Conta su di me!

Conta su di me!

Come ad ogni nuovo inizio di anno scolastico le scuole mariste (e anche le diverse opere sociali), ricevono una “missione” ed un impegno che vengono racchiusi in uno slogan. Quello di quest’anno, espresso nell’immagine del bambino che passa il testimone, ci accompagnerà fino alla prossima estate e racchiude un tesoro di proposte, significati e motivazioni.

Con il motto “Conta su di me” vogliamo tornare agli inizi della tradizione marista, per mettere i bambini e i giovani non solo al centro della nostra azione educativa, ma considerarli come forza trainante.
Quando l’équipe che ha sviluppato la motivazione del corso ha iniziato il suo lavoro, era consapevole che bisognava fare attenzione a definire l’obiettivo individuato con questo slogan. Il rischio principale è quello di interpretare il motto come un’accondiscendente e paternalistica consegna di responsabilità ai giovani per farli partecipare ai nostri progetti.

Niente di più sbagliato. Sviluppare questo “conta su di me” significa rendersi conto che sono loro, i bambini e i giovani, a chiederci di assumerci questa responsabilità e tutto ciò che essa comporta.

Con esigenze di apprendimento e formazione, ovviamente, ma con il desiderio di sentire che si conta su di loro, con tutte le conseguenze del caso.

Insomma, non siamo noi, i “grandi” a rassicurare gli alunni, i ragazzi e le ragazze che incontriamo ogni giorno.

Devono essere proprio loro a “svegliarci” e ricordarci che sono gli attori principali della propria vita, i protagonisti della storia e che noi possiamo, anzi, dobbiamo, contare su di loro.

Insieme allo slogan e al poster che iniziano a comparire sulle nostre classi, sul web, sui social, ci sono poi molti materiali per approfondire questo impegno, canzoni per i vari livelli scolastici, attività scandite lungo il calendario scolastico.

E questa proposta non riguarda solo le scuole mariste italiane, ma è condivisa da tutta l’Europa marista, in particolare, l’intera Spagna, la Francia, l’Irlanda, la Germania, l’Italia e il Libano-Siria, una realtà educativa che coinvolge un numero importante di alunni e famiglie; da poco è stato predisposto un sito in 3 lingue per ospitare i materiali e le risorse motivazionali che riguardano tutte queste realtà, si tratta del sito web che potete visitare all’indirizzo: www.champagnat.eu

Leggere lo slogan in tutte queste lingue è già una sfida entusiasmante, come maristi di Champagnat ci sentiamo sempre più famiglia globale che sa considerare le differenze una risorsa in più. A tutti noi, fratelli, laici, famiglie e alunni, tocca ora trasformare le parole in realtà.

E siccome in molte scuole domani inizia questa nuova avventura, che bello vedere tanti giovani docenti maristi che dedicano il loro fine settimana ad una full immersion per giungere preparati a questo appuntamento.

Proprio oggi, accolti negli spazi del San Leone Magno e accompagnati dai fratelli e dai formatori, hanno concluso il loro primo intenso appuntamento di formazione come docenti del primo anno. Auguri anche a loro.

Le nostre Afriche…

Le nostre Afriche…

Nel mese di luglio fr. Roberto Moraglia e Mimmo Vitiello, entrambi di Giugliano, hanno vissuto un’esperienza speciale, una sorta di apripista per una futura attività in Camerun. In collaborazione con la fondazione Siamo Mediterraneo si sta infatti pensando ad un progetto che “consenta di vivere un’esperienza nel sud del Camerun dove i Maristi hanno avviato una nuova scuola bilingue di francese ed inglese. I volontari potranno offrire non solo un prezioso contributo alle attività della scuola, ma supporteranno i responsabili nella programmazione di un futuro progetto di solidarietà e cooperazione attraverso gemellaggi tra le classi delle scuole mariste italiane e l’Istituto camerunense.”

Lasciamo allora la parola a fr. Roberto, appena tornato da questa esperienza nel Camerun.

Tutto nasce agli inizi della Provincia Mediterranea, a inizio secolo, diciamo, quando si sono comprati dei terreni vicino alle capitali degli Stati in cui i Maristi erano presenti, o vicino a città importanti.

