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Tag: giardini

Isole belle

Isole belle

Questo mese di agosto in Italia sicuramente sarà un’occasione per vedere e rivedere persone, cose, luoghi speciali. Abbiamo cominciato venerdì 2, con Marco e Davide, visitando un luogo che avevo già visto una… trentina di anni fa: le isole del Lago Maggiore. A cavallo degli anni 90 ricordo di aver partecipato, durante un’estate, ad un convegno organizzato dall’Agidae proprio a Pallanza. Convegno tecnico, su legislazione scolstica, impegni amministrativi e amenità del genere. Le uniche cose che ricordo sono qualche scappata e tuffo nelle acque del lago (al mattino presto, quando nessuno ancora si azzardava sul lungolago di Pallanza) e la classica gita per rendere meno pesante il convegno. Ovviamente aveva come destinazione proprio l’isola Bella, l’isola Madre e l’isola dei Pescatori. Esattamente il nostro itinerario di questa giornata.

Giornata splendida, tersa ma al mattino, almeno, quasi fresca. Giunti a Stresa-Carciano ci siamo subito deliziati con il panorama del lago, terso ed accogliente. Ci siamo subito imbarcati per l’isola Bella, per goderci in pieno questa giornata di visita e di splendore…

Sulla prima isola, occupata quasi per intero del palazzo Borromeo e dal suo splendido parco, eravamo ancora in pochi, in modo da poter girare per i vicoli e gli scorsi senza nessuna calca. Abbiamo atteso con calma l’apertura del palazzo e poi subito ad ammirare lo scalone, le sale ariose, gli ambienti dove la storia si lega al quotidiano, dove Napoleone si incontra in sala da pranzo (dove i soldati francesi non brillano certo per eleganza e raffinatezza, ma una guerra, si sa, è una guerra…), dove i personaggi della famiglia nobile si incontrano con il custode (incredibile il modellino del palazzo realizzato proprio da uno dei “dipendenti” della famiglia!); e tra un arazzo e un quadro del Giordano si fatica a trovare una porzione di muro spoglia o senza qualche pennellata d’autore.
Poi lo splendido giardino, immaginato come la quinta di uno straordinario teatro. Sono alla ricerca dell’unicorno, uno dei simboli della casata Borromeo (e così Nina sarà contenta!)

Passeggiare in questo parco, curatissimo e in piena forma, è già un regalo, per la vista, il respiro, il camminare immersi nel verde. Ogni tanto il richiamo di un pavone, altrettanto raffinato, nella sua livrea total white… che sembra totalmente consapevole del suo ruolo di modello, attorniato da frotte di turisti pronti a scattare foto. Dall’alto della terrazza superiore il panorama sul lago è certamente un privilegio. Un tempo di pochi nobili ed eletti, oggi di orde di turisti…

Passiamo poi all’isola Madre, che è caratterizzata essenzialmente da un lussureggiante giardino botanico, pieno di essenze e piante esotiche, se non ricordo male alcune delle prime palme provenienti dall’America sono state portate proprio in questo giardino. Siamo ormai a metà mattinata, il caldo si fa sentire, ma appena si rientra nel cono d’ombra delle piante è tutta un’altra cosa. Senza invocare altre strategie per contrastare il cambio climatico, quella di fare spazio a piante, alberi e verde è davvero una soluzione efficace!

Ultima tappa: l’isola superiore dei Pescatori. Praticamente un piccolo borgo dove l’ultimo marinaio probabilmente ha smesso di pescare all’epoca di Carosello e ogni stanza o locale è adibito a ristornate, negozio o b&b, ma ci può stare. Mi viene da immaginare come potrebbe essere questo luogo dopo la partenza dell’ultimo traghetto, a sera tardi, finalmente riconquistato ad una dimensione meno caotica. Pranziamo vista lago e poi mi diverto a cercare altri scorci, scopro persino la sede dell’antica scuoletta elementare, dalle finestre almeno i ragazzi potevano sbirciare su panorami mozzafiato e a ricreazione si incontravano con le donne che “coloravano” le reti (un tempo era necessario, non erano così trasparenti come il nylon oggi consente). Torniamo via con un traghetto ancora comodo, verso le 17; lungo la strada del ritorno per Cesano un piacevole acquazzone ci accompagna fino alla Pedemontana.
Che spettacolo di immagini da conservare e custodire con calma…

