A zonzo da turista…
In questi giorni sono in versione “quasi turista”, insieme a a mio fratello Paolo e Lida, sua moglie. Prima della ripartenza delle attività stiamo assaporando un po’ di zone caratteristiche della Sicilia. E siccome sono davvero tante e rimane sempre l’imbarazzo della scelta, ecco alcuni degli itinerari di questi giorni:
Taormina: il fascino che esercita questo luogo è decisamente forte, tutti quelli che passano di qui prima o poi ti chiedono di andarci o di visitarla almeno rapidamente. Per noi che abbiamo bene in mente Sanremo sembra quasi di assistere alle prove per un gemellaggio. Zone totalmente diverse, ma quando c’è il mare di mezzo balzano agli occhi soprattutto le somiglianze.
Così venerdì (meglio evitare i fine settimana, siamo ancora ad agosto e la Sicilia pullula di turisti) siamo partiti di buon mattino per andare in questo luogo spettacolare.
Ormai ci sono stato un paio di volte e diventa meno complicato orientarsi e organizzarsi, anche perché una visita generale è davvero semplice: metti il teatro greco all’inizio, poi ti avventuri nella vasca principale (il Corso Umberto, che va da porta Messina a Catania, i confini ideali della città), lasciandosi attrarre dalle case, i negozi, gli scorci pittoreschi, i tanti richiami gastronomici… alla fine ci sta bene una visita al giardino comunale, il lascito della famosa Lady Florence Trevelyan, una delle prime turiste della cittadina (quando arrivò nel 1884 con i suoi 5 cani e la sua dama di compagnia dalla Scozia, a Taormina c’era un solo albergo!).
In pratica ci siamo orientati proprio in questo modo, con molta calma e relax, visto che fare il turista richiede anche questo sovrumano distacco … 😉
Prima di iniziare avevo recuperato l’indirizzo della nostra “vecchia” scuola marista, in Via Pirandello 75. Adesso il suo giardino è utilizzato come uno dei tanti parcheggi per la cittadina, letteralmente invasa da macchine e turisti. Ma ho apprezzato con piacere il cartello che si trovava vicino ai locali della scuola, che continuano a fornire un servizio educativo, grazie all’attività della parrocchia. Vi campeggiava un bella scritta: Follest 2021; penso che fr. Claudio possa essere contento che l’attività lanciata come maristi prosegua ancora oggi, il campo estivo per i ragazzini di Taormina. Mi sembra un bel segno e un ricordo costruttivo.
Il teatro greco di Taormina è sempre uno scorcio suggestivo, forse più per il panorama che domina, per le aperture che suggerisce, la possibilità di cogliere Etna e Calabria con una semplice rotazione del capo… la cavea e il palco erano impegnati per l’allestimento di un concerto (se non sbaglio anche De Gregori in questi giorni è di scena qui); molte sedie di plastica avevano preso il posto dei semplici sedili di pietra o legno, con un effetto un po’ strano per chi si immaginava degli spalti più sobri (ma sicuramente più scomodi…); facevano da pendant a questa scenografia numerose opere d’arte (?) esposte lungo l’itinerario, sculture di metallo a volte colorate con tinte vivaci, a volte confuse con possibili pannelli di lavoro per la ristrutturazione. Originali, per lo meno, i titoli delle varie opere, spesso imprevedibili, misteriosi, allusivi… divertenti
Ci siamo fermati per il pranzo in uno dei tanti locali lungo la via principale (in questi casi è Lida che poi provvede alla valutazione, spietata o partecipe, su Tripadvisor…) e abbiamo concluso la visita passando nei giardini della villa comunale, un parco pubblico tenuto veramente bene, con attenzione e garbo (anche se alcuni degli edifici ormai datati sono in parte chiusi e pericolanti, Lady Florence li aveva pensati come sedi per gli alveari delle api!).
E certamente non ci sono sfuggiti i tanti balconi esuberanti, con piante grasse e ceramiche locali che letteralmente grondano dalle case, rendendole pittoresche ed uniche.
Ecco allora un po’ di fotografie di questo itinerario, a zonzo per Taormina
Sabato 28: continuiamo con le “escursioni” estive…
Il giorno dopo aver visitato Taormina ci siamo dedicati ad un momento di relax… nella cornice quasi esotica della spiaggia del Minareto, non lontana dal centro di Siracusa (10 km); la mia prima folle idea era quella di convincere Paolo e Lida a noleggiare due bici e fare il tragitto pedalando… ma questa opzione non combaciava con la loro idea di relax, pertanto, pochi minuti in macchina e via, verso l’Isola, come dicono qui i locali.
La spiaggia è davvero caratteristica, per metà è una spiaggia privata dell’Hotel Minareto (un 5 stelle fa sempre il suo effetto e forse è una garanzia per il luogo) la parte restante, comunque discretamente ampia, è libera. La cosa più attraente è comunque il mare e la costa, con le sue falesie, le sue grotte, il suo fondale, ricco di praterie di poseidonia (si dice così?), con un paio di occhialini e la maschera si può apprezzare anche la tanta vita marina di questo luogo. Un posto che merita, decisamente.
