E così, Parigi…
Spesso, quando si parla di luoghi o di eventi particolari, sento interventi del tipo “Non ci sono mai stato”; e altrettanto spesso mi esibisco in un ottimistico suggerimento: “prova a dire: non ci sono ancora stato…”, perché davvero nello spettacolo unico della vita succedono tante cose inaspettate.
E così nelle vacanze di questa Pasqua ci siamo cimentati, con tutta la comunità marista di Giugliano (Damiano, Domenico, Gianluca, Rosa e il sottoscritto) nella visita di Parigi. Complice la presenza di una base d’appoggio niente male, cioè la piccola comunità di accoglienza marista di Rue Dareau. Davvero una esperienza interessante, intensa e ricca di spunti.
Itinerario classico che ha previsto i “pezzi” forti, dalla Tour Eiffel (che freddo e che vento lassù in cima!) al Louvre (se la bellezza salverà il mondo ne abbiamo fatto una bella scorta), dal Sacre Coeur di Montmartre (bianco e quasi splendente, immerso com’è nel suo vivace e coloratissimo quartiere) al museo di Orsay (dove l’arte e la cultura francese la fanno da padrona, visto che al Louvre si respira quasi aria di casa…);
e poi tanti chilometri a piedi, più di una decina al giorno, tra le affollate vie, stazioni metro, piazze e giardini di questa immensa città. Insomma, il primo impatto è stato davvero interessante. Ora bisognerebbe riprendere le cose con calma…
Ad esempio abbiamo tentato di vedere Notre Dame nello stato attuale. Ci si può arrivare solo da lontano, un po’ di sbieco, le transenne si impongono, ma quanto basta per avere la percezione della sua importanza, della sua fragilità. Ma se poi ripensi che appena a ridosso della rivoluzione francese questa chiesa, ora considerata una sorta di mito fondante della cultura europea, era stata ridotta a magazzino per i vini… il senso del relativo si fa strada e aiuta a guardare le cose con un occhio più distaccato e critico.
Naturalmente un po’ di foto di Parigi… mi sono scappate, anche se solo con il cellulare, l’occhio e il cuore recuperano il resto.