Alle porte degli inferi
Lo so, non fa molto effetto pensare che il lago Averno un tempo era considerato l’anticamera degli inferi per tutti quei motivi che poi vengono chiaramente spiegati e smontati dagli esperti: le esalazioni di gas che infastidivano gli uccelli e che quindi non lo sorvolavano… E gli uccelli erano importanti per i cantori di disgrazie di un tempo, un po’ come le fake-news di oggi… Ma dopo tanti anni mi aspettavo almeno di trovare indicazioni stradali più decenti.
Così domenica sono partito insieme a Ramiro, un amico brasiliano che sta vivendo una esperienza solidale a Scampia e dintorni, per rivedere un po’ questi luoghi. Mi ha proprio stupito il fatto, e ovviamente lo commentavo ampiamente, di come vengano trascurati e ignorati certi luoghi che meritano invece un rilievo maggiore.
Basterebbero pochi resti, qualche rudere, il tracciato appena di qualche via consolare e subito da altre parti si darebbe la giusta enfasi a questi luoghi. Ma qui ce ne sono davvero troppi e diventa difficile valorizzare l’esistente. Ma il confine tra il valorizzare e il dimenticare può essere molto ampio. Non ho trovato un solo cartello che indicasse la strada da prendere per il lago Averno, soprattutto quando ero ormai nei dintorni. E’ avvilente dover utilizzare Google Maps per non perdere la strada…
Ma per fortuna lo spettacolo alla fine premia la tenacia. Dopo aver parcheggiato non vicino al primo bar e al primo posteggiatore, ma proprio alla fine della strada che percorre quasi metà lago, è bello passeggiare con calma sulle rive di questo specchio d’acqua. Tanti i pescatori (forse nessuno italiano, troppo attenti alle leggende?) e molti a godersi il tiepido sole di ottobre. Un bel gruppo di appassionati davanti al tempio di Giove. Incredibile pensare che dopo il Pantheon qui c’era la seconda cupola del mondo… sarebbe ancora oggi tra le prime 10 se un terremoto non l’avesse quasi sbriciolata. Peccato invece che la galleria che collegava il lago con l’altro versante del cratere, un tempo parte dell’articolato complesso difensivo della flotta imperiale sia adesso definitivamente (ma cosa significa, da queste parti “definitivamente”?) chiusa e abbandonata, tra sporcizia, escrementi e cartacce. La scritta “Antro della Sibilla” che ancora tenta di richiamare i turisti più sempliciotti, tra un po’ sarà l’unico ricordo di questo cunicolo.