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Categoria: luoghi

Il sentiero Carrubella

Il sentiero Carrubella

Con la scusa delle vacanze a Siracusa sto esplorando un po’ gli altri luoghi interessanti di questo variegato territorio. A dire il vero mi sono dovuto improvvisare un po’ tour-operator per alcuni amici (e la cosa non è che mi dispiaccia, anzi, si impara a conoscere qualcosa solo quando cerchi di spiegarlo ad altri…) e così mi sono rivolto spesso al già noto. Ma questo sabato, con il caldo ancora imperante, mi sono detto: proviamo un’altra strada per la zona dei laghetti di Cassibile. Avevo già rivolto l’attenzione al sentiero Carrubella e così è stato.

Anche perché di laghetti lungo il fiume Cassibile a quando pare ce ne sono davvero molti e vale la pena addentrarsi un po’ più a fondo in questo splendido canyon verde. C’è chi lo chiama trekking, chi preferisce le escursioni, o una passeggiata… ma questo sentiero merita anche tutti questi termini.

Da Siracusa la strada più breve, consigliata anche da GMaps, è quella che passa da Canicattini e poi si dirige verso Noto; dopo il ponte e l’area attrezzata sul fiume Manghisi si deve prendere la deviazione che porta verso Avola Antica, una strada asfaltata che grosso modo percorre tutto il lato superiore della riserva; dopo alcuni km si trova il cartello con l’indicazione del parcheggio per il sentiero Carrubella. Ma siccome sono anni che tento di lasciare da parte i contanti e usare sempre e solo moneta digitale (ormai quasi esclusivamente tramite GPay/Wallet), non sapevo come sdebitarmi con il parcheggio. Siccome ero già arrivato fin lì (quasi 40 km da Siracusa) non mi sembrava il caso di tornarmene a casa senza nemmeno visitare il luogo, così ho parcheggiato lungo la strada superiore, in una zona tranquilla e spaziosa, per poi fare tutto il percorso a piedi.

Superato l’ampio parcheggio custodito (4 € per l’intera giornata…) ci si avvicina ad una masseria, sembra quasi di entrare in casa altrui, ma il sentiero è proprio questo, nemmeno troppo ben evidenziato. Si supera la masseria e finalmente si entra nella zona del sentiero vero e proprio, anche se l’ingresso è ancora piuttosto lontano. Un chioschetto di informazioni (e sabato, alle 18, c’era ancora il personale della Regione) e poco dopo un ampio piazzale con i cartelloni delle mappe e l’indicazione dei due percorsi. In pratica si tratta di un anello e seguire il sentiero A o quello B è indifferente. Ma da buon docente ho seguito l’ordine alfabetico, puntando verso il sentiero A.

Per le note tecniche, qui è possibile vedere i dettagli di questo itinerario

Il percorso iniziale è davvero molto suggestivo, con molti tratti in roccia scavata (chi lo avrà mai fatto questo lavoraccio?) e poi lunghi tratti a gradini, in pietra calcarea che certamente qui non manca.

Subito si inizia ad incontrare il verde, tante piante (e inizialmente ci sono anche i cartelli con le indicazioni botaniche delle essenze principali, querce, salici, oleandri, felci… Per quanto riguarda la fauna si avvertono numerose presenze, tante lucertole, voli di uccelli nella fitta boscaglia, il richiamo del cuculo…

La discesa è discreta, in pratica il dislivello da superare è di circa 250 m, ma la difficoltà è contenuta e il sentiero è abbastanza facile. Quando si giunge a fondovalle, la prima cosa che si incontra è una postazione idraulica, probabilmente una presa d’acqua, con le relative gallerie di controllo, che lungo il sentiero ogni tanto fanno capolino. Passeggiare in mezzo a questo fresco stride un po’ con il secco di questi ultimi mesi, ma qui immersi non si ha minimamente l’impressione di scarsità di acqua. Il livello del fiume mi sembra proprio normale, d’altra parte siamo in zona carsica ed è un vantaggio per le riserve d’acqua.

