Già che siamo in coda…

Già che siamo in coda…

Viviamo questi giorni di quarantena per il coronavirus cercando di non subire gli eventi, ma per quanto possibile di affrontarli con saggezza.

A tutti noi capita di andare a fare la spesa e, a parte le fantozziane scelte di chi compra una briciola per volta, o va nel comune vicino perché il pane è più buono… ci sono modi più sensati di affrontare questa necessità.

Uno dei problemi che stanno sorgendo è proprio quello delle code. Arrivi al supermercato (perché andare nei negozietti più piccoli anche se avrebbe senso espone a troppi contatti) e facilmente vedi gente in fila, più o meno ordinata, che aspetta. Ovviamente ci sono già soluzioni per ottimizzare questo problema, ad esempio fornendo una mappa dei market con meno code.

Ci hanno pensato dei ragazzi di Milano, preparando un servizio web dal nome molto evocativo. Filandiana.it. Il funzionamento è semplice, ci si collega al sito che riconosce la propria zona e mostra una mappa degli esercizi presenti (e se ne mancano si può contribuire a completare questa mappa, segnalando cosa manca). Quando ci si reca a fare la spesa basta segnalare sulla mappa che si sta facendo la coda presso un determinato market, di modo che la mappa segnala immediatamente questa situazione. Ovvio che se questa funzione viene usata da pochi non raggiunge il suo scopo, ma in diverse zone del nord sta già svolgendo un valido servizio.

Questa mattina toccava a me fare la spesa, di solito vado al minimarket più vicino, nel mio caso il Penny. Non era ancora presente la settimana scorsa e mi ero dato da fare per segnalarlo, insieme ad altri esercizi. Adesso c’è, con la sua bella iconcina. Parcheggi la macchina, apri la pagina web filandiana.it (tanto siamo tutti in coda col nostro bel cellulare in mano, usiamo in modo utile, allora!) clicchi sull’icona del tuo negozio e segnali quanta gente è presente e quanto pensi di restare in coda, un calcolo a spanna è più che sufficiente. Al Penny non hanno ancora deciso come procedere, un giorno ci si mette in fila ordinata, il giorno dopo forniscono i numerini, poi si ricambia, ma non è questo il problema, spesso dipende dalla disponibilità del personale (che deve svolgere una funzione che di solito non è prevista)

Quando sono arrivato alla cassa ho lasciato al personale un paio di fogli con questa semplicissima legenda, così giudicheranno loro se può essere utile o meno. Nel dubbio l’avevo già corredata di supporto adesivo, ma giustamente è meglio che lo facciano loro.

A questo punto mi piacerebbe segnalarlo anche ad altri, se si comincia a diffondere anche qui diventa più facile evitare le code, e di questi tempi anche queste cose possono essere utili. E se a qualcuno può servire il piccolo documento, da stampare e distribuire in giro, eccolo qui.

Coi piedi nel web a Siracusa

Coi piedi nel web a Siracusa

Lo strano periodo che stiamo vivendo, questa quarantena forzata per il coronavirus, può diventare un’occasione per riflettere e conoscere meglio le cose e il proprio territorio. Senza muoversi da casa! Informarsi è una attività essenziale. Farlo bene è un dovere.

Un tempo dilagava il mantra “pensare globalmente e agire localmente”; da quando mi trovo qui a Siracusa ho dedicato un po’ di tempo e attenzione ai vari media locali per conoscere meglio la realtà del territorio. E invece di ammucchiare segnalibri ho cercato di fare un elenco un po’ ragionato per semplificarmi le ricerche… ecco quanto ho trovato di significativo sul web per conoscere, essere informato, vivere consapevolmente questa città. Ovviamente è un elenco molto personale e fluido (aggiornato al 10 aprile 2020) … il voto che esprimo è assolutamente opinabile e personale 😉

portali con le ultime notizie e aggiornamenti quotidiani

Siracusa post – www.siracusapost.it – voto: 4
Questo portale sul territorio organizza le informazioni in modo abbastanza professionale, suddividendo il territorio in modo evidente e aiutando la ricerca delle news di maggior interesse. Anche qui la pubblicità è molto presente, ma almeno viene relegata in secondo piano.
Ecco il contatto per la redazione @ siracusapost.it

Siracusa News – www.siracusanews.it – voto: 3,5
E’ il sito web che trovo citato più spesso; sono molto tempestivi e aggiornati su quanto avviene in città e dintorni, ma sono altrettanto infarciti di pubblicità, spesso invadente e fastidiosa. L’organizzazione delle notizie risulta piuttosto confusionaria e frammentate. Ma bisogna pur vivere, dicono…

Il Giornale di Sicilia-sezione di Siracusa – siracusa.gds.it – voto: 4
Si tratta delle pagine dedicate alla città sul giornale che probabilmente è il più diffuso in Sicilia. E’ quello che trovo al bar dal mio amico Maurizio, tutte le mattine che lo vado a trovare, per un caffè o un saluto. Il confronto con la carta è sempre utile.

