che Twitter sia con voi… • 5 maggio 2009
Neanche tanto tempo fa, entrando in chiesa si poteva incontrare un cartello, vi campeggiava un bel cellulare con la sbarra rossa del divieto: un segnale stradale che invitava a spegnerlo e non disturbare le celebrazioni. Richiamo tanto saggio quanto spesso dimenticato, con effetti grotteschi e spesso incivili, anche se oggi quando suona un cell in chiesa non è tanto la figuraccia di averlo dimenticato acceso, quanto il fatto di non essere capaci ad impostare il modo silenzioso e il vibrato…
Che sorpresa invece trovare un cartello con una bella tastiera o un portatile wireless e l’invito a “coraggio, usa anche tu Twitter per restare collegato con il Signore”.
Già, la chiesa ha da sempre utilizzato le innovazioni tecnologiche: vedi la stampa, che praticamente nasce per e con la diffusione della Bibbia e si muove di convento in convento (i primi esemplari di stampa alla Gutenberg li troviamo a Subiaco, nel convento benedettino!); perché meravigliarsi che anche oggi, in qualche chiesa, ci siano persone convinte che tutto, dal cuore al corpo ai vestiti al cellulare, possa entrare nell’esperienza religiosa?
Ammettiamolo, sarà difficile sentire nella predica domenicale un invito a mandare, via twitter, le proprie esperienze di fede, quelle brevi frasi, a metà tra i baci perugina e le frasi del Qoelet. Eppure…
in questa pagina viene presentate http://www.charlotteobserver.com/479/story/660881.html l’esperienza di una chiesa americana, una delle tante confessioni protestanti, dove si fa largo uso di tecnologia per comunicare e diffondere il vangelo.
Sui quotidiani Usa (ne parla anche il settimanale Time) viene definita una chiesa rock&roll e l’etichetta già contiene un chiaro giudizio; visitando il sito, tecnicamente agguerrito, di questa che si definisce la chiesa del prossimo livello (http://www.nextlevelchurch.org/) si corre un po’ il rischio di confonderla con la brochure di qualche ditta in cerca di posizionamento. E favorire l’uso di Twitter, inviando rapidi commenti agli amici con il cellulare, durante le prediche, ci lascia sicuramente perplessi. Qualche fedele però rileva che queste cose ormai le usiamo dappertutto, quindi perché non anche nella vita di fede?
E in effetti sono tante le opportunità per un uso creativo di questi micro-messaggi.
Quello che forse preoccupa è il moltiplicarsi di strumenti interessanti ma sempre meno facili da gstire. Abbiamo poco tempo: non possiamo dedicare 10 minuti a Msn, un po’ a Skype, chattare con Gtalk, sbirciare la bacheca di Facebook…
Per fortuna stanno nascendo anche strumenti che raccolgono tutti i nostri contatti in un unico centro comunicativo. Programmi come Nimbuzz, Fring,Coccinella (basta cercarli con Google per scaricare sul proprio PC la versione giusta) cercano di mettere un po’ di ordine in questo proliferare di contatti. Con un solo accesso (un nominativo e una password sola) si possono raggiungere tutti i propri contatti.
La koinè degli amici è salva.
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