Forza, venite tutti…
Molti ricordano ancora con gusto speciale il musical “Forza Venite Gente”, che dagli anni ’80 ha girato un po’ l’Italia, rinfrescando e riproponendo in chiave rock la figura di san Francesco. Bene, il nostro tour di domenica 1 settembre è stato invece un semplice recarsi presso la città di Assisi, ma ovviamente dire Assisi e intendere Francesco è praticamente una cosa sola.
I nostro gruppo dei magnifici 7 era quasi al completo, mancavano solo Qalista e Fabricio; anche queste piccole differenze e scelte fanno parte del graduale gioco di accettare le scelte individuali. In compenso era con noi anche Nicholas, ferratissimo traduttore spagnolo-inglese di questi giorni con Graham (ma di lui parlo alla fine dei suoi interventi). Così alle 7 del mattino siamo partiti. Strada nuova (per gli altri) dettata un po’ dal caso e un po’ da Waze, così verso le 9 e qualche giramento (!) in più eccoci arrivati nei pressi di S.Maria degli Angeli. Dopo la messa delle 10 ci siamo deliziati tra la Porziuncola, il Roseto, i tanti ricordi di Francesco, per poi andare nella città vera e propria. Dati i tempi abbiamo pensato di risolvere subito il problema del mezzogiorno, gustando alcuni dei piatti tipici in un locale vicino alla centralissima piazza del Comune.
E che sorpresa scoprire, grazie alla chiacchierata con uno dei camerieri del ristorante, gli stretti legami tra Assisi e alcune città americane, in primis quella Los Angeles che altro non è se non “Nostra Signora degli Angeli della Porziuncola…” perché questo è il suo nome completo; e poi via con gli altri nomi, San Diego, San Francisco che corrispondono semplicemente al giorno del calendario in cui i francescani “scoprivano” e iniziavano questi nuovi insediamenti…
E poi di nuovo a girovagare per le stradine di Assisi, tra case e mura di pietra rosa che ci mettono poco a trasformare di colpo il tempo attuale in quel tempo. La Basilica, sia il livello superiore che inferiore, la cripta con la tomba di Francesco, gli affreschi e le mura che rivelano ancora le profonde ferite dell’ultimo terremoto del 1997, le pietre e le persone che si fermano in silenzio… è sufficiente l’elenco dei luoghi per toccare i cuori. Poi abbiamo ripreso la strada che lentamente attraversa il comune, con una sosta nella piazza centrale, una divagazione nella chiesa di s.Maria delle Rose, perché Luke, avendo ancora fresco il ricordo di quando, qualche anno fa, ha passato 4 giorni qui ad Assisi, ci teneva a mostrarci questo luogo e in particolare l’intuizione di questo artista, Guido Dettoni, con la sua originale interpretazione di Maria da tenere in mano.
Poi si prosegue con una rapida incursione in S.Rufino e una più calma sosta in S.Chiara, lasciandosi interrogare e stupire dal crocifisso che ha smobilitato in modo così evidente la vita di Francesco.
Ultima tappa, san Damiano, il piccolo convento rimesso a nuovo da Francesco (va’ e ripara la mia chiesa….) e abitato da Chiara per tutto il resto della sua vita. Fatichiamo oggi a cogliere la novità di certe scelte, la freschezza e l’entusiasmo necessari per contagiare così tante altre vite ed esperienze. Salendo sulle scalette di pietra, sbirciando dalle finestrelle, guardando i luoghi semplici e quotidiani si prova almeno a calarsi in quel contesto. Bello e originale il luogo che ripercorre la storia del Laudato sii’, con xilografie e delicati commenti alla genesi del testo; basterebbe guardare dalle finestre per capire come il panorama stesso abbia bisogno di questa didascalia per una vita migliore. Mi piaceva sottolineare che quando Francesco ha composto la preghiera non era certo in condizioni ideali.
Avevo letto un tempo che i dolori agli occhi erano così acuti che i cerusici del tempo avevano tentato di ridurre il flusso sanguigno, in che modo? con ferri roventi avevano cauterizzato le vene intorno agli occhi di Francesco, e per completare la scena un po’ kitsch, come disinfettante i dottori consigliarono pipì di bambino piccolo… Ce ne sarebbe abbastanza da mandare tutti a quel paese, e nemmeno in modo elegante. E invece come se ne esce il poverello di Assisi? Laudato sii!
Ogni tanto mi ricordo che non abbiamo il diritto di lamentarci.