Siracusa 2000 www.siracusa2000.com – voto 3,8
Scoperto solo ad aprile tramite qualche link giunto sul cellulare; il sottotitolo recita un enigmatico “Musica e notizie 24 ore su 24”, ma per fortuna le notizie sono più evidenti che la musica, anzi, persino la pubblicità è meglio organizzata che su altri palinsesti locali. Questo servizio indica come data di inizio il 1996, ma si riferisce al comitato che lo sostiene (rigorosamente apartitico e apolitico), la pubblicazione su internet risale inizia dal 2005. Ben curata la sezione di pubblica utilità, con numeri e informazioni di vario tipo (farmacie, trasporti…)
Il contatto con la redazione è redazione@siracusa2000.com

Siracusa Oggi – www.siracusaoggi.it – voto: 3,2
La prima impressione è quella di trovarsi in un contenitore prevalentemente pubblicitario con l’aggiunta di qualche informazioni locale, si fatica a individuare i contenuti e bisogna fare un po’ di slalom per cogliere le notizie e separarle dagli spot.

i seguenti sono siti di informazione a cadenza settimanale o quasi, con articoli più “impegnativi” e ragionati.

La Civetta di Minerva www.lacivettapress.it – voto: 4,2
E’ un settimanale, una testa più riflessiva e di ampio approfondimento sui temi della nostra zona. Abbiamo un amico che ci scrive, Antonio Andolfi, un pacato cristiano di sinistra, che tra le altre cose collabora con don Carlo d’Antoni (il prete scomodo della parrocchia di Bosco Minniti (ne cura il sito)

il Cammino – www.camminosiracusa.it – voto: 4,5
Era una testata storica, iniziata dalla Diocesi di Siracusa che per anni lo ha pubblicato (il fondatore era mons. Gozzo); ho chiesto al nostro edicolante e mi conferma che fino a pochi anni fa era in edicola e molto richiesta. Poi ha chiuso i battenti per un po’ ed è ripartita nell’autunno 2019 con un nuovo direttore, Orazio Mezzio, veniva diffusa in cartaceo e in abbonamento, questa formula sta ripartendo nelle parrocchie; la giornalista Pia ha intervistato il CIAO per il suo primo compleanno in uno dei primi numeri della rivista (ovviamente questo pezzo lo abbiamo anche pubblicato sul sito del Ciao)
Direttore responsabile: Orazio Mezzio
Direzione e Redazione: Via Carso 9, 96100 Siracusa (sono molto vicini alla nostra sede operativa del CIAO)
contatti: redazione@camminosiracusa.it

Reportsicilia.com – una Testata di controinformazione – voto: 3
A inizio 2020 ho ricevuto, come tanti, immagino, questo messaggio dalla redazione del portale informativo: “Buongiorno Carissimo/a
sono lieto d’informarTi che con un gruppo di amici abbiamo organizzato una nuova testata giornalistica di controinformazione, reportsicilia.com, collegata ad un canale youtube, con opinionisti di livello e corrispondenti, la cui redazione è ubicata a Siracusa
.” Si possono mandare segnalazioni, poesie, articoli, testi e video alla loro mail di contatto: reportsiciliaonline@gmail.com
Il referente si chiama Fabrizio Ardita
La cosa interessante è che finora il sito mi sembra uno dei più interessanti, ricchi di notizie e meno imbottiti di pubblicità fastidiose. Ma le pagine a disposizione sono ancora poche e molte rubriche esistono solo nel menu, senza contenuti evidenti. Speriamo che dopo i primi passi il portale progredisca e possa crescere…

Lo dicevo all’inizio, le valutazioni sono squisitamente personali (e lasciano il tempo che trovano) ma naturalmente sono graditi consigli e e segnalazioni (potete anche lasciare un commento)

e adesso tutti a scuola virtuale

e adesso tutti a scuola virtuale

E così uno degli effetti collaterali della quarantena forzata per questo coronavirus sarà il decollo immediato della scuola virtuale. In tutta Italia i problemi sono identici, alunni a casa e difficoltà concrete per portare avanti l’attività didattica.

