itinerari botanici
La valle dei Mocheni
NELLA VALLE DEI MOCHENI
È il regno dell'antica popolazione dei Mocheni, fatta di minatori
e di tagliaboschi che vive tuttora nella parte superiore della valle
del torrente Fersina, sulle Dolomiti. Ecco tre itinerari facili e ben segnalati,
di grande interesse botanico per la varietà di specie e il tipo
di substrato.
La vallata tracciata dal torrente Fersina, che nasce dal Lago Erdemolo
nel gruppo del Lagorai per confluire nell’Adige sotto Trento, è
certamente una delle più caratteristiche delle Dolomiti. Già
nel lontano Medioevo ospita un’antica popolazione di minatori e tagliaboschi
di origine tedesca, che, isolata su questi monti, ha conservato una cultura
propria: i mocheni. Il loro dialetto è molto simile al tedesco.
Caratteristico è il sistema di costruire le loro baite, dette “masi”:usano
i tronchi in modo particolare e ricoprono il tetto con tavolette, “scandole”,
facilmente reperibili. Il nome stesso sembra tragga origine dall’antico
tedesco e in mocheno significa “lavoratore”. Cultori dei boschi e della
natura in genere, da cui sapevano trarre tutto il necessario per sopravvivere,
anche in condizioni difficili, i mocheni vivono ora in un paesaggio meraviglioso
e per fortuna poco noto ai grandi canali del turismo di massa.
La Valle dei MocheniLa valle presenta invitanti
itinerari ben tracciati, che permettono lunghi percorsi nella frescura
riposante dei boschi, ricchi di torrenti e di sorgenti. La dovizia d’acqua
è un’altra caratteristica di questa vallata e si spiega col fatto
che essa è escavata in un blocco porfirico, molto impermeabile.
La natura porfirica spiega anche la diversità della flora presente,
più simile a quella alpina che a quella dolomitica.
Il punto di partenza è la località Lenzi di Palù
del Fersina, posta a 1366 metri. Palù si raggiunge facilmente sia
da Trento sia dalla pianura veneta attraverso la VaI Sugana.
Proponiamo tre itinerari: il primo, itinerario dei masi ,molto facile
e a sfondo più folcloristico, consente di conoscere queste caratteristiche
case in legno. Il secondo, del “fondovalle”, permette di raggiungere il
Lago Erdemolo lungo tutta la vallata del Fersina. Percorrendo il terzo,
quello dei “rifugi”, di media difficoltà, si raggiunge il rifugio
Sette Selle e quello del Lago Erdemolo. Seguendo quest’ultimo itinerario,
si possono anche raggiungere diverse vette che si incontrano lungo il percorso.
Alla scoperta dei “masi”
Partendo dalla piazza del Comune a Lenzi, si segue la strada asfaltata
che porta verso la chiesa e si arriva subito al bosco di abeti rossi e
il maso Staldor (stalle). Inoltrandosi nel sottobosco della Vallata Sigismondi,
è possibile notare rigogliose felci, distesi mantelli muschiosi
e tipiche piante ombrofile: Orthilia secunda, Hieracium murorum e Oxalis
acetosella. Si incontrano dapprima i masi Folacazar e poi quello di Ficaren,
da dove si gode un meraviglioso panorama; nei giorni di sereno, lo sguardo
giunge oltre il M. Bondone. Nei pascoli alpini è possibile osservare
la Gentiana kochiana dalle grandi corolle imbutiformi, il Senecio gaudinii
dai capolini gialli, la Pulsatilla alpina, la Polygala chamaebuxus e la
comune Erica carnea dalle delicate corolle rosee con la Carlino acaulis.
Il sentiero prosegue per maso Plunebe e maso Hoff per terminare al maso
Tasaineri: uno dei masi più caratteristici, anche se attualmente
un po’ in abbandono.
Passeggiata sul fondovalle
Passeggiata sul fondovalle. Dalla piazza del Comune si raggiunge in macchina
la frazione Frotten, da dove si prosegue a piedi lungo il sentiero segnato
“Lago Erdemolo”, che si snoda per buona parte nel bosco di abeti rossi
e lanci con abbondanza di Laburnum alpinum dalle pendenti infiorescenze
gialle e di Sambucus racemosa. Arrivati al maso Erdemolo dopo aver attraversato
il torrente Fersina, si prosegue fino a raggiungere il Lago Erdemolo. Lungo
il torrente si possono osservare interessanti megaforbieti con Alnus incanus,
Epilobium angustifolium, Peucedanum ostruthium, Senecio cordatus... Mentre
il sottobosco è ricco di rododendri, mirtilli, Doronicum austriacum
dalle grandi infiorescenze gialle e Adenostyies aiiiariae con le infiorescenze
violacee.
L’ultima parte del sentiero, anche se molto ripida, permette di volgere
lo sguardo sulla vallata appena percorsa, completamente ricoperta di boschi
che solo qua e là lasciano spazi ridotti ai verdi pascoli, ricchi
di svariati colori, e di osservare la Cima Sette Selle che domina a nord
tutta la vallata. Sulle balze delle rupi vegetano indisturbati lance e
Pinus cembra.
