Finalmente il castello Eurialo

Finalmente il castello Eurialo

Sono ormai da 4 anni qui a Siracusa e finora tutti i tentativi per visitare il castello Eurialo sono andati in fumo, vuoi per le chiusure incomprensibili, la pandemia isolazionista, la mancanza di fondi regionali, ecc. ecc. L’ultimo tentativo a fine maggio era sfumato per un’allerta meteo! Ma finalmente questo sabato 3 giugno sono potuto entrare nei sacri recinti del castello, complice una lodevole iniziativa del Siracusatour.

L’idea di un giro in solitaria l’avevo già tentata in precedenza, ma il parco che racchiude il castello è davvero enorme e non avrebbe molto senso visitarlo senza una qualche guida, perché il degrado del tempo è stato davvero notevole, soprattutto per la parte esterna e non è per niente facile raccapezzarsi o comprendere i vari elementi. Anche perché, come ci ha riferito la guida, a fine 1800 e agli inizi del 1900 molte delle pietre che gli spagnoli avevano tolto dalla zona del teatro greco (dopo il sec. XVI) per consolidare le mura di Ortigia, sono state riutilizzate nell’opera di bonifica della zona dei Pantanelli (un nome che rivela immediatamente la presenza delle malsane palude in quella zona); e tutta la superficie del castello brulica letteralmente di massi che un tempo dovevano costituire la possente sagoma del castello.

Ma non parlatemi di castello, il termine giusto sarebbe fortezza, ha esordito la nostra guida (che per ironia della sorte, o per fato, si chiamava proprio “Castello”). Qui siamo di fronte alla madre di tutte le fortezze, e anche dei castelli medievali e successivi. In tutta la Grecia antica non esiste un manufatto simile e forse soltanto a Selinunte c’è qualcosa di analogo. Da questa opera nasce l’idea di un edificio a difesa del territorio, con tutti gli attributi che nei secoli vi si sono condensati. Fossati difensivi? Qui ce n’erano ben 3. Ponte levatoio? Anche quello c’era… per non parlare dei camminamenti, dei falsi corridoi, dei trabocchetti mortali e delle segrete. E stiamo parlando di un’opera di circa 2500 anni fa, all’epoca in cui Cartagine stava erodendo l’egemonia marittima della Grecia. Per la nostra guida sugli spalti della fortezza dovevano essere posizionate anche alcune macchine da guerra di Archimede (e si è poi lanciato in una dotta dissertazione per ricordarci che gli specchi ustori probabilmente sono un’aggiunta posteriore e apocrifa alla leggenda del genio siracusano). Insomma, sentire la storia di questa fortezza equivale a ripercorrere un po’ l’intera storia di Siracusa antica, dal tiranno che l’ho fatto costruire (che poi tanto “tiranno” forse non era, visto che come premio ai lavoratori più solerti li invitava persino a pranzo a casa sua!) fino alle guerre che ha dovuto sostenere, a difesa della città siracusana. A quei tempi, prima della conquista romana, era decisamente la capitale della Sicilia, con i suoi 27 km di mura e le opere imponenti di cui era ricolma. Ma per tutti i dettagli è molto più esauriente la pagina di Wikipedia.

Insomma, il nostro folto gruppo ha iniziato la visita guidata proprio dalla zona dei fossati, percorrendo con calma il perimetro esterno, dove possibile, e quindi entrare proprio nelle viscere del castello, che è attraversato da alcuni cunicoli sotterranei interamente scavati nella roccia (uno di questi supera i 180 m di lunghezza!). Difficile immaginarsi come poteva apparire un tempo questa fortezza e l’organizzazione del giro aveva preparato una serie di fascicoli con le ricostruzioni ipotetiche dell’aspetto esterno; sul loro sito è visibile un suggestivo video che riproduce questo possibile scenario.

A conclusione del giro, l’organizzazione ha proposto un momento di ascolto, suggerendoci di spaziare con gli occhi e il cuore sul panorama incredibile che si può cogliere da questo luogo così strategico e al tempo stesso suggestivo (nelle giornate serene lo sguardo spazia dalla Calabria a Portopalo), facendoci ascoltare alcune righe di Edmondo de Amicis (proprio l’autore di Cuore), che nel 1908 ha pubblicato anche un libro di viaggi intitolato “Viaggio in Sicilia”:

Tramontava il sole: l’orizzonte era d’oro, le acque dei ponti d’oro, tutto quanto s’alzava sopra la terra e sorgeva dal mare disegnava le sue forme nell’oro. D’ev’essere stato un tramonto simile quello che fece dire al Carducci: Bello come un tramonto di Siracusa.

Sul sito di Antonio Randazzo è possibile visualizzare anche questa ampia presentazione della fortezza.

Ecco ancora il link per visualizzare la ricostruzione in 3D del (probabile) aspetto del castello Eurialo.

giugno 2023 – e da qui è possibile guardare l’album fotografico sul castello Eurialo

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