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Categoria: scuola

custodire il creato: un invito per giovedì 29

custodire il creato: un invito per giovedì 29

Che strano e che bello che ogni tanto anche i vescovi del nostro territorio (a Nord di Napoli e dintorni), si facciano sentire per parlare di cose urgenti e necessarie. Pochi giorni fa è arrivata questa lettera (dal sito della nostra diocesi di Aversa) che invita a condividere un gesto  scomodo e che vuole essere di denuncia. Digiuno e preghiera. Il problema, anzi il dramma di fondo, è la situazione critica del nostro territorio. Dai continui fuochi che periodicamente vengono appiccati a depositi di spazzatura o infrastrutture che dovrebbero trattarli, all’incuria generalizzata che porta a considerare “normale” vivere in condizioni igieniche precarie e in ambienti segnati dal degrado e dall’abbandono.

Un’immagine fin troppo eloquente: la rampa per accedere all’asse mediano che si trova nei pressi del Carrefour di Mugnano, un biglietto da visita che viene inflitto a quasi tutti i cittadini di queste zone. E non mi dite che questo è normale :-/  la foto qui a fianco risale al 2008, ma la situazione di oggi è solo lievemente migliorata, in pratica la spazzatura è stata solo “cortesemente” ammucchiata sui bordi… 

E’ per questo, e per tante altre ragioni, che anche la nostra Comunità e Scuola marista di Giugliano aderisce alla proposta dei vescovi che hanno proclamato per il 29 novembre una giornata di preghiera e di digiuno come forma di “pacifica protesta” e sensibilizzazione sul drammatico tema dell’ambiente e della custodia del nostro territorio, di cui siamo tutti, in differenti modi, responsabili. Ascolteremo insieme la lettera che hanno scritto per motivare questo gesto e sottolineare l’impegno di tutti i cristiani a rispondere concretamente a questa sfida. Come comunità marista che coinvolge tutte le varie componenti della scuola, aderiamo a questo invito e ci incontreremo giovedì 29 alle ore 19:30 nella Cappella dell’Istituto per un momento corale di preghiera. 

Ma cos’era questo 20 novembre?

Ma cos’era questo 20 novembre?

20 novembre, un anniversario che passa abbastanza in sordina, anche presso chi, come noi, dovrebbe considerarsi “del mestiere”: è il compleanno della dichiarazione dei diritti dei minori. Un’amica ci invita alla riflessione su questo tema, con queste parole riprese dal web

“La celebrazione della Giornata cade nell’anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, adottata nel 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ratificata da 190 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia (1991), il documento si fonda su quattro principi: la non discriminazione; il superiore interesse dei bambini, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, e l’ascolto delle opinioni del minore. Nella convenzione ha un ruolo centrale anche l’educazione, considerato un diritto fondamentale che i singoli Stati si impegnano a garantire. Nello specifico i firmatari hanno il dovere di adottare misure per promuovere la diminuzione del tasso di abbandono della scuola e la regolarità della frequenza.

Ce n’è già abbastanza e potrei fermarmi qui. Persino con un pizzico di scoramento… Ma questo è uno dei chiodi fissi che mi porto dietro da anni: la libertà di educazione, l’impegno per eliminare le discriminazioni che ancora oggi fanno inciampare impietosamente questo diritto, ribadito anche dalla nostra costituzione. E proprio l’Italia è fanalino di coda in questa garanzia del diritto, visto che la famiglia che osa scegliere una scuola, ad esempio come quelle mariste, la scuola se la deve pagare 2 volte, prima con le tasse e poi con le rette. E se c’è una cosa che non sopporto è proprio questo mercimonio della scuola libera, che lo stato ci obbliga a perpetrare. Il guaio è che molti dei genitori sono persino poco informati di questi aspetti.

Negli ultimi 6 anni ho avuto modo di frequentare (più virtualmente che altro), sr. Monia Alfieri, che da anni combatte una decisa battaglia per rimuovere questo ostacolo, con la proposta del costo standard (qui il sito con tutti gli approfondimenti). Si studia quanto spende lo stato per ogni suo alunno della scuola statale e poi si offre al genitore quella risorsa per consentirgli di esercitare il diritto previsto dalla Costituzione, con la libertà di scelta. Pura fantascienza, ma riguarda solo l’Italia, la Grecia e altri paesi allineati in questo meschino consorzio. Sarebbe persino un notevole risparmio e una opportunità di sano confronto (mettiamoci anche la parola “concorrenza”, anche se un po’ sgradevole). Ma probabilmente a questo traguardo si giungerà quando le scuole libere in Italia saranno solo più un ricordo (lo scorso anno hanno chiuso oltre 200 scuole paritarie, molte le cattoliche!).

