Sono proprio 365°, qualcosina in più dei canonici 369 che un buon cultore della geometria potrebbe invocare. Perché un angolo giro, a fine anno, non basta mica per una valutazione anche veloce di quanto vissuto e trascorso in questi 12 mesi. E la voglia di un piccolo ripasso, una sintesi o per lo meno un riesamino del tempo trascorso, spesso redime da tanta superficialità e fretta concitata. Trascorrere alcuni giorni di completo relax a casa, a due passi dal mare, mezza camminata dai monti e con un clima che effettivamente la dice lunga sul valore aggiunto del “mediterraneo”, è sempre una occasione speciale per questi momenti di riflessione.
Sono anche giorni di riposo e di gestazione di varie idee. Continuo a ripetere che sono proprio i prof ad aver inventato le vacanze. E ho appena controllato se qualcuno dei miei alunni sia in crisi di astinenza per il fatto che non ho assegnato quasi nessun compito.. Ma uno sto per darlo proprio adesso, dopo una intera settimana di riposo. Giusto per iniziare l’anno nuovo con uno spirito più battagliero. Sto per “infliggere” ai miei ragazzi di 2a media la lettura di un libro (libro, diciamo pure racconto breve). E vediamo come la prenderanno, visto che gli manderò un pezzo al giorno, fino alla conclusione, che avverrà lunedì prossimo, quando insieme concluderemo il testo.
Li abbiamo attesi fin dai primi giorni di scuola, e gli auguri non fanno mai male, anzi! E siccome Natale è proprio dietro l’angolo, dalla scuola marista di Giugliano, con tutti i prof (ma proprio tutti, mi ci sono cometato anch’io, nel finale 🙂 ecco gli auguri di Buon Natale 2018!
E siccome nella vita è importante lasciarsi sorprendere (Piero Angela, che ha da poco spento le sue prime 90 candeline ci ricorda il suo segreto: “studiate e siate curiosi“, confermo che almeno i primi due suggerimenti sono essenziali!), proprio alla fine delle lezioni di dicembre, appena iniziate le vacanze, è arrivata anche una sorpresa davvero gradita. Breve flashback: quando ero “ancora” qui a Giugliano, verso il 2008, abbiamo avuto una richiesta di iscrizione un po’ sui generis; un ufficiale USA di servizio presso la base Nato voleva che i suoi figli, dovendo stare in Italia per un paio di anni, provassero almeno a conoscere e imparare l’italiano (e tutto il contorno); così abbiamo accolto Jacob (in 2media) e il fratellino Thomas (in 5a elem); splendidi ragazzini, curiosi e pieni di buona volontà, in pochi mesi l’italiano ha fatto breccia e tutta la famiglia era soddisfatta, giusto le sorelline erano un po’ invidiose di non poter frequentare da noi (i figli erano… 6!). Ci siamo tenuti un po’ in contatto nel seguito, ma giusto qualche mail…
E proprio ieri sono arrivati 4 ragazzi, i tipici americani da sbarco; alti, spigliati e inaspettati. Erano proprio loro, Jacob e Thomas, insieme alla fidanzata e alla sorellina (!) che volevano rivedere la loro scuola, dopo tanti anni. Ora studiano all’università, mentre il padre è impegnato a Roma. Volevano solo dare un’occhiata: le classi, l’aula magna, la cappella, il giardino (Jacob era un appassionato e …mi dava una mano persino nell’orto, tutto serve!). Che bella sorpresa sentirli parlare ancora in italiano e con lo stesso entusiasmo di allora, ovviamente li abbiamo invitati a pranzo (qui abbiamo un grande chef che in poco tempo gestisce anche gli imprevisti, grazie Domenico); a tavola si spandeva un misto di italiano e inglese e la nostra comunità si è rapidamente allargata e rallegrata, anche perché ogni dieci minuti entrava un amico, un animatore, un docente… e via con le presentazioni, ma di certo i nostri amici ci sono già abituati, visto che nel frattempo anche la loro famiglia si è ampliata, i 6 fratelli ora sono… 9! Auguri e grazie della visita.
Sono passati 38 anni, quasi una vita. Ed è proprio di una vita che si tratta, quella di una ragazza che il 17 dicembre di 38 anni fa tornava a casa sua, tranquilla, nel centro di Giugliano. Ma non vi arrivò mai, fermata da una pallottola impazzita. Per anni la dicitura ufficiale parlava di “criminalità”, un effetto collaterale purtroppo ben diffuso. L’altra parola faceva più paura e non veniva usata. C’era paura a chiamare le cose col nome giusto, forse per nasconderne meglio la presenza. E dire che Mena era incappata per sbaglio nel luogo sbagliato nel momento in cui la camorra locale stava sistemando alcune sue faccende private non era il caso di sbandierarlo.
