L’evento che abbiamo vissuto in molti a Cesano Maderno, il 2 giugno, in occasione del saluto della comunità marista alla cittadina, è difficile da definire. Può sembrare un addio rassegnato, un commiato senza funerale… ma dobbiamo vederlo soprattutto come una tappa di vita che procede. Quando la realtà marista ha spiegato che a chiudere era solo la comunità, è stato bello ricordare le tante cose che invece restano e proseguono: la scuola media di via San Carlo con tutti i suoi docenti, il Centro Diurno dell’Albero con i suoi tanti bambini, il centro di distribuzione alimenti del fresco, in via delle Rose… non sembra proprio una partenza sconsolata…
Una congregazione religiosa per operare su un territorio deve necessariamente essere in sintonia con la diocesi, i maristi erano stati addirittura chiamati dal don Meani, nel ’66 e la collaborazione con le parrocchie è sempre stata una delle chiavi operative. Nel semplice discorso di saluto che fr. Damiano, il viceprovinciale dei maristi ha rivolto alla fine della messa di domenica, questi elementi di reciproco arricchimento sono stati ben evidenziati. Si opera insieme, come chiesa e il servizio è stato alla base della nostra presenza. Anche il ringraziamento del sindaco, Gianpiero Bocca, ha evidenziato l’affetto che accompagna questo processo.
Erano numerosi i fratelli maristi nella navata della grande chiesa di s. Stefano, Franco Faggin, Zeno, Giorgio, Roberto, Massimo… e tante anche le presenze di amici, docenti, alunni, ex-alunni per condividere insieme questo grazie. Una presenza speciale, ovviamente, era quella di fr. Claudio Santambrogio, fratello marista nato proprio a Cesano (ironia della sorte, a pochi passi di distanza dalla casa della comunità di via D. Chiesa) che ha vissuto in prima persona tutta la traiettoria della presenza marista in questo angolo di Brianza.
La celebrazione si è poi trasferita negli spazi della scuola, per un buffet organizzato dalla Famiglia Marista, il gruppo di volontari nati dalla intraprendenza di fr. Giuseppe (che salvo impegni si sta preparando a celebrare i suoi primi 101 anni, a Carmagnola), da sempre impegnati nel sociale. Molto apprezzata poi la mostra fotografica (grazie Marina, Elena e Dimitri!) che ha ripercorso in particolare gli ultimi 20 anni della comunità, ricordando la presenza di ciascuno, con il nome, tante foto e una pennellata affettuosa di memorie riconoscenti. Tanti gli alunni ed ex-alunni che si riscoprivano protagonisti e presenti nelle immagini; con la possibilità spesso di dialogare con i personaggi reali di queste memorie.
A conclusione del saluto il gruppo dei fratelli maristi si è ritrovato per condividere insieme il pranzo ed è sempre bello scoprire che anche nel personale della cucina si ritrovano vecchie conoscenze.
Aver seminato il carisma marista per quasi 60 anni significa poter vedere già oggi molti di quei germogli diventare realtà; era il sogno stesso di san Marcellino che proprio il 6 giugno viene festeggiato e ricordato in tutte le scuole mariste, oggi diffuse in 80 paesi del mondo e con una platea di oltre 600 mila alunni, ma non solo scuole, perché oggi l’educazione prevede altri scenari, spesso inediti. Anche in questo campo Cesano è stato un banco di prova, perché la Famiglia Marista è stato il pioniere tra i gruppi di laici e il centro Diurno l’apripista dei nostri centri sociali in Italia. In questo metaforico trasloco si raccoglie una preziosa eredità.
Quando era stata l’ultima volta? L’ultimo incontro sportivo degli alunni delle scuole mariste d’Italia? Ah già, prima del Covid… Tra un po’ diventerà abituale dividere il tempo recente in un prima e un dopo. Ma se la pandemia ci ha segnato tutti quanti, è davvero bello riprendere appuntamenti “dal vivo” dove la Vita ci parla con intensità
L’incontro sportivo delle Maristiadi ha marcato la tappa iniziale di questo nuovo anno scolastico e far toccare con mano alle diverse scuole la presenza di tanti altri amici che condividono slogan, carisma, magliette, ricordi e persone significative si trasforma subito in un momento importante.
