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Il sentiero Carrubella

Il sentiero Carrubella

Con la scusa delle vacanze a Siracusa sto esplorando un po’ gli altri luoghi interessanti di questo variegato territorio. A dire il vero mi sono dovuto improvvisare un po’ tour-operator per alcuni amici (e la cosa non è che mi dispiaccia, anzi, si impara a conoscere qualcosa solo quando cerchi di spiegarlo ad altri…) e così mi sono rivolto spesso al già noto. Ma questo sabato, con il caldo ancora imperante, mi sono detto: proviamo un’altra strada per la zona dei laghetti di Cassibile. Avevo già rivolto l’attenzione al sentiero Carrubella e così è stato.

Anche perché di laghetti lungo il fiume Cassibile a quando pare ce ne sono davvero molti e vale la pena addentrarsi un po’ più a fondo in questo splendido canyon verde. C’è chi lo chiama trekking, chi preferisce le escursioni, o una passeggiata… ma questo sentiero merita anche tutti questi termini.

Da Siracusa la strada più breve, consigliata anche da GMaps, è quella che passa da Canicattini e poi si dirige verso Noto; dopo il ponte e l’area attrezzata sul fiume Manghisi si deve prendere la deviazione che porta verso Avola Antica, una strada asfaltata che grosso modo percorre tutto il lato superiore della riserva; dopo alcuni km si trova il cartello con l’indicazione del parcheggio per il sentiero Carrubella. Ma siccome sono anni che tento di lasciare da parte i contanti e usare sempre e solo moneta digitale (ormai quasi esclusivamente tramite GPay/Wallet), non sapevo come sdebitarmi con il parcheggio. Siccome ero già arrivato fin lì (quasi 40 km da Siracusa) non mi sembrava il caso di tornarmene a casa senza nemmeno visitare il luogo, così ho parcheggiato lungo la strada superiore, in una zona tranquilla e spaziosa, per poi fare tutto il percorso a piedi.

Superato l’ampio parcheggio custodito (4 € per l’intera giornata…) ci si avvicina ad una masseria, sembra quasi di entrare in casa altrui, ma il sentiero è proprio questo, nemmeno troppo ben evidenziato. Si supera la masseria e finalmente si entra nella zona del sentiero vero e proprio, anche se l’ingresso è ancora piuttosto lontano. Un chioschetto di informazioni (e sabato, alle 18, c’era ancora il personale della Regione) e poco dopo un ampio piazzale con i cartelloni delle mappe e l’indicazione dei due percorsi. In pratica si tratta di un anello e seguire il sentiero A o quello B è indifferente. Ma da buon docente ho seguito l’ordine alfabetico, puntando verso il sentiero A.

Per le note tecniche, qui è possibile vedere i dettagli di questo itinerario

Il percorso iniziale è davvero molto suggestivo, con molti tratti in roccia scavata (chi lo avrà mai fatto questo lavoraccio?) e poi lunghi tratti a gradini, in pietra calcarea che certamente qui non manca.

Subito si inizia ad incontrare il verde, tante piante (e inizialmente ci sono anche i cartelli con le indicazioni botaniche delle essenze principali, querce, salici, oleandri, felci… Per quanto riguarda la fauna si avvertono numerose presenze, tante lucertole, voli di uccelli nella fitta boscaglia, il richiamo del cuculo…

La discesa è discreta, in pratica il dislivello da superare è di circa 250 m, ma la difficoltà è contenuta e il sentiero è abbastanza facile. Quando si giunge a fondovalle, la prima cosa che si incontra è una postazione idraulica, probabilmente una presa d’acqua, con le relative gallerie di controllo, che lungo il sentiero ogni tanto fanno capolino. Passeggiare in mezzo a questo fresco stride un po’ con il secco di questi ultimi mesi, ma qui immersi non si ha minimamente l’impressione di scarsità di acqua. Il livello del fiume mi sembra proprio normale, d’altra parte siamo in zona carsica ed è un vantaggio per le riserve d’acqua.

Data l’ora non ho incontrato altri viandanti, visto che ho iniziato il percorso verso le 18 del pomeriggio. Solo nella zona dei laghetti ho incrociato un folto gruppo di visitatori con guida, proprio nella zona in cui c’è il bivio per il ritorno; ma oltre a deliziarmi con il fresco e il panorama, avevo altro in mente.