In teoria, dopo tutti i piani di alfabetizzazione informatica, formazione, Indire, Bdp, Aica, patente ECDL… i docenti italiani dovrebbero avere la competenza necessaria per “erogare corsi online”, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un italico mare di buoni propositi.

Credo di aver iniziato a provare, spiegare e realizzare attività del genere almeno dal secolo scorso, quando ancora si parlava di telematica e molti non sapevano nemmeno cos’era Internet. Ricordo corsi a Genova, in Brianza, nel Lazio. I temi erano già gli stessi: come consentire un accesso online per condividere risorse e strategie di apprendimento. Ma il problema di fondo non erano le possibilità o gli strumenti, semplicemente la capacità e le conoscenze dei docenti non erano ancora all’altezza e purtroppo l’inerzia di molte scuole, docenti e istituzioni, si limitava a moltiplicare i piani di formazione senza poi raggiungere in concreto quasi niente.

Basti pensare che la prima risposta, e per molti docente sarà forse anche l’unica, è quella di utilizzare il Registro Elettronico per indicare agli alunni le pagine da studiare, i compiti da svolgere. Come se questo fosse il meglio della didattica online… un po’ sconsolante. ma inevitabile.

Quasi una cinquina di anni fa ho allestito per mio fratello, docente di matematica, una semplice piattaforma basata su Moodle, uno degli strumenti di libero accesso più versatili per creare ambienti di classi virtuali; anche lui sperava di contagiare molti dei docenti della sua scuola (ci troviamo nell’estremo ponente ligure), ma ancora adesso le persone che vi lavorano sono i classici quattro gatti. Però ci lavorano…

In pochi giorni è difficile improvvisare, anche perché è mancata nella maggioranza delle scuole una preparazione previa, e in molti casi non erano ancora funzionanti esperienze di didattica online. Anche nelle scuole che conosco meglio, quelle mariste, pur avendo da tanti anni degli strumenti formidabili (la suite Office365, in particolare Team), si è dedicato molto tempo a “conoscere” lo strumento, poco ad usarlo. Speriamo che adesso la necessità crei la virtù.

Ma quali strumenti si possono effettivamente usare? Ormai le pagine dei giornali, del MIUR, gli inserti speciali del Sole24ore (uscito proprio sabato 14 marzo), dovrebbero aver ampliato le conoscenze. Mi limito ad un piccolo riepilogo per indicare gli strumenti utilizzabili da subito.

Kahoot: non è una piattaforma di apprendimento, ma un portale per svolgere quiz singoli e di gruppo, molti stimolante e competitivo (quasi troppo), quando lo si fa in classe. Tra l’altro contiene ormai migliaia di quiz anche in italiano, spesso di livello medio-basso, ma nulla vieta di preparare i propri testi, e poi inviare agli alunni il link per affrontarli (magari dopo aver dato qualche “lezione da studiare”; al termine il docente riceve un report con i risultati, molto dettagliato.

Classroom, by Google – per utilizzarlo serve un account Gmail (facilissimo da ottenere) e conviene avere un account istituzionale (almeno per il docente che poi può arruolare gli alunni); ovviamente per fare le cose con cura bisogna prevedere tutto ciò che riguarda la privacy, avere il consenso dei genitori ecc. tutte cose che in quarantena diventa difficile richiedere in fretta. Ma le scuole che hanno già questa risorsa sono fortunate, possono usare strumenti di distribuzione dei contenuti (video, pdf, audio…) e soprattutto possono preparare dei compiti veri per gli alunni, che ciascuno deve svolgere a casa, dal suo pc o tablet, possono essere semplici testi, oppure dei quiz corredati di immagini e video. Il docente può verificare chi ha fatto i compiti, può correggerli, assegnare i voti… una dotazione molto efficace e pienamente integrata con i tanti strumenti free di Google.