Così in Camerun, a pochi km da Douala, la capitale commerciale del paese, si è provveduto ad acquistare un terreno di circa 20 ettari. La città di Douala è a pochi km ma per raggiungerla ci vuole circa 45 minuti di macchina a causa delle strade in cattive condizioni e soprattutto per il traffico, sempre congestionato da macchine e da moto taxi.

A causa della grave crisi politica nel paese (una guerriglia estesa a molti territori anglofoni della zona) che sconvolge la nazione da diversi anni, si è deciso di costruire a Babenga una scuola bilingue per permettere l’accesso all’istruzione ai giovani del territorio ma soprattutto ai tanti bambini e ragazzi figli di famiglie che hanno preferito scappare dai territori anglofoni sconvolti dalla guerriglia.

Da pochi anni hanno ripreso a funzionare le scuole situate nei territori interessate dalla guerriglia, ma se si pensa che prima della guerra c’erano oltre 1200 alunni e adesso a malapena si sfiorano i 200, è evidente che la gente ha ancora paura, inoltre poche famiglie possono permettersi di pagare la sia pur esigua retta. necessaria per la gestione (inutile pensare che ci siano contributi statali).
In quel territorio, tra l’altro, funzionano solo le scuole religiose mentre i guerriglieri impediscono l’apertura delle scuole statali.

La commissione di solidarietà della Provincia marista ha deciso di affidare all’Italia uno Stato della Marist province of West Africa per organizzare un campo di volontariato e la scelta è caduta proprio sulla scuola di Babenga. Si tratta di una prima esperienza in assoluto, sia per noi che per loro.

Purtroppo questo primo anno non è stato possibile formare un gruppo di volontari ma con Mimmo abbiamo deciso comunque di partire per conoscere a fondo la realtà e valutare come organizzare per il futuro un campo di volontari.

Siamo davvero contenti della scelta che ci ha dato l’opportunità di conoscere un mondo bello e attraente anche se molto diverso dal nostro. E’ stato bello scoprire la gioia e l’affetto dei bambini, la loro semplicità e la capacità di vivere con poco e donando tanto affetto.
Sono stato contento di conoscere la presenza marista in questo continente e la situazione caotica di un mondo completamente diverso dal nostro ma allo stesso tempo affascinante. Ho sempre avuto una certa resistenza ad andare in Africa e le tante altre opportunità hanno preso il sopravvento.
Ora che ho compiuto questo primo passo e superata una certa resistenza, sono davvero contento perché come per magia (il fascino dell’Africa?) mi sono sentito attratto da questo mondo e quasi mi dispiace di non esserci venuto prima.

Dopo questa bella esperienza si passa alla parte pratica e ovviamente mi auguro di poter organizzare per il futuro un campo di volontari che possano lavorare con i bambini durante l’estate. Se a qualcuno l’idea può interessare, iniziamo a pensarci.

Si parte con l’idea di dare qualcosa e ti rendi conto che ricevi sempre di più di quello che dai.

E comunque, sempre a Entracque

E comunque, sempre a Entracque

Da alcune settimane la nostra casa di Entracque è praticamente “off limit”, perché sta ospitando le persone che di solito risiedono nella casa di riposo S. Michele, attualmente in ristrutturazione. Quindi passandole accanto non si sentono il solito vociare dei ragazzi, la colonna sonora estiva, non si assiste al via-vai di ragazzi alle prese con tornei, gite e perlustrazioni del territorio. Ma… anche se la casa non è praticabile, per noi maristi diventa difficile accantonare Entracque; e così… ospitiamo la cronaca dal nostro inviato speciale, fr. Paolo

CAMPO ESTIVO DI ENTRACQUE ’24

La nuova stagione dei Campi Estivi ad Entracque quest’anno è iniziata in una nuova sede visto che la nostra casa è occupata, e lo sarà per diversi anni, dagli ospiti della Casa di riposo che è in ristrutturazione.
Così, i ragazzi delle Prime medie di Cesano Maderno (19) e di Genova (10) sono stati ospiti della struttura Aktiv Hotel Alpi Marittime, dal 13 al 18 giugno, la struttura che si trova al termine delle piste da sci, appena fuori dall’abitato.