Giunto quindi nella zona dei laghetti, in perfetto isolamento (davvero nessuno in giro, una sensazione quasi primordiale), mi sono goduto quella splendida marmitta dei giganti che è sicuramente uno dei laghetti più profondi (siamo sui 7 m.); sapevo che l’acqua sarebbe stata fresca, ma …. ci si prepara cominciando ad immergere i piedi e poi la temperatura dell’aria era ancora molto tiepida. Comunque il primo impatto, dopo il tuffo, è veramente una fresca frustata di refrigerio. Pochi minuti di sguazzata in quel piccolo paradiso sono più che sufficienti. Poi un po’ di relax, mi ero portato persino qualcosa da leggere (e visto il luogo, anche di ben collegato: Stefano Mancuso. Plant revolution). Una mezz’oretta magica in mezzo a quella valle, davvero delizioso.

Poi, con il sole ormai tramontato, si riprende la via del ritorno; nel finale è abbastanza spelacchiata e tutto sommato mi è sembrato saggio aver seguito il percorso in questo modo. Giunto fino alla cima, superato di nuovo il parcheggio, con le luci delle case ormai a punteggiare il panorama, visto che il buio era calato inesorabile, mi ha sorpreso provare una videochiamata con i miei fratelli in liguria; da loro la luce era ancora ben evidente, ma si sa, noi siamo ben a oriente e la differenza si nota davvero.

Splendido sentiero, incastonato nel verde e nel fresco; freschissime le acque; ogni tanto servono queste parentesi dove la natura ritorna al suo primo posto e ci limitiamo ad ammirarla.

E sempre in tema di contemplazione, ecco alcune foto di questo splendido sentiero Carrubella.

Settimana di ferragosto

Settimana di ferragosto

Le ferie di Augusto, e non solo le sue. Quest’anno mi sono fermato per fare le vacanze qui a Siracusa e, caldo a parte, penso che sia una occasione speciale per conoscere meglio questa città.

In questi giorni ho poi incontrato alcuni amici di Giugliano e con loro abbiamo realizzato un po’ di visite nei dintorni, da Ortigia a Neapolis, da Cavagrande alla Tonnara; insomma, i posti belli di queste zone, senza dimenticare il mare, che ovviamente la fa da padrona, viste le temperature.

E il caldo, si sa, non invita molto a muoversi, a girare in bici; soprattutto quando rientrando in casa e aprendo il rubinetto dell’acqua fredda, si ottengono questi spettacoli. Insomma, a 40 gradi dà quasi fastidio lasciarci le mani in mezzo!

E’ vero, abbiamo avuto anche qualche spruzzata di pioggia, 2 serate con un po’ di acqua, ma in tutto sono caduti solo 5 mm. di pioggia, ancora troppo poco per mitigare il forno che sovrasta sulla zona.

Pazienza, se piove sui giusti e sugli ingiusti penso sia buona cosa estendere il caldo in ugual misura…

Così, lunedì 15 agosto, festa dell’Assunta, dopo essere già andato a sentire i primi vespri del Monteverdi, nella chiesa di s.Filippo, ho pensato di partecipare e assistere alla processione della statua dell’Assunta, che dalla stessa chiesa, nel cuore di Ortigia, passava nelle vie centrali, sforava in piazza Duomo, scendeva fino alla Marina e poi proseguiva in nave nel golfo grande.

Non sono certo un appassionato di questo genere di processioni; un conto è vivere in comunità più circoscritte, dove una processione può avere un senso identitario, comunitario e “quasi di fede”, senza ostentazioni o imposizioni (ripenso alle semplici e amichevoli processioni nella mia piccola zona di s.Lorenzo, a Sanremo, sempre in questo periodo dell’estate); qui il contesto è ben diverso.

Per tanti aspetti quello che ho visto mi sembrava quasi un rito pittoresco e vagamente ancestrale, con il pretino in testa al corteo ma quasi attore di un rito d’altri tempi, e i devoti portatori della statua della Madonna che ogni 10 passi si fermavano, nell’attesa che qualcuno invocasse con qualche epiteto locale la Vergine, così che tutti potessero rispondere in coro “Viva Maria”, tra lo slancio calcistico e il fervore popolare. Eppure, un evento del genere qualche richiamo al mondo della fede può ancora significarlo…

Il percorso era abbastanza breve, anche se i tempi di percorrenza sono stati dilatati dalle frequenti pause. In testa il parroco, in veste solenne, dietro un drappello di fedeli, con sindaco e assessore annessi, poi la statua dell’Assunta e dietro la banda municipale. Poi ancora un seguito di fedeli. Tante, invece, le persone assiepate lungo il percorso. Immancabile, come sempre, il simbolo della fede e della presenza per antonomasia: il cellulare sguainato per le riprese, video o foto che siano. Senza di quello, ormai, non si è vissuto nessun evento nel quale ci si è imbattuti.

