Tesla, un affascinante don Chisciotte moderno

Tesla, un affascinante don Chisciotte moderno

due righe sul libro L’uomo che ha inventato il XX secolo

Tesla, pur essendo poco noto e poco approfondito, esercita sempre un suggestivo fascino come uomo e come inventore; da questo libro si ottiene in modo abbastanza rapido una panoramica completa sul personaggio. Viene tratteggiata la sua biografia, i difficili inizi e le sfortunate vicende che lo hanno segnato. Nel testo si mette in evidenza il problema di fondo, legato al suo rapporto con le persone autoritarie (il padre e la madre, molto esigenti e severi) e la sua reazione (una scarsa autostima, la ricerca di figure paterne alternative). Insieme al suo percorso di inventore geniale vengono messi in evidenza i suoi limiti come uomo d’affare, ben poco attento ai cavilli e agli sgambetti degli operatori più astuti di lui (da Edison a Westinghouse, fino a J.P. Morgan). Tutto dedito alle sue invenzione e alle sue sperimentazioni, alcune delle quali hanno persino minato il suo fisico, non si occupava degli aspetti legali ed economici. Tesla diventa quindi un caso di successo e fallimento a catena; troppo avanti per il suo tempo, ad esempio per quanto riguarda l’invenzione della radio,realizzata ben prima di Marconi, e certe anticipazioni fulminanti su un mondo interconnesso dove lo scambio di informazioni sarebbe stato facilissimo (insomma, internet immaginato 100 annni prima!). Peccato per il suo misero epilogo e la scarsa considerazione della sua visione di futuro.
Mi sarebbe piaciuto trovare nel testo almeno 2 righe per chiarire se la Tesla di oggi abbia qualcosa in comune (oltre al nome praticamente nulla e persino Elon Musk non c’entra con questa azienda, che lui ha semplicemente rilevato qualche anno fa).

Quando ti visitano…

Quando ti visitano…

E non si tratta del dottore…
A inizio giugno sono passati nella nostra comunità i responsabili del Segretariato dei Laici, per una semplice visita della nostra comunità, che sta ormai superando il decimo anno di esperienza di vita “mista”, fratelli e laici. Un vero “mordi e fuggi”, poche ore nel primo pomeriggio di sabato.

Dopo qualche settimana ricevo un whatsapp corto corto, come è solito fare fr. Enrico di Scampia (FSC), che ci fa i complimenti per l’articolo.
“Ma quale articolo?”, gli chiedo…
Ecco, succede proprio così, l’erba del vicino è sempre migliore e spesso le notizie di casa nostra rimbalzano prima tra le altre persone. Infatti sul sito ufficiale, champagnat.org, c’era proprio un bel reportage di questo incontro.

il testo si può leggere più comodamente dalla pagina stessa, mentre una versione in italiano la riporto qui sotto (grazie, Google Translate!)

Sabato 8 giugno – Agnes Reyes e Raul Amaya Pep Buetas del Segretariato dei Laici, insieme a Consiglieri generali, fr. Sylvain Ramandimbiarisoa e fr. Joao Carlos do Prado, hanno visitato la comunità marista di Giugliano.
Questa comunità, che presto compirà 10 anni, è composta dai fratelli Giorgio, Domenico e Damiano e dala coppia sposata formata da Rosa e Gianluca.

Il dialogo è stato molto caloroso, allegro e molto fraterno. Ci hanno parlato delle diverse fasi del loro processo e di come, passo dopo passo, hanno imparato a condividere la vita marista, la spiritualità e la missione, a partire dalle loro rispettive vocazioni, come si è giunti a rafforzare la comunione e il rispetto reciproco nell’affrontare i vari aspetti della convivenza.

Sono vocazioni che si sostengonoe si arricchiscono a vicenda, che rendono la comunità uno spazio accogliente per coloro che li visitano; di apertura, dialogo e flessibilità per integrare le “novità” dello Spirito. Inoltre, è una conferma che si può essere maristi senza necessariamente lavorare nel campo della scuola, come nel caso di Rosa che è un avvocato che esercita quasi del tutto fuori dalla scuola, partecipa all’attività educativa come catechista e coordinatrice dei gruppi giovanili GVX.

Conoscere il percorso di costruzione e crescita della comunità è stato un grande dono per noi. Abbiamo assistito a un processo che ha toccato profondamente le persone nella loro risposta alle chiamate di Dio e della vita. Le diverse fasi dell’avvio, dell’avanzamento, della revisione e delle varie ripartenze (ad ogni cambio di fratelli, visto che la coppia è stabile da 10 anni) sono belle dinamiche di cuori aperti e consapevoli che esiste un orizzonte da scoprire e che l’aspetto più importante è nell’esperienza e nell’apertura agli altri nella vita di tutti i giorni.

Il futuro marista di comunione tra fratelli e laici, come una famiglia carismatica globale, diventa attuale in questa comunità. È la prova che oggi, fratelli e laici, possiamo vivere insieme, rafforzando la nostra vocazione comune e arricchendo le nostre specifiche vocazioni. La cosa principale è che siamo maristi e che il carisma ci unisce al servizio del Signore, dove Egli ci guida.