Le associazioni che promuovono e informano su questi temi rimangono rannicchiate in contesti poco evidenti: esiste la Fidae che raccoglie le scuole cattoliche. Qualche giorno fa mi hanno chiesto la disponibilità per il collaborare con il consiglio regionale della Campania, ma dopo l’elezione (che strano essere eletti senza neanche vedere il contesto in cui ciò avviene 🙂 non ho ancora visto fatti concreti, non ci siamo ancora nemmeno riuniti… Serve in questo caso una maggior coscienza e consapevolezza che gli interventi e il risalto di questi temi è squisitamente politico, non difesa di un settore o lotta per la sopravvivenza di retaggi storici…

Do you speak chinese?

Do you speak chinese?

Inutile nascondersi: del cinese non ne sapevo praticamente nulla, se non qualche luogo comune racimolato qua e là senza particolari attenzioni… ma da quando mi ritrovo in classe un ragazzino cinese che è giunto in Italia da poche settimane… ecco che le cose veramente cambiano.

Come fare per capirsi, come spiegare le cose, come interagire? Bel mistero e bella sfida. Sono giunto persino a tentare un collegamento via Skype con una nostra alunna di Cesano, cinese di cultura ma italianissima da anni (grazie Ashley!). Ma è ovvio che non posso “assumerla” come interprete abituale, visto che anche lei frequenta la seconda media…

E sempre in tema di persone amiche ho sentito anche il responsabile della scuola per stranieri che da anni condivide le stesse aule della nostra scuola marista di Cesano. Ma il cinese è proprio ostico e non servono impostazioni generiche e non avendo avuto mai esperienza con studenti cinesi i suggerimenti sono stati pochi. Grazie lo stesso, Sandro.

E così si parte alla ricerca sul web di tutto quello che può essere utile e praticamente attuabile. Dispense, brevi manuali, demo di corsi e introduzioni varie, almeno per farsi qualche idea meno frammentaria; così si viene a scoprire che in cinese non ci sono gli articoli, che la costruzione della frase è ben diversa dalla sintassi delle nostre “semplici” lingue neolatine, che le ore di lezione in Cina sono abitualmente di 45 minuti (+ un quarto d’ora di pausa per ogni lezione, ecco da chi hanno copiato per il “quarto d’ora accademico…”). E nel frattempo stiamo attendendo l’intervento di uno specialista, perché non si può improvvisare e sperare nel tempo che passa e fa miracoli. Non basta far scrivere a tutti gli alunni sui post-it un nome di cose che si trovano in classe (banco, sedia, penna…), per poi andarli ad appiccicare sugli oggetti, accompagnare il nostro alunno e dire il nome, per poi mescolare i foglietti e invitarlo a rimetterli a posto, dopo averli letti.

Bene, a questo link ho raccolto un po’ di materiali, perché non si sa mai, in attesa di un progetto meno estemporaneo e più articolato. Tra qualche giorno facciamo il punto su questa situazione.
Italiano per cinesi – documentazione varia

Con la massima attenzione per le nostre scuole

Con la massima attenzione per le nostre scuole

Tutti i genitori della nostra scuola conoscono bene (ci auguriamo) il lungo e delicato dibattito relativo alle scuole paritarie in Italia. Ne parliamo sempre ad ogni incontro perché è proprio dai genitori che deve nascere questa consapevolezza e l’impegno a non “rassegnarsi” per non restare discriminati. Ne va della libertà della scuola e dei nostri ragazzi!

Per questo riportiamo alcuni articoli, segnalati dalla infaticabile sr. Monia Alfieri (che proprio quest’anno conclude il suo mandato di Presidente della Fidaelombardia ma non “molla” il suo impegno per quanto riguarda la “battaglia per il costo standard”)

E a proposito di “fondi” per le Paritarie, forse pochi sanno cosa sono i PON, finanziamenti Europei per la formazione. Da anni si sta lottando perché anche agli studenti delle paritarie possano essere aperte queste possibilità; la legge ci sarebbe, alcuni hanno già avviato le procedure ma ben presto sono spuntati … bastoni tra le ruote. Ora Bruxelles ha confermato che non ci sono problemi per aprire questi finanziamenti anche alle paritarie… vediamo adesso quanto tempo ci vorrà per passare dalle promesse ai fatti. Ecco l’approfondimento fresco di giornata, pubblicato da Avvenire

Avvenire – PON: via libera di Bruxelles ai fondi per le parirarie

Non solo problemi

Non solo problemi

In questi giorni di calma apparente, cogliamo in modo positivo lo sforzo di chi non si lamenta del buio ma si impegna per accendere luci. Portiamo a conoscenza delle famiglie che a livello regionale le prospettive già note di apertura e collaborazione con le scuole paritarie, sono di nuovo in pista e promettono sviluppi interessanti, a cominciare dalla riapertura del tavolo sul costo standard. Ecco quanto ci comunica sr. Monia Alfieri, presidente Fidae della Lombardia.

Avvenire_05-7-2018-riprende-tavolo-costostandard