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Categoria: digital

Il posto della postepay

Il posto della postepay

Non pensavo che sarebbe stato così difficile ottenere una postepay per un carissimo amico. Da quando mi ritrovo qui a Giugliano ho sempre il timore che alcune pratiche, alcune procedure e altre attività che si dovrebbero fare e ottenere in pochi passaggi, richiedono invece un surplus di pazienza e di quel non so che locale… che invece mi piacerebbe evitare. Ma andiamo con ordine. Il primo giorno ci siamo recati insieme presso l’ufficio postale vicino alla “villa comunale” (il nome un po’ ampolloso che da queste parti si dà ai giardini pubblici); dopo quasi 20 minuti di infruttuose procedure da parte della incaricata, ce ne torniamo con le pive nel sacco. La risposta? Semplice: “Non c’è abbastanza linea e il sistema non riesce ad andare avanti” Inutile spiegare che se non c’era abbastanza ampiezza di banda per la connessione non sarebbe stato possibile nemmeno iniziare la procedura di registrazione, …. Pazienza!

Il giorno dopo si va presso l’ufficio principale. Attesa normale, gente cortese e simpatica, tutti ben disponibili, ma… dopo mezz’ora di inutili tentativi, dopo aver inserito nome, codice fiscale e tutto quanto, ci rimbalzano la medesima risposta: “non c’è abbastanza linea”. Non è dato di capire le pezzature di Internet che sono in uso alle Poste. Anzi, ci chiedono di chiamare il numero verde per capire qual è il problema. “Ma come? non siete voi le Poste?”. A quanto pare non è sufficiente. E arriviamo al terzo giorno; ormai, tra attese, code e ripetizione dei medesimi passaggi conosciamo già metà degli operatori, sempre cordiali e gentili, ma incapaci di fornire una concreta risposta. Dopo l’ennesimo tentativo inutile di inserimento dei dati, sembrano anche loro disarmati. Ci trascrivono il segnale di errore che compare a video (sic!) e ci dicono espressamente di chiamare il n. verde e segnalare la cosa. Ma non ci danno nessun codice di errore o cose concrete, sullo schermo compare un generico “impossibile procedere”. Chiediamo che siano loro a telefonare, sentire il loro back-end. Tutto inutile.

Sembra incredibile e assurdo, dobbiamo chiamare noi direttamente il n.verde e segnalare la faccenda, fornendo anche alcuni indizi che ormai ci sembrano evidenti, ma che il personale delle Poste NON è in grado di gestire. Quale potrebbe essere il problema? Una normale vicenda di burocrazia italiana. Il mio amico è nato in provincia di Cagliari, ma poi le vicissitudini hanno portato ad un cambio di provincia, e poi ancora, nel 2016, un terzo cambio di provincia. Ora il suo paese natale è nella fantomatica provincia di SU (Sud Sardegna…) Il mio timore era che nei database di Poste.it questo passaggio non fosse previsto con chiarezza e quindi l’abbinamento residenza#provincia avesse qualche problema. Un banale bug software. Ma non lo sapremo mai, perché dopo aver fornito questa pista di ricerca, nel giro di un paio di giorni ci danno la risposta che… “tutto a posto”, ci registriamo, la provincia sembra coerente e possiamo finalmente completare la procedura, con la nuova postepay in tasca. Quasi una settimana di va et vient dagli uffici ;-( 
Non so se questa è l’Italia, ma di sicuro è Giugliano.

una mattinata a spasso x tablet school

una mattinata a spasso x tablet school

Questa è solo una bozza, e sicuramente resterà così, ma può essere utile per avere sotto mano una carrellata di idee ed esperienze didattiche innovative.
Sabato 3 febbraio, presso il Leone XIII si è tenuto l’evento Tablet School, organizzato da ImparaDigitale (avete presente Dianora Bardi?, proprio lei)
Molti gli argomenti presenti nei vari stand e le idee che si possono tranquillamente “clonare”; mi sono preso un po’ di tempo per dare un’occhiata ed esplorare le diverse proposte (oltre 20), anche per sentire direttamente le persone, toccare con mano non solo i progeti didattici ma gli aspetti organizzativi, di contorno (dall’implementazione software alle scelte hardware!)
Qualche idea, un po’ alla rinfusa, visto che anche Amazon considera il disordine una strada spesso provvidenziale e più efficiente dei complicati algoritmi di sort.


