E visto che siamo in ballo…
Ovviamente balliamo! E dopo la celebrazione di giovedì sera, alla presenza degli ormai amici del gruppo Horizontes, delle comunità di Lavalla e dell’Hermitage, rimaneva ancora una promessa da concludere.
Una vera promessa, proprio come quella che Colin, Champagnat e gli altri loro amici avevano sigillato a Fourviere nel 1816, il 23 luglio, appena dopo la loro ordinazione sacerdotale, per dar vita alla famiglia marista. Il giorno dopo, un po’ alla chetichella, Marcellino era tornato per affidare il suo sogno, una famiglia di fratelli, sempre a Maria. E noi volevamo fare lo stesso!
Nelle ultime settimane avevamo lavorato insieme al Pact, un testo nel quale condensare sogni, promesse, idee, suggerimenti, intenzioni. Discusso parola per parola (in inglese), limato dalla nostra avvocata Qalista, tradotto con certosina pazienza in spagnolo, approvato da tutti, restyled by Fabricio. Il testo era pronto, così venerdì mattina siamo partiti per l’ultima giornata insieme; via col pulmino (non ho nemmeno contato quanti km ho fatto in questi 2 mesi, come autista quasi ufficiale… ) alla volta di Lione. Gps puntato sulla basilica e senza intoppi siamo arrivati a mezza mattinata. Avevamo ovviamente avvisato e prenotato per svolgere questa piccola cerimonia nella parte antica del santuario. E con noi c’era anche Ernesto, il superiore generale, più “ufficiale” di così…
Due parole di introduzione di fr. Jeff, un rapido saluto di Ernesto poi abbiamo letto con calma e attenzione il testo che ciascuno ha poi firmato sull’altare del santuario. La statua e l’ambiente tutto rimandavano al momento importante di Marcellino, ma era un momento forte anche per noi. Spostarsi dalle Fiji al Brasile, dalla Malesia alla Romania, dal Mexico al Bangladesh… non sono certo passeggiate.
Al termine, dopo il canto della Salve Regina, come recitava il permesso che ci avevano consegnato, c’era la possibilità di scattare “una o due fotografie”; Fabricio ha pensato bene di interpretare in modo meno restrittivo questa indicazione 🙂
E poi tutti insieme, come una semplice famiglia in scampagnata, siamo scesi verso il cuore della Lione vecchia, una città piena di charme, fascino e suggestione. Abbiamo pranzato insieme (questa volta lo sponsor era nientemeno che Ernesto, mica potevamo rifiutare) e poi abbiamo gironzolato un po’ per il vecchio quartiere lionese. Cioé, qualcuno si è limitato a quattro passi e una panchina, mentre io sono andato alla ricerca delle traboules…
Cosa sono le traboules? erano e sono dei passaggi interni alle case che collegano in modo molto spiccio alcuni tratti di strade, per evitare troppi giri, sono un’eredità medievale e permettono di entrare proprio nel cuore del quartiere, quasi di entrare nelle case; sono passaggi pubblici, ma spesso nascosti dietro una porta, rigorosamente aperta; chi conosce entra e passa veloce… Se ne contano ancora un centinaio, quasi tutti nella città vecchia. E si respira quasi un’aria di antico qui in mezzo, tra scale a chiocciola e rampe traforate di finestre.
Ok, meglio che le parole possono diventare utili adesso le immagini.