…i magnifici sette
E’ un numero che ogni tanto ricompare sui miei passi; ad esempio ai tempi del noviziato, quando eravamo proprio in 7 (poche scelte, i sette doni o … i 7 vizi capitali, ma in entrambi i casi ci sembrava un po’ pretenzioso…).
Adesso stiamo iniziando questo percorso di formazione per il progetto Lavalla200. E’ vero, nella foto ci sono anche i responsabili, Angel Medina, Jeff Crowe e Valdicer Fachi e sulla sinistra la silhouette di Marcellino, ma gli altri siamo noi. Bel gruppo eterogeneo, si va dal peso piuma dell’avvocata della Malaysia all’over-size delle isole Fiji, dal Brasile al Mexico, dall’Italia alle Filippine. E nemmeno l’età è un elemento medio, partiamo dai 26 anni per giungere fino ai 71, insomma, nemmeno a tirare coi dadi uscivano fuori situazioni tanto diverse. E sono convinto. che la varietà sia già di per sé una ricchezza. Di solito dicevo ai ragazzi: se fossimo tutti uguali tu saresti inutile, perché ci sono già io… Nella vita stessa la biodiversità è garanzia di maggior equilibrio; ovvio, la complessità aumenta, ma ne vale la pena.
Ci stiamo presentando a vicenda, per mettere sul tavolo le diverse esperienze e sensibilità. Non mi dilungo, non è il caso, ma questa opportunità è comunque un dono speciale da apprezzare. Nei prossimi giorni inizieranno anche gli incontri con vari esperti su varie tematiche, inizieremo con una vecchia conoscenza, almeno per me, Lluis Serra ci parlerà dell’Enneagramma. L’ultima volta che ci siamo soffermati su questo tema era circa 15 anni fa, nel 2004. Vediamo cosa è cambiato nel frattempo.
E siccome siamo a Roma, in questa splendida location della casa generalizia, approfittiamo di tutte le occasioni. Ieri ci siamo aggirati all’interno della casa per una visita speciale. La nostra guida era Tony Leon, che già conoscevo da tempo e anche se parecchie informazioni sulla casa per me sono abbastanza scontate, c’è sempre qualcosa di scoprire e da condividere. Prima o poi troverò persino quel film a scopo vocazionale (!) girato dai Paolini proprio in questa casa con un protagonista decisamente particolare, il ‘famoso’ Giusva Fioravanti, che un tempo era un divo della nascente tv italiana (chi si ricorda “La famiglia Benvenuti”?) e che se non sbaglio è ancora nelle patrie galere per i suoi trascorsi da brigatista nero.
Ma di cose interessanti e di aspetti particolari, per fortuna, ce ne sono molti altri, dalle icone libanesi che si nascondono in vari luoghi, alla cappella di Marcellino (con la statua della Buona Madre che custodivo nella mia camera di Cesano Maderno quando la stava restaurando fr. Claudio!), dalla scultura di Maria che sembra essere “senza” il suo piccolino, appena evidente nel grembo (una cosa inaudita nella cultura orientale), alla grata della cappella grande che ricorda gli inizi, quando una comunità di suore svolgeva i primi servizi della casa…