RoboticaHo potuto sperimentare in concreto il progetto Sam LABS, una valigetta con numerosi sensori programmabili, distribuzione a cura di Monti Russo.
Esiste una piattaforma Cloud x simulare i vari progetti, anche in modalità virtuale; certo che provare le cose “dal vero” è ben diverso!

ecco il link per curiosare
https://eu.samlabs.com/pages/get-started


C’erano numerose iniziative didattiche che avevano il proprio focus sul TabLet 
Ho seguito ad esempio l’della prof. Norcini Sabrina, simpatica e motivata, insegna a Somma Lombarda, e ha presentato una esperienza di cooperative learning (il JigSaw) avente come argomento centrale gli UK, il tutto in inglese), erano presenti anche i suoi ragazzi di 2 media, belli contenti con le loro magliette colorate di mostrare al pubblico come si realizzare un Jigsaw in concreto. Usando magliette colorate si semplificava il lavoro: ognuno diventa esperto di un paragrafo, poi ogni esperto spiega al compagno il suo pezzo, fa vedere lo schema, fa le domande, alla fine si uniscono le domande in un kahoot

I materiali utilizzati li trovate qui.

https://www.tes.com/lessons/LOsyN2m8j3xlMA/unit-3-17-18-simple-past-regular-and-irregular-verbs-part-2

interessante l’utilizzo nella “lezione” di altre risorse stimolanti per i ragazzi, come Wordart.com e Quizlet e l’onnipresente Kahoot

In particolare ho apprezzato l’uso di quizlet.com, un ambiente ideale per lo studio delle lingue, offre numerosi strumenti per il rinforzo dei termini e la corretta scrittura.

Diversi docenti si mostravano interessati alle potenzialità di 
Padlet.com. Altri ancora si sono già cimentati nel lavoro-gioco con Classcraft.com, un modello di gamification da utilizzare in classe. Iscrivendosi come Teacher e utilizzando un semplice account di base (free), si possono realizzare situazioni interessanti. Per conoscere meglio questa risorsa esiste un blog

https://www.classcraft.com/blog/

Naturalmente si possono trovare numerosi tutorial su Youtube, ecco il primo di un terzetto…

https://www.youtube.com/watch?v=4mmhwDrtMzg

Siamo nell’ambito della gamification, una strategia didattica che fa leva sul fascino del gioco come strumento di apprendimento, si cerca di trasformare il contenuto da apprendere come traguardo da conquistare mediante un gioco:

Uno stand presentava una app per lo studio del latino, nomen omen: www.Alatin.it 

Alatin è un corso di lingua basato sull’apprendimento per padronanza o “Mastery Learning”. Il docente non assegna un compito, bensì un obiettivo comune a tutta la classe, ad esempio “3ª declinazione”. Gli studenti sono tenuti a completare tutte le lezioni pratiche comprese nella 3ª declinazione, ma la mole di esercizi che toccherà loro varierà in base al numero degli errori compiuti nel corso delle lezioni.

Stampa 3D e Arduino, due docenti, uno di tecnologia e uno di informatica, hanno presentato l’esperienza di monitoraggio in tempo reale di una pianta, mediante un sensore di umidità, la stampante 3D era presente solo perché il vaso è stato stampato in 3D, non per altri collegamenti didattici.
Il software realizzato (in C++, mediante la IDE di Arduino) è abbastanza facile e intuitivo: se il valore di umido è minore di una certa soglia si accende un segnalatore luminoso.

Realtà virtuale e didattica; alcune sw-house si stanno dando da fare per realizzare ambienti educativi immersivi dove far vedere i vari elementi in modo concreto; il visore a disposizione ti inserisce nell’ambiente, sulle figure ci sono link da aprire e cartelli da visualizzare (non ancora con il doppio clic oculare, ma con la pressione di un bottone sul visore). In questo settore Samsung è particolarmente presente e avanti.

Anche in questo caso il riferimento era la ditta Monti Russo, la docente che presentava i vari strumenti era la prof. Bralia

Per finire, ho dato un’ultima occhiata ad uno stand molto interessante, WebTools per la Clil, presentato dalla rockettara dark Panzarella Angela :-), esperta Clil e maestra di scuola primaria (i suoi nanetti ne devono vedere delle belle!)
Angela.Panzarella, AT gmail.com, mi ha inviato la sua presentazione; spread the word all over the world

Ecco una rapidissima sintesi dei principali webtools che Angela ha passato in rassegna:

  • Kahoot, esiste anche una modalità per presentare un ripasso prima della somministrazione 
  • Wordart.com x creare figure fatte di parole, selezionate dai ragazzi, per concentrare il focus sulle parole (nella clil è utile anche solo il …scriverle e riscriverle) 
  • Padlet.com una sorta di bacheca x testi e immagini che riscuote particolare successo 
  • Animoto per radunare i vari materiali che diventano così una slideshow 
  • Rubistar , per creare rubriche di valutazione, molto apprezzata dalla Panzarella 
  • Creately x effettuare una swot analysis, con vari templates 

provate anche voi a dare un’occhiata a questi strumenti e ad integrarli nelle vostre lezioni: i ferri del mestiere cambiano in fretta!

