Le gite al tempo del coronavirus: tutte sospese? Ma noi siamo a Siracusa e quindi possiamo fare delle eccezioni. Ed è proprio quello che è successo questo lunedì mattina, anche perché era un evento ben programmato da tempo.
I volontari spagnoli che erano venuti a Natale ci avevano comunicato che sarebbe passato da Siracusa un gruppo di alunni della scuola marista di Huelva, per questo eravamo pronti ad accoglierli. Erano giunti in Sicilia da un paio di giorni e prima di recarsi a Palermo, per uno scambio con una scuola salesiana, volevano capire cosa combinano a Siracusa i maristi con questo CIAO di cui spesso si parla.
A dire il vero mancavano Nina (ancora in vacanza in Brasile) e Rosa (sulla via del ritorno dalla Spagna, dove era andata a festeggiare i …100 anni della nonna!), ma Ricky e Giorgio, con il prezioso apporto di Boris, sono riusciti a soddisfare le aspettative e le domande dei ragazzi.
Così dopo aver raccontato le linee emergenti del fenomeno migratorio e il trend al quale stiamo cercando di rispondere, abbiamo condiviso la storia del CIAO, da cosa è partita questa risposta concreta alla situazione dei migranti in Siracusa, i contatti con i primi centri, le realtà locali, la chiesa e i vari gruppi coinvolti, poi le iniziative che man mano hanno riempito le stanze del centro: i corsi di italiano, i laboratori, il doposcuola, la consulenza legale, le lezioni del CPIA…
Poi abbiamo invitato Boris a raccontare la sua esperienza, il suo lungo viaggio che dal Cameroun lo ha portato fino a Siracusa, passando per le tragiche strettoie della Libia. Un racconto sofferto, personale, intenso, che ha tenuto i ragazzi con gli occhi e il cuore attenti senza perdere nemmeno un passaggio di questa storia così difficile da condividere.
Per concludere un briciolo di dolcezza siciliana, assaporando un cannolo e poi la foto ricordo. A tutti loro l’augurio di un buon viaggio e di buona esperienza in Sicilia.
Ecco alcune immagini del nostro incontro con i ragazzi di Huelva.