Se fossi un rifugiato…scapperei!
Sono le parole di una delle nostre mascotte del CIAO, poche manciate di anni, scuola primaria. Tanto vere quanto tragiche… ma per la giornata del Rifugiato 2020 mi sembrano calzare a pennello.
Era da tutta la settimana che con la Comunità marista e con gli amici stavamo progettando qualcosa, ci sembrava importane riallacciare le fila di un impegno che il lockdown aveva praticamente tranciato; da pochi giorni è perto parzialmente anche il Ciao. Ma se ormai sembra che tutto sia ripartito, diamoci da fare per le cose più necessarie.
Anche l’ufficio Migrantes si è rimesso in moto e ci fa piacere ogni tanto essere un po’ di stimolo per questa cosa. Ma il vero stimolo era stato fr. Emili Turu (insomma, uno che è stato Superiore Generale dei Maristi deve per forza avere il fiuto buono!) che ci aveva sottoposto il documento elaborato dalle associazioni religiose in anteprima, così di poterne anche essere firmatari. Non cambia le cose, ma aiuta a cambiare noi. Se non altro sei obbligato a leggerlo con attenzione.
Abbiamo cercato di fare un po’ di battage, prima con il documento firmato, poi con il comunicato stampa della Diocesi di Siracusa e poi con le indicazioni per l’attività del sabato pomeriggio. Ora che sul sito del Ciao è presente anche il resoconto dell’evento, mi accorgo che un po’ di tempo e attenzione gliel’abbiamo dedicata. Ma può essere solo un punto di partenza, perché in questa condizione sono molti dei nostri amici a navigare…
Nella mattinata di sabato, complice don Luigi dell’Ufficio Migrantes e il responsabile della comunicazione della diocesi, c’è stata una rapida intervista su FMItalia per parlare dell’evento del pomeriggio. Probabilmente l’avremo ascoltata solo noi due che parlavamo, nonostante la brevità, ma come detto prima, anche questo obbliga a chiarirsi le idee.
Ci pensavo nel pomeriggio, quando in piazza Minerva vedevo la gente passare davanti alle foto, ai cartelloni… uno sguardo incuriosito non si nega a nessuno e poi costava nulla; c’erano anche alcuni dei nostri ragazzi, che la parola rifugiato la vivono non come optional da calendario. Con loro ci tocca quasi ogni giorno toccare con mano la difficoltà di coniugare le buone parole (come diceva Mattarella? protezione e accoglienza…) con le lungaggini burocratiche per chiedere anche solo un documento. In questo periodo in molti hanno il permesso di soggiorno scaduto, prorogato d’ufficio ma senza prospettive chiare per capire fino a quando. E se devi fare un documento ti succede che le pezze giustificative non bastano mai.
Durante il lockdown sembrava bello che si potessero fare i documenti tramite mail, da inviare all’Anagrafe di Siracusa. All’inizio mi hanno anche risposto, ma poi i tempi della mail si sono gemellati con quelli delle code solite: voce del verbo attendere! Nella prossima settimana sperimenteremo in concreto quanto tempo (e pratiche) serviranno per un semplice cambio di residenza!
Siamo rimasti nella splendida Piazza Minerva fino alle 22, serata calda e tranquillissima, estate ormai piena (anche se era solo il primo giorno), con i tepore di queste mura e colonne che sfidano i secoli. Discutendo con amici di Siracusa sul fatto che basterebbe veramente poco per rendere splendida questa città dalle potenzialità incredibile. Ma continuano a dirmi “ma qui è così, cosa ci vuoi fare, non puoi pretendere“.
Ma io un pizzico di pretesa credo sia giusto continuare a metterla in conto.
E qui ci sono anche tutte le foto, condivise con il Ciao