C.I.A.O. a tutti
Il governo italiano ha scritto nero su bianco: “la Libia rappresenta un porto sicuro alla stregua di Malta e della Tunisia”. Ed il ministro degli Interni, Matteo Salvini, di ritorno da una visita lampo nel paese nordafricano, si dice sicuro di aver trovato “sintonia con le autorità libiche” e non mostra alcuna preoccupazione per il trattamento dei migranti: “Ho chiesto di visitare un centro di accoglienza in fase di costruzione per migranti, un centro all’avanguardia che potrà ospitare mille persone. Questo per smontare la retorica in base alla quale in Libia si tortura e non si rispettano i diritti umani”.
Belle parole, dette con la solita sicurezza e la solita arroganza che hanno un impatto pubblicitario non indifferente soprattutto su chi è stato abituato a pensare che gli immigrati sono coloro che rubano il lavoro agli italiani e che la criminalità è direttamente proporzionale al numero di stranieri presenti in Italia.
Ma c’è anche qualcuno che non fa visite lampo e che conosce bene la realtà perché in Libia ci lavora 365 giorni l’anno e presenta una visione della realtà completamente diversa da quella del ministro. “Attualmente, vi sono 5.700 rifugiati e migranti in stato di detenzione, 4.100 dei quali ricadano sotto il mandato dell’UNHCR e potrebbero avere bisogno di protezione internazionale”. Nel dicembre scorso l’UNHCR ha aperto un Centro di raccolta e partenza a Tripoli, in cooperazione con il Ministero dell’Interno, per velocizzare la ricerca di soluzioni e offrire un’alternativa alla detenzione. Ma, con la riduzione di posti disponibili per il reinsediamento, molti rifugiati sono costretti a restare in stato di detenzione a tempo indefinito. I Medici senza Frontiere operano nel Centro di detenzione di Sabaa (Tripoli) che è uno dei tanti in cui sono reclusi migliaia di migranti in attesa di raggiungere l’Europa e che sono rimasti bloccati nelle mani dei trafficanti dopo gli accordi dell’Italia con il governo libico. Ecco la loro versione della realtà: “I migranti che vivono in quell’inferno da tempo, ricevono un pasto ogni 2-3 giorni, mentre i nuovi arrivati possono aspettare fino a 4 giorni prima di poter mangiare. La Libia non è un porto sicuro ed il fatto che le politiche europee consentano di riportare le persone soccorse in mare in queste disumane condizioni di detenzione, è del tutto immorale”. Ed i Medici senza Frontiere non parlano di “centri all’avanguardia” ma documentano anche fotograficamente le celle di 4 metri per 5 con 31 persone chiuse a chiave senza spazio per sdraiarsi, senza latrine, costrette ad urinare in bottiglie e secchi di plastica. La conclusione a cui giunge l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni è lapidaria: “La Libia non può essere considerato un porto sicuro e i rifugiati non dovrebbero essere riportati in quel Paese.”
Nella nostra piccola esperienza abbiamo incontrato centinaia di giovani che, solo all’udire pronunciare il nome “Libia”, avvertono reazioni negative molto forti. Abbiamo realizzato un video https://www.youtube.com/watch?v=M6OHFteBHjs e come potete vedere e sentire i giovani intervistati preferiscono morire anziché ritornare in Libia.
La situazione è davvero preoccupante e non ha bisogno né di strumentalizzazioni né tanto meno di slogan inapplicabili, ma di soluzioni reali a partire da un più adeguato modello di accoglienza e da serie politiche di integrazione, a tutti i livelli, da quello super-nazionale a quello locale, sapendo che le elezioni europee non risolveranno magicamente questi tipi di problemi.
Ripercussioni a Siracusa
In questi giorni la Prefettura di Siracusa sta inviando ai CAS la comunicazione che i centri verranno chiusi e i ragazzi trasferiti. I ragazzi non sanno quale sarà la loro destinazione, ma sanno che il nuovo domicilio spesso si trova in un’altra regione e in un posto molto isolato. Sicuramente molti non accetteranno questo provvedimento perché trasferirsi per molti vuol dire non poter più continuare a frequentare la scuola o perdere il lavoro che faticosamente erano riusciti a trovare. Fuggire però vuol dire uscire dal sistema di protezione ed entrare nella illegalità. Senza l’appoggio di qualcuno non riusciranno, almeno all’inizio, ad essere autonomi e soprattutto non riusciranno a trovare qualcuno che affitti loro anche una semplice stanza dove poter vivere. Abbiamo quindi deciso di aiutarli prendendo noi in affitto un mini appartamento che potrà ospitare 4 giovani, lo abbiamo ripulito, sistemato e arredato con mobili che ci sono stati regalati. L’obbiettivo è quello di aiutarli, ma per diventare indipendenti. All’inizio saranno ospitati gratuitamente, ma con il passare del tempo dovranno darsi da fare per continuare gli studi, cercare lavoro e trovare, in un prossimo futuro, una sistemazione altrove. Per questa iniziativa abbiamo pensato di chiedere anche la vostra collaborazione: in pratica dovremmo pagare un affitto di 400 € mensili e fornire, almeno all’inizio, il vitto necessario. Abbiamo già ottenuto la collaborazione della parrocchia e di alcune famiglie che porteranno dei viveri, ma vorremmo allargare questa collaborazione ad altre persone, anche in vista di affittare altri appartamenti. Siamo infatti convinti che l’unione fa la forza e tante gocce d’acqua alla fine formeranno un fiume. Per fare tutto con la massima trasparenza abbiamo creato una Fondazione, di cui il CIAO, è una delle espressioni, con un conto corrente e relativo IBAN di modo da finalizzare le donazioni solo a questo scopo e favorendo in questo modo la trasparenza. Vi terremo comunque aggiornati.
Incontro dei Volontari
Ricorderete che nell’aprire il CIAO uno degli obbiettivi che ci eravamo proposti era quello di “farci aiutare” nelle attività che avremmo realizzato. Come potete vedere il gruppetto c’è (nella foto ne mancano alcuni). Con loro ci siamo riuniti venerdì 29 non solo per conoscerci maggiormente, ma anche per creare con loro quell’unità di intenti che ci propone la Missione Educativa Marista. E abbiamo anche deciso che continueremo su questa strada.
Ringraziamenti
Un ringraziamento a tutti coloro che ci sostengono economicamente. Il primo va alla Conferenza Europea Marista che finanzia regolarmente la nostra comunità ed i nostri progetti. In quest’ultimo periodo un grazie particolare alla Diocesi di Siracusa per il corposo aiuto che ci ha inviato, a Fra Daniele della parrocchia di Santa Lucia e a due persone che desiderano rimanere anonime. E un grazie speciale anche a chi sostiene la nostra attività pregando il Signore e la Buona Madre perché il nostro entusiasmo non venga meno.
E come non prendere le parole dell’ultima Esortazione Apostolica di Papa Francesco per farvi e farci gli auguri: “Ti ricordo la buona notizia che ci è stata donata il mattino della Risurrezione: che in tutte le situazioni buie e dolorose di cui parliamo c’è una via d’uscita. Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia. Osa essere di più, perché il tuo essere è più importante di ogni altra cosa”.
A tutti tanti auguri di Buona Pasqua di Risurrezione.
Gabriel, Mario, Nina, Ono, Ricky e Rosa
Per donazioni: Banca Prossima – FONDAZIONE ITALIANA DI SOLIDARIETÀ MARISTA CHAMPAGNAT O.N.L.U.S.
IBAN IT10C0335901600100000163090