come ricominciare tornando indietro
Accidenti, sembrava facile. Un bel periodo di quasi tranquillità, tempo a disposizione, buone intenzioni e il proposito di utilizzare queste righe come riflessione allargata. Vedo invece che il tempo ha delle ragioni che la ragione non riesce a controllare! Ma andiamo avanti Proprio in questi giorni sto approfondendo un nuovo filone, tutto ciò che gira intorno al tema dell’Enneagramma. E non è certamente poco…
L’altra sera abbiamo vissuto un’esperienza di vita comunitaria allargata; nientemeno che con le suore di clausura agostiniane 🙂 Qui gestiscono un servizio di lavanderia (la Superlimpieza, si vede che la fede lava più bianco…) per il quartiere de la Magdalena, e fa un certo effetto entrare nella portineria e vedere le stampelle che grondano giacche, abiti, vestiti… Comunque, nell’ambito della settimana dela preghiera per l’unità dei cristiani, almeno tra religiosi qui si è vissuto un momento insieme. Prima la messa, con le suore rigorosamente serrate nel loro recinto, con grate e separè; poi un momento di preghiera comune, semplicissimi vespri, con qualche parte cantata che forse il gregoriano è decisamente meglio…, e per finire un momento conviviale, sempre nel salottino del convento. Oltre alle agostiniane, 7, c’erano suore Vincenziane (qui hanno una scuola) le Missionarie del Vangelo (che per fortuna tanto “suore” non lo sembrano, anche esternamente…), un paio di altre suore a denominazione controllata (vai a ricordarti tutte le diverse definizioni); breve scambio di presentazioni e qui sono venute fuori le cose più interessanti. In particolare ci sono alcune congregazioni che si sono scrollate di dosso, con l’abito, qualche secolo di ovvie abitudini. Ora vivono anche loro in un appartamento del quartiere (rigorosamente senza riscaldamente, e sarà per poche settimane ma… si sentono!) e svolgono una attività lavorativa coerente col loro impegno: dottoresse, centri di ascolto, caritas, scuole… La cosa strana era scambiarsi queste esperienze mentre le suore di clausura rimanevano pacifiche nel loro piccolo recinto, perché anche il salotto ha due settori, con tanto di cancelletto e grata… Solo alla fine, quando abbiamo rimesso tutto a posto e sono venute a chiudere la porta, hanno varcato il confine…
Il nostro è un piccolo quartiere di Jaen, ma si tratta di quegli agglomerati antichi che grondano storia da ogni pietra, da ogni grondaia e ogni casa ha il suo aggancio col passato. Nel piccolo spazio di qualche centinaio di metri ci sono più conventi che macellerie… non che le salsicce siano un indicatore di qualcosa, ma i conventi sicuramente sì. Tra suore di clausura, agostiniane, clarisse e secolari c’è ampia possibilità di scelta. Unico elementeo comune: l’età, particolarmente ardita ed elevata. E i conventi assomigliano più a musei che a spazi vivi…
Bene, eccoci qui, nel quasi profondo sud della Spagna. Per la precisione a Jaen (che non sono jeans venuti male…). Domenica mi sono buttato a capofitto in uno degli spettacoli che qui hanno ancora un seguito enorme: una processione solenne per trasferire la statua di Maria da una cittadina all’altra. Gente lungo la strada, calca, folla vera e propria. E un tripudio di macchine fotografiche, digitali e non, videocamere… Quasi come se il “vedere” fosse più importante del partecipare. Precedevano la statua i diversi gruppi di confraternite, ognuno con le sue insegne, i suoi magnifici bastoni d’argento, la banda… e poi i portatori della Madonna, un gruppo di almeno 30-40 persone (l’argento pesa!) . Fino a giungere nella piazza della Cattedrale, dove l’apoteosi della folla, oltre 15000 persone, facevano siepe a qualunque cosa osasse muoversi o passare. Pensavo che noi itaiani fossimo infarciti a dismisura di chiese, cappelle, processioni, simboli e richiami religiosi. Non dico che siamo dei dilettanti ma qui si avverte un peso decisamente diverso e un accostarsi all’evento religioso come forse succedeva da noi 30-40 anni fa. E penso all’infiorata di Genzano, o alle tante processioni che ho visto qua e là in Italia…
Comincia una nuova avventura. Forse questa pagina, nata più per rispetto di una certa etica professionale che per consapevole possibilità di inserimento, troverà in questo periodo un’occasione di utilizzo migliore. Mi trovo in Spagna per un periodo di “semilibertà” 🙂 Ho staccato un po’ la spina da alcune attività piuttosto impegnative (scuola elmentare, media, centri diurni, corsi…) e avere unpo’ più di tempo per riflettere, leggere, conoscere, incontrare persone, buscar otras experiencias… è veramente una manna. Che va vissuta subito, senza conservarla in vasi a tenuta stagna.
