Fino alla fine di Melilla
Il titolo è un po’ catastrofico, il contenuto è molto meno emozionante: venerdì scorso abbiamo fatto una piccola escursione insieme ad un gruppetto delle nostre “alunne” (i corsi del Progetto Alfa, che si rivolge esclusivamente a donne marocchine della nostra città) e con grande sprezzo del pericolo e delle nostre ginocchia, siamo andati fino alla fine … di Melilla. Si’, perchè giungere fino al limite nord non è poi così avventuroso: sono meno di 3 km lungo un sentiero per metà cittadino e per il resto nella periferia e negli spazi verdi che delimitano la nostra enclave. Esattamente fino al bordo delimitato dalla recinzione, la famosa valla di Melilla.
Come si vede dall’immagine (se ci cliccate sopra passae ai dettagli, realizzati mediante l’App di Komoot), i dati di percorrenza (quasi 2 ore di camminata per poco più di 7 km di percorso) non sono una prova massacrante; ma dovevamo tener conto del nostro gruppetto, formato non solo da donne giovani e forti 🙂
La nostra guida era fr. Juan Antonio, FSC, che ormai questo percorso lo conosce come le sue tasche, anche perchè di alternative non ce ne sono poi molte nella nostra città. Per gli amanti delle passeggiate le mete sono davvero limitate e restando all’interno di Melilla ci sono pochi sentieri. L’unica alternativa è quella di varcare la frontiera, che si puo` fare per chi ha i documenti in regola, ma bisogna poi calcolare il tempo necessario, sempre variabile e comunque mai inferiore alle… 2 ore!
Ci siamo dati appuntamento alle 16 e poco dopo eravamo già in viaggio, lasciandoci alle spalle il collegio Carmen – La Salle, dove abitualmente svolgiamo le classiche lezioni. Quella di oggi era una passeggiata per stimolare le persone ad assumere anche stili di vita più salutari (era il giorno internazionale di prevenzione per il diabete) e inserire qualche momento di attività fisica nella propria routine giornaliera, cosa che di solito le nostre alunne non riescono a fare, per molti motivi… alcuni anche solo prettamente culturali, perchè se qualcuno li organizza loro si aggregano, ma da sole… difficilmente ci provano.
Il primo tratto era squisitamente cittadino, dovevamo passare sui marciapiedi del nostro quartiere, salendo leggermente verso la parte alta di Melilla; percorso non sempre elegantissimo, dovendo spesso fare un po’ di slalom tra i cassonetti della spazzatura, molti dei quali bruciati (e i commenti delle nostre amiche erano unanimi: “che incivili”….); a Melilla i quartieri del centro sono quelli più “occidentali” e abitati dagli spagnoli, man mano che si va verso la periferia il panorama cambia rapidamente, l’ordine e la pulizia lasciano abbastanza a desiderare. Spesso poi si incontrano edifici abbandonati, spesso si tratta di vecchie caserme, come quella che abbiamo visitato all’inizio del nostro percorso…
Lasciamo la strada asfaltata poco prima di giungere alla grande caserma dei Legionari e ci addentriamo nel terreno “selvaggio”; molte macerie, sassi, incuria varia, ma questa è anche la zona riservata alle manovre militari dei mezzi, che spesso vi fanno esercitazioni. Lo spazio è contiguo anche alla zona, ben recintata, dove si svolgono anche le manovre di tiro e le esercitazioni militari più tecniche.
Per fortuna inizia presto la zona dei pini di Rostrogordo, una grande pineta che è anche il polmone verde della città; la domenica spesso si incontrano famiglie che vi fanno picnic e si godono un po’ lo spazio verde; continuando il percorso tra gli alberi si giunge fino al Barranco del Quemador, che probabilmente un tempo era il luogo deputato per la bruciatura… dei rifiuti; adesso, per fortuna, il luogo è ben ripulito e si lascia decisamente apprezzare.
Si giunge fino al punto di osservazione, il mirador, una terrazza quasi sporgente sulla imponente scogliera che giunge fino al mare. C’era aria di burrasca, le onde si vedevano impetuose e il colore del mare e del cielo era abbastanza fosco e tempestoso, comunque gradevole e suggestivo. Logicamente non c’era praticamente nessuno oltre a noi.
Ma siamo ormai a novembre e le ore di luce si sono ridotte rapidamente; cerchiamo di far ritorno a casa prima delle 18:30, cercando di sfruttare gli ultimi scampoli di luce. Così, tra la ricerca dei proiettili vuoti usati dai militari nelle esercitazioni, la raccolta di qualche pigna (tra non molto arriva Natale e anche qui le decorazioni sembrano quelle classiche dei nostri luoghi europei, anche se la maggioranza è di fede e cultura musulmana); il venticello che si sente non invita certo a fermarsi e nessuno si è preoccupato di portare un po’ di merenda, giusto qualche biscotto, un po’ di frutta secca. E siamo già sulla via del ritorno, scambiando qualche chiacchiera, spiegando dettagil della storia antica di Melilla e informandoci sulle abitudini, sui cibi, sulle cose semplici del quotidiano.
Ed eccoci tornati a casa, tutte quante felici e contente di aver vissuto un pomeriggio diverso dal solito.