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Categoria: scuola

Ricordando p. Mario

Ricordando p. Mario

In ricordo di p. Mario Iannicelli

Sabato 8 giugno, alle 18:30, nella cappella dell’Istituto Marista di Giugliano ricorderemo insieme la sua figura, con una s. messa.

Padre Mario è stato per l’istituto dei Fratelli Maristi un punto di riferimento per quasi quarant’anni; ha percorso in questo periodo una parabola ricca di umanità e di servizio che si è sviluppata a partire dai lontani anni 70, quando l’istituto era ancora nella vecchia sede di Corso Campano (i “maristi vecchi”, come ancora si dice oggi). A conti fatti, considerando i tanti fratelli che si sono avvicendati nell’istituto, chi per pochi anni e chi per qualche decennio (come si fa a dimenticare il buon fr. Giulio e le sue merendine, fr. Giacomo e le sue lezioni di inglese, fr. Nito con le sue piante…) l’unica persona che garantiva una presenza costante era proprio lui, padre Mario, sempre presente alle due messe della domenica e a tutti gli altri impegni della particolare comunità di fedeli che ruota intorno alla scuola marista.

La sua vocazione sacerdotale nasce con un taglio spiccatamente missionario, nell’ambito del PIME (il Pontificio Istituto per le missioni estere). Erano gli anni del dopoguerra e il mondo era ancora pesantemente segnato dai postumi di quella follia: guerra fredda, deriva coloniale, il boom economico… E proprio l’Africa esercitava un forte richiamo in tanti giovani: l’epopea di padre Damiano nella sua Molokai avev a inciso fortemente sull’opinione pubblica mentre l’esperienza di A. Schweitzer e il suo ospedale di Lambarenè, nel cuore dell’Africa nera, toccavano il cuore di tanti. P. Mario insieme ad alcuni compagni, inizia il suo servizio nel cuore dell’Africa, in quello che era ancora un brandello di colonia portoghese. Così era arrivato in Guinea Bissau (allora Guinea Portoghese) nell’autunno del 1951 (vi sbarcò il 16 novembre) insieme ad altri tre missionari del PIME, uno dei pochi istituti religiosi che si era reso disponibile al lavoro missionario in quella terra africana fin dal 1947. Sbarcato nel porto di Bissau, si erano subito recati all’interno della Guinea per risiedere nella stazione missionaria della cittadella di Bafatà affidata al PIME. Dopo un adeguato periodo di acclimatamento, venne destinato alla missione di Catiò nel sud del paese, al confine con l’attuale Guinea Conacri. Il suo lavoro principale consisteva nella cura e nella preparazione degli insegnanti delle varie scuolette dei villaggi che man mano i missionari di Catiò fondavano, dietro esplicita richiesta del governatore portoghese della Guinea. Ma nel mese di aprile 1955 p. Mario si vede  costretto a ritirarsi nella sede centrale del PIME a Bafatà, per l’acutizzarsi di un problema agli occhi. Tra l’altro, nel periodo della sua permanenza in Portogallo per lo studio del portoghese aveva avuto un grave incidente automobilistico con relativa degenza in ospedale per il recupero. Da allora la sua vista diminuiva progressivamente. Nel gennaio del 1957 soffriva già a tal punto agli occhi che il prefetto apostolico portoghese si offrì di mandarlo a Lisbona a curarsi a spese della prefettura. Ma p. Mario non approfitterà di questo invito.

Nel giugno 1957 rientra definitivamente in Italia, per curarsi e prestare un servizio di supporto nelle case del PIME che nel frattempo stava consolidando la sua presenza nel Sud dell’Italia e aveva bisogno di personale per la cura dei seminaristi (in particolare, sul nostro territorio, a Ducenta e ad Aversa) e per l’animazione missionaria in alcune diocesi del centro sud. Il problema agli occhi sarà la sua croce per molti anni, solo entrando nel nuovo millennio le cure riusciranno a migliorare questa critica situazione. I suoi occhiali scuri per molti restano un ricordo indelebile. Ma erano per lui una protezione indispensabile.

Così per molti anni è stato il Cappellano del nostro Istituto, fin dai lontani anni 70, dopo il periodo missionario, iniziando un lungo percorso di accompagnamento della scuola marista, guidando la comunità domenicale con la celebrazione dell’eucarestia (le due messe delle 8:30 e delle 11:30), collaborando con la scuola nei suoi molteplici impegni pastorali, le prime comunioni, le confessioni…, sempre con grande disponibilità e partecipazione. Oltre agli impegni in istituto, durante la settimana si recava spesso nella Parrocchia di San Marcellino nel quartiere di Aprano di Casaluce per aiutare il parroco, don Mimmo. Abitualmente risedeva a Casaluce vivendo in casa presso i familiari.