Mi era quasi venuta voglia di realizzare un piccolo video su questa processione, chissà se le buone intenzioni incontreranno una fine concreta… vedremo

Intanto, ecco le immagini della processione dell’Assunta ’22 per le vie di Ortigia

Antiche fornaci…

Antiche fornaci…

Dopo aver aggiunto su GMaps la splendida caletta di Ognina (e mi meraviglio ancora che non fosse già presente), ho avuto anche la possibilità di …tornarci in piena estate con un amico. Avevo letto a fine luglio che si erano verificati dei crolli vicino alla spiaggia e temevo di trovare la zona chiusa. Invece tutto a posto. Anzi, ho capito anche meglio quale strada fare, senza invadere i terreni agricoli che circondano il luogo. Occorre passare dentro il porto (sperando che i cancelli siano sempre aperti) e costeggiare il fiordo.

Era un pomeriggio di inizio agosto, nella caletta c’era il giusto mix di famigliole con bambini al seguito (e chi di noi da bambino non è stato esploratore? qui ci si diverte davvero!). Dopo un primo bagno e aver capito che per entrare in modo meno doloroso in acqua, visto che il fondale è piuttosto scomodo, occorre farlo sul lato destro, proprio vicino alle rocce, dove il fondo è più sabbioso, ci siamo deliziato dell’acqua. Pulitissima e vivace, brulicante di pesciolini.

Ma prima del rientro ci siamo avviati lungo il sentiero che porta alla torretta di avvistamento. E’ sempre suggestivo trovarsi in riva al mare e dover dribblare le “buse” delle mucche, che da queste parti sono la regola. Ma spinti ancora dalla curiosità abbiamo deciso di continuare a percorrere la costa, per vedere se c’era qualche altro luogo suggestivo. E infatti…

Prima abbiamo incontrato una grotta sul mare, poi alcune zone di roccia particolarmente bianca e poi ci siamo imbattuti in questo posto che davvero non ci aspettavamo. Una zona rocciosa sul mare piena di strane forme circolari scavate nella pietra. Un mix da far pensare, come al solito, a qualche base aliena, ad una architettura futurista, o resti di fortificazioni militari… Erano ormai le 19 di sera, zona praticamente deserta, con il sole che iniziava il suo tramonto, colori ancora più suggestivi. Un invito a tuffarsi in questo spicchio di paradiso e di forme insolite.

Una volta tornato a casa ho cercato documentazione su queste particolari rocce; su GMaps non compariva nulla, ma esplorando qualche antico sito informativo relativo ad Ognina, ecco illuminato il mistero. E anche qui si possono ammirare altre foto, probabilmente del luogo stesso

Mi sono così deciso a inserire anche questo posto sulla mappa di Google; nel giro di pochi minuti la proposta è stata approvata (si vede che gli omini della grande G erano al lavoro nel momento giusto) e da qualche ora è anche possibile visitarlo e cliccarci sopra.

E questa è stata la prima versione della recensione che ho preparato per GMaps:

Ecco un altro luogo spettacolare del litorale siracusano. Poco distante dalla torre di Ognina (e dalla relativa caletta), si incontra sulla costa questo luogo, particolarmente ricco di reperti archeologici. Le buche circolari che si trovano qui sono infatti i resti di antiche fornaci di epoca greco-romana; nella stessa zona si incontrano pietre particolarmente bianche, ricche di calcare e per ottimizzare la produzione di calce, erano stati realizzati questi forni; grazie alla presenza di legname (la zona è ricca di macchia mediterranea, alberi e cespugli dal legno particolarmente combustibile) si procedeva direttamente alla calcinazione del materiale, ricavandone così la calce, che veniva direttamente caricata sulle navi e commercializzata.

