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Concludiamo la visita al centro Hindù

Concludiamo la visita al centro Hindù

La conclusione del nostro tour dei centri sacri di Melilla si è conclusa nel piccolo centro culturale hindù, dove ci aspettava l’amico Ramesh (anche lui volontario del progetto Alfa).

Il centro è ospitato in un piccolo locale in una delle vie centrali della cittadina, ci sono progetti per un suo trasferimento ed ampliamento, ma per il momento sono aperte solo le trattative politiche (quindi i tempi saranno sicuramente lunghi).

Anche in questo caso siamo invitati a “toglierci i calzari”, per renderci conto che la cosa più importante è il nostro atteggiamento di ascolto e attenzione. Il luogo risente del tipico atteggiamento rasserenante e un po’ sintetico della cultura indù. Ramesh ci ha raccontato di come una piccola comunità, presente sul territorio solo a partire dalla metà del secolo scorso sia riuscita a contribuire in modo così efficace e significativa sulle dinamiche della cittadina intera.

Quando ancora non c’erano i tanti negozi cinesi che ormai sono presenti un po’ in tutte le nostre grandi città, l’appalto, per così dire, di tante attività economiche legate ai prodotti di tecnologia erano proprio delle famiglie indiane; questo loro impegno produceva ovviamente un giro economico ampio e una conseguente capacità imprenditoriale di spicco, tante le persone coinvolte e il vantaggio reciproco. Melilla godeva a quei tempi di uno status di zona commerciale franca, con iva agevolata…

Ma oltre al business la cosa interessante è stato il crescere e il consolidarsi di una cultura diversa da quelle già esistenti. Cristiani, musulmani ed ebrei vantavano una lunga tradizione, feste e gesti radicati ormai nel tempo; gli indù si sono inseriti in questo filone, inserendo le loro tradizioni peculiari, come la festa del Diwali (capodanno) che poco alla volta è diventata un appuntamento fisso e gradito. Nel contempo la partecipazione alla vita sociale e a quella educativa (sia Ramesh che i figli sono ex-alunni del collegio La Salle) hanno rinsaldato i contatti.

Dal punto di vista religioso l’hinduismo presentato nella sua versione locale è davvero molto “comprensivo”. Si entra nel locale e ci accoglie la scritta “namastè”, vicino alle statue di Ganesh e delle principali divinità indù, ma nella parte di fondo trovi anche la Vergine del Rocio e un bel volto di Gesù. Ramesh partecipa come portatore di una confraternita cattolica, frequenta senza problemi i gesti pubblici della nostra parrocchia, è ben voluto e apprezzato da tanti. E poi gli inù sono decisamente un piccolo gruppo, meno di un centinaio di persone.

Ramesh insiste sul fatto che “ciò che fa bene alla tua anima fa bene anche alla mia” e questo sincretismo, molto concreto è l’elemento che spicca maggiormente.

e qui riporto l’album fotografico del nostro tour dei luoghi sacri di Melilla

E che la luce splenda…

E che la luce splenda…

Mi ero quasi abituato, negli ultimi 4 anni, a festeggiare santa Lucia in modo speciale. Essere concittadino della santa siracusana è stato una bella occasione per approfondire meglio questa figura così antica ed emblematica.

E il perdurare dei proverbi (S.Lucia, il giorno più corto che ci sia…è un refrain che ancora si sente) è indice di tanta storia, a volte sotterranea, che però talvolta trova occasioni per emergere. Quando racconto a miei vari alunni della riforma del calendario gregoriano nel 1582, molti rimangono stupiti che sia esistito un anno senza una decina di giorni sul calendario e che il semplice (!) calcolo delle ore comporti modifiche così impegnative sui ritmi della nostra vita.

“Girare” intorno al sole, come sempre ci sembra, ci tocca davvero da vicino, non serve nemmeno riprendere in mano gli strumenti del contadino per rendersene conto. E’ stato così anche per i nostri fratelli ebrei, che proprio nei primi giorni di dicembre festeggiano l’Hannukah, festa della luce.

Per l’occasione abbiamo accolto anche noi l’invito della comunità ebraica e partecipare così alla festa di accensione delle luci di Hannukah, che si è svolta a Melilla, ancora sotto l’emblema cittadino, uno sponsor laico ma molto attento ai temi del rispetto e della convivenza tra le culture. In quella serata, però, si è avvertita quasi la nota stonata dell’assenza ufficiale degli amici musulmani (qualcuno aveva sottolineato infatti la presenza del 75% delle comunità di fede locali). Comprensibile però, dati i tempi che stiamo vivendo e le tragiche vicende nella striscia di Gaza…

La nostra Comunità Fratelli anche per questo aveva pensato, da un po’ di tempo, ad un momento di preghiera inter-religiosa che fosse svincolato da qualunque riferimento pubblico o politico. A nostro favore gioca ovviamente il fatto peculiare di avere, tra i molti alunni della scuola lasalliana, una rappresentanza ben evidente di tutte le fedi. Così avevamo iniziato a diffondere l’invito per un semplice momento di preghiera, rivolto alle quattro comunità presenti.

L’incontro, molto semplice, si è svolto nella serata del 14 dicembre nel grande salone della scuola (e per il sottoscritto era già un regalo speciale). Una coreografia minimalista ed essenziale, per dare spazio e protagonismo ai 3 libri delle grandi religioni monoteistiche, intronizzati con una suggestiva processione-danza realizzata da alcuni alunni della scuola. Inizialmente avevamo qualche dubbio sulla partecipazione (“verrà qualcuno?”), ma diffondendo l’invito anche tra le tante persone che gravitano intorno al Progetto Alfa, ben presto ci siamo resi conto che non ci sarebbero stati problemi. Avevamo stampato una 30ina di copie della celebrazione, ma poi abbiamo dovuto invitare a condividere il foglio almeno col vicino, perché non bastavano proprio.

Nella preghiera è stato lasciato uno spazio libero alle diverse fedi, con un momento di lettura dal rispettivo testo sacro e un breve commento. Anche il semplice ascolto della declamazione nella lingua originale dei testi invitava ad una maggior riflessione (per noi cristiani l’utilizzo della lingua normale a volte può favorire una certa distrazione, quasi una sorta di insignificanza). Poi la musica, linguaggio interculturale per eccellenza: un canto di ingresso (il suggestivo Dall’aurora del Genrosso che ha come testo il salmo 62), l’Alleluja di Cohen e il brano Solo le pido a Dios cantato in 3 lingue (spagnolo, arabo ed ebraico). Niente di più. A nostra insaputa c’era anche qualche giornalista... e il video è sufficiente a narrare l’evento.

E’ stato bello e semplice condividere il tempo insieme, nel silenzio e nell’ascolto, nello scambio di saluti e di sorrisi, nella consapevolezza che le differenze ci sono, ma non sono la cifra più evidente della nostra vita. Potrebbe essere un’iniziativa da ripetere, da replicare altrove… basta solo un pizzico di buona volontà.