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Categoria: vita religiosa

Incontrarsi tra fratelli

Incontrarsi tra fratelli

Impegni di fine anno ormai alle porte, la stanchezza dei mesi di scuola, degli impegni, il susseguirsi di attività che in primavera vedono spesso il loro culmine…
Ecco, l’idea di una piccola sosta, una breve pausa per riprendere fiato può essere la strategia giusta per non correre troppo. E soprattutto per un incontro. Dopo la lunga parentesi della pandemia, ora le attività in presenza stanno riprendendo il loro cammino normale; si è pensato quindi ad un incontro “normale” tra i fratelli maristi.

il gruppo marista davanti alla Basilica del Pilar, Saragozza

La Provincia Mediterranea è ben sparpagliata nei suoi confini geografici e non è semplice incontrarsi; per questo, fin dal mese di gennaio, si era pensato ad un momento di incontro per la fine di aprile, riservato ai fratelli …. di mezza età (tra i 50 e i 70 anni) per rivedersi, scambiare le proprie esperienze, fare famiglia. Gli ultimi incontri risalivano all’ormai lontana estate del 2019, con il ritiro in Libano, condiviso da numerosi fratelli delle diverse zone della Provincia marista. Rivedersi di nuovo in presenza era una bella sfida ma anche un appuntamento significativo.

All’incontro, che si è svolto nella città di Zaragoza, dal 29 al 30 aprile, hanno partecipato 17 fratelli, 3 dall’Italia e la maggior parte dalla Spagna; Libano e Siria sono ancora “lontane” in questo momento difficile, anzi, la difficile situazione del Libano è tornata di frequente tra i nostri discorsi, facendo emergere l’incredibile resilienza del popolo libanese nel saper affrontare e vivere queste situazioni quasi proibitive (gran parte dei docenti hanno lasciato il paese, gestire le scuole cattoliche in questo contesto è veramente una sfida che ha dell’eroico).

E chi se lo immaginava che Zaragoza, la quinta città della Spagna, riservasse delle sorprese così interessanti! Qualcuno vi era passato frettolosamente negli anni precedenti, ma avervi fatto una sosta con una adeguata attenzione ha rivelato davvero tesori nascosti. A cominciare dal nome, che nasconde ben poco la sua origine romana, quel Caesaraugusta che la dice lunga sulla sua fondazione e la sua storia. Poi, come successo in gran parte della Spagna, aggiungi un consistente periodo di dominazione arabo e completa con la fase della reconquista e dello splendore imperiale spagnolo. Insomma, girando per la città, visitando alcuni dei luoghi più suggestivi, come lo splendido palazzo dell’Aljafería, la zona del Foro Romano, le sponde dell’Ebro, i vicoli del casco historico, abbiamo veramente apprezzato questa splendida cittadina.

Ma l’incontro non voleva certo essere un appuntamento turistico. La scelta di Saragozza era dettata da qualcosa di ben più importante: la visita al centro editoriale marista di Edelvives.

la visita al centro editoriale Edelvives

Abbiamo dedicato la giornata di venerdì a questo centro di eccellenza, motore e strumento concreto della presenza educativa marista in Spagna e non solo. Siamo stati accolti da Xavier, il Direttore Responsabile, un laico marista che coordina questa grande azienda con piglio manageriale deciso e con lo sguardo ben rivolto alla missione marista. Quando i fratelli sono arrivati dalla Francia, alla fine del 1800, avevano subito impiantato una tipografia a Barcellona, per realizzare i libri di testo scolastici per i vari istituti che iniziavano a sorgere; poi la pausa forzata della guerra civile, quindi la ripresa, e con il nuovo millennio la decisa conversione al digitale e alle nuove tecnologie. Edelvives ha saputo affrontare la sfida del cambiamento con grande impegno e chiarezza, evitando le secche della tipografia “casareccia” riservata ad alcune scuole cattoliche per entrare nella mischia della sfida attuale, dove la cultura deve parlare alla gente di oggi con gli strumenti quotidiani, non con il solo retaggio del passato. E la sfida, da quanto abbiamo potuto vedere, è pienamente in corso.