Giunti al Lago Erdemolo la vista della splendida conca ripaga della
fatica sostenuta. Intorno al lago domina ormai la fascia dei cespugli e
gli alberi sono sempre più rari. Ai primi di luglio la fioritura
dei rododendri che coprono i fianchi dei rilievi offre uno spettacolo straordinario.
Tra i cespugli dei rododendri, fioriscono anche la Gentiana punctata
dalle corolle giallognole, la Dapne mezereum dai grandi fiori violacei
che si aprono prima della comparsa delle foglie, mentre sulle rupi più
scoperte domina l’endemico semprevivo delle Dolomiti (Sem pervivum doiomiticum),
con dense rosette di foglie carnose e fiori di un tenue colore violaceo.
Dal lago si possono raggiungere la vicina vetta di Pizzo Alto da dove
si domina il panorama sulla vicina Val Cava e dove le rupi presentano una
tipica vegetazione alpina: la Si-iene acauiis che forma densi cuscini verdi
con delicati fiori rosei, il Chrysanthemum alpinum con grandi capolini
bianchi, la Pedicuiaris verticiiiata ad infiorescenze rosee, la Potentilia
aurea dalle grandi corolle giallo oro e l’Aster alpinus con il Cerastium
unifiorum...
Per il ritorno si può seguire la via del mattino oppure, ed
è consigliabile, proseguire per la facile strada che dal lago taglia
tutta la zona a metà costa per raggiungere infine il punto di partenza
presso il maso Erdemolo.
Andando per rifugi
Con l’auto si raggiunge Frotten per proseguire a piedi lungo il sentiero
segnato “Rifugio Sette Selle”. Il sentiero s’inerpica subito lungo il bosco
Laner, ricco di abeti. di lanci, del Trollius europaeus dai grandi fiori
gialli, dell’Orchis maculata presente nei luoghi più umidi e del
Senecio nemorensis, per raggiungere i primi prati del maso Laner. Da qui
si continua fino al rifugio Sette Selle, attraversando un bosco sempre
più rado che lascia ben presto il posto alle praterie alpine, ricche
di interessanti entità, come la Calluna vulgaris, la Campanula rotundifolia,
il Phyteuma betonicifolium e l’Arctostaphylos uva-ursi... Il rifugio Sette
Selle si trova al centro dell’anfiteatro formato da M. Slimber, Cima Sette
Selle (la più alta con i suoi 2396 metri) e Sasso Rosso. Intorno
si possono notare i bei cespi di Bupleurum stellatum, l’Arnica montana
dalle grandi corolle giallo-arancione, e numerose piante di mirtilli e
lamponi con la sempre più presente Solidago virgaurea e Hieracium
aurantiacum con capolini arancione.
Proseguendo lungo il sentiero europeo contrassegnato “ESALP” e che
porta, correndo sempre oltre i 2000 metri, al Lago Erdemolo, si nota che
il paesaggio cambia aspetto per diventare sempre più povero di alberi,
ma ricco di praterie alpine e di rupi ardite. Anche la vegetazione cambia:
abeti, lanci e sorbi degli uccellatori divengono sempre più rari
e si incontrano invece i ginepri, il pino mugo, i rododendri e qualche
pino cembro. Il giglio martagone, dalle grandi corolle violette, l’aconito,
la genziana punteggiata... lasciano il posto alle piante di alta quota,
più piccole ma con colori più vivi e splendenti, come il
Doronicum clusii dagli isolati capolini di un bel giallo oro, la Viola
biflora, il Sedum alpestre, il Phyteuma hemi- sphaericum e la Saxifraga
muscoides...
Raggiunto il Passo Hammonder, proprio sopra il rifugio, si può
ammirare una delle più belle piante delle dolomiti silicee, la Saponaria
pumila. Essa forma interessanti cuscini che si espandono tra i sassi e
sulle rocce con una densa e complicata tessitura di foglie lineari verdissime,
su cui si aprono splendide e grandi corolle di un colore rosso acceso.
E una caniofillacea endemica delle dolomiti silicee, che espande il suo
areale dalla Valle dei Mocheni fino alle Alpi dei Bassi Tauri.
Sulle rupi e lungo i ghiaioni che si incontrano ormai ovunque, è
tutto un susseguirsi di interessanti entità che riescono a sopravvivere
in questi difficilissimi ambienti come I’endemico Cerastium uniflorum dalle
corolle bianchissime, la Saxifraga paniculata dalle grandi infiorescenze
pendenti dalle rupi, l’Arabis alpina, il Senecio incanus dalle infiorescenze
dorate e l’Aster alpinus dai capolini gialli e viola...
Continuando, si costeggia dapprima il Sasso Rosso, per proseguire verso
Forcella Conella e Monte del Lago, sino a scendere al Lago Erdemolo. Anche
lungo questa parte non mancano entità interessanti e rare, come
l’Artemisia umbellifomis o genepì, il Senecio abrotanifolius ssp.
tyroliensis dalle infiorescenze arancione, l’Eritrichium nanum o non-ti-scordar-dime
delle vette e la rarissima endemica Saxifraga rudolphiana.
Per chi volesse completare il percorso sono ben segnati i sentieri
che raggiungono, con facili e brevi deviazioni, le vette aggirate.
TESTO E FOTO DI BENITO MORALDO
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di fr. Nito