Eccoci appena ritornati dalla serata di piazza Minerva, dove insieme alla missione Scalabriniana e al gruppo Migrantes della Diocesi di Siracusa, come maristi abbiamo cercato di sensibilizzare le persone sul tema della giornata del Rifugiato 2020.
Ci piace riportare la riflessione spontanea della visitatrice più piccola: se toccasse a me la sorte del rifugiato cercherei… di scappare. Nell’ingenua riflessione è nascosto tutto il dramma di chi, alla ricerca di una vita più dignitosa, non trova altre risposte nel proprio paese e nei delicati equilibri del nostro mondo che la fuga, spesso disperata, verso un altrove.
Proprio ieri il Presidente Mattarella ha sottolineato questa giornata (con una sensibilità rara che a noi maristi ricorda molto…), per tutelare maggiormente i rifugiati, un esercito silenzioso di milioni di persone, ai quali l’Italia in modo speciale offre “accoglienza e protezione“. Ci sembra di rivedere le formelle che si trovano appese nella sede del CIAO, con gli inviti ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare…
Così ieri pomeriggio ci siamo recati in Piazza Minerva, poco prima delle 18, per allestire le foto e il materiale, insieme al gruppo missionario scalabriniano. Ci siamo pacificamente appropriati delle basi del tempio siracusano, ai piedi di quelle colonne che da 25 secoli vedono passare fiumi di persone in questo luogo.
Siamo ancora nella fase 3equalcosa del coronavirus, neanche noi sapevamo se era necessario usare la mascherina, portarla come foulard, o toglierla… anche i vigili passavano tranquillamente senza, mentre qualcuno passeggiava ancora ben mascherato, ma complice l’assenza di contagi in Siracusa da oltre 2 settimane, il tutto era molto tranquillo. Un sabato pomeriggio tranquillo, tiepido, di relax… il nostro messaggio era una punzecchiatura sicuramente insolita, ma doverosa.
Pomeriggio bellissimo e splendente; dopo aver sistemato le foto della mostra, le precise infografiche realizzate sulla base dei dati UNHCR, allestita la cornice per le foto stile-instagram, disposto i fogli per scrivere qualche riflessione, ci siamo anche noi ritrovati insieme per rivedere tanti amici, tanti volontari che si erano dati convegno, volti noti e simpatici che finalmente riprendevano una fisionomia reale e tangibile. Sono giunti anche numerosi ragazzi migranti, che ben sanno cosa significhi “essere rifugiato”, insomma, era quasi un raduno di amici. Potrebbe essere così anche il nostro vivere quotidiano…
Non abbiamo calcolato quante persone siano passate, abbiano osservato, abbiano letto i cartelli, abbiano lasciato una traccia. Ma non erano pochi. Un piccolo gesto e un piccolo segnale con il quale ricordare con evidenza questa giornata e questo problema. Un piccolo granello di senape, direbbe qualcuno. Sperando che porti frutti.
Il prossimo appuntamento, già concordato con don Luigi dell’ufficio Migrantes, sarà proprio a settembre, in occasione della giornata del migrante (il 27, ricordiamocelo). Conoscere per comprendere era uno degli slogan più in evidenza. E’ un compito per le vacanze che ci impegniamo tutti a svolgere con attenzione.
Se a qualcuno piace rivedere questi momenti, ecco un album di foto dell’evento