Data l’ora non ho incontrato altri viandanti, visto che ho iniziato il percorso verso le 18 del pomeriggio. Solo nella zona dei laghetti ho incrociato un folto gruppo di visitatori con guida, proprio nella zona in cui c’è il bivio per il ritorno; ma oltre a deliziarmi con il fresco e il panorama, avevo altro in mente.

Giunto quindi nella zona dei laghetti, in perfetto isolamento (davvero nessuno in giro, una sensazione quasi primordiale), mi sono goduto quella splendida marmitta dei giganti che è sicuramente uno dei laghetti più profondi (siamo sui 7 m.); sapevo che l’acqua sarebbe stata fresca, ma …. ci si prepara cominciando ad immergere i piedi e poi la temperatura dell’aria era ancora molto tiepida. Comunque il primo impatto, dopo il tuffo, è veramente una fresca frustata di refrigerio. Pochi minuti di sguazzata in quel piccolo paradiso sono più che sufficienti. Poi un po’ di relax, mi ero portato persino qualcosa da leggere (e visto il luogo, anche di ben collegato: Stefano Mancuso. Plant revolution). Una mezz’oretta magica in mezzo a quella valle, davvero delizioso.

Poi, con il sole ormai tramontato, si riprende la via del ritorno; nel finale è abbastanza spelacchiata e tutto sommato mi è sembrato saggio aver seguito il percorso in questo modo. Giunto fino alla cima, superato di nuovo il parcheggio, con le luci delle case ormai a punteggiare il panorama, visto che il buio era calato inesorabile, mi ha sorpreso provare una videochiamata con i miei fratelli in liguria; da loro la luce era ancora ben evidente, ma si sa, noi siamo ben a oriente e la differenza si nota davvero.

Splendido sentiero, incastonato nel verde e nel fresco; freschissime le acque; ogni tanto servono queste parentesi dove la natura ritorna al suo primo posto e ci limitiamo ad ammirarla.

E sempre in tema di contemplazione, ecco alcune foto di questo splendido sentiero Carrubella.

Settimana di ferragosto

Settimana di ferragosto

Le ferie di Augusto, e non solo le sue. Quest’anno mi sono fermato per fare le vacanze qui a Siracusa e, caldo a parte, penso che sia una occasione speciale per conoscere meglio questa città.

In questi giorni ho poi incontrato alcuni amici di Giugliano e con loro abbiamo realizzato un po’ di visite nei dintorni, da Ortigia a Neapolis, da Cavagrande alla Tonnara; insomma, i posti belli di queste zone, senza dimenticare il mare, che ovviamente la fa da padrona, viste le temperature.

E il caldo, si sa, non invita molto a muoversi, a girare in bici; soprattutto quando rientrando in casa e aprendo il rubinetto dell’acqua fredda, si ottengono questi spettacoli. Insomma, a 40 gradi dà quasi fastidio lasciarci le mani in mezzo!

E’ vero, abbiamo avuto anche qualche spruzzata di pioggia, 2 serate con un po’ di acqua, ma in tutto sono caduti solo 5 mm. di pioggia, ancora troppo poco per mitigare il forno che sovrasta sulla zona.

Pazienza, se piove sui giusti e sugli ingiusti penso sia buona cosa estendere il caldo in ugual misura…

Così, lunedì 15 agosto, festa dell’Assunta, dopo essere già andato a sentire i primi vespri del Monteverdi, nella chiesa di s.Filippo, ho pensato di partecipare e assistere alla processione della statua dell’Assunta, che dalla stessa chiesa, nel cuore di Ortigia, passava nelle vie centrali, sforava in piazza Duomo, scendeva fino alla Marina e poi proseguiva in nave nel golfo grande.

Non sono certo un appassionato di questo genere di processioni; un conto è vivere in comunità più circoscritte, dove una processione può avere un senso identitario, comunitario e “quasi di fede”, senza ostentazioni o imposizioni (ripenso alle semplici e amichevoli processioni nella mia piccola zona di s.Lorenzo, a Sanremo, sempre in questo periodo dell’estate); qui il contesto è ben diverso.