Naturalmente “qualche” foto della giornata è raccolta in questo album

Tesori nascosti…

Tesori nascosti…

C’ero già passato vicino in bici. Poco lontano dall’Anagrafe, un luogo che ultimamente stiamo frequentando molto per sistemare i documenti dei nostri amici che frequentano il CIAO.

Così mercoledì mattina, approfittando della piccola coda che si era format proprio davanti all’ufficio per le carte d’identità, ho portato il piccolo Yossef, anche lui in attesa, a fare un giretto. Prima al parchetto vicino alla chiesa di San Giovanni. Poi ci siamo spinti nella via che già dal nome prometteva qualcosa di speciale: Latomia del Casale, recitava il cartello. E siamo arrivati fino all’ingresso, che immaginavo chiuso e ben controllato… invece… invece. Il cancello era aperto così stavamo quasi per sbirciare l’interno ma… suona il telefono e ci chiamano all’ufficio perché adesso tocca a noi.

Ma l’acquolina in bocca era rimasta, così, nel primo pomeriggio, bici e via, per vedere se l’ingresso era ancora accessibile. Forse era proprio il giorno fortunato, trovo ancora aperto e con calma provo a dare un’occhiata, un lungo viale scavato in parte nella roccia, con un palazzo al fianco e giungo fino ad una sorta di piazzale. A destra un prato ben curato, qualche pianta e un panorama che finora avevo visto solo presso il parco Neapolis, vicino al teatro Greco. Rocce a picco, scavate, ingressi maestosi, cave dall’aspetto solenne. Non pensavo di trovare qualcosa del genere. Ma si sa, sono ancora un neofita di Siracusa 🙂

Ormai ci sono e allora azzardo qualche passo in più e scopro… il giardiniere che stava sistemando i mandarini. Ma per fortuna era un giardiniere cordiale e disponibile. Non solo mi ha lasciato dare un’occhiata, ma in pratica mi ha fatto rapidamente da guida. Attualmente questo luogo è praticamente chiuso, date le restrizioni non si sono più registrati eventi da tempo (ma su FB e in rete se ne possono trovare tante testimonianze).

Prima mi ha mostrato l’imponente salone, attualmente allagato per un problema idrico; mi ha spiegato che tutto l’ambiente viene di solito utilizzato come location per feste, matrimoni, sfilate… e mi ha indicato i vari ambienti che vengono utilizzati.

Uno sguardo al cielo e si resta affascinati, per l’effetto scenografico che si percepisce. I saloni sono enormi e altissimi, le pareti quasi levigate, l’effetto assicurato.

Ma non è finita, mi conduce poi attraverso un passaggio interamente scavato nella roccia, un tunnel di una decina di metri e mi ritrovo in un’altra cava, questa volta più selvaggia e ricoperta di verde, persino ciuffi di papiro (ma quello “domestico”, non quello siracusano). Un tempo c’erano persino gli animali al pascolo, mi dice il custode. E d’estate quel cunicolo nella roccia è una delizia, il luogo giusto dove riposare al fresco.

Non voglio abusare della cortesia e mi avvio verso l’uscita. Lungo il viale un carretto siciliano tipico, con le pareti disegnate e i classici personaggi dei racconti epici e medievali. In una location come questa un complemento d’arredo del genere, sicuramente un po’ dozzinale, fa comunque la sua bella figura.

Poi vedo un banano imponente, con i frutti già grandini. Ovviamente gli chiedo se qui giungono davvero a maturazione e lui mi conferma tranquillamente di averle mangiate…

Finisco la visita, altre due foto e poi a casa. Con un tesoro in più da sistemare nell’album dei tesori di questa straordinaria città.

E naturalmente qui potete vedere anche le altre foto sulle latomie del Casale in questo album.