E per finire, un piccolo album fotografico sul Tablet school day del 3 febbraio a Milano

ritrovare vecchi pezzi in rete

ritrovare vecchi pezzi in rete

Un tempo ci si dedicava alle pulizie di primavera, si attendeva la bella stagione quando spalancare le finestre non equivaleva a prenotare un raffreddore e si iniziava a spostare, riordinare,  pulire, recuperare i pezzi, le scatole, rimettere in ordine…

Oggi  si pensa e si lavora in digitale, si rintracciano i vecchi documenti, i file, porzioni temporanee di cose scritte o pensate, appunti di passato

Curiosando sulle vecchie pagine el e directory ne ho ritrovati un po’ che sicuramente non pensavo di  aver sparpagliato.

Nel primo sito web che ho usato per parcheggiare materiali c’era, nel titolo, come sempre, il termine “senape”, e quindi cercando su Google la stringa col mio nome e senape… sorpresa: questo me l’ero dimenticato… ecco allora che mi sono divertito a riprendere i post e riportarli qui 😉

Il sito era (e forse è e sarà per un po’ di  tempo ancora….) a questa URL

https://1granellodisenape.wordpress.com/

un po’ più antico di  quello successivo…

http://www.maristi.eu/senape/    che tra non molto verrà ‘asfaltato’…

il primo post era del dicembre 2008

E proprio 6 anni fa avevo inserito alcune riflessioni su Twitter… che era ancora un fenomeno di nicchia,…

Per risistemare la soffitta

Per risistemare la soffitta

Ho ricopiato i post che avevo inserito nella versione in WordPress a cominciare dal 2011, come tante altre pagine iniziate… lasciate poi a riposare con molta calma. Non volendo perderle del tutto e con la semplice presunzione che, anche se non sono particolarmente significative sono pur sempre inchiostro della mia tastiera, sono adesso qui radunate; si tratta di pochi interventi, che vanno dal 2011 al marzo del 2013. una buona occasione per togliere un po’ di polvere.

chiamiamolo facebook

chiamiamolo facebook

Anni fa aveva fatto notizia lo strillo di agenzia che una famiglia, nella sfortunata Romania di Ceausesco, dopo anni di attese per collegarsi finalmente alla rete telefonica, quando la agognata linea ha raggiunto la casa e la cornetta è stata intronizzata nel salotto, poiché era da poco nato l’erede di famiglia, avevano deciso di chiamarlo “Telefono”. Semplicemente. Senza pensare a tutte le possibili riflessioni sul caso (dalla ridicola “Ciao, c’è Telefono al telefono”, alla metafisica “cosa avrà mai voluto dire Telefono al telefono…”). Sulla scia della notizia si veniva poi a scoprire che sempre in Romania non era raro incontrare nomi suggestivi, come Rambo II, Superman, altri titoli di film occidentali… insomma una sfrenata fantasia onomastica, complice anche un regime particolarmente stretto e oppressivo.

Adesso è arrivata una notizia simile: in Messico una coppia ha deciso di chiamare il figlio con il nome di Facebook; ma gli uffici dell’anagrafe devono aver storto un po’ il naso.

Sono le punte di qualche iceberg, segnali un po’ variegati di come certi strumenti segnino un’epoca, di come le attese dei padri debbano spesso ricadere sui figli.

Chissà perché non nascono più cognomi, invece 🙂

ma immaginiamoci il destino di questa persona quando, presumibilmente, la bolla di Facebook sarà meno vistosa, o quando altre metafore comunicative avranno la meglio. E’ solo questione di tempo, sicuramente ci troveremo di fronte a nuovi strumenti e modelli, nuove strategie e nuove mode. Sarebbe intelligente non considerare le persone alla stregua di etichette, temporali o geografiche, ma di protagonisti e attori di questi nostri giorni così rapidamente incerti.

Sapendo per esperienza quanto i nomi costruiscono della nostra identità, ci può consolare il fatto che nella vita quotidiana c’è poi ampio spazio per i nickname, gli pseudonimi, gli adattamenti letterali.

E siccome è aperta anche la caccia alla protezione dei nomi mediante brevetti e copyright, speriamo almeno che il giorno del compleanno non tocchi, al povero Facebook, pagar dazio, o qualche royalties…