tratto da
Oxytropis caputoi  (Leguminosae), nuova specie dell’Appennino centro-meridionale
Webbia, 34(2):627-636. 1980

OXYTROPIS CAPUTOI  Moraldo B. e La Valva V.

Trovati alcuni esemplari su rupi al M.Boschetiello in Irpinia il 31 agosto 1976, quando ormai si era quasi al tramonto, la
pianta apparve subito come qualcosa di interessante. Le prime osservazioni si concentrarono sui legumi, più grandi, e sulla pianta stessa, più robusta e compatta, rispetto alla O. pilosa.
 

Si attese l'anno dopo, per avere la pianta fiorita. Si esaminarono tutti i saggi dell'Erbario di Firenze e si cercò una bibliografia esauriente: annotando man mano le differenze con l'O.pilosa, non ancora segnalata per l'Appennino meridionale.
Si inviò anche una lettera a Merxmuller, l'esperto del genere, che confermò le nostre vedute suggerendo altre
differenze (colore della pelosità delle stipole e del calice), Montelucci ci mise a disposizione i saggi raccolti sul Velino
ed ai primi di agosto si rintracciarono sul M.Sirente le località segnalate da Groves nel 1875, insieme ad alcune nuove
stazioni.
Ricerche condotte sui rilievi del meridione (M.La Mula, Pollino, Cervati,...) non diedero risultati positivi, mentre quelle sulle Alpi ci fornirono materiale di confronto ed osservazioni molto opportune.  Si notò, per esempio, che l'habitat differiva:
l'O.pilosa si presentava come tipica dei Festucetalia vallesiacae, mentre la nostra prediligeva i Seslerietalia Seslerion apenninae, più aridi.

Si completò lo studio cariologico ( 2n = 16 ) e si concluse di descriverla come una nuova specie, dedicandola al Prof. Caputo, nostro maestro in Botanica e amico.
Nel 1980 si pubblicò su Webbia il lavoro, definendola come endemica dei pascoli calcarei aridi dell'Appennino centro-meridionale, in quanto presente sul Velino e Sirente (Abruzzo) e sui M.Picentini (Campania)
Pignatti inserì la specie nel primo volume della sua Flora d'Italia, allora in corso di pubblicazione.

Poco alla volta giunsero notizie di ritrovamenti della specie anche in altre regioni.

Basilicata.
Corbetta aveva già notato nel 1975 una specie di Oxytropis sul M.Volturino, simile all'O.pilosa. Con piacere, come egli stesso dice, vide corrispondere i suoi campioni alla nuova specie appena descritta e dedicata al suo amico Caputo. Un saggio venne deposto nell'Erbario dell'Aquila e pubblicato in seguito da Tammaro. (Bibliografia: Inform. Bot. Ital., 19:181. 1987)

Parco Nazionale d'Abruzzo.
Nel corso delle ricerche effettuate da Petriccione nella zona dal 1976 annessa al Parco ( Gruppo del M.Marsicano) negli anni 1984-5 la nostra pianta veniva da lui scoperta alla Serra della Terratta e Serra del Campitello ( 1900-2200 metri).
Lo stesso  autore la raccoglieva anche nei seslerieti del M.Genzana e del M.Rotella( Rilievi non molto distanti dal Parco), sempre sulle creste verso i 2000 metri. Mentre Conti Fabio (1995) la notava alla Serra Rocca Chiarano, a Gioia Vecchio e tra Sperone  e Colle Biferno.
Bibliografia
B.PETRICCIONE - Segnalazioni floristiche per il Parco Nazionale d'Abruzzo. Ann.Bot. (Roma) XLIV, suppl. 4: 162. 1986.
F.CONTI - Prodromo alla Flora del Parco Nazionale d'Abruzzo. 1995

Maiella.
Nell'estate del 1987 l'amico F.Conti e G.Pirone la rinvennero nei seslerieti del M.Miletto sul Morrone a quota 1800-1840, appartenente in senso molto lato al Gruppo della Maiella. Gentilmente ne inviarono un campione.
Gran Sasso e zone limitrofe.
Tammaro il 4 agosto del 1986 la raccolse nei pascoli pietrosi del Morrone di Popoli (Pe) a 1100 m; mentre alla Cascina di Cagnano  Amiterno (Aq) nelle pietraie a 1200 m., lo aveva raccolto anni prima, il 12 giugno 1970; ed a Castel del Monte (Aq),nel versante SW del Gran Sasso a 1200 m, in xerogramineti il 10 luglio 1985.
Bibliografia: Inform. Bot. Ital., 19:181. 1987.
Il 28 aprile 1988 Conti mi comunicava che l'amico Pirone l'aveva trovata sia sul Gran Sasso  a Passo Portella a 2200 m ed anche sul M.Pratello (altopiano delle 5miglia) a 1800 m. Dati non ancora pubblicati.

Monti Sibillini.
Nel gennaio 1994, sempre Conti, fa sapere che Ballelli ne ha trovati diversi esemplari nelle Marche, sui M.Sibillini. Anche questi dati non sono stati pubblicati. Nel marzo del 1994 si sono potuti esaminare i campioni che risultano provenire dal  M.Rotondo, dai 1500 m ai 1700 m

CONCLUSIONE

A una decina di anni dalla pubblicazione della specie, l'areale dell'Oxytropis caputoi si è felicemente esteso dalle Marche alla Basilicata e la sua frequenza è aumentata in modo considerevole, passando dai tre gruppi montuosi iniziali agli attuali nove.
La specie si conferma, inoltre, come tipica dei Seslerietalia d'alta quota, non scendendo al di sotto dei mille metri se non in casi limitatissimui. Anche i caratteri sono costanti, e le uniche eccezioni dei campioni delle Marche, fanno pensare alla possibile presenza in zona di ibridi con l'O.pilosa.

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Aggiornamento: estate  2000
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