Non solo Edelvives pubblica molti libri di testo per le diverse istituzioni mariste, scuole e centri educativi, ma si è imposta come editoriale innovativa, collaborando con i marchi più interessanti del panorama pedagogico odierno, da McMillan a Google, entrando nel settore del coding e della robotica, delle stampanti 3D e soprattutto del bilinguismo. Oggi le edizioni si sono ampliate al panorama internazionale, Edelvives ha una sede in Mexico e una in Argentina, produce libri in spagnolo, catalano, euskera…

Visitando gli uffici, gli open spaces dove si portano avanti i progetti, le officine dove si realizzano concretamente i libri, gli impressionanti magazzini, il moderno sistema di gestione delle vendite online … si rimande stupiti dell’ampiezza di quest’opera. Che rimane fedele alla missione e alla visione marista.

Nel resto del tempo abbiamo dedicato un ampio giro per conoscere più da vicino la Cattedrale e la Basilica del Pilar, i luoghi della fede e della tradizione cristiana di questa grande città. Difficile passare superficialmente davanti alla lapide che ricorda il miracolo di Calanda, o alle volte affrescate da Goya, il grande pittore di questa città. Insomma due giorni di profonda immersione nel bello e nel significativo.

Aver condiviso questi momenti insieme, tra fratelli che ora svolgono attività tanto diverse, dal pieno coinvolgimento scolastico ai ruoli direttivi, dalle consulenze al supporto educativo, dalle opere sociali ai migranti (un tema molto sentito sia in Italia che in Spagna) ha consolidato i legami e ci ha permesso di condividere la bellezza e la necessità di questa missione.

E non poteva mancare un album fotografico dell’incontro dei fratelli a Zaragoza

I provinciali maristi in udienza da Papa Francesco

I provinciali maristi in udienza da Papa Francesco

L’incontro che Papa Francesco ha vissuto giovedì 24 marzo con i provinciali dei fratelli maristi, riuniti a Roma per la decima conferenza generale, ha toccato veramente il cuore e l’attenzione di tutti, fratelli e laici, della famiglia marista intera, sparsa in tutto il mondo.

Dopo il capitolo generale del 2017 (era il 22° dall’inizio della storia marista, celebrato proprio nell’anno del bicentenario della fondazione dell’Istituto e che ha visto la nomina di fr. Ernesto come superiore generale), l’appuntamento forte della congregazione è proprio questa Conferenza Generale che si svolge a metà mandato, ogni 8 anni.

Il tema di questa Conferenza è l’evocativo guardare oltre, andare al di là del presente, leggere nei segni dei tempi gli spunti che la vita ci chiede di realizzare per compiere al meglio la missione educativa marista.

Tutti i responsabili delle provincie mariste si incontrano per tracciare, insieme al Superiore generale e il suo Consiglio, le linee importanti dell’azione della congregazione nelle sue molteplici presenze in sintonia con quanto il Capitolo Generale ha tracciato; è un momento di forte partecipazione, di verifica del cammino svolto e di proiezione nel futuro.

L’incontro che il Papa ha riservato ai provinciali maristi, giovedì 24 mattina, resterà per tutti un segno forte di unità con la Chiesa e una indicazione chiara su come orientare il cammino.

In ascolto delle parole di Papa Francesco

Basta leggere il discorso che il papa ha rivolto ai presenti.

Papa Francesco ha richiamato i fratelli ad essere fedeli allo stile di Marcellino, che ha saputo “guardare oltre”, e soprattutto ad insegnare ai giovani a “guardare oltre”, ad aprirsi a Dio, agli orizzonti dell’amore secondo il Vangelo.

Inoltre ci stimola ad aiutare i giovani ad essere “custodi del Creato”, perché  non si nasce custodi dell’ambiente, ma lo si diventa con un cammino educativo.

E questo vale per gli altri ambiti così vitali, come la politica, l’impegno sociale, la comunicazione, lo studio approfondito, ma soprattutto, come religiosi, l’educazione spirituale, che è la base della crescita integrale delle persone.

I fratelli provinciali riuniti nella Sala Blu
Ancora un saluto a don Carlo Molari

Ancora un saluto a don Carlo Molari

Domenica 20 marzo, alla messa delle 11, presso il San Leone Magno (P.za S.Costanza, 2 – Roma), ricorderemo ancora una volta, il nostro cappellano don Carlo Molari, ad un mese dalla sua scomparsa.

