si parte sempre, spesso si arriva altrove

si parte sempre, spesso si arriva altrove

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Come si usa il tempo in rete? Spesso le intenzioni sono buone, si inizia da una ricerca necessaria, si vuole approfondire un tema… poi il mouse ci prende la mano e tra un link insolito e una curiosità suscitata da accostamenti imprevedibili ci si ritrova ad esplorare pagine che non si sarebbero mai cercate. Stavo sfogliando un po’ di amici su FB, vedo a destra il suggerimento che uno dei miei amici è fan di Marco Frisina, il sacerdote compositore che dal 2000 in poi tutti associano alla colonna sonora del Giubileo. Comincia la caccia. Perché appena arrivato sulla sua homepage www.marcofrisina.com ecco uscire dalle classe proprio “quel” tipo di sonorità. E una sorpresa: si parla di un musical sul poema di Dante. E non di una piccola cosa: un kolossal visto e apprezzato da 250mila persone. Ecco uno degli effetti collaterali nel vivere dove vivo, ai confini del nulla 🙂  certe notizie se non arrivano dal web non arrivano proprio. Mi incuriosisce che per il casting della prossima edizione la strada scelta dagli organizzatori è proprio quella del web. Si visita una pagina, si manda il proprio curriculum e ci si mette in contatto. Niente di strano: dovrebbe essere così, oggi, la vita.

Venivo da un’altra pagina, più tecnica, TechCrunch, dove un tizio ha chiesto ai visitatori come gli sarebbe piaciuto un portatile veramente funzionale: invece di scegliere tra i tanti modelli, ci si mette d’accordo, si vede quali sono le richieste della maggioranza e su quel target specifico si indirizza la ricerca e la realizzazione. Ci sono persino dei prototipi, funzionanti. Probabilmente ci si arenerè nella fase finale, del progetto e della costruzione pratica dell’oggetto. Magari alla fine i prezzi saranno così lievitati da vanificare tanta fiducia dal basso.

La Rete, senza dover tutte le volte richiamare la sigla 2.0, funziona ormai in maniera affidabile, più affidabile di tante altre trappole moderne (ad esempio della Social card?).

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Un pensierino che sarebbe ormai facile da trasformare in realtà è quello di iniziare concretamente a spostare il proprio lavoro “in” rete, non solo “con” la rete. Sto completando in questi giorni un sondaggio svolto con alcuni docenti. Avevo due alternative: carta, distribuzione, raccolta e lunga valutazione oppure aguzzare l’ingegno. Ho trovato molto più fattibile e conveniente realizzare il sondaggio con la nuova funzione dei Moduli di Google Documents (basta avere un account su Gmail e la cosa diventa automatica). Una volta preparato il modulo l’ho inserito su una pagina web e ho comunicato l’indirizzo (www.maristi.it/sondaggio.htm) via mail alle persone che dovevano compilarlo (ma senza dover gestire una pagina web è sufficiente inviare un link tramite la posta) . Man mano che le persone rispondono viene creata una nuova riga nel documento finale, sempre aggiornato, in modo da poter iniziare da subito a fare valutazioni e tirare le somme…

Il timore di non sapere esattamente DOVE sono i nostri documenti, che garanzie di sicurezza ci sono, che affidabilità può avere un sistema del genere, poco alla volta lasceranno il terreno alla comodità di avere sempre, ovunque esista una connessione, i nostri preziosi documenti. Già oggi lo spazio regalato da Google è più che sufficiente nella maggior parte dei casi, perché i documenti (Word o Excel) sfrondati da immagini, video e musica, sono spesso poche manciate di byte.

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