Teams, by Microsoft – anche per i prodotti di casa Microsoft è necessario che la scuola abbia attivato un dominio e un account istituzionale per ogni docente e alunno (ma spesso le scuole hanno di queste opportunità, ma non tutti le utilizzano…); l’ambiente di scuola virtuale si realizza con Team (che tra non molto ingloberà le funzioni di videoconferenza di Skype), quindi è facile immaginare scenari di contatto semplificato e diretto (voce e video) del docente con gli alunni, chat uno a molti e di gruppo. Sul versante delle attività e dei compiti è meno sviluppato della proposta di Google (ma … si possono usare i forms di Google su Teams) e l’impegno dispiegato dai programmatori di Microsoft sembra molto meno attento e veloce rispetto alla concorrenza (per modificare una voce di menu, a volte fuorviante, ci sono voluti quasi due anni)

E poi ci sono tante altre iniziative, idee, portali interessanti (mai provato EdModo? Padlet?) che in mano alle persone giuste possono fare miracoli.

A volte basterebbe condividere con gli alunni una bacheca di gruppo, o anche solo un documento, ed invitare ciascuno degli alunni a compilare una parte del lavoro.

Per non parlare degli strumenti ancora più immediati per il contatto e la comunicazione, ad esempio una chat di gruppo, anche solo con Whtasapp o con Telegram. Insomma, questi giorni di sperimentazione speriamo che diano lo stimolo giusto a tanti docenti e il supporto necessario per i tanti alunni della scuola italiana.

E quindi…dagli all’untore

E quindi…dagli all’untore

Stanno iniziando giorni, settimane, davvero strane. Avevo programmato da tempo di fare, a inizio marzo, una piccola incursione in quel di Sanremo, per stare un po’ coi miei e consentire così a mio fratello di fare qualche giro in giro. Mai scelta del tempo è stata meno prevedibile e ordinaria.

Siamo immersi ormai nella sindrome da coronavirus. Giornali, web, news e tv non fanno altro che sommergerci di aggiornamenti, progressioni, numeri in crescita e raccomandazioni. Quello che era solo ipotizzabile per scenari cinesi si è impietosamente impadronito del quotidiano qui in Italia.

Parto da Catania la sera di venerdì 28; aeroporto non proprio deserto ma sicuramente svuotato. Incontro solo una persona che gira con la mascherina. Sembra più una conferma statistica che una visione preoccupante. Arrivato a Genova le mascherine, quasi d’incanto, si moltiplicano, 4-8, una decina almeno. Ma è tardi e si pensa ad altro.

Nella mattinata di sabato me la prendo con comodo prima di giungere alla stazione. Genova è una città splendida, piena di scorci pittoreschi, intriganti e ricchi di memoria, per uno come me che ci ha vissuto una dozzina d’anni, divertendosi, spesso, a gironzolare per questo magnifico centro, ricco d’arte, umanità disperata e viavai continuo.

Salgo le scalinate del palazzo Ducale, fino in cima, sulla terrazza deserta. Nel chiostro bivacca il mercatino d’antiquariato… Poi costeggio la Cattedrale, finalmente la strada che collega con il cuore del porto vecchio è ormai un’isola pedonale definitiva, per chi come me non aveva l’abitudine di solcarne il centro, fa comunque effetto. E anche se la cattedrale è ancora costretta dalle impalcature, carezzare con gli occhi la criniera dei leoni d’ingresso, contemplare le opere dell’Antelami, le splendide colonne del portale, è musica per gli occhi. Forse un tempo c’era tempo per apprezzare queste cose; e forse per noi, viaggiatori distratti, permane ancora il rischio di essere catturati da questi dettagli.

Scendo per una antica calle, Via del Filo d’Oro; ricordo di aver letto che Colombo passava in questo vicolo per guardare nei fondachi le mappe che i marinai barattavano con i prodotti del mediterraneo. Ma non rimane proprio nulla adesso. Sfocio poi in Via S. Luca, la percorro tutta, passo sotto l’arco di Porta dei Vacca, curiosando tra vetrine insolite, gente frettolosa.

Mi inoltro persino nella poco raccomandabile Via Prè (ricordo una notte, anni fa, l’ho percorsa tutta verso mezzanotte, era completamente deserta…); tanta trascuratezza e qualche perla, come il portale in lavagna con il classico san Giorgio che sbudella il dragone. E per queste cose, si sa, ho un debole evidente…

Sbuco infine nei pressi della Commenda di Prè, un monumento che da solo vale un corso di storia medievale. Chissà se la famigliola francese (li sento borbottare mentre mi sorpassano), tutti dotati di mascherina d’ordinanza, ripensano a quante persone malate e ferite hanno sostato in queste zone, durante le crociate, in quello che era un antenato dei moderni ospedali. Il tema non è poi così fuori luogo…

Prendo il treno e cerco inutilmente di guardare se le nuove pile del Ponte Morandi si lasciano intravvedere dai finestrini. Finalmente giungo a Sanremo, dove insieme a mio fratello Massimo cerchiamo di panificare questa strana settimana. Avremmo in mente un paio di giri, portare la mamma in visita da qualche parente.