Ed è stato bellissimo vedere i campi di Prato Lauro, lo storico “polmone verde” del San Leone Magno, sulla via Nomentana, riempirsi di ragazzi di Cesano Maderno, Genova, Roma e Giugliano per questa giornata festosa di incontro sportivo.
Quest’anno era anche la prima volta degli alunni della “nuova” scuola marista del Pio XII e ascoltando i loro commenti e scrutando nei volti siamo sicuri che l’effetto-incontro è stato significativo, ecco le parole del Preside, fr. Massimo: Siamo parte di qualcosa che va ben oltre la punta del nostro naso! Con questo pensiero si è chiusa l’esperienza comunitaria delle Maristiadi vissuta dai nostri alunni e dalle nostre alunne. Mercoledì 19 è stata proprio una giornata che ci ha restituito il senso e la bellezza dello stare insieme.
Giornata bellissima, tipica delle migliori ottobrate romane, con sole splendido e voglia di giocare e partecipare. Tante le discipline sportive e la possibilità per tutti di gareggiare con impegno e fair play (perché sì, nello sport questo non è un dettaglio, come dice il mitico prof Caffarella che si è completato con i suoi alunni che hanno vinto anche questo trofeo!).
E come in tutti gli eventi sportivi, alla fine si conta il medagliere … e i vincitori sono stati numerosi dalla scuola di Cesano Maderno a quella di Giugliano, che vince il primo posto per le categorie “Maristiadi Liceo” e “Maristiadi Scuola Media”! Insomma, tanti i vincitori, anche a dispetto dei “numeri” della scuola. E quindi complimenti ai ragazzi e ai loro docenti, perché se la scuola cammina in questa bella direzione è soprattutto merito di chi li accompagna giorno dopo giorno!
Per le foto, i commenti, le impressioni a caldo e del giorno dopo, basta una veloce scorribanda sui tanti social delle nostre scuole, ad esempio:
Fr. Pietro Bettin ci ha lasciato nella notte del 17 agosto; dopo un periodo altalenante, la polmonite che lo aveva ulteriormente appesantito non gli ha dato tregua. Così, proprio a ridosso della festa dell’Assunta, invece della sua fisarmonica per rallegrare la comunità di Carmagnola, ha dovuto fare le valigie per tornare alla casa del Padre. Un esito inaspettato, per lui così attaccato alla vita e così attento ad assaporare il bello che ogni giorno riceviamo in dono. E questo nonostante la dura croce degli ultimi anni, quel parkinson che lo aveva bloccato e rallentato in modo vistoso, ma non spento o annebbiato.
Le semplici righe dell’annuncio che ne ha comunicato il decesso a tutta la provincia marista, ai tanti amici, agli ex-alunni, ai colleghi, alle tante persone che ha incontrato sulla sua strada rivelano in filigrana un’esistenza vissuta in pienezza, in fedeltà e nella serenità. Ecco in sintesi il suo viaggio:
E’ nato a Padova il 4 settembre 1950. Ha iniziato il probandato a Mondovì (era il 25 settembre 1961). A Bairo (TO) ha fatto il noviziato (iniziato proprio il15 agosto 1967) e la prima professione (15 agosto 1968). La professione perpetua sarà poi Velletri il 22 agosto 1976.
Ma intanto inizia subito la sua missione di educatore, come maestro della scuola elementare, a Roma, presso il San Leone Magno, dal 1970 al 1975; (tornerà ancora nella comunità di Roma del SLM dal 1999 al 2002). Poi viene inviato come assistente presso il probandato di Manziana, dove resterà dal 1975 al 1981), quindi viene mandato per un lungo periodo nel probandato di Mondovì (1981-1990) negli anni di profonda trasformazione di queste realtà formative.
Quindi passa a Genova, dove sarà preside della scuola media e superiore della Comunità (1990-1998; ); viene poi inviato a Giugliano, come preside e superiore della Comunità (2002-2009), dopo questo periodo lo troviamo a Roma, presso la Casa Generalizia, come superiore della Comunità, dal 2009 al 2015).