Grazie Rosa, Gianluca, Giorgio, Doménico e Damianopor per condividere con noi il dono che Dio ti ha affidato.


Il Segretariato dei Laici

Allegre complicazioni digitali

Allegre complicazioni digitali

Bazzicando nel mondo digitale da diversi anni, ho maturato una sorta di via preferenziale per tutto ciò che potrebbe essere svolto, meglio, mediante la Rete. Dalla moneta elettronica alla cittadinanza digitale, dalla didattica alla crescita sostenibile… Chi mi sta vicino sopporta spesso con teneri sorrisini di benevola commiserazione, ma ci può stare 😉 così quando qualche giorno fa mi sono accorto di… aver perso un documento (anche qui stendiamo un velo pietoso), ho subito pensato che forse oggi esiste già un modo meno lento e farraginoso per effettuare almeno la denuncia di smarrimento. So bene che molti siti istituzionali si accontentano di elargire qualche informazione, pertanto speravo che esistesse un qualche servizio più versatile. Quindi via con la ricerca.

E in effetti esiste, è proprio possibile effettuare una denuncia online, ad esempio collegandosi al sito https://extranet.carabinieri.it/DenunciaWeb/denuncia.aspx
su questa pagina, abbastanza ben curata (sarebbe utile in partenza sapere QUANTE pagine e formulari bisogna compilare, perché dopo la 3a pagina si rischia di abbandonare il campo…) si inseriscono tutti i dati richiesti (dati identificativi, codice fiscale, tipologia del documento perso, elementi utili per l’individuazione inequivoca della persona, insomma, tutti dati molto sensibili) e ci si aspetterebbe che alla fine la denuncia possa effettivamente avere corso. Forse con lo SPID o semplicemente con una webcam per il riconoscimento effettivo di chi presenta la domanda, si potrebbe perfezionare questo strumento. Comunque esiste. Ma funziona ancora poco.

E dopo aver riempito tutti i campi ecco arrivare la risposta: non si è fatto altro che preparare la documentazione che comunque dovrà essere prodotta fisicamente presso lo sportello, carabinieri o polizia. Viene assegnata una finestra temporale di 2 giorni per presentare la domanda e ottenere così una denuncia effettiva.

Peccato, speravo in qualcosa di meglio, ma per lo meno avrei sveltito di molto le operazioni, visto che il testo della denuncia lo avevo preparato in maniera completa. Il bello, però, mi aspettava il giorno dopo, presso il locale ufficio della tenenza dei carabinieri.

Nulla da dire sulla cortesia e preparazione della persona di portineria incaricata di completare l’iter iniziato con la denuncia vi@web, veramente gentile e premuroso. Ma a quanto pare la denuncia a loro non sembrava essere arrivata (nonostante fosse indicato con precisione l’ufficio e avessi anche ricevuto una risposta, suppongo in automatico, di conferma).

Il povero operatore ha dovuto cercare, chiedere, smanettare un po’; gli ho mostrato la mail di conferma con tutti i dati necessari (viene prodotto un codice di attivazione per completar l’iter); nel frattempo chiedo quante denunce ricevono mediamente in un anno: “Questa è la prima che mi tocca fare, in tutto forse un paio all’anno“, gli propongo anche, nel caso fosse più semplice, di lasciar perdere tutta la trafila elettronica e procedere con una “classica” denuncia verbale. Ma ormai la “frittata” era in padella, quindi meglio (anzi, obbligatorio) completare il percorso. Intanto dietro di me iniziano ad arrivare spedizionieri per la consegna di pacchi, tecnici della fotocopiatrice, altre persone con richieste varie, qualcuno inizia a brontolare…
Morale della favola, per completare l’iter c’è voluto più di mezz’ora (mi piacerebbe conteggiare anche il tempo fisico necessario per recarmi in macchina presso la tenenza…in totale un’altra mezz’ora), poi una bella firma e il modulo era pronto, con tutti i dati che avevo già inserito online in precedenza. Un paio di timbri solenni e via, il gioco è fatto.
In rete è facile trovare altre “recensioni” poco lusinghiere, qualche giornalista, a ridosso dell’inaugurazione del servizio (che inizia in via sperimentale nel 2005!), aveva persino attivato un sondaggio per verificare la funzionalità di questo sportello online (ma il link non funziona più, sarà lo scoraggiamento…).

Una bella idea realizzata a metà, documentata in modo poco funzionale, che probabilmente in pochi useranno. Anche questo è un tassello della nostra Agenda Digitale.

Mostrami dei volti…

Mostrami dei volti…

La scusa di vedere la mostra che il CIAO di Siracusa ha realizzato e da poco concluso a Siracusa era un’occasione allettante. Per tanti motivi …
Così ho avuto l’opportunità di passare alcuni giorni insieme alla comunità internazionale marista di Siracusa, dal 13 al 16 di giugno. Giorni di caldo estivo, aria di vacanza, una breve pausa dagli esami di terza media, uno stacco davvero interessante.