Naturalmente anche gli altri alunni delle seconde medie, però dal 18 al 23, saranno ospiti nella stessa struttura. Le terze medie, invece, saranno ospiti nei locali della Parrocchia, con vista sulla nostra amata casa!

Fr. Stefano, responsabile di tutti i Campi delle medie, in questo Campo iniziale è stato coadiuvato da alcuni professori delle due scuole e da animatrici e animatori che hanno mostrato una grande voglia di rendersi utili.

Si è inserito tra di loro anche fr. Paolo.
Il gruppo ha saputo integrarsi molto bene rendendo la convivenza gradevole e costruttiva!
Lo spirito che Entracque riesce ad infondere a coloro che la visitano e la vivono continua ad essere una stupenda realtà!

E allora lasciamo spazio alle immagine di questo primo turno

Partire per rimanere

Partire per rimanere

L’evento che abbiamo vissuto in molti a Cesano Maderno, il 2 giugno, in occasione del saluto della comunità marista alla cittadina, è difficile da definire. Può sembrare un addio rassegnato, un commiato senza funerale… ma dobbiamo vederlo soprattutto come una tappa di vita che procede. Quando la realtà marista ha spiegato che a chiudere era solo la comunità, è stato bello ricordare le tante cose che invece restano e proseguono: la scuola media di via San Carlo con tutti i suoi docenti, il Centro Diurno dell’Albero con i suoi tanti bambini, il centro di distribuzione alimenti del fresco, in via delle Rose… non sembra proprio una partenza sconsolata…

Una congregazione religiosa per operare su un territorio deve necessariamente essere in sintonia con la diocesi, i maristi erano stati addirittura chiamati dal don Meani, nel ’66 e la collaborazione con le parrocchie è sempre stata una delle chiavi operative. Nel semplice discorso di saluto che fr. Damiano, il viceprovinciale dei maristi ha rivolto alla fine della messa di domenica, questi elementi di reciproco arricchimento sono stati ben evidenziati. Si opera insieme, come chiesa e il servizio è stato alla base della nostra presenza. Anche il ringraziamento del sindaco, Gianpiero Bocca, ha evidenziato l’affetto che accompagna questo processo.

Erano numerosi i fratelli maristi nella navata della grande chiesa di s. Stefano, Franco Faggin, Zeno, Giorgio, Roberto, Massimo… e tante anche le presenze di amici, docenti, alunni, ex-alunni per condividere insieme questo grazie. Una presenza speciale, ovviamente, era quella di fr. Claudio Santambrogio, fratello marista nato proprio a Cesano (ironia della sorte, a pochi passi di distanza dalla casa della comunità di via D. Chiesa) che ha vissuto in prima persona tutta la traiettoria della presenza marista in questo angolo di Brianza.

La celebrazione si è poi trasferita negli spazi della scuola, per un buffet organizzato dalla Famiglia Marista, il gruppo di volontari nati dalla intraprendenza di fr. Giuseppe (che salvo impegni si sta preparando a celebrare i suoi primi 101 anni, a Carmagnola), da sempre impegnati nel sociale. Molto apprezzata poi la mostra fotografica (grazie Marina, Elena e Dimitri!) che ha ripercorso in particolare gli ultimi 20 anni della comunità, ricordando la presenza di ciascuno, con il nome, tante foto e una pennellata affettuosa di memorie riconoscenti. Tanti gli alunni ed ex-alunni che si riscoprivano protagonisti e presenti nelle immagini; con la possibilità spesso di dialogare con i personaggi reali di queste memorie.

A conclusione del saluto il gruppo dei fratelli maristi si è ritrovato per condividere insieme il pranzo ed è sempre bello scoprire che anche nel personale della cucina si ritrovano vecchie conoscenze.