E’ proprio in questo ambiente che matura la scelta di partecipare alla proposta missionaria di Lavalla200>, un nuovo inizio per la congregazione marista, che vede il realizzarsi di un nuovo sogno: comunità miste, interculturali, fratelli e laici, uomini e donne. E’ una sfida non da poco che accoglie e affronta con impegno e passione; viene inviato ben lontano, a Città del Capo, membro della comunità sudafricana dove rimane dal 2017 al 2020); è già in questa fase che la malattia inizia a manifestarsi e a dare fastidio; al suo rientro in Italia è inserito nella comunità di Genova, dal 2020 al 21, quindi per motivi di salute passa a Carmagnola, dove trasferisce il suo carico di serenità e di problemi di salute, sempre affrontati con il sorriso e la voglia di vivere e qui, il giorno 17 agosto 2022 all’età di 71 anni e 54 di vita religiosa, termina il suo cammino terreno. I funerali si svolgeranno venerdì 19 agosto, alle ore 11:00. In seguito la salma verrà tumulata nella tomba dei Fratelli Maristi, nel cimitero del Verano a Roma.
Ci piace allora ricordarlo con le prime impressioni, a caldo di alcuni dei suoi amici, profondamente segnati dal dono della sua vita marista, della sua mitezza personale, del suo entusiasmo vitale e della sua capacità di essere un elemento di serenità nelle comunità dove si è trovato.
Da: Marcelo Carlos Fabian De Brito mdebrito@maristascruzdelsur.org Inviato: mercoledì 17 agosto 2022 16:51 Oggetto: Decesso Fr. Pietro B. Cari Fratelli Pochi minuti fa ho appreso della morte di fr. Pietro Bettin. Ho condiviso con lui diversi anni di comunità a Roma, presso la Casa Generalizia. Ho apprezzato la sua profonda umanità e il suo modo prezioso di essere un Fratello Marista. Ho imparato molto da lui come animatore della comunità e come compagno di confidenze. Celebro la sua vita e ringrazio Maria per tutto ciò che ha fatto attraverso fratel Pietro Bettin. Mi unisco alla comunità nel piangere la perdita di un Fratello e condivido con voi le mie preghiere per il suo riposo eterno. Con i ricordi più cari e tanta stima, Fr. Marcelo
E pensare che ieri, senza nessuna intenzione, a cena in comunità a Roma ci passavamo di mano in mano la foto della professione perpetua di Pietro a Velletri, con il vescovo Bernini. Che bello tutto quello che é fiorito attorno a quel sì e ad un carattere gentile, amichevole, sempre disponibile. Riposi nel Signore… (Fr. Massimo Banaudi)
Ciao, e ora permettimi di chiamarti Pierino. Quanti anni belli passati insieme tra studi, canti, giochi, suonate, tu all’organo e io… direttore d orchestra! I ricordi non si contano ma ce li ritroveremo tutti nella grande famiglia marista del cielo, come tu amavi chiamarla ad ogni dipartita dei nostri cari. Un caro saluto alla tua mamma ed anche alla mia. (fr. Pietro Codato)
Ho vissuto con Fr. Pietro durante i 5 anni che era Superiore della Comunità della Casa Generalizia. Una delle espressioni più belle udite nei suoi confronti: Grazie Fr. Pietro, sei la perfetta mamma italiana! Riferendosi ovviamente alla sua squisita preoccupazione per ciascuno dei Fratelli. (Fr. Mario Meuti)
Caro Pietro Ricordi la paura quando per la prima volta varcavi, come maestro la soglia della prima elementare al SLM? E ricordi quella che avevi quando hai superato il cancello dell’EUR dove eri stato nominato superiore? Non eri il tipo che ti facevi avanti per ottenere qualcosa, ma per andare in paradiso ti sei fatto coraggio, lo hai chiesto tu e … sono sicuro che sei arrivato prestissimo. Caro Pietro quanti ricordi! In particolare degli anni che siamo stati insieme nel consiglio provinciale: sempre sereno, pacato, metodico… ma non vorrei ricordarti le cose che tutti sanno.
