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Tra Granada e Jaen

Tra Granada e Jaen

Il nostro secondo giorno lo passiamo a Jaean.

In pratica è stata la mia prima vera cittá spagnola, visto che proprio 20 anni fa ci ho passato quasi un mese intero, un po’ per iniziare a capire meglio lo spagnolo, parlarlo, infarinarmi un po’ di cultura iberica. Ho ripescato persino le mie “memorie” di quel tempo, quando le paginette web erano molto piúi spartane ed essenziali (tanto che non riesco nemmeno più a linkarle, dovrei rimetterci mano, ma non adesso).

Le cose che avevo scritto e vissuto erano queste… ero giá grafomane ad oltranza…

Eppure, dopo 20 anni le cose che ti rimangono nella mente, sono davvero poche. Un po’ perchè in quell’occasione avevo girato davvero poco per la cittá, non avendone grandi motivi; interessante però ricordarle e confrontarle con l’oggi che siamo diventati.

In questo sabato ci siamo dedicati solo alla visita del Castello e poi della Cattedrale, insieme alla nostra amica Chiqui.

Mi ricordo che ero salito al castello a piedi, dal Barrio della Magdalena, dove vivevo con la piccola comunitá di inserzione in quell’animato quartiere. Era gennaio, il fresco e l’umido della mattina si ricordano facilmente, ma del castello ben poco, visto che il Mirador era giá pronto, ma non si poteva ancora visitare il resto, che adesso invece è stato ristrutturato e ben sistemato.

Un castello che domina imponente tutta la cittá e la pianura vicina. Ovvio che gli arabi ne hanno subito fatto il loro centro di controllo, poi si passa agli spagnoli, dopo la Reconquista, per scoprire l’ultima tappa movimentata bisogna giungere fino al 1812, quando l’esercito francese riesce ad occupare questo maniero roccioso e in poco tempo lo modificano profondamente, costruendovi un ospedale e adattandolo alle loro esigenze. Quando poi vengono sconfitti riescono ancora ad avvelenare l’acqua della cisterna, ma per fortuna non riescono a far brillare le cariche disposte nei punti strategici. Sarebbe stato davvero un peccato perdere questo gioiellino difensivo, ora mite base per foto panoramiche e passeggiate mattutine.

Dopo il castello siamo scesi in cittá, appuntamento presso la cattedrale. Era ad aspettarci la nostra amica Chiqui, che periodicamente incontro, anno dopo anno (il momento piú interessante quando l’ho accompagnata, da Giugliano, a visitare gli scavi di Ercolano); è davvero speciale visitare un luogo importante seguendo le parole di chi, nel suo piccolo, fa giá parte di questa storia; lei che ha seguito i corsi del docente biblico di grande rilievo, tanto che gli hanno messo una targa vicino al suo posto nel coro, lei che ha seguito l’iter della riesumazione di un famoso vescovo della cattedrale, che per vari secoli (!) era rimasto sepolto in una… cassapanca di una cappella e ora, finalmente, interrato con la sua bella lapide, lei che fa parte degli “amici della Cattedrale”… Le cose acquistano un buon sapore, quasi di famiglia. E poi in questa cattedrale si conserva il Santo Rostro e allora la storia prende le ali…

Siamo saliti anche nella parte alta della cattedrale, il corridoio che la contorna dopo la prima serie di colonne, uno spettacolo soprattutto per gli scorci che regala sulla cittá…

Ecco le immagini del Castello e della Cattedrale di Jaen

Torniamo a Granada in serata e nei momenti tranquilli ho modo di immergermi ancora una volta nel caos di questa vorticosa città, incredibilmente affollata in questi giorni di ponte festivo.

La domenica mattina, in attesa della comunità marista che rientra da Cartagena, io e Ventura, come ormai spesso capita, ci mettiamo ai fornelli, per un pranzo in diretta, un po’ di patate al forno, fettine di lonza e soprattutto un po’ di spaghetti allo scoglio diventano il nostro gesto di riconoscenza per l’accoglienza ricevuta in questi giorni. E alle 13, visto che la scuola marista celebra la festa dell’Immacolata, siamo tutti invitati alla celebrazione e riesco anche a rivedere Rosa, un anno dopo l’ultimo saluto, quando ancora aspettava la piccola Fatima. Naturalmente poi arrivano anche il papá Omar e la piccolina, che ha quasi un anno (festeggia il 2 gennaio… giá marista in partenza!).
E poi, sapendo che a Granada ci tornerò tra un paio di settimane, dopo Natale, lasciamo ancora un po’ di visite in sospeso…

Ripartiamo il lunedì, qualcuno in aereo e io, insieme a Jaun Antonio, torniamo in macchina, passando per Archidona (con la sua bella piazza a 8 lati, che peró qui si chiama ochavada, non ottagonale… !). Ci prendiamo un caffè in un piccolo locale che gronda di nostalgia franchista (libri, immagini, busto, berretti militari… incredibile!); ci imbarchiamo a Malaga e sul traghetto passiamo tranquillamente le 7 ore del viaggio, belli comodi e rilassati. Una pausa di relax davvero interessante…