Tutto sommato lo sono anch’io
A parte qualche quisquilia anagrafica che mi accomuna a Giugiaro (e non per il design, ovviamente), anch’io sono Giorgio e fosse anche solo per il titolo, un po’ di curiosità nasce spontanea…
Ebbene sì, mi sono letto il libro della Meloni, Io sono Giorgia, con calma e senza troppi pregiudizi, come dovrebbe farsi per ogni libro. L’ho letto ormai da diverse settimane e queste semplici riflessioni, come al solito, possono servire almeno a me, illuminate anche dagli eventi che in questo periodo si sono accumulati sulla scena mediatica.
Comincio da uno puramente statistico: quasi ogni giorno il Ministero degli Interni pubblica un documento statistico con i dati degli ultimi sbarchi, ad es. quello di oggi è qui (non so se il link durerà nel tempo). A fine novembre mi ero quasi preoccupato perché i numeri sembravano essersi congelati. Non arrivava più nessuno. Dal 22 novembre ai primi di dicembre nulla, calma piatta, nessuno sbarco in Sicilia e Italia. Ma con dicembre il flusso ha ripreso gradualmente, il suo andamento “normale”, quasi a ricalco di settembre e ottobre. Sicuramente a fine anno arriveremo a quota 100mila persone sbarcate, in pratica il doppio dello scorso anno e il triplo abbondante del 2020. Ma siamo ben lontani dei numeri astronomici del 2016-17, anche se il trend è chiaramente in aumento.
Nel frattempo il dibattito politico è acceso, le discussioni sono animate e le opinioni galoppano; non sempre però ancorate ai dati precisi, che è sempre meglio conoscere. Questi numeri non sono tali da suscitare timori o incapacità di gestione, ma tutto dipende dalla visione che si ha di questo fenomeno.
Il tema dei migranti, dei flussi di lavoratori dall’estero, del calo demografico italiano sono ben presenti nel programma di questo governo, e sappiamo bene in quale prospettiva. Spesso allarmistica e con i toni un po’ urlati.
Fanno capolino ovviamente anche nel testo della Meloni, che risulta molto scorrevole e, come spesso si legge in giro, si avverte dalle righe il suo modo normale di esprimersi (senza bisogno di ghost writer o altri intermediari), ma gli argomenti sono davvero tanti. Si parla di autobiografia, di agiografia, di pamphlet propagandistico. Inevitabile che le recensioni siano una carrellata di opinioni e in questo caso spesso gli schieramenti sono ben evidenziati fin dai blocchi di partenza.
Chi è di destra trova occasione di lodi e compiacimenti plurimi, chi di sinistra trova spunti critici, limiti e distinguo… sembra quasi sconsigliato un approccio “neutrale”.
Mi soffermo ad esempio solo sulla trasformazione di alcuni argomenti comuni in quasi bandiere di partito. Nel parlare dei libri e dei riferimenti culturali, la Meloni cita spesso Tolkien e il suo universo fantastico, ne parla con entusiasmo e con passione. Ma non credo che un autore o una storia possano essere semplicisticamente considerate un “possesso” esclusivo. E non credo nemmeno che se alla destra piace un libro o un personaggio o un’atmosfera particolare, questa automaticamente diventi di “destra” in modo esclusivo. Mi sembra una semplificazione davvero sbrigativa.
Altri temi del saggio sembrano ispirati ad una pacata saggezza (che in tempi di propaganda ci può anche stare, ha una sua ovvia funzionalità), mentre quelli più vicini al tema sensibile della fede e del cristianesimo mi sembrano affrontati in modo troppo personale, rispettabile ma che stridono spesso con una visione più aperta del vangelo stesso.
Abbastanza coerenti e chiare le prese di distanza dalla tanto temuta eredità della storia. Il fascismo è un’idra dalle mille teste e non sempre bastano le parole. Ma almeno in questo caso sono evidenti.
Quando poi si entra nel dibattito politico rischiamo sempre la polarizzazione estrema tra sinistra e destra, in questo periodo assistiamo poi ad un fisiologico slittamento culturale che rivaluta tanti argomenti di destra che fino a poco tempo fa venivano facilmente emarginati e spesso ignorati. Oggi invece riprendono piede e gradimento.
E’ la politica, bellezza…
Il mio sogno sarebbe quello di poter invece suddividere le questioni tra un orizzonte Alto, esigente, impegnativo e un profilo Basso, talvolta superficiale, semplicistico e populisticamente segnato.
Ma i sogni, come le opinioni, spesso si adagiano in letargo tra le chiacchiere. Come un gatto sonnacchioso su poltrone bianche.