E questo un piccolo album di foto di questo angolo speciale della costa siciliana

Lavori in corso… in via Piave

Lavori in corso… in via Piave

in questa pagina verranno inserite, man mano e in ordine cronologico, le diverse informazioni e comunicazioni relative ai lavori che si stanno svolgendo. L’ultimo intervento è del 22/6/22, guardate quindi … in fondo!

Sono ormai alcuni mesi che la “nostra” via Piave, il centro della Borgata, è sottosopra per i lavori di rifacimento dei marciapiedi. Lavoro annunciato e realizzato con una discreta solerzia. Tra qualche giorno inizieranno a togliere le vecchie mattonelle anche davanti al centro CIAO (e alle Poste) e toccheremo con mano il disagio di passerelle, cantieri, polvere e cemento. Ma il risultato finale si spera sia un deciso miglioramento della viabilità e della qualità della strada. O per lo meno dei marciapiedi, visto che un po’ di parcheggi resteranno e quindi cambierà ben poco.

L’unico dubbio che mi sarebbe piaciuto affrontare con chi sta dirigendo i lavori riguarda le scelte “strategiche” e urbanistiche per consentire a tutti una migliore mobilità. Mi riferisco soprattutto a chi si muove con fatica, chi ha necessità di spingere una carrozzina con bambini a bordo, qualche anziano “motorizzato”, la necessaria attenzione a chi ha mobilità ridotta… Mi sembrava che l’attenzione a queste fasce dovrebbe essere una delle priorità quando si ripensa la vita in città. E ritengo che ogni cittadino debba e possa collaborare per possibili miglioramenti. Ok, procediamo.

La soluzione scelta per favorire l’accesso ai marciapiedi non mi sembra però proprio geniale. La Borgata non è certamente un modello di urbanistica, ma nelle strade adiacenti a Via Piave la soluzione adottata, semplicissima, per favorire l’accesso e la mobilità, è sicuramente più valida.

Ad ogni incrocio o intersezione con un’altra strada, la parte finale del marciapiede è ribassata fino al piano stradale e l’accesso è lineare, semplice e immediato. Chi attraversa non incontra nessun dislivello, percorre il tratto più breve e comodo, non incontra nessun problema e tecnicamente mi sembra che il lavoro richiesto per questa soluzione sia decisamente ridotto.

La nuova impostazione, invece non credo che sia ispirata al “rasoio di Occam”, cioè all’implementazione del minimo sforzo per ottenere il miglior risultato. Sembra invece ben più macchinosa. Agli incroci con ogni strada (e sono almeno una decina per ogni lato, le intersezioni per tutta la lunghezza di via Piave, il bordo tondeggiante dei marciapiedi rimane una barriera evidente; è stato invece realizzato una sorta di scivolo laterale posizionato però non sull’incrocio stesso, ma dopo alcuni metri dall’intersezione.

Nella foto si coglie abbastanza la dislocazione degli spazi e degli accessi, ma i colori simili di asfalto, pietra e cordolo impediscono una visione più evidente. Questa soluzione è ripetuta ad ogni incrocio, quindi chi dovrà attraversare, o anche solo percorrere tutta la via, non avrà vita facile, non si capisce bene infatti che strada potrà o dovrà percorrere. In pratica chi ha una carrozzina dovrà dribblare con un lungo tratto di percorso sulla strada asfaltata, facendo attenzione ovviamente alle macchine (via Piave è a senso unico in discesa) per poi riguadagnare il marciapiede dopo svariati metri (almeno 15!). Mi sembra davvero una soluzione complicata, fastidiosa e pericolosa, soprattutto confrontandola con la precedente, vecchia ma … semplicissima.

Sicuramente a fine lavori verranno dipinte le strisce zebrate davanti ad ogni “scivolo”, ma il problema rimane, aggravato poi dalla onnipresente presenza di auto parcheggiate.

Non riesco quindi a comprendere la “mens” che ha portato a individuare questa soluzione. Spero che tale idea sia stata discussa anche con qualche rappresentante del quartiere (anche se in giro e sul sito del Comune di Siracusa non ho mai visto comunicazioni al riguardo) e per questo ho inoltrato questa riflessione, da semplice cittadino, allo Sportello del Comune di Siracusa, per inoltrarlo a chi di dovere.