Bene (dipende…) l’anno sta per compiersi e con esso molte cose si concludono. Prendere tempo per riflettere sul cammino svolto e misurare la rotta per il prossimo percorso è l’augurio da farsi. … Per quanto mi riguarda il nuovo anno mi riserva delle sorprese inedite: un periodo di 5-6 mesi di “cambio” effettivo. Di lingua, di gente, di esperienze… auguri!
Natale, quale giorno migliore per fermarsi un attimo e riflettere, magari dribblando panettoni e affini. A ben pensarci il testo del vangelo di oggi, uno dei più noti di tutta la bibbia, ci riconcilia con tante cose, dagli scoop esagerati, alle notizie strillate (penso al dolore della regina madre per la morte del suo cagnolino…). Il buon Luca, nonostante tutto, riesce ad essere efficace, profondo e chiaro come pochi. Averne, di cronisti del genere anche oggi… Auguri!
Siamo un popolo di scrittori e non lo sapevamo. Di sicuro questo NON mi viene in mentre quando ripasso i testi dei miei ragazzi… ma leggere che i blog su Splinder sono già saliti a 30.000 mi obbliga a considerare il “tempo” che ciò significa (per scrivere due righe conosco gente che impiega 2 minuti, ma il tmepo non basta a dare qualità!). Popper ha scritto alla fine della sua vita un significativo libretto “Cattiva maestra televisione”, dove, tra le altre critiche, accusa il tubo catodico di essere ladra di tempo. Chissà cosa direbbe, in alcuni casi, puntando l’indice verso la rete. Ma la tv si guarda e poi si lascia, mentre la rete si scrive e spesso si legge.
Da qualche giorno ho inserito sulle pagine del mio ‘granello di senape’ anche l’ultimo contributo apparso su Jesus, quello relativo proprio ai blog che mixano insieme fede e quotidiano, linee scritte e linee rette (possibilmente, ma spesso anche arabescate e contorte…); e poi vorrei tornare a curiosare proprio sulle pagine che ho incontrato in questa piccola ma interessante ricerca. A dopo 😉
Crocifisso sì, crocifisso forse… Finito il battage mediatico si inizia a ragionare con più calma; forse ci si rende conto che le notizie, veramente, sono di chi le presenta e, spesso, le strilla più forte. Dopo pochi giorni si ritorna nell’alveo della normalità. Stavo osservando una cosa un po’ speciale: molti siti hanno attivato, in questi giorni, un loro sondaggio sul crocifisso sì- oppure no. Il popolo di Internet (ma è proprio un “popolo”? o drappelli di tribù nomadi?…) sembra essere abbastanza sbilanciato verso una laicità a tutto campo , quasi una asetticità da manuale (in questo caso dovremmo annullare tutte le date in tutti i documenti e in ogni luogo, visto che contiamo gli anni da un certo evento…). Sembra che una larga percentuale non veda di buon occhio questo simbolo; in compenso la rete pullula di simboli di tutti i tipi…
Diceva qualcuno che una volta persa la fede non è che non si creda più a qualcosa o Qualcuno: si crede a tutto. D’altronde sul monitor, se non hai un post-it, puoi appiccicare ben poco.