Aver seminato il carisma marista per quasi 60 anni significa poter vedere già oggi molti di quei germogli diventare realtà; era il sogno stesso di san Marcellino che proprio il 6 giugno viene festeggiato e ricordato in tutte le scuole mariste, oggi diffuse in 80 paesi del mondo e con una platea di oltre 600 mila alunni, ma non solo scuole, perché oggi l’educazione prevede altri scenari, spesso inediti. Anche in questo campo Cesano è stato un banco di prova, perché la Famiglia Marista è stato il pioniere tra i gruppi di laici e il centro Diurno l’apripista dei nostri centri sociali in Italia. In questo metaforico trasloco si raccoglie una preziosa eredità.

Abbiamo preparato un album fotografico con le immagini di questa giornata
e ci piace menzionare anche gli interventi che sono apparsi sulla stampa locale,
in questa piccola rassegna stampa.

La comunità marista saluta Cesano

La comunità marista saluta Cesano

Ci sono notizie piacevoli e altre che si tingono di nostalgia; questa che riguarda la comunità marista di Cesano rientra nella seconda categoria. Si tratta proprio del saluto che domenica prossima, 2 giugno, i fratelli maristi che hanno vissuto a Cesano Maderno per quasi 60 anni intendono dare al territorio, alle parrocchie, ai tanti alunni ed ex-alunni che in questi anni sono stati nostri compagni di viaggio. Fr. Marco spiega molto bene, nell’articolo pubblicato a fine maggio, le motivazioni di questa ristrutturazione. Per quanto riguarda la scuola marista, il Centro Diurno e l’attività della Famiglia marista nulla di cambiato. La scuola procede regolarmente, i bambini dell’Albero continuano serenamente a venire al Centro e la distribuzione del Fresco in Via delle Rose prosegue, grazie ai volontari.

Semplicemente la comunità marista, che è attualmente formata dai 3 fratelli, Antonio, Marco e Claudio, dal primo di settembre non sarà più presente sul territorio. E’ un processo di ristrutturazione che ha coinvolto quest’anno anche altre realtà mariste, tra Spagna e Italia, una dinamica che riguarda concretamente i “numeri” e le persone disponibili, perché sappiamo bene come siano diminuiti quantitativamente i religiosi. Cesano in questi ultimi 20 anni ha già dovuto salutare le suore Salesiane e le suore Sacramentine, ora è il momento dei Maristi; senza però toccare la realtà della scuola cattolica, un bene prezioso per le famiglie, che prosegue senza scossoni grazie alla presenza di docenti motivati e inseriti da sempre nella rete delle scuole mariste.

Il saluto di domenica sarà l’occasione, insieme a diversi fratelli maristi che nel tempo si sono avvicendati nella comunità, un tempo situata in v. C. Ferrari, a due passi dalla parrocchia, ora in v. D. Chiesa, per ricordare l’impegno e le attività di tutti questi anni, ringraziare il Signore per le tante opportunità di vita ricevute ed offerte. Dopo la messa delle ore 10 in Santo Stefano, ci incontreremo presso la scuola di Via San Carlo. Arrivederci.

L’assemblea dei ragazzi

L’assemblea dei ragazzi

23 aprile, Madrid: a conclusione dell’assemblea con i ragazzi.
Domenica e lunedì sono stati davvero momenti intensi, poche le pause (anche perché il luogo si presta davvero ad una full immersion, dato che si trova praticamente all’interno del grande parco del Pardo). Abbiamo completato la presentazione della fase locale degli incontri, con la diffusione di tutte le buone pratiche che già si svolgono nelle nostre scuole.

Una vera e propria Assemblea giovanile dei ragazzi, l’incontro di Madrid e di Faraya si è appena concluso e tutti i partecipanti stanno riprendendo la via del ritorno, per raccontare alle famiglie, ai compagni di scuola, ai colleghi e a tutta la comunità educante cosa abbiamo provato in questi giorni.

Poi si è passati alla fase di riflessione e di proposta. I nostri ragazzi erano divisi in 6 gruppi (colorati) e ciascuno ha seguito uno dei laboratori previsti per questo incontro: bullismo, rischi possibili nelle nostre scuole, sicurezza digitale, diritti dell’infanzia… al termine di questi approfondimenti ogni gruppo ha ricevuto l’incarico di riflettere su uno di questi ambiti e di produrre delle proposte, anche sulla base delle buone pratiche già esistenti.