Negli ultimi anni del suo servizio, dopo il 2008, ha condiviso in pieno anche la vita della comunità marista, mettendosi a servizio con semplicità fraterna e risiedendo nell’Istituto, a fianco dei fratelli. Ha continuato così il suo impegno di cappellano, nonostante il peso degli anni, fino al 2014, quando si è ritirato presso la casa di riposo di Sagliano, in Aversa. E anche in questa sede tanti sono andati a trovarlo, in questi ultimi anni, per avere da lui una parola di conforto, condividere un momento di intesa spirituale.

La sua parabola umana si è chiusa domenica 5 maggio, nella serata; i funerali si sono svolti il giorno dopo, lunedì 6, presso la chiesa dei santi Filippo e Giacomo, in Aversa, presieduta dal vescovo, mons. Angelo Spinillo. A breve inseriremo qui una parte dell’omelia che il vescovo ci ha offerto, sottolineando il profilo umano e sacerdotale di p. Mario.

Sono tanti che ricordano la sua serenità, le sue parole ispirate e penetranti, il suo modo di fare amichevole e fraterno, la sua pazienza e semplicità nelle confessioni. In molti hanno già detto: “E’ un pezzo della nostra storia che ci precede in Paradiso”. Continuiamo a ricordarlo con un affettuoso ricordo e con le nostre preghiere.

Testimonianza di fr. Vasco Santi (che ha vissuto nella Comunità Marista insieme a P. Mario negli ultimi anni della sua permanenza a Giugliano), nella foto qui sopra, che ricorda l’apertura dell’80° dell’Istituto (1931-2011) è a fianco di p. Mario, entrambi in qualità di “diversamente” giovani e testimoni dell”Istituto.

Ricordo che era sempre entusiasta del suo servizio di Cappellano dell’Istituto…Sempre sereno…Sempre attento e positivo alle varie richieste  passate nel <confessionale>. Negli adulti ex-Alunni, ho sempre sentito testimonianze di gratitudine per le offerte di vita ricevute…Il 10 del mese di Luglio 2015, venne un Ex-Alunno che voleva celebrare il 25° anno del suo matrimonio; andammo insieme a trovare P.Mario nella casa per anziani di Aversa; presero accordi per la celebrazione nella Cappella di Giugliano; ricordo i nomi degli Sposi. ARTURO-ROSSELLA, e dei figli:VINCENZO e FEDERICA (Entrambi sono stati docenti presso l’Istituto e i figli sono ex-alunni)Un giorno, di Domenica, nel pomeriggio, venne a bussare alla porta della mia stanza: era pallidissimo nel viso! Col fr. Marino, fortunatamente in casa, lo portammo in macchina all’Ospedale, e lo staff-Medico, sapendo che era p. Mario, lo accolsero e lo curarono per cinque giorni con tanta amorevolezza. In definitiva P. Mario, è stato una pietra miliare a tutti i livelli: di uomo e di Cappellano nel nostro Istituto.
(fr.Vasco Santi, 24/5/2019)

Ecco un album fotografico su p. Mario
che raccoglie alcuni momenti della sua esperienza in mezzo a noi.

Ci piace anche riportare 2 lettere di saluto a p. Mario, scritte nel 2014, quando ha concluso il suo impegno di cappellano presso l’istituto marista; sono il ricordo affettuoso di un papà e di una chierichetta

23 giugno 2014, Padre e figlia scrivono a P. Mario
Laura Cristina e Giuseppe Maisto (entrambi ex-alunni dell’Istituto)

Caro Padre Mario,
Ti scrivo questa lettera per ringraziarti della tua faccia sempre sorridente che mi doni ogni volta che entro in chiesa per fare la chierichetta. Grazie per la tua disponibilità: tu non dici mai di “no” a nessuno, sei sempre disponibile, ogni cosa che fai la svolgi sempre con un sorriso stampato sulle labbra, come quando la scorsa domenica non trovavo Fr. Stefano e tu gentilmente sei andato a cercarlo.
Mi hanno sempre affascinato le tue storie di quando da giovane eri missionario, che ogni tanto racconti a messa. Io non ti conosco molto bene, anche se papà dice sempre che sei un “grande”, ma da sola ho subito capito che sei una persona generosa, sorridente e pronta a servire Gesù, che sono certa è orgoglioso di te. Io sarei contentissima se mi dicessero che sono una persona sempre sorridente e disponibile.
Te l’hanno mai detto che hai un sorriso davvero contagioso?
Spero di diventare un giorno come te. Ti voglio bene!
Dalla tua chierichetta Laura.
Un bacio.