Dopo la celebrazione nella chiesa di S.Sofia (al termine una compagna di banco di Mena, l’attrice Teresa Barretta ci ha portato la sua calda testimonianza) ho accompagnato il piccolo corteo fino alla casa di famiglia, in Via Sion,, processione insolita in mezzo al traffico cittadino; qui un poliziotto ha deposto dei fiori. Poi ho parlato un po’ con il fratello Angelo, che insieme ai familiari, ha insistito per anni nel chiedere almeno questa chiarezza. Quando qui nell’istituto marista abbiamo pensato ad aprire un Presidio di Libera ci è sembrato giusto intitolarlo proprio a lei, una ragazza di questo territorio, una giovane maestra che si dava da fare per un futuro diverso. E sono ormai 6 anni che si continua a farlo, nell’avvicendarsi delle diverse persone e degli impegni.
Lo scorso anno anche il Comune di Giugliano ha compiuto un gesto significativo, intitolando a Mena l’Aula Consiliare. Mi piace riportare qui le parole che l’amico Raffaele Cantone ha espresso in quell’occasione: “E’ un risarcimento tardivo alla comunità oltre che alla famiglia – ha detto Cantone – perché la parte sana di questa comunità aveva sempre visto con dispiacere la sottovalutazione di questa vicenda. Da ragazzino, quando passavo vicino casa dei Morlando, mi indignavo guardando la targa che la ricordava, in cui la parola camorra non c’era. Pochi anni fa quella targa è stata sostituita con un’altra in cui compare la parola camorra, perché qui la camorra c’è, eccome!”. ,
Diventa difficile dire di no ad una cara amica 😉 Qualche giorno fa Luisa mi ha chiesto se potevo partecipare ad una specie di trasmissione, sul tema del Natale. Inizialmente pensavo si trattasse di una semplice intervista, voce e niente più. Mi aveva dato qualche indizio ma… mi fidavo abbastanza. E poi c’era anche Ermanno, persona posata, seria….
Poi venerdì Luisa mi ha chiesto una piccola biografia (ne ho approfittato per inserirla anche su queste pagine, giusto per non fare il misterioso…), quindi mi manda delle lettere, giusto per capire di cosa si sarebbe parlato: il tema del Natale, nel suo duplice aspetto di festa religiosa e appuntamento laico; insomma, le cose che alla fine uno racconta anche quotidianamente, in questo periodo, agli alunni in classe.
Ultimo tassello: mi manda la posizione per raggiungere lo studio dove si doveva registrare la trasmissione. Ormai era fatta e non potevo certo accampare qualche scusa d’accatto, quindi, per concludere in bellezza la domenica, sfidando un traffico congestionato come pochi (ho scoperto troppo tardi che l’Appia in direzione Aversa è una strada assolutamente da non prendere, fino a che non avranno concluso i lavori), sono arrivato con un ritardo accettabile (!) presso la sede di RadioDrama web-radio-tv, che veleggia da ben 4 anni sulle onde di Internet e settimanalmente diffonde contenuti, interviste e riflessioni su varie tematiche, il tutto condito dalla convinzione che recitare, rappresentare e “mettersi nei panni di” sia un valido strumento di riflessione.
Sul tema di FB e del ruolo (o invadenza) che i social oggi rivestono, ci sarebbe tanto da dire. Penso che sia ancora difficile raggiungere una sorta di equilibrio per capire che la vita avviene al di qua dello schermo e che le narrazioni digitali sono ancora nel loro periodo effervescente. Tanti strumenti, spesso innovativi e in fase di usurpazione di vecchi spazi (tv n primis), una facilità di gestione un tempo impensabile e il rischio che spesso il microfono e l’amplificazione di alcuni messaggi siano poco funzionali alla chiarezza e alla comunicazione. Ma è la diretta, ragazzi e qualcosa cambia, di sicuro, spesso al di là delle nostre certezze o previsioni.
E comunque il versante umano del team che conduce Radio Drama è un ambiente molto caldo e accogliente, gente simpatica, quasi non si notava che l’altro ospite era il sindaco di Aversa mentre la terza ospite era nuovamente un’amica, Maria Teresa, docente di spagnolo, tanto che mi sembrava di essere… ad un consiglio di classe visto che sia Luisa che MTeresa sono state docenti quando ero preside qui a Giugliano. E tra una cosa e l’altra la realtà marista ci stava proprio bene in questo contesto. Speriamo che Luisa non ci faccia l’abitudine! 🙂
Siamo quasi in vista del traguardo di Natale, e qui a Giugliano la tradizione, dolce peso, prevede una tappa presso il villaggio di Betlemme. Un tempo era la festa che la scuola elementare preparava con attenzione e cura per coinvolgere genitori, maestre e bambini nel clima natalizio e non solo.
Col tempo le cose si sono dilatate un po’ ed hanno raccolto i ragazzi delle medie con il loro classico concerto di Natale; quest’anno la direttrice d’orchestra era Ilaria, ma in fondo alla cappella non poteva certo mancare il prof. Vincenzo Iodice, mitico prof. di musica fino allo scorso anno. E poi tanti stand per tutti i gusti, visto che la festa intera era nata per uno scopo solidale e anche quest’anno l’incasso della manifestazione verrà destinato al progetto “Fratelli“, che vede uniti i maristi e i fratelli delle scuole cristiane (lasalliani) a collaborare insieme per un’opera che si sta realizzando nelle periferie di Beirut, in Libano, a favore dei tanti rifugiati e sfollati della guerra di Siria.
Lascio lo spazio alle foto, perché sicuramente si fa prima