Per tanti aspetti quello che ho visto mi sembrava quasi un rito pittoresco e vagamente ancestrale, con il pretino in testa al corteo ma quasi attore di un rito d’altri tempi, e i devoti portatori della statua della Madonna che ogni 10 passi si fermavano, nell’attesa che qualcuno invocasse con qualche epiteto locale la Vergine, così che tutti potessero rispondere in coro “Viva Maria”, tra lo slancio calcistico e il fervore popolare. Eppure, un evento del genere qualche richiamo al mondo della fede può ancora significarlo…

Il percorso era abbastanza breve, anche se i tempi di percorrenza sono stati dilatati dalle frequenti pause. In testa il parroco, in veste solenne, dietro un drappello di fedeli, con sindaco e assessore annessi, poi la statua dell’Assunta e dietro la banda municipale. Poi ancora un seguito di fedeli. Tante, invece, le persone assiepate lungo il percorso. Immancabile, come sempre, il simbolo della fede e della presenza per antonomasia: il cellulare sguainato per le riprese, video o foto che siano. Senza di quello, ormai, non si è vissuto nessun evento nel quale ci si è imbattuti.

Mi era quasi venuta voglia di realizzare un piccolo video su questa processione, chissà se le buone intenzioni incontreranno una fine concreta… vedremo

Intanto, ecco le immagini della processione dell’Assunta ’22 per le vie di Ortigia

Antiche fornaci…

Antiche fornaci…

Dopo aver aggiunto su GMaps la splendida caletta di Ognina (e mi meraviglio ancora che non fosse già presente), ho avuto anche la possibilità di …tornarci in piena estate con un amico. Avevo letto a fine luglio che si erano verificati dei crolli vicino alla spiaggia e temevo di trovare la zona chiusa. Invece tutto a posto. Anzi, ho capito anche meglio quale strada fare, senza invadere i terreni agricoli che circondano il luogo. Occorre passare dentro il porto (sperando che i cancelli siano sempre aperti) e costeggiare il fiordo.

Era un pomeriggio di inizio agosto, nella caletta c’era il giusto mix di famigliole con bambini al seguito (e chi di noi da bambino non è stato esploratore? qui ci si diverte davvero!). Dopo un primo bagno e aver capito che per entrare in modo meno doloroso in acqua, visto che il fondale è piuttosto scomodo, occorre farlo sul lato destro, proprio vicino alle rocce, dove il fondo è più sabbioso, ci siamo deliziato dell’acqua. Pulitissima e vivace, brulicante di pesciolini.

Ma prima del rientro ci siamo avviati lungo il sentiero che porta alla torretta di avvistamento. E’ sempre suggestivo trovarsi in riva al mare e dover dribblare le “buse” delle mucche, che da queste parti sono la regola. Ma spinti ancora dalla curiosità abbiamo deciso di continuare a percorrere la costa, per vedere se c’era qualche altro luogo suggestivo. E infatti…

Prima abbiamo incontrato una grotta sul mare, poi alcune zone di roccia particolarmente bianca e poi ci siamo imbattuti in questo posto che davvero non ci aspettavamo. Una zona rocciosa sul mare piena di strane forme circolari scavate nella pietra. Un mix da far pensare, come al solito, a qualche base aliena, ad una architettura futurista, o resti di fortificazioni militari… Erano ormai le 19 di sera, zona praticamente deserta, con il sole che iniziava il suo tramonto, colori ancora più suggestivi. Un invito a tuffarsi in questo spicchio di paradiso e di forme insolite.

Una volta tornato a casa ho cercato documentazione su queste particolari rocce; su GMaps non compariva nulla, ma esplorando qualche antico sito informativo relativo ad Ognina, ecco illuminato il mistero. E anche qui si possono ammirare altre foto, probabilmente del luogo stesso

Mi sono così deciso a inserire anche questo posto sulla mappa di Google; nel giro di pochi minuti la proposta è stata approvata (si vede che gli omini della grande G erano al lavoro nel momento giusto) e da qualche ora è anche possibile visitarlo e cliccarci sopra.