Caro Padre Mario,
quante volte ho pensato di scriverti quattro righe per ringraziarti e per comunicarti il mio affetto per te. Mi ritrovo adesso a lasciarti un biglietto, seppur in compartecipazione con mia figlia, come quando da piccoli ti facevamo domande alle quali rispondevi durante la messa delle 9:30.
Ho visto che anche tu da un po’ di tempo trascrivi frasi e citazioni di cose che hai letto, per farci partecipi delle tue sensazioni e pensieri. E allora ho deciso anch’io di lasciarti un segno tangibile delle sensazioni che provo per te.
Tu sei stato, insieme a qualche fratello marista, una guida importante per me, un porto sicuro al quale approdare nelle difficoltà e più volte nella mia vita ho fatto ricorso ai tuoi consigli per sbrogliare qualche matassa.
Devo dire che hai sempre mostrato disponibilità e giovialità e con parole semplici hai riportato alla giusta realtà anche quelli che mi sembravano problemi irrisolvibili. In seguito ho compreso che dietro quella dote di semplificatore c’era la capacità di affidare tutto a Dio, come hai sempre sostenuto, che ti consente di tenere dentro di te i tormenti, le difficoltà, le preoccupazioni, lasciando trasparire a noi solo la parte buona dei consigli.
Mai in prima linea, sempre nelle retrovie, ma con una buona parola per tutti, testimone del cristiano che deve portare gioia anche nelle situazioni più difficili, per me e per quelli della mia generazione sei stato l’esempio del sacerdote che non pontifica dall’alto, della guida che è in mezzo a noi, in altre parole del missionario, che dopo l’Africa ha deciso di svolgere la sua missione a Giugliano.
Le tue storie per noi erano fonte di meraviglia e ammirazione e ancora oggi ti ascoltiamo a bocca aperta. Quante cose vorrei sapere di te, anzi molte volte ho pensato di scrivere una tua biografia, ma non ho mai avuto il coraggio di chiedertelo.
Allora sai cosa faccio? La domenica, dopo aver ascoltato la tua omelia, trascrivo a casa le cose che più mi hanno colpito e ce ne sono sempre. Poi le rileggo e sono una buona lettura nei momenti difficili, così come la “preghiera per il buonumore” che mi regalasti tempo fa.
Mi hai accompagnato nella adolescenza e nella maturità e adesso con gioia immensa vedo mia figlia piccola accanto a te e sono contento che Dio ti abbia preservato perché anche lei potesse conoscerti.
Grazie per sempre
Pippo Maisto

Grazie, Lucia

Grazie, Lucia

Ci eravamo preparati da tempo e oggi, insieme ai ragazzi di 2mA, abbiamo avuto il privilegio speciale di incontrare una persona speciale, Lucia, la sorella di Lino Romano. Realizzando questo progetto, proposto dal Presidio di Libera che opera nella nostra scuola di Giugliano, siamo quasi giunti al capolinea (mancano ancora delle cose importanti… a breve), ma l’esperienza di oggi la porteremo sicuramente nel cuore per tanto tempo.

Abbiamo avuto la fortuna di accogliere Lucia, insieme alla sua amica, proprio a inizio mattinata, prima avevamo sistemato la sala Pietro Cannone con la scenografia geniale pensata dalla prof di arte, un tappeto verde con tante scarpe e i nomi di alcune vittime innocenti di mafia, in evidenza quelle che ci sono state affidate quest’anno, Genny, Lino e Michele; il significato era ben evidente. La violenza ha interrotto il loro percorso, non camminano più tra noi, ma con queste testimonianze e con l’attenzione che vogliamo dedicare loro, siamo noi a continuare il loro cammino, a far riecheggiare il loro nome, a continuare la vita…

