Quel treno barocco per Noto…
L’iniziativa della FondazioneFS e della Regione Sicilia è interessante e stuzzichevole, per chi vuol conoscere un po’ meglio questo territorio. E pensare che a suggerirmela è stato proprio Onorino, con uno dei suoi rarissimi msg via Whatsapp 🙂 Mi diceve di “non perdere questa occasione”, che lui aveva inseguito inutilmente un paio di volte. Il treno del barocco.
Un viaggio con un treno d’epoca fino a Noto, una visita guidata e ritorno, il tutto di sabato pomeriggio. Una buona occasione per vedere con calma il centro di questa spettacolare cittadina, non ancora eccessivamente gettonata come meta turistica. Meglio giocare d’anticipo.
Così sabato 30 agosto appuntamento verso le 17 alla stazione di Siracusa, per prendere il trenino d’epoca (a dire il vero vetture del genere, con i sedili in legno, stile far-west, giravano anche in altre zone d’Italia una 30ina di anni fa. Sto diventando vintage! Mi chiedo come farà il capotreno a obliterarmi il cellulare con il pdf del biglietto 🙂
Viaggio lungo e lento, con soste forzate per attendere alcune coincidenze (una delle quali nemmeno vista), in pratica quasi un’ora per coprire i 35 km che separano da Noto. Ma intanto si apprezza il paesaggio, la campagna ricca di coltivazioni, agrumi, mandorle, fichi d’india, olivi… non manca quasi nulla. Giunge persino il gradito omaggio di alcuni dolci tipici offerto da Slow Food Sicilia, sponsor del tour. Lungo il percorso la guida illustra alcune delle principali attività locali. Tra l’altro siamo tutti equipaggiati con radiolina per ascoltare la guida, anche se il rumore del treno è piuttosto fastidio.
Giunti dopo un’ora a destinazione, rapido trasbordo in pulman per giungere all’inizio del paese, quasi sotto la porta Ferdinandea. Qui il tour è condotto da un’altra guida, molto preparata e appassionata.
Alla fine le chiederò da dove viene e mi ha quasi stupito sentire che era rumena, ma in Italia da ormai 30 anni. Ottima padronanza della lingua e soprattutto dedizione al territorio! Senza dimenticare che Noto è patrimonio Unesco…
Iniziamo così il percorso dall’arco di ingresso del paese, che dopo il tragico terremoto del 1693 ha deciso di risorgere in grande stile. Il barocco qui presente quasi sfuma con il neoclassico che comincia a diffondersi in Europa, ma conserva caratteristiche e aspetti davvero eleganti e unici.
Seguiamo la strada principale, il corso Vittorio Emanuele sul quale si affacciano i principali palazzi e le chiese, praticamente il cuore del paese pulsa tra questi due marciapiedi. La storia e le storie che ci vengono narrate fanno apprezzare e comprendere meglio la realizzazione di questo luogo. La strada che viene ribassata per consentire meglio il percorso delle carrozze, le finestre con quelle strane inferriate, per consentire persino alle monache di sbirciare in strada e partecipare alla vita del paese, lo splendido palazzo Nicolaci, fondato da un luminare dell’epoca (viaggiava sempre con al seguito una enciclopedia, praticamente un antenato di wikipedia!), la strada dell’infiorata… che quest’anno è stata praticamente vissuta in solitaria (conoscendo ad esempio l’esperienza di Genzano è interessante notare come certe idee si propaghino facilmente, basta una bella strada in salita, una prospettiva attraente, una chiesa movimentata in cima alla strada e il gioco sembra fatto).
Percorriamo anche alcune vie laterali, per cogliere meglio il senso della ricostruzione. Tutto il centro è vivacemente affollato, quasi tutti in mascherina (e non mancano vigili e forze dell’ordine a ricordarlo), ma con un’atmosfera rilassata e tranquilla.
Giunti davanti alla Cattedrale, dalla travagliatissima storia (l’ultimo crollo e avvenuto poco prima del giubileo del 2000), siamo invitati ad entrare nel palazzo del Comune. Il nostro è un itinerario particolare e hanno previsto persino l’incontro con le autorità, viene ad accoglierci l’assessore al turismo e siccome ha appena concluso la celebrazione di un matrimonio… vai con gli applausi e i “viva gli sposi”, che scivolano festanti in mezzo al nostro gruppo. Noi siamo ospiti della Sala degli specchi, il salotto buono di Noto.
Dopo il giro guidato resta del tempo, per una pizza, un panino, un momento di ristoro. E per continuare a girare, perdendosi un po’ nel labirinto delle strade, nemmeno troppo tortuose (ma il saliscendi è notevolei). Intanto il centro continua a vivere la sua movida, con tanta gente, qualcuno si assiepa sui gradini della cattedrale per ascoltare l’immancabile menestrello, tanti a passeggiare tranquillamente.
Si rientra alle 22:30, il treno adesso è formato da più vagoni per accogliere tutti i turisti che hanno aderito a questa iniziativa (in pratica quasi 2 pullman pieni, un’ottantina di persone in tutto. E questa volte le ruote sfrecciano più rapidamente, in poco più di mezz’ora siamo di nuovo a Siracusa. Scendiamo in una stazione ancora calda, qui l’estate promette ancora lunghe settimane.
E negli occhi le danze barocche di un paese che sa insegnare la leggerezza e l’armonia.
Basterebbe guardare le suggestive immagine di questa Noto barocca in una sera d’estate (questa volta invece del cellulare avevo una fotocamera meno improvvisata… anche perché la luce notturna non è sempre facile da catturare.