Coincidenze di carta…
I compiti non toccano solo agli alunni, a volte ci cascano anche i prof.
Poco prima di Natale la responsabile dell’associazione Minerva, che da tempo viene ospitata per i suoi incontri nei locali della scuola marista di Giugliano, mi ha cortesemente rifilato un libretto, “da leggere durante le vacanze, poi ne parliamo…”
E come nelle più rosee previsioni, tra un trasloco e un convegno, il libro è rimasto a prendere un po’ di polvere in camera, poca per fortuna.
Ma quando poi mi sono deciso (deontologia professionale, of course, non si lasciano in sospeso gli impegni) ad aprire “Dove sei”, di Alessandro Flora, il pugno nello stomaco è arriva diretto. Niente spoiler, ma questo libro non è altro che il diario accorato di un padre che perde una figlia di 9 anni, per un imprevedibile malattia fulminante. Riflessioni che agitano il problema devastante del “perché” (come se ce ne fosse uno) e tutto il corollario tragico di domande, vuoto, assenza, drammi e necessità di capire, se non altro per continuare a vivere e non brancolare nel buio.
Una presenza amica nel testo che mi ha fatto piacere ritrovare è quella di Gennaro Matino, che interviene e compare a più riprese in questo cammino di senso che poco alla volta si fa strada.
Ieri ho riconsegnato il libro, finito quasi di corsa, e la cosa che quasi immaginavo è diventata la logica conseguenza: ci sarà la presentazione del libro, proprio qui nella nostra scuola, il 9 marzo; naturalmente con la presenza dell’autore… sarà una bella occasione per far tesoro delle esperienze altrui.
Ma il bello è che durante questi giorni era un altro il libro intenso che stavo leggendo: Erri De Luca, Il giro dell’oca. Una storia quasi antitetica alla precedente. In queste pagine scarne e come sempre molto incisive, Erri immagina un dialogo con il figlio mai nato e che …sarebbe potuto essere. Se lo immagina grande, in grado di reggere una conversazione, quasi capace di fronteggiare quell’abilissimo giocoliere delle parole che è De Luca. Ovviamente è un’occasione per rispolverare tematiche intime, difficili e personalissime, non banalità o semplici eventi. Che non essendo mai successi non possono fornire alibi di sorta.
Un’assenza lancinante da un lato e una possibile presenza dall’altra. La vita che si impone ai desideri con i suoi appuntamenti, spesso non previsti. In entrambi i casi l’unico protagonista in grado di dare un senso a questi fili apparentemente casuali è sempre l’autore, col suo carico e spessore umano.
Nota marginale: nel mio caso… sono i primi 2 libri ancora di carta che maneggio in questo inizio di 2019. Proprio in questi giorni mi sono tolto lo sfizio di andare a controllare a che punto siamo con la biblioteca digitale che mi sto portando dietro ormai da anni, visto che è praticamente dal 2012 che, a parte rare eccezioni, non leggo (e non compro più) parole su carta; tutto fluisce inesorabilmente sullo schermo (con la convinzione che tanto, prima o poi, sarà questo l’unico destino delle parole….).
Ma questa è un’altra storia 🙂