E per prima cosa l’incontro con la Comunità; i maristi a Siracusa vivono l’internazionalità in senso davvero concreto: 2 fratelli maristi, Onorino e Ricky, poi i volontari laici Gabriel (Brasile), Mario (Cile), Nina (Brasile) e Rosa (Spagna), un mix dove le differenze e la diversità di cultura sono una sfida per l’arricchimento reciproco e per lo scambio di esperienze. Sono proprio le esperienze maturate dai singoli componenti che rivelano la profondità delle motivazioni e delle risorse messe in moto. Dalle conversazioni e dagli scambi ti rendi subito conto che ciascuno ha un bagaglio di esperienze che spaziano veramente da una estremità all’altra del globo.

Poi la mostra: è stata soprattutto il frutto della sensibilità, dell’inventiva e del lavoro sul campo di Mario e Rosa, supportati dal resto della comunità, che in questi ultimi due mesi ha praticamente ruotato intorno a questo impegnativo appuntamento. Tutte le mattine, dalle 11 alle 13 e nel pomeriggio, dalle 16 alle 23, sempre con la garanzia di una presenza e un aiuto per cogliere nel percorso di volti che la mostra offriva come primo impatto uno spunto per approfondire il reale percorso che ha segnato la vita concreta di alcune persone giunte in Italia in questi tempi recenti. Oltre alla mostra è stato realizzato anche una pubblicazione, raffinata ed elegante, con le foto e alcuni approfondimenti. In una sezione della mostra erano poi proiettati a ciclo continuo alcuni video con le interviste ad alcuni di questi personaggi. .La cosa gradevole e interessante è che ogni tanto facevano capolinea tra i visitatori propri i protagonisti delle foto e dei video. Un modo diretto per toccare con mano il tema caldo dei migranti oggi, senza enfasi ne’ strilli, ma con la pacatezza delle parole vitali di chi questo percorso lo conosce, lo ha fatto e lo sta ancora vivendo.

Naturalmente ci vuole una sosta al CIAO: ho avuto modo di visitare la sede del Centro Interculturale di Aiuto ed Orientamento, nella centralissima Via Piave; è il luogo dove vengono svolte le principali attività formative da parte della comunità e da tanti altri volontari (il gruppo è bello folto!). Solo un dettaglio: in serata, prima della chiusura, entra il padrone del negozio di alimentari che si trova proprio di fronte, con un vassoio di panini e paste, è il “resto” non venduto della giornata e mi dicono che è il suo regalo quotidiano per quelli che frequentano il centro. Un sorriso e merenda per tutti. Durante la giornata ho visto entrare tante persone, molte alla spicciolata, piccoli gruppetti, mamme con i loro piccoli… chi per seguire una lezione di italiano, chi per conoscere meglio il computer, chi per passare un po’ di tempo in un luogo sereno e tranquillo. Ogni volto una nazione diversa, dall’Asia all’Africa…un bel crocevia di esperienze.

E quindi anche Siracusa: sapevo di capitare in un luogo speciale, antico, ricco di storia, arte e suggestioni. Questo primo impatto è servito almeno a far crescere la curiosità e l’interesse. Ho avuto la possibilità di assistere ad una tragedia di Euripide nella cornice incredibile del teatro greco (l’Elena, un allestimento “acquatico” suggestivo, con alcune attualizzazioni sul tema dei naufraghi che hanno suscitato un immediato applauso di condivisione); ho ammirato il centro pulsante di Ortigia, la Siracusa più “in” e più elegante, con i suoi monimenti barocchi, le sue opere d’arte, i suoi resti antichi, dall’impronta greca al sigillo romano… fino all’insolita chiesa della Madonna delle Lacrime. Per non parlare del mare, che in queste settimane di inizio giugno ha una freschezza e un richiamo già tutto estivo.



E per tutte le altre impressioni, ecco un rapido Album fotografico
giugno 2019 – Siracusa, prime impressioni

Così finisce un anno di scuola

Così finisce un anno di scuola

E anche quest’anno l’attività scolastica con gli alunni si è conclusa venerdì 7 giugno. Come al solito con una bella mattinata di giochi e gare sportive tra ragazzi, con la mitica sfida alla sezione migliore…

Se poi ci aggiungiamo il fatto che il caldo finalmente è arrivato, anzi, esploso, ma soltanto da un paio di giorni, l’effetto botta di calore ha ottenuto sugli alunni anche un buon effetto soporifero. Tutti tranquilli, pacifici e persino meno agitati del solito.

Tornei di calcetto, pallamano, basket e palla avvelenata, per poi finire con una rapida (e impietosa) sfida contro i prof (la classe non è acqua, basta poco, se ci sono un paio di validi prof, a piegare le velleità dei simpatici alunni di terza…). E alla fine di tutti, la proclamazione della sezione vincitrice dei tornei: sezione B, color speranza.

Allora non ci resta che guardare le foto di questi ultimi giorni di scuola