Fosse anche una metaborgatara…
Sono partito da Siracusa da ormai 4 mesi, ma per i ricalcoli del web ogni tanto le notizie che mi scorrono in prima pagina inseguono ancora le vecchie impostazioni. Così ieri mi è capitato così di rivedere immagini note, ma con un titolo che non mi aspettavo. Riguarda una piccola campagna di sensibilizzazione per il progetto Metaborgata, che si sta svolgendo proprio a Siracusa, e proprio nelle zone che fino a poche settimane fa erano anche le “mie zone” di vita quotidiana.
Il titolone di Repubblica era di quelli più orientati ad agitare le acque che a progettare un futuro migliore, ma sappiamo bene che questo è spesso il piglio normale dei giornali: polemica tra Curia e associazioni…, grosso modo il testo dell’articolo riprende quello pubblicato dalla testata locale di Siracusanews e anche da Siracusaoggi. Logico che il passaggio dalla ribalta locale a quella più ampia del paese intero può contribuire ad alimentare malintesi e l’inseguimento di qualche polemica. Il tutto a meno di una settimana dall’inizio dei festeggiamenti per s. Lucia, gesti antichi che ancora, dopo l’arresto prolungato a causa della pandemia, faticano a riprendere con il ritmo consueto della tradizione.
E l’importanza grande di s. Lucia si avverte quasi più al di fuori della Sicilia che dal suo interno. Caravaggio in un paio di mesi ha realizzato un quadro che ancora oggi, dopo secoli, desta ammirazione nella basilica a lei dedicata; poche chiazze di rosso luminoso, e una composizione insolita riescono a narrare un’esperienza che ha valicato i secoli. E ricordo amici delle valli bergamasche in attesa dei doni che la santa portava, sulla groppa del suo asinello proprio nella notte del 13. Per non parlare dei festeggiamenti svedesi, dei problemi di calendario che ne avevano consolidato l’importanza (il giorno più corto…). E’ una cornucopia di tradizioni e narrazioni.
Continuando nella lettura dell’articolo, vedo poi che trovano ampia eco le parole di Viviana, una delle promotrici del progetto, con il quale abbiamo direttamente collaborato. Avendo vissuto queste cose dal loro interno, la percezione che ne ho adesso, complice il distacco ormai completo e la lontananza, possono favorire alcune riflessioni.
Le immagini in questione erano già state diffuse da tempo e nelle attività svolte in piazza (sopra ho riportato alcune immagini dell’evento che si era svolto nel dicembre del 2022) lo scopo di creare appartenenza e collegamento tra le varie comunità era evidente; la scelta di questo messaggio simbolico, faceva leva proprio sul ruolo di un personaggio così emblematico e caro a tutti i presenti, ne avevamo anche noi una, nella nostra sede e ogni tanto ci veniva in mente di collegarla con l’altra immagine che avevamo scelto per accogliere le persone che ogni giorno entravano da noi, presso il centro CIAO.
Si tratta delle riproduzione della Madonna di Loreto riprodotta qui a fianco, realizzata dalla pittrice M. Gallucci, che avevamo contattato per poter inserire nel nostro ambiente questo simbolo che ci aveva immediatamente colpito. Tante le persone che coglievano in questa immagine un messaggio chiaro di accoglienza, di fragilità, di evocazione di un dramma con il quale molti, troppi, avevano a che fare. Senza nessuna polemica, perché di volti simili ne entravano ogni giorno, ciascuno con un differente carico di angosce e difficoltà.
Mi auguro semplicemente che l’impegno concreto di tanti e la buona volontà di tutti quelli che vedono in s. Lucia un esempio da seguire e non solo una tradizione da perpetuare prenda il sopravvento su questi incidenti di percorso.
Certamente, a volte la comunicazione si arrotola su piccoli corto circuiti, si informano prima gli amici, le associazioni che tanto sappiamo bene sono impegnate a lavorare senza badare troppo alle didascalie delle immagini, senza nemmeno badare troppo alle immagini, che per altre sensibilità possono risultare un po’ spiazzanti; forse coinvolgere fin dall’inizio i francescani della basilica (che dal 1600 vivono con dedizione questo impegno)… ma è anche vero che la realtà di oggi è notevolmente diversa da quella di un tempo, fosse anche solo il tempo di pochi decenni fa.
Oggi Siracusa, una città demograficamente in calo rispetto agli inizi del secolo, conta circa 116mila abitanti e gli stranieri residenti sono in discreto aumento, rappresentano praticamente il 5% del totale e corrispondono ad oltre 5.000 persone. La comunità straniera più numerosa è quella che proviene dallo Sri Lanka con il 23,7% di tutti gli stranieri presenti (e si tratta in gran parte di persone di religione cattolica), seguita dal Marocco (14,3%) e dalla Romania (8,0%). Meglio conoscerli i numeri, altrimenti si rimane sempre un po’ troppo sul vago, a questo link si possono scoprire altri dati in proposito.
Il 13 dicembre non è lontano, in quei giorni la piazza brulicherà di gente; da sempre le piazze sono luogo di incontro e di eventi, ricordo ancora quelli svolti pochi mesi fa per il conflitto ucraino e sappiamo bene quanto siano lunghe certe strade. Ci auguriamo di poter continuare a percorrere insieme questi sentieri sapendo che a volte può essere un po’ difficile e problematico. Come la vita, d’altronde.