E questa è stata la prima versione della recensione che ho preparato per GMaps:

Ecco un altro luogo spettacolare del litorale siracusano. Poco distante dalla torre di Ognina (e dalla relativa caletta), si incontra sulla costa questo luogo, particolarmente ricco di reperti archeologici. Le buche circolari che si trovano qui sono infatti i resti di antiche fornaci di epoca greco-romana; nella stessa zona si incontrano pietre particolarmente bianche, ricche di calcare e per ottimizzare la produzione di calce, erano stati realizzati questi forni; grazie alla presenza di legname (la zona è ricca di macchia mediterranea, alberi e cespugli dal legno particolarmente combustibile) si procedeva direttamente alla calcinazione del materiale, ricavandone così la calce, che veniva direttamente caricata sulle navi e commercializzata.

E questo un piccolo album di foto di questo angolo speciale della costa siciliana

Un giugno bollente, ma…

Un giugno bollente, ma…

Tutto sommato il mese di giugno ha rispettato il trend dello scorso anno, che era già notevolmente “caldo”; ho appena sistemato i dati della piccola stazione meteo, per fare un confronto con lo scorso anno.

Ma devo ammettere che rientrando in casa e aprendo il rubinetto dell’acqua fredda, fa sempre un certo effetto sentirla quasi … scottare! In questi giorni è normale avere una temperatura sui 35 e oltre…

Allora è meglio dare la parola ai numeri, noi umani abbiamo una memoria troppo emotiva e parziale; da quando si parla di cambio climatico ogni data è buona per collezionare sensazionalistici record.

Come si vede l’andamento è abbastanza simile; anzi, dovremmo quasi dire che in questo scampolo di primavera abbiamo avuto molta più pioggia dell’anno scorso. Ma staremo a vedere cosa ci riserberanno i prossimi mesi. Intanto ho aggiornato la tabella con i dati nella pagina dedicata alla stazione meteo di Via Enna 39 (che tutto sommato sta funzionando in modo molto regolare!)

Guardando queste pagine mi sono poi accorto che negli ultimi giorni le cose da fare, su altri fronti, sono state numerose e quindi… poco tempo per dedicare tempo ai passatempi.

In concreto abbiamo iniziato il campo estivo del Ciao, siamo ormai alla terza edizione, con una nuova location che mi ha richiesto un po’ di tempo per mettere insieme gli … stakeholder, cioé i dirigenti dell’ASD Siracusa e l’assessore allo Sport. Ma a quanto pare è andata. Lo spazio è un po’ tanto soleggiato, ma con un cambio di orario e molta flessibilità, si può fare. Altre info, ovviamente, sul sito del Ciao.

E nonostante la stagione estiva, siamo ancora in alto mare per alcune attività legate ai progetti dei quali siamo partner. Si tratta della rendicontazione e questa fase è sempre piuttosto ostica. Tra contratti, estratti conto da ricercare, documentazione da preparare e piccole magie per far quadrare il tutto, serve davvero molto tempo.

Un altro passatempo che si è aggiunto, un po’ inaspettatto, è la piccola mano che riesco a dare a Massimo, per rendere più funzionale la comunicazione alle famiglie della nuova scuola che i Fratelli Maristi dal prossimo anno dovranno dirigere. Si tratta del Pio XII di Roma (zona Centocelle-Casilina) e rimaneggiare un po’ un sito web è sempre uno hobby… interessante, anche se comporta la sua dose di grattacapi e di arzigogoli software. Per il momento ho cambiato solo 3 righe, ma quanto basta per… rendere immediata la percezione di un piccolo cambio. Ma da questa settimana… inizia il lavoro serio :-). Sto quasi pensando di invitare Massimo qualche giorno qui a Siracusa, per discutere di editing e restyling a bordo mare…

E poi io continuo a dire che sono qui a Siracusa… praticamente in vacanza!

Passeggiando a suon di natura

Passeggiando a suon di natura

Sabato 28, con un finale di maggio ormai camuffato da piena estate, mi sono ritrovato con tante altre persone a fare quattro passi lungo i sentieri della Pillirina. Dopo averla esplorata varie volte per mio conto, un po’ a piedi e un po’ in bici, vedere che qualcosa si muove sul versante della destinazione a riserva o parco di questa zona praticamente ancora intatta del nostro territorio, non può che far piacere. Girando per altre zone del Siracusano fa abbastanza tristezza osservare l’incuria, il cemento che avanza senza nessun ordine e grazia, le modalità “fai da te” imperanti senza un minimo di progettazione. Sapere che invece esiste anche una voglia diversa di valorizzare la natura, l’ambiente e la relazione che possiamo instaurare con questa realtà, è sicuramente positivo.

Mi aveva passato l’informazione Natalia, e non è stata una sorpresa trovare subito numerosi altri amici, di Accoglierete, dell’Arci, di altre realtà, degli scout (gli Assoraider che operano nella piazza di s.Lucia), tante altre sigle e associazioni, da Legambiente alla Natura Sicula, persino il gruppo Missio ad Gentes della diocesi, insomma, un variegato mondo di persone che hanno a cuore una natura meno funzionale e più autonoma.

Ovviamente ci sono andato in bici, ben sapendo che l’appuntamento non era proprio dietro l’angolo: 12 km per giungere alla conclusione della strada che termina in una sorta di piazzale-parcheggio. Era già un fermento di persone e gruppi, persino in bici (ma quelli erano professionisti della MTB, sui sentieri della Pillirina in bici proprio non me la sento di sfidare le rocce aguzze…), cani al guinzaglio, padroni felici… il mitico Erlend Øye che spiccava tra un saluto e l’altro.

Appena ci si è messi in moto ci si è subito resi conto della quantità di gente. Un migliaio, diranno nei giorni seguenti le tante testate che hanno seguito l’evento; forse un numero un po’ azzardato, ma sicuramente eravamo in tanti. Persino difficile ascoltare chiaramente le parole pronunciate a inizio percorso, per dare un senso alla marcia. Il referente di Lega Ambiente ha tracciato un po’ la storia degli eventi che stanno ancora segnando le difficili tappe di questo possibile e auspicabile parco. Sicuramente i tempi, l’attenzione per l’ambiente e una accresciuta consapevolezza della sostenibilità ambientale, in tutti i sensi, potranno finalmente avere la meglio.

Per questo abbiamo semplicemente ascoltato e poi continuato il percorso. Quasi in modo inaspettato, alla prima tappa, con lo sfondo delle scogliere selvagge e delle caverne scavate dal mare, Erlend ha sfoderato il suo ukulele e con il suo amico ha iniziato il suo concerto itinerante, assicurando che lungo il percorso ci sarebbero stati altri momenti musicali. Fosse anche solo per questo valeva la pena essere lì. Gli ho persino chiesto quando sarà la volta di un concerto dei suoi qui a Siracusa. Ma la risposta che mi è parso di cogliere era …che quello poteva considerarsi il suo miglior concerto e che per i gusti di Siracusa la sua musica forse era poco adatta. O poco richiesta? Eppure vive qui ormai da tempo, parla un fluente italiano e dalla sua iniziativa è evidente l’affetto che nutre per queste zone (voleva mettere sul piatto 1 milione di € per poter consentire alle persone l’accesso alle zone della Pillirina ancora contese e di proprietà privata…).

Forse il problema è proprio questo, come spesso capita: sono proprio gli “stranieri”, chi viene da altre zone ad apprezzare il bello e l’unico che in Siracusa è così diffuso e, purtroppo, ancora poco valorizzato.

Ma a forza di insistere, qualcosa sta cambiando…

E queste sono le immagini della passeggiata, con qualche video degli inserti musicali di Erlend