I lavori sono tuttora in corso e forse qualche miglioria si potrebbe ancora fare, anche perché la soluzione adottata cozza un po’ con le abitudini classiche del quartiere. Da norma stradale non si potrebbe parcheggiare a meno di 5 metri da una curva (Art. 158 del codice stradale) e probabilmente questo nuovo accesso tiene in considerazione la norma. Peccato che di solito nella Borgata questa non sia una regola molto praticata, visto che le macchine spuntano un po’ da ogni parte e temo che la situazione, a lavori finiti, sarà ben poco diversa da quella che già adesso si sta verificando, nelle zone in cui i lavori sono appena conclusi… con macchine che ostruiscono tranquillamente questi accessi. Speriamo che dopo le auto a guida autonoma spuntino presto le carrozzine a decollo verticale per … risolvere questo problema

E visto che siamo in fase di lavori, uno sforzo in più per rendere più accessibili e sicuri i marciapiedi, spostando ad esempio i nuovi pali per la luce in posizione meno centrale rispetto al marciapiedi, forse si poteva ipotizzare, anche perché in alcuni incroci sono veramente un inciampo e un fastidio poco pratico, non solo per chi ha mobilità ridotta, ma anche per i semplici passanti.

Nelle semplici foto di questa galleria è possibile apprezzare (!) l’impiccio causato da questi pali; uno si chiede se una collocazione sui muri delle case, come spesso avviene (in tutta la borgata le luci sono solitamente ancorate a cavi attaccati alle case, posizionate quindi in mezzo alla strada, ad altezza adeguata). Dimenticavo: in via Piave, attualmente, le luci sono proprio collegate mediante cavi posizionati sulle abitazioni, in pratica basterebbe sostituire i “corpi illuminanti” e non ci sarebbe bisogno di altro. Forse era troppo semplice?

Vediamo se arriva qualche risposta chiarificatrice…

23/05/22 – Per la cronaca: ho inviato questa pagina all’indirizzo del Comune che dovrebbe raccogliere le segnalazioni varie dei cittadini: sportellocittadino@comune.siracusa.it. Il giorno dopo mi hanno comunicato di aver inoltrato questa segnalazione all’ufficio competente (Gentile utente abbiamo inoltrato la sua richiesta all’ufficio reti.infrastrutture.1@comune.siracusa.it:).
Poi, su segnalazione di un’amica architetto, ho inoltrato lo stesso messaggio a diversi altri:
sarebbe necessario mandare un comunicato formale al Dirigente del settore Opere Pubbliche del Comune di Siracusa: Arch. Brex, a quello del Settore Mobilità e trasporti: Arch. Giuseppe Amato, a quello delle Politiche Sociali: Dott.ssa Adriana Butera ed infine al Comandante della Polizia Municipale: Dott. Enzo Miccoli.
Anche perché, mi segnalava questo architetto: “Bisogna assolutamente indignarsi per tali scorrette realizzazioni dei lavori. Le rampe si fanno ASSOLUTAMENTE sugli incroci e non a qualche metro oltre gli stessi.”


Ecco le novità del 24/05/22 – è giunta una lettera da parte del Comune di SR, che riporto integralmente

Buongiorno,
in risposta quanto evidenzito dalla S.V. con la mail del 23/05/2022 e ricevuta dallo scrivente in data odierna, si evidenzia che gli attraversamenti pedonali in fase di realizzazione nell’area di via Piave, previsti dal progetto di riqualifcazione urbana, si stanno realizzando tenedo conto della normativa attualmente in vigore.
Infatti l’intervento è in linea con quanto stabilita dal D.Lgs. 285/92 “Nuovo Codice della Strada” e dal D.P.R. n. 495/92 “Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada” (art. 145).
Infatti la norma prescrive che “………In presenza del segnale fermarsi e dare precedenza l’attraversamento pedonale, se esiste, deve essere tracciato a monte della linea di arresto, lasciando uno spazio libero di almeno 5 m;……”
Per una migliore lettura della norma si allega lo schema degli attaversamenti pedonali che ACI ha inserito all’interno delle linee guida pubblicate già nel 2011.
Si evidenzia inoltre che con l’intervento in fase di esecuzione, si stanno realizzando gli attraversamenti pedonali, attualmente mancanti, sulle traverse ortogonali a via Piave e si stanno implementando quelli sulla stessa arteria principali munendoli di regolare scivolo per agevolare il passaggio di carrozzine e passeggini.
Si rimane comunque a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti in merito.
Cordialmente – Il Resp. Unico del Procedimento – Nunzio Marino

In risposta alla quaestio, allego uno schema realizzativo degli attraversamenti pedonali come da codice della strada e linee guida ACI. Si specifica che abbiamo preferito attenerci a tali indicazioni proprio per facilitare gli attaversamenti in sicurezza in particolar modo ai diversamente abili.