Ti voglio fare una richiesta. Non so quale sia il protocollo per entrare in paradiso, ma siccome credo che presto verrò a trovarti, vorrei un’accoglienza speciale. Al mio arrivo vorrei essere accolto da te con la fisarmonica in mano mentre canti gli stornelli in romanaccio come solo tu sapevi fare. Nel frattempo potresti radunare tutti i maristi del cielo e, da bravo professore di lingue, insegnare loro il romanaccio e gli stornelli. Sarebbe un’occupazione straordinaria. Ah! Se hai problemi con san Pietro ricordati che abbiamo sempre la nostra Risorsa Ordinaria. Ci conto. Un bacione e a presto – Ono
Arrivederci, fratello Pietro Ogni volta che Dio si sveglia di buon umore, ha l’abitudine di regalare all’umanità degli splendidi regali. In questi giorni, spesso Lui manda al mondo alcuni dei suoi angeli più cari. “Voglio che le persone sentano un po’ di Paradiso lì sulla Terra”, dice ai Santi più vicini. “Ma Signore, non è che poi la gente si abitua? ”. “Mancherà il tempo, caro San Tommaso… Resteranno lì per poco… Ma sarà sufficiente per lasciare dei segni profondi”. Senza dubbio Pietro è stato uno di questi doni di Dio. Un fantastico essere umano. Di presenza docile, amorevole. Una vita davvero Marista. Così tanto che quando mi chiedono delle tre violette Mariste – con i loro valori di semplicità, umiltà e modestia – io rispondo: “Ne ho conosciuta una vera, ha origini italiane e si chiama Pietro Bettin”. E una viola con grande abilità musicale, al punto da riuscire a coordinare un coro di bambini sudafricani mentre suonava la sua fisarmonica. “What’a cucaracha… It’s a cockroach!.
Anche involontariamente Pietro ha impersonato l’archetipo del saggio. “… Guarda l’oceano… Potrebbe essere agitato in superficie… Ma nel suo intimo, le acque sono calme”. Aveva una parola per tutto, anche quando restava in silenzio. E uno stato d’animo particolare, per inciso. “Oh, there’s a community meeting”, diceva quando ogni giorno avvistavamo le mucche di Darling, presenti sul tragitto verso Atlantis. Tra l’altro, parlando del Sud Africa, Pietro è stato l’anello che poteva connettere tutta la comunità. Preghiere, pasti condivisi, facilità nella lingua, gestione delle riunioni della comunità. Pietro è stato un messaggero di pace. La pandemia ha anche cercato di sottrarci per un certo periodo il dono della convivenza. Ma anche se ci hanno separati, non sapeva che saremmo rimasti in contatto virtuale! Pietro, ciò che resta da parte nostra adesso è un sentimento di gratitudine per la tua esistenza. Quanto siamo stati privilegiati ad aver condiviso del tempo prezioso con te! Ti ricorderemo ogni volta che ascolteremo le note di “Che sarà, whatever will be, will be”. E in fondo è proprio questo: ‘the future is not ours, you’ll see… ’. La nostra prossima squadra di coffee dovrà aspettare ancora un po’. E ha voluto anche che Cecilia (la figlia nata dalla coppia di laici che facevano parte della comunità di Lavalla200>) ti incontrasse attraverso le storie che io e Juliana (la mamma) le racconteremo, di come la nostra vita sia stata trasformata dalla tua presenza, davvero più che significativa.
Dio adesso riposa tranquillo, sapendo che il suo dono è stato ben apprezzato dall’umanità. Resteremo con nostalgia qui, grati per il tempo meraviglioso che abbiamo trascorso insieme. Un abbraccio fraterno amico mio! Arrivederci! (Diogo Luiz Galline, laico marista che ha condiviso con Pietro la comunità Lavalla200> in Sudafrica, a City of Cape Town)
Cari fratelli e amici. Le mie più sentite condoglianze per la scomparsa di Pietro. Che uomo meraviglioso è stato per i fratelli, i bambini e i giovani in Italia e nelle nostre comunità Lavalla200. Ha incarnato tutte le virtù ed è diventato una fonte di affetto per molti di noi. Mancherà molto a tutti noi. Che il Buon Signore e la sua amorevole Madre lo accolgano in un caldo abbraccio, Jeff(Br. Jeffrey Crowe)
Come tutti i semi, c’è bisogno di attesa prima del germoglio; non è facile condensare in qualche parola il sentimento che questa partenza lascia in molti di noi.
Ci aspettiamo di provare la sua gioia nello stare insieme, la sua istintiva adesione alla convivialità della festa, la disponibilità a creare armonia e spensieratezza con gli amici.
A continuare nella nostra vita quei segni e quegli atteggiamenti che portano più vita agli altri. Grazie Pietro, buon viaggio.