Il tempo di rientrare e …
Quest’anno invece della pausa natalizia ho giocato d’anticipo e mi sono ritagliato un po’ di giorni in famiglia intorno alla festa dell’Immacolata; c’era di mezzo il compleanno di mamma Vittoria e una rimpatriata in quel di Sanremo ci stava proprio bene. Tra l’altro è stata l’occasione per ritornare ai tempi in cui, in tante case, si preparava il presepio…
Sanremo#Siracusa? Uno scontro diretto? Me lo chiedono in tanti dove si sta meglio, ma non è questo il punto. Due città di mare, con storie molto diverse e tanti aspetti differenti, ma quando c’è di mezzo il mare (e qui non c’entra nemmeno il dire e il fare…) la sua presenza è così forte che accomuna tantissimo. Vuoi per il clima dolce (ho passato giorni a Sanremo con una temperatura deliziosa, mentre qui a Siracusa pioveva a barili), l’aria che ti inganna facilmente sul tempo… qui a Siracusa mancano le montagne a proteggere la schiena e fare da barriera. Me ne farò una ragione…
Appena tornato qui alla Borgata, è entrata nel vivo la festa di S. Lucia. E’ dall’inizio di dicembre che fervono i lavori, le luminarie si andavano completando giorno per giorno e noi, dalla nostra sede del Ciao, siamo vicinissimi alla piazza di s. Lucia, uno dei due cuori (o sarebbe meglio dire polmoni?) di questa festa. Peccato per le previsioni meteo inclementi. Mi avevano parlato di una processione interminabile, lunghissima, 6 ore per fare meno 2 km. C’era allerta arancione, se non quasi rossa; hanno anticipato le cose e quando sono uscito con Gabriel che era stato invitato dal responsabile per le comunicazioni della Curia per un’intervista durante la diretta tv, pensavamo di trovare la processione ancora in Ortigia. Senza ombrello, sfidando le prime gocce che iniziavano a infastidire, ci siamo avviati per tempo, ma giunti alla zona dell’Arsenale greco, quasi all’inizio di via Piave, siamo stati bloccati dalla marea di gente che accompagnava la statua. Una statua di argento impegnativa, con un peso di oltre 600 Kg, e un piedistallo altrettanto importante, con sbalzati gli episodi importanti della santa; il tutto supportato da un bel numero di persone col berretto verde (scoprirò che è un retaggio dei falegnami che un tempo avevano il privilegio del trasporto, ora passato ad altri artigiani…)
Ogni processione ha la sua storia e la sua coreografia, la gente poi vi gioca un ruolo insostituibile. Ho ancora in mente i sanguinosi battenti campani, le processioni popolari del Lazio, le pacifiche passeggiate dei paesini di montagna… adesso ho nelle orecchie il grido che ogni 4 passi qualcuno innescava, un’affermazione orgogliosamente popolare, quasi tautologica: “saracusanaè…e tutti rispondono col ritornello Viva santa Lucia“. Più è stentoreo e forte il richiamo, più convinta la risposta.
Mi aspettavo molta più gente, visto che poche decine di metri dopo la santa la coda della processione era praticamente conclusa. Ma la colpa era sicuramente a causa del tempaccio. E dopo essere andati fino in cattedrale, da dove era partita la statua, aver saputo che i tempi erano stati rivisti e accorciati, essere tornati in attesa di un possibile richiamo, fradici e bagnati come pulcini, siamo rientrati in casa, sperando che la pioggia diminuisse. Invece il temporale si è intensificato e le bordate di acqua verso le 20 ci hanno dissuasi da qualunque tentativo di tornare in piazza.
E sabato 14 avevamo un paio di appuntamenti davvero speciali. Il primo per il pranzo di addio con il saluto a Gabriel che dopo 3 anni di vita a Siracusa intraprende una nuova avventura. E in serata la presentazione della mostra realizzata dal Ciao nel museo civico di Canicattini Bagni. A essere meno distratti era anche una data probabilmente significativa anche per il sottoscritto, che festeggiava i suoi primi 60 anni, ma credo che i compleanni siano aspetti marginali che si superano col passar del tempo…
Passiamo allora a salutare anche qui Gabriel, della mostra… vedremo dopo.
Mi soffermo rapidamente sul saluto di Gabriel. Insieme a Onorino è uno dei “fondatori” dell’attività marista in Siracusa. Ha passato 3 anni veramente speciali della sua vita. Basti pensare che, tra le altre cose, è arrivato brasiliano e torna con la cittadinanza italiana. Per noi, italiani da sempre, non è facile cogliere il senso e forse il fascino di una cosa del genere. Recentemente ha visitato il paese “degli antenati”, si è persino procurato una carta di identità italiana (siracusana, per la precisione). Insomma, lascerà sicuramente una fetta importante di cuore, da queste parti. E nella giornata di sabato si è avvertito, quando al momento iniziale, dove ci si aspetta un saluto, un brindisi o cose del genere, le parole erano venate da quel senso di nostalgia che si appiccica solo alle cose importanti.
E per il saluto erano venuti in tanti, amici, ragazzi che Gabriel ha incontrato a casa Freedom (i primi migranti incontrati e diventati quasi parte della nostra attuale famiglia allargata), avvocati, collaboratori, persone impegnate nel sociale, tanti referenti di associazioni del territorio, genitori, ragazzi e…bambini. Un bel modo per dare senso e valore a questo momento significativo. Alla fine abbiamo rivisto alcune immagini e saluti che accompagneranno Gabriel nella sua nuova avventura. Lunedì sera vuole ripartire così come è arrivato, col treno (da qui a Roma ci vorranno più di 12 ore), e dopo gli ultimi saluti ai fratelli della casa generalizia, giovedì il volo definitivo. Poi il Brasile, relax, un po’ di casa a Porto Alegre , ma quasi pronto a riprendere il viaggio per frequentare un Master negli U.S.A.
E la sensazione concreta e innegabile di aver realizzato qui a Siracusa qualcosa che non c’era, qualcosa fatto insieme agli altri amici della comunità marista, spesso lavorando dietro le quinte, tessendo reti e contatti con le persone. Se il CIAO è nato, cresciuto e diventato una cosa bella e significativa è anche merito suo. Grazie, Gabriel.
Non potevano mica mancare un po’ di foto per Santa Lucia versione 2019
E anche quelle per il saluto di Gabriel (ma sto preparando un paio di altre righe sulle pagine del Ciao)