Ho inserito per documentazione i file che sono stati inviati dal Comune; ma per quanto riguarda la risposta, credo che la domanda di fondo sia stata un po’ elusa. Chiedevo semplicemente perché non è stata scelta la soluzione ben più semplice e già adottata nelle vie limitrofe, che prevedeva meno interventi, accesso più breve e lineare? Resto ancora in attesa dei prossimi sviluppi; idem per la questione delle luci…


A dire il vero una risposta alla mia semplice domanda è arrivata, eccola:

Buongiorno, come ha potuto constatare dalla mail che le ho inviato in precedenza, la soluzione proposta da Lei non è in linea con quanto dispone la norma attualmente in vigore. Un nuovo intervento, come quello che stiamo pertanto avanti su via Piave, non può prescindere dal rispetto della normativa.
Cordialità, Nunzio Marino (inviata il ven 27 mag, alle 08:37 )

Parlando con alcuni amici per chiarire sempre meglio la natura di questo intervento (penso che proprio nella prima settimana di giugno i lavori riguarderanno l’ufficio delle Poste e quindi anche il nostro centro CIAO, forse avremo modo di sentire anche chi interviene e dirige i lavori sul posto…) ci siamo soffermati su questi aspetti.

Dal piano regolatore del Comune di Siracusa si evince che via Piave è definita “Strada Locale” neppure “Strada di Quartiere” che è di livello superiore, per quanto viabilità e possibile traffico veicolare…
Sappiamo poi che oltre alle normative, va rispettato anche il PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO (PGTU) e il PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE (PUMS) della città (di cui ho intanto recuperato il Regolamento)


Questi documenti sono stati aggiornati dal Comune e successivamente adottati nel 2019 (è possibile verificare tutta la documentazione a questo il link.
In questi piani è interessante notare che via Piave è definita come “Strada Locale” neppure “Strada di Quartiere” che è di livello superiore… Forse in quest’ottica sarebbe sensato privilegiare le soluzioni più adatte alla vita locale del pedone, piuttosto che le soluzioni legate al transito delle macchine.

Noto tra le altre cose, che via Piave è interessata anche a forme di mobilità lenta (Programma sperimentale Piedibus (Progetto Siracusa City Green), come si può constatare dalla cartina 77 di p. 94 del PGTU-PUMS, e mi chiedo cosa dovranno fare gli scolari che si dirigono o tornano dalla scuola di s.Lucia, a poca distanza da V. Piave: seguire il nuovo itinerario a zig-zag o continuare imperterriti a privilegiare il percorso più semplice e più rapido?

Io continuo a pensare alla nostra cara Amine che viene quasi ogni giorno a trovarci, spingendo la carrozzina con il suo piccolino e tenendo per mano l’altro bambino che ormai trotta disinvolto. Me la vedo a doversi esibire in una serie di slalom piuttosto articolati per dover seguire il futuro itinerario “in sicurezza”. E continuo a nutrire qualche dubbio su questo percorso che tanto sicuro e lineare proprio non mi sembra.

15/06: i lavori sono in questi giorni proprio sul tratto del nostro Centro CIAO. Confabulando con gli operai ho provato a chiedere qualche lume. Interessante far notare che stanno inserendo i pali della luce un po’ troppo al centro, rispetto al marciapiede (“Cosa volete, noi eseguiamo il progetto”), anzi, uno dei lavoratori, facendogli notare che sulla strada ci sono già le luci, in discreta quantità, mi risponde “non ci avevo fatto caso…”. La risposta più interessante, fornita dal capocantiere, al quale mi sono rivolto proprio per segnalare questa soluzione delle rampe di accesso a mio avviso ben poco funzionali, mi ha illuminato con questa risposta: “Sono per evitare la risalita dell’acqua sul marciapiede quando ci sono precipitazioni…”. Non oso commentare!