Nel pomeriggio invece ci siamo diretti verso Modica e Scicli, quasi sfuggendo alla bomba d’acqua che ha colpito Siracusa (26 mm in poche mezz’ore, tenendo presente che da aprile fino ad oggi erano caduti solo 4-5 mm di pioggia in tutto!). L’itinerario, in prima battuta, doveva comprendere anche Ragusa, ma poi l’afflato di Montalbano ha preso il sopravvento….
Modica l’avevo già vista tempo fa a gennaio del 2019, ma fa sempre bene ritornare sui propri passi, anche perché quella volta la fretta e il gruppo erano un po’ limitanti. Questo pomeriggio invece, con calma, abbiamo lasciato la macchina proprio sotto il duomo e ci siamo fatti con pazienza gli scalini (quelli ufficiali sono 164), apprezzando l’impatto visito che è davvero spettacolare. Poi come sempre accade, sembra che la cornice sovrasti il quadro e l’interno della chiesa sembrava quasi normale. A parte il calendario astronomico che aiuta a riportare lo sguardo alle stelle e un po’ più in alto del solito. Ci siamo quindi addentrati nelle viuzze, incontrando una sposa nel suo giorno più bello (ma penso che valga anche per lo sposo, soprattutto in questo giorno!), e il suo candido abito bianco sullo sfondo del paese era un tocco raffinato. Poi siamo passati vicini alla casa di Quasimodo (ma già le case grondano di poesia e di oboe sommersi…) e abbiamo dribblato con cura i tanti negozi che ti propinano il famoso cioccolato di Modica (con la convinzione che poi tanto si sarebbe sciolto e avrebbe perso le sue caratteristiche! io invece ho assaggiato anche quello all’arancio ed ero pronto a correre il rischio :-).
E ci siamo così diretti verso Scicli. Premetto che di Camilleri ho letto solo uno dei suoi ultimi testi, Dimmi di te, decisamente meno legato al suo filone tradizionale del giallo. Penso di non aver mai visto una puntata intera del famoso commissario Montalbano, ma mi sono lasciato contagiare da Lida che in pratica ci aveva dirottati a Scicli proprio per poter vedere i luoghi del set originale del suo commissario preferito… Così dopo una estenuante attesa per una pizza al Pura Follia (ci avevano relegato in un vicolo, sotto un terrazzo con i tappeti penzolanti, Lida era quasi sul punto di andarsene, ho giocato un po’ la carta del caratteristico, del local a tutti i costi, del made in sud … al resto ci ha pensato l’ottima pizza. Poi abbiamo iniziato l’esplorazione del centro. Pensavo che Scicli fosse poca cosa, un piccolo abitato; ma mi sono scontrato con una marea di gente, trenino del barocco compreso, turisti, locali, tutti riversati fuori casa, complice una serata gradevolissima e quel finale d’agosto che invita proprio ad uscire: una vera folla.
Poi Lida, googlando un po’, ha rintracciato la sua meta tanto ambita, siamo giunti davanti al palazzo Comunale e fortunatamente per noi, pur essendo ormai le 21:30, abbiamo trovato la cooperativa che assicura la visita ai luoghi del commissario più noto d’Italia ancora aperta e disponibile, anzi, disponibilissima e divertente. Così ho iniziato il giro con Lida, entrando in quelli che per me erano semplici locali e uffici, mentre per lei erano un ritorno al passato, alla storia, al mito del “Montalbano sono!” Ma così sono i personaggi di culto.
Io a dire il vero mi sono deliziato di più nel contemplare i tanti segni del barocco che in Sicilia veramente sembra di casa; con il contorno di santuari e conventi che sembrano appollaiati sui monti vicini, quasi a guardia del paese.
E per non dilungarci troppo: domenica 29 – dopo un lieto girovagare per il mercatino domenicale di santa Lucia, uno sguardo al sepolcro e al doveroso Caravaggio, nel pomeriggio era d’obbligo una visita al parco Neapolis, con il teatro greco di Siracusa. Un lungo giro tra le latomie, finalmente visibili (sono ormai 2 anni che mi trovo a Siracusa e ho finalmente potuto vedere il gigantesco ficus, la pseudotomba di Archimede, la grotta dei Cordari… e poi la cavea. Mi è quasi dispiaciuto, però, che per le visite turistiche non si possa passeggiare nella platea, almeno il corridoio centrale, per godere un po’ meglio dello spettacolo.
E verso le 19 e qualcosa, il sole al tramonto sul teatro è davvero uno spettacolo. Fino ad oggi con repliche quotidiane 😉
Ecco per concludere qualche immagine di questi due giorni, dal mare a Modica, da Scicli al Teatro Greco