Ogni serata si concludeva poi con la connessione online per condividere con gli amici di Faraya il risultato del nostro lavoro. i docenti di supporto hanno svolto un lavoro discreto e continuo, per aiutare, supportare e guidare i gruppi, anche se poi molti si sono tranquillamenti messi al lavoro in modo autonomo per sintetizzare le varie proposte. Così a caldo, ci piace riportare qualcuno dei suggerimenti che sono emersi dai ragazzi:

  • un suggerimento interessante è quella di istituzionalizzare la figura inedita del mediatore “peer2peer, alla pari, per aiutare nei conflitti che possono sorgere tra gli alunni e nelle situazioni critiche tra docente e alunno, in pratica si può far ricorso ad un alunno delle classi più grandi della scuola, responsabile e formato a questo scopo per mediare questi conflitti
  • valorizzare le tante figure di docenti ed educatori “trasversali” presenti nella scuola per supportare il consiglio di classe o la Direzione nella gestione dei conflitti, coinvolgendo ad esempio un’insegnante della primaria o della materna (che probabilmente già conosce quegli stessi alunni…) e che spesso rappresenta un prezioso mediatore…
  • prevedere dei corsi formativi da vivere insieme, alunni, docenti e genitori, sulle nuove tecnologie digitali, la sicurezza dei dati, la necessaria attenzione alla privacy,
  • potenziare l’attenzione e la vigilanza sui punti critici delle nostre scuole: dalla diretta testimonianza delle ragazze e dei ragazzi è emerso che spesso i bagni e gli spogliatoi sono ancora i luoghi dove possono capitare occasioni di disagio, bullismo, criticità varie…

Negli ultimi due giorni è stato con noi anche fr. Aureliano, il provinciale, sempre presente ed attento. Ci ha lasciato come discorso finale un bell’esempio della saggezza africana, interessante da ricordare:

In un villaggio africano c’era un capo dispotico che maltrattava e insultava i suoi sudditi. Un giorno chiamò il suo servitore e gli ordinò di andare al mercato e di portargli il miglior pezzo di carne, in modo da preparare una cenetta squisita.
Il servo si recò al mercato e alla fine decise di comprare per il suo padrone una lingua di vacca.
Il cuoco della casa la preparò con cura e alla fine della cena, il padrone, tutto contento, chiamò il suo servo per dirgli che aveva svolto un ottimo lavoro.
Ma subito gli diede un nuovo ordine:
– Ora torna al mercato e portami il peggior pezzo di carne che riesci a trovare.
Il servo tornò di nuovo al mercato e gli portò … nuovamente una lingua di vacca.
Il capo gli disse: “Mi stai prendendo in giro? Mi hai preso lo stesso pezzo di carne di ieri… Come può essere la migliore e la peggiore carne allo stesso tempo?
E allora il servo gli rispose: “La lingua può essere la migliore e anche la peggiore delle parti di un vivente. Con le parole si può salvare e curare, ma con le parole si può anche offendere, ferire ed uccidere.
La storia racconta che il capo cambiò comportamento e da allora giurò di non maltrattare mai più le persone e di parlare sempre con gentilezza e amore ai suoi sudditi.

L’invito è chiaro: non tacere, fai sentire la tua voce, quando è necessario parla chiaro.
La tua voce conta.

Oggi i ragazzi sono ormai tornati nelle loro scuole, felicissimi di essere stati eletti dai propri compagni di classe. Anche i ragazzi libanesi sono giunti a casa, forse sono ancora in viaggio gli amici di Aleppo (all’andata avevano fermato alcuni di loro, per il piccolo dettaglio che essendo quasi maggiorenni, stava per scattare l’età del servizio militare, e in Siria, lo sappiamo, la guerra è in corso! Il diritto alla vita, al benessere e alla libertà… è ancora un obiettivo da raggiungere).
Nella preghiera finale e nelle riflessioni conclusive molti hanno detto: “Che bello essere stati i pionieri di questa esperienza, speriamo che si possa ripetere ancora…”.

Il seme è stato piantato, poi verrà il tempo della raccolta.

L’album delle foto è diventato davvero imponente, ma… anche l’occhio vuole la sua parte.