Ci vuole tempo e pazienza per scoprire la portata di alcuni tesori e di alcune consegne. Il lungo itinerario spirituale di don Carlo ha disseminato frutti preziosi in tante persone, realtà ecclesiali e non solo; molti di questi frutti aspettano ancora di sbocciare; sentiamo la bellezza di essere anche noi una piccola parte di questo cammino e vogliamo favorire questa condivisione, a livello personale, comunitario ed ecclesiale.

Fr. Massimo Radicetti, che ha condiviso lungamente gli anni del soggiorno romano di don Carlo, ha preparato queste righe, non perché manchino suoi profili biografici, ma per rivivere insieme ai tanti fratelli, famiglie, alunni ed ex-alunni maristi questo suo itinerario.

Mons. Carlo Molari è nato a Cesena il 25 luglio 1928.
Sacerdote, dall’animo mite e sereno, definito come il “volto vivo e gioioso della teologia” insegnata nelle università cattoliche del Laterano, della Gregoriana e dell’Urbaniana di Roma.
Il suo pensiero si colloca nella prospettiva evolutiva tracciata dalla  ricerca  scientifica e da Theilard de Chardin, e la sua teologia si sviluppa all’interno di questa visione del mondo che getta una luce nuova sul vivere dell’uomo e sulla creazione.
Spirito libero e aperto alla ricerca di un nuovo linguaggio della teologia più comprensibile all’uomo di oggi, per alcune sue interpretazioni teologiche, in quegli anni non condivise dall’autorità religiosa, don Carlo nel 1978 ha dovuto lasciare l’insegnamento accademico. In seguito, ricordando tale evento doloroso,  serenamente amava ripetere ”Ci siamo lasciati senza rancore”.
E poiché il luogo della teologia non è fortunatamente soltanto l’università, da allora egli è stato a tempo pieno un infaticabile scrittore ed animatore di conferenze, incontri e corsi di esercizi per comunità, congregazioni e diocesi  dell’Italia intera.
Molto richiesto nei dibattiti culturali e scientifici con il mondo laico e nel dialogo ecumenico con le altre religioni, ha sempre cercato di costruire ponti, sottolineando  ciò che unisce, fedele allo Spirito del Concilio Vaticano II°.
Nel suo ultimo libro, quasi il suo testamento, intitolato “Il cammino spirituale del cristiano. La sequela di Cristo nel nuovo orizzonte planetario (Gabrielli Ed. 2020) a sostegno delle sue convinzioni riporta le  parole di papa Francesco espresse al convegno della Chiesa Italiana a Firenze nel 2015: «La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo”.

don Carlo insieme a numerosi fratelli maristi della comunità del San Leone Magno, prima del 2000

Già in passato, in un passaggio autobiografico, aveva  scritto di sé: “Fare teologia non è un mestiere o un semplice servizio reso agli altri, ma è un modo concreto di vivere la fede ecclesiale, è uno stile di vita, e per me, oggi, è componente di identità personale, ragione di tutta la mia storia”.
Della fedeltà a questa sua vocazione è stata testimone privilegiata la comunità religiosa dei Fratelli Maristi del San Leone Magno di Roma con la quale egli ha vissuto per oltre 40 anni, dal 1967 al 2011. Ha collaborato nella pastorale scolastica come cappellano delle liturgie infrasettimanali e festive, nelle confessioni, nei ritiri, con gli scout, nei momenti formativi e di accompagnamento spirituale sia per i docenti che per le famiglie.

Particolarmente significativa è stata la S. Messa festiva delle ore 11.30. Era nata ed animata per iniziativa di un gruppo dei giovani liceali, preparata ogni venerdì sera in un incontro di riflessione sui testi liturgici. In seguito si è aperta al contributo di persone provenienti da diverse esperienze culturali e religiose,  alla ricerca del senso della vita nel mondo di oggi, in un confronto alla luce della Parola di Dio. La preparazione si è così spostata al martedì sera, e l’incontro del martedì era per numerose persone un appuntamento speciale.


Don Carlo è tornato alla casa del Padre il 19 febbraio 2022 all’età di 94 anni
Può giustamente ripetere con San Paolo : “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede”!
Ora con il cuore libero e lo sguardo purificato potrà contemplare per sempre in una luce infinita quel Dio misericordioso a lungo investigato, amato ed annunciato!

E’ possibile prelevare il file con l’intero testo preparato da fr. Massimo Radicetti.

Chi desidera, può liberamente prelevare il semplice ricordino che la comunità dei Fratelli Maristi ha preparato per questo momento bello di ricordo e di preghiera.