nelle persone.