22/06: I lavori vanno avanti, proprio oggi ho incontrato la sig.ra Di Gregorio, delegata di quartiere, per farle presente questa situazione; ha osservato con attenzione e interesse e si è subito attivata per sentire anche lei le persone che possono offrire chiarimenti. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni (pensa di chiedere un sopralluogo con gli addetti ai lavori).

Intanto ecco il link alla pagina del Comune dove si possono trovare
tutti i documenti relativi alla Riqualificazione di Via Piave.
Unica raccomandazione, siccome hanno salvato i file con una estensione poco pratica (pm7, un formato protetto che si usa con la firma digitale), per poterli visualizzare occorre rinominare il file, eliminando proprio questa estensione e lasciando solo quella giusta, .pdf)

Visita luminosa alla Sagrada Familia

Visita luminosa alla Sagrada Familia

La prima volta che ho avuto l’occasione di visitarlo con calma, questo splendido cantiere che è oggi la Sagrada Familia di Barcellona, molto era ancora nascosto nei fogli di progetto, nei sogni di Gaudì, nella impegnativa fedeltà di chi ha completato questo immenso tempio “espiatorio”… Era il dicembre del 2000, complice una riunione marista mi ero ritagliato una mattinata di visita al grande cantiere. Ne valeva davvero la pena.

la Sagrada Familia – dicembre 2000 – 22 anni fa!

Imponente, affascinante, ma ancora molto “cantiere”; la messa veniva celebrata solo nella cripta, il piano superiore era terreno di conquista tra muratori e turisti, con frequenti invasioni di campo. A quei tempi non era ancora nemmeno facile ipotizzare un “quando” per una sorta di conclusione, almeno delle parti essenziali; si girava per l’immensa navata ammirando le occhiaie vuote delle finestre, le colonne smascherate con i loro tralicci in cemento armato all’interno, le gru svettanti, i ponteggi ancorati alle pareti. Era già un viaggio affascinante e mirabile, che mostrava tutta la genialità e fantasia dell’architetto. Ma anche l’occhio vuole la sua parte…

Alla fine di aprile di quest’anno ho avuto di nuovo l’opportunità di passare per Barcellona e questa volta, grazie al balzo di oltre 20 anni di lavori, ho pensato che ci voleva davvero una nuova visita, condotta con calma, assaporando con attenzione l’itinerario e le numerose novità. La guida che viene fornita adesso è decisamente esaustiva. Tutta la procedura del biglietto e dell’ingresso, ormai, si può fare online e mediante l’app si scarica anche l’audioguida, molto semplicemente. Il tutto ha il suo costo, 26 € per la visita completa. In questo modo più che turisti… ci si sente sponsor e contribuente della costruzione! Ma va bene anche questo.

Fine di aprile, giornata ormai primaverile e tiepida, luminosa quanto basta. Dopo un primo giro intorno al tempio, che rivela l’avanzare dei lavori ma ancora la grande attesa per il terzo portale del tempio, entro dalla facciata della natività, uno dei due grandi ingressi laterali (l’altro è quello della crocefissione). E’ bello notare come questi due ingressi laterali hanno il vantaggio di un grande spazio antistante, giardini e verde, viene da domandarsi quale respiro potrà avere la facciata principale, ormai assediata da palazzi e strade. L’ingresso va gustato con calma, quasi per creare una sorta di suspense prima dell’entrata; la guida spiega l’origine, parla della vita di Antonio Gaudì, della sua visione religiosa ed artistica, fuse in modo davvero unico. E invita ad osservare la ricchezza della facciata, la miriade di dettagli e particolari, dalle tartarughe che reggono le colonne principali (non era una teoria indù quella che immaginava il mondo sulle spalle di un elefante, il quale a sua volta poggiava su una tartaruga?) agli angeli che suonano gli strumenti.

la Sagrada Familia, oggi, aprile 2022

Ma poi si entra, e si viene sommersi dalla luce che prima era solamente luminosità, e invece dentro alle navate del tempio si trasforma in musica, parola, indicazione, sostegno, messaggio. L’effetto è veramente ammaliante e intenso; i colori parlano da soli e le tonalità calde contrapposte a quelle fredde della navata opposta, raccontano senza necessità di troppe spiegazioni il senso della vita che nasce, cresce, si spegne, ma poi risorge.

Più che le parole, ha senso lasciarsi rapire dalle immagini e dai colori. Basterebbe questo per aiutare ad “alzare lo sguardo” e nutrire la vita di bellezze simili.