Ma nel giro di pochi giorni le condizioni cambiano rapidamente. Faccio appena in tempo a prendere in giro i nipoti che per un paio di giorni ancora non avranno scuola (ma sono comunque infarciti di compiti e lezioni), ed ecco che la scuola viene sospesa fino al 15 marzo. E per forza di cose decidiamo di fare lo stesso anche a Siracusa, chiudendo il CIAO con le stesse scadenze. Mi consola soltanto l’idea che in questo modo non dovrò costringere chi è rimasto in Sicilia a fare anche un po’ della mia parte. Vacanze forzate, nel nostro caso. Ma per molti sono veramente giorni pesanti, che gettano ipoteche e luci fosche sui prossimi mesi.

Accontentiamoci allora di ricordare qualche luogo con questo album fotografico da Genova a Sanremo

Che tempismo…

Che tempismo…

Che Siracusa sia una cittadina vivace, quando vuole, non c’è dubbio. E’ proprio di questi giorni la news che il centro cittadino, la piccola isola di Ortigia, sarebbe in forte controtendenza rispetto a tante altre città turistiche italiane, con una crescita del 13% di attività commerciali e legate al turismo; poi viene Pisa con un mesto 0,6% e tutte le altre sembrano virare in negativo, insomma, Ortigia è la più dinamica. L’unica cosa di cui mi sono reso conto, andando in giro in bici, è che nei vari vicoli del centro storico è tutto un viavai di muratori e di buche nelle stradine… Qualcosa sicuramente si muove

Ma sabato mattina non mi sarei proprio aspettato questo cartello sulla vetrina del ferramenta della nostra mitica Via Piave, un altro dei cuori pulsanti di Siracusa (e il CIAO sicuramente fa la sua quota di movimento). Proprio questo sabato era il momento per le pulizie del centro, anche se alcuni fuori programma con il nostro avvocato, Domenico, hanno fatto saltare allegramente le previsioni.

Così tra un tavolo da sistemare, un pavimento da lavare e le mille altre cose che servono per rendere accogliente il CIAO, ogni tanto serviva una mano per aggiornare un Curriculum, scansionare qualche documento da conservare, cercare numeri e strategie per terminare alcune pratiche.

Quando finalmente non c’era più nessuno mi sono avviato per sbrigare alcune commissioni: la più importante era l’acquisto del riso per il nostro appartamento di Epipoli, dove vivono attualmente 3 ragazzi. Il loro piatto forte è essenzialmente il riso. Senza di quello non si concepisce un pasto. Così ogni mese facciamo il solito pieno, un sacco di 25 kg di riso!

E’ tornando verso la sede che mi ha colpito questo cartello semplicissimo e immediato. Le notizie dei primi casi di malati italiani di coronavirus erano state diffuse poche ore prima, il giovedì sera, se non sbaglio, poi si erano rincorse nella giornata di venerdì con un tam-tam incalzante di numeri in crescendo e ormai era il trend-topic sulla bocca di tutti. Una reazione così veloce non me l’aspettavo dal nostro tranquillo quartiere. Ma ormai le cose fanno presto a precipitare.

Non siamo generalmente esperti da poter capire facilmente chi ha più ragione, in questi casi, se la primaria del Sacco che afferma: “E’ un’infezione appena più seria di un’influenza” oppure gli strilloni di turno che agitano il “ve lo avevo detto io”. Ma mi affido a chi ha più competenze, non volume!

E girovagando tra i post di FB (ci vado raramente, ma in questi casi può essere istruttivo) ho trovato un mio vecchio alunno di Cesano, Willie, che attualmente vive a Shenzen; riportava i suoi commenti diretti, raccontando cosa devono fare, come si comportano, strategie e routine modificate, maschere (e multe per chi non le porta!). Sicuramente questo è un utilizzo della rete più sensato e utile.

Nei prossimi giorni vedremo come cambieranno in fretta tante abitudini. A cominciare dalle gite scolastiche. Perché proprio oggi le hanno vietate anche a Siracusa, ma domattina noi incontreremo un gruppetto di alunni della scuola marista di Huelva che sono già qui in Sicilia.