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Se una sera d’inverno uno scrittore…

capitasse in una scuola nell’hinterland di Napoli?
articolo pubblicato su L’ARTICOLO della Campania, il 30 aprile 2005

Tante sono le mete possibili, ma per chi ha fatto della penna il suo timone alcuni traguardi hanno un sapore speciale.
Quello che è successo nell’ormai lontano 1978, nella scuola dei Fratelli Maristi di Giugliano in quello scorcio di giorni che già sapevano di Natale, conserva ancora oggi, per chi ne è stato testimone, un sapore di fiaba, ma di quelle fiabe concrete, che aiutano veramente a “leggere” nelle storie il futuro migliore delle persone.
 Cos’era successo? Il maestro elementare Giorgio Diamanti era riuscito a invitare Gianni Rodari, scrittore ormai