volontario temp
Non so quanti PC, tra scuola amici fratelli e semplici conoscenti, ho avuto tra le mani per avviare al servizio; ma una delle prime cose che sempre era necessario fare era creare una cartella per le cose provvisorie, per fare le prove, metterci file e programmi da sistemare… temp è il nome classico di questa cartella: C:\temp il suo indirizzo preciso.
Insomma, niente di più duraturo di una cosa temporanea; ancora adesso sul mio ultimo PC fa la sua bella figura e mi serve per un sacco di cose. Eternità del provvisorio, verrebbe da dire!
Fin dai primi giorni di questa quarantena, spesso rilassati e talvolta un po’ troppo leggeri, avevo cercato qualche opportunità per utilizzare meglio questo tempo. Almeno qualcosa di …provvisorio. Il nostro centro (il CIAO) era forzatamente chiuso, i ragazzi, i bambini e i tanti amici che lo frequentavano ogni giorno relegati tutti ai domiciliari. E siccome nella nostra comunità abbiamo un debole molto forte per la Croce Rossa, che da queste parti è sempre in prima linea sul tema dei migranti, degli sbarchi e degli accoglimenti, era quasi scontato rivolgersi a loro, alla CRI.
Anche perché il corso di formazione che solitamente si teneva in primavera per quest’anno sembra saltato d’ufficio. E così, consultando il loro sito per diventare volontario temporaneo della Croce Rossa, avevo segnalato la mia disponibilità, fin dal mese di marzo, insieme a Rosa. Nina invece è già volontaria CRI da tempo!
Dopo qualche giorno è arrivata la conferma, insieme alla richiesta del certificato di …sana e robusta costituzione (e comunque la mia dottoressa è stata veramente disponibile, nonostante questi strani tempi).
Qui a Siracusa in questo modo si è formato un gruppetto, una dozzina di persone; naturalmente c’è stata una sessione di formazione, logicamente online, durante la quale ci siamo almeno visti di sfuggita e abbiamo ripassato alcuni dei tempi formativi necessari (il codice etico della CRI, le norme essenziali per un intervento in sicurezza…).
Finalmente siamo anche passati all’azione; dopo aver dato la nostra disponibilità oraria i responsabili locali hanno sistemato il primo timetable settimanale. E giovedì mattina, quasi alla fine di aprile, ho avuto il primo impegno.
Logicamente è una attività di supporto, nessuna emergenza.
Si tratta di fare cose semplicissime: portare dei medicinali presso le case di alcune persone, oppure fare e portare la spesa. Siccome nella mattinata era coinvolta anche Nina, siamo partiti insieme per recarci alla sede della CRI di Siracusa, nella zona vicino al tribunale, in Via S.Orsola. Poi insieme al responsabile, via per le attività: passare da una famiglia per prendere la ricetta, recarci alla farmacia dell’Ospedale Umberto I per ritirare il farmaco, altra commissione presso l’Ospedale Rizza e altra medicina, da portare questa volta ben più lontano, in un paesino distante diversi chilometri. Il tutto nell’arco di una mattinata. L’impegno si svolge solitamente dal lunedì al venerdì.
Essere in due è sempre una garanzia di sicurezza e di efficacia, non perché il compito sia così impegnativo… Vedremo adesso se con la fase 2 gli interventi si intensificheranno oppure no. La disponibilità rimane.
Passeggiando tra i locali della CRI, pieni di attrezzature, cartelloni per i corsi, ambienti per la formazione e gli incontri… pensavo a tutte queste coincidenze, visto che proprio in questi giorni, aiutando il nostro amico Omar a prepararsi per la maturità, avevamo da poco ripassato le guerre di indipendenza italiane. Gli avevo proprio parlato della battaglia di Solferino (1859) e della tragicità degli scontri a fuoco di quell’epoca, con centinaia di feriti che venivano poi abbandonati sui campi di battaglia. Quando andavamo in gita di classe con gli alunni (di Genova, di Milano…) una salita sulla torre di Solferino era una tappa obbligata. Mi ero spinto persino a spiegargli cosa si intendeva per “misericordia“, quella mazzetta appuntita che serviva per dare il colpo di grazia ai moribondi… (se passate dal piccolo museo garibaldino di Quarto, edificato a ricordo della spedizione dei Mille, ne potete vedere qualche esempio).
Proprio da quei disastri, da quelle emergenze, è partita l’idea di H. Dunant per fondare un servizio che ancora oggi ha tanti campi di impiego.
Se proprio non puoi eliminare il buio, almeno accendi una luce…