Lucia è stata come una mamma anche per noi e ci ha parlato della sua esperienza con la semplicità e la capacità di arrivare fino al cuore di ciascuno. Abbiamo ascoltato tutti con grande attenzione e partecipazione, quasi non servivano le domande, che comunque ci sono state perché ascoltare dalla sua voce la storia di Lino, che quella sera di ottobre del 2012 era andato a trovare la sua fidanzata a casa (erano tanti giorni che non si vedevano perché lei lavorava fuori…) e poi uscendo è stato scambiato per un affiliato ad un clan camorristico, la tuta da ginnastica, il berretto calcato in testa e poi l’uccisione, 14 colpi feroci. Una vita infranta; ma non solo quella di Lino. Abbiamo visto quante conseguenze assurde un gesto violento può creare; ti cambia la vita, distrugge la serenità dei genitori, obbliga a cambiare progetti per il futuro, getta nello scoraggiamento… Ma ascoltando le sue parole e sentendo del progetto che sta per iniziare, perché la Vita deve vincere ed è l’unico modo per cambiare le cose, ci sembra che sia già iniziato un percorso di recupero. Lucia si sta dando da fare per realizzare un centro per aiutare i ragazzi di Cardito a trovare occasioni di incontro, di attività, di impegno. Senza queste cose la camorra fa presto a trovare nuove reclute…

Speriamo di riuscire, nei prossimi giorni, a raccogliere le emozioni e le riflessioni dei ragazzi, per completare questo progetto, insieme all’olivo che vogliamo piantare nel giardino della scuola, con i nomi delle 3 persone che quest’anno abbiamo voluto onorare.

Lino, Michele, Genny: presenti!

Lino, Michele, Genny: presenti!

In questa settimana, con le nostre classi di seconda media proviamo a concretizzare un progetto che abbiamo presentato ai ragazzi da parecchio tempo. In collaborazione con il Presidio di Libera che da diversi anni opera nella nostra scuola, daremo spazio per far risuonare 3 nomi che la violenza insensata della camorra ha spento per sempre tempo fa. Effetti collaterali, li chiamano, incidenti di percorso; persone uccise quasi per sbaglio. Peccato che la violenza messa in atto non sia mai una “distrazione”, ma una volontà ben precisa, che lascia conseguenze spesso devastanti.

Nel contattare una delle persone, un familiare di queste vittime, vedo ancora che il suo profilo di Whatsapp è semplicemente la foto del fratello, ucciso “per sbaglio” quasi 10 anni fa. Un dramma che il tempo non può cancellare, un ricordo che rimane indelebile. Con i ragazzi vogliamo fare semplicemente questo, uno “sgarro” alla Camorra che tratta la vita e le persone in modo così superficiale da far credere che una vita sia poco importante, un numero o poco più. Nient’affatto, le persone valgono, la vita vale e questi nomi vogliamo pronunciarli, ripeterli, ricordarli.

Alcuni mesi fa abbiamo contatto il referente delle vittime innocenti di mafia, il nostro amico Bruno Vallefuoco, che ci ha segnalato 3 persone vicine al nostro territorio, Cardito, Castel Volturno, Napoli. Purtroppo la scelta non è difficile. Quando l’associazione Libera ha iniziato a ricordare questi innocenti, ormai più di 20 anni fa, l’elenco di persone non superava i 300, oggi sono più di 900 i nomi che ogni 21 marzo, festa della primavera e festa della vita che continua, vengono proclamati in pubblico, per ricordare queste persone e restituire almeno uno spazio pubblico alla loro vita.

Con i ragazzi delle classi seconde ascolteremo questo testimoni, abbiamo già approfondito e iniziato a conoscere queste persone (le informazioni le abbiamo prese dall’archivio di Libera, a questo link) ma vogliamo con questo gesto sottolineare e dare importanza alla vita di queste vittime, un piccolo segno di attenzione e di impegno personale. Una piccola rivincita contro l’insensatezza della violenza. Qui sotto la scheda che abbiamo trsmesso ai ragazzi, con le notizie su questi 3 personaggi

ma vogliamo con questo gesto sottolineare e dare importanza alla vita di queste vittime, un piccolo segno di attenzione e di impegno personale. Una piccola rivincita contro l’insensatezza della violenza. Qui sotto la scheda che abbiamo trasmesso ai ragazzi, con le notizie su questi 3 personaggi

il mio geoviaggio virtuale con Tour Builder

il mio geoviaggio virtuale con Tour Builder

Ecco un altro strumento interessante per chi insegna e studia geografia: Tour Builder, si tratta di uno strumento “made in Google”, ancora in versione beta (e questo vuol dire che non ci stanno dedicando troppe energie ed attenzioni, tutto sommato è una garanzia di funzionamento “normale”).
A cosa serve? In poche parole permette di realizzare una sorta di video interattivo per illustrare e dare informazioni su un particolare luogo, un viaggio, un itinerario o su un tema particolare. Per spiegarne il funzionamento sono disponibili anche dei tutorial su Youtube molto chiari, in italiano (come questo, del prof. Mainero, che tra l’altro cura quest’anno la disciplina di geografia sulla rivista Scuola e Didattica, dell’editrice La Scuola, quindi una buona garanzia di professionalità).

Per utilizzarlo è sufficiente disporre di un account Gmail (nel nostro caso è possibile utilizzare quello personale della scuola, oppure questo: alunnodemogiu@maristimediterranea.com), poi bisogna effettuare l’accesso su questo indirizzo:

https://tourbuilder.withgoogle.com/

Se non si è ancora effettuato l’accesso a Google occorre cliccare sul pulsante “Sign in” e basta inserire il proprio indirizzo di posta completo, senza la password!)

Per creare un nuovo viaggio virtuale si seleziona Create e si entra nell’interfaccia di editing del proprio progetto.

  • Per prima cosa si prepara una bella copertina, con il titolo del nostro viaggio e qualche informazione generale,
  • quindi si inserisce la prima tappa del nostro viaggio, cercando sulla mappa il luogo preciso, aggiungendo delle foto e scrivendo una breve descrizione
  • si procede allo stesso modo con le tappe successive, fino alla conclusione del nostro viaggio
  • ogni tappa può contenere la mappa realizzata con Google Earth (con il livello di zoom che si sceglie liberamente) un certo numero di fotografie o video e dei commenti scritti,
  • per “imparare” bene ad usare Tourbuilder è utilissimo guardare i viaggi preparati da altre persone, ad es. questo realizzato da una ONG solidale che opera nel Bangladesh:
    https://tourbuilder.withgoogle.com/builder#play/ahJzfmd3ZWItdG91cmJ1aWxkZXJyDAsSBFRvdXIYgvMgDA
  • la navigazione in questi viaggi virtuali è molto semplice, basta cliccare sul pulsante “next” e andare avanti, oppure selezionando dal riquadro laterale le tappe da visitare e approfondire.
  • una volta che si completato il viaggio è possibile condividerlo e renderlo pubblico (utilizzando il pulsante di condivisione “share”)

liberamente scuola?

liberamente scuola?

Uno dei temi che seguo da tempo è quello della scuola libera (Finardi ci aggiungerebbe il suo “ma libera veramente“). Un tema che difficilmente fa breccia nel talk-show o sui giornali (tranne pochi, come Tempi che segue da sempre questo argomento con passione) . Sono poche anche le persone che vi dedicano energie e competenze, come sr. Monia, in Lombardia (dove forse è meno difficile parlare e fare su questi temi).

Aggiornarsi, tenersi informati, conoscere, tutti elementi necessari per non abbassare la guardia e non perdere opportunità, perché difendere un diritto è sempre difendere le persone, spesso le più deboli. Ecco perché ogni tanto ci ritorno, su questa piccola battaglia di libertà, con qualche notizia e qualche iniziativa che servono principalmente a me.

Parlavo di sr. Monia, da poco è uscito un libro ((Insegnamenti Straordinari) in cui si racconta anche la sua passione per questo impegno, insieme ad altri esempi di passione educativa; sr. Monia viene sinteticamente definita come ” Una suora, politica, ma senza un partito, che si batte da una vita per il diritto allo studio e la libera scelta della scuola pubblica.”

Come maristi, in collaborazione con la FMSI abbiamo stilato alcuni punti da sottoporre al periodico controllo UPR ( Esame Periodico Universale processo che comporta un esame dello stato dei diritti umani di tutti i 192 stati membri dell’ONU, una volta ogni quattro anni). Ho insistito un po’ perché si prendesse anche a cuore il tema della libertà di scelta educativa e così quest’anno i temi sui quali i maristi prenderanno posizione comprendono anche questo sulla Affermazione del diritto alla scelta del tipo di istruzione (gli altri sono sui minori stranieri non accompagnati, sulla iIntegrazione delle Minoranze Etniche e sulla povertà educativa e abbandono psicologico parentale). A breve la presentazione del nostro report.

E nel nostro piccolo spazio (in questo momento mi riferisco alla Campania), collaborando con la Fidae, stiamo riprendendo le fila dei contatti con le varie scuole cattoliche del territorio. Piccoli germogli da far crescere. Anni fa (prima del mio periodo brianzolo, dal 2012 al 2018), in Campania le scuole cattoliche collegate dalla rete Fidae erano 140, oggi siamo scesi a meno di 100. Anche i numeri parlano e sono impietosi. Poter scegliere a volte significa poter esistere. Non tanto per sopravvivere (che sarebbe veramente meschino), ma si tratta di offrire una opportunità concreta di scelta e di libertà. Non è poco.

A volte rilanciare articoli, notizie e cose del genere può essere utile…prendo spunto da quelli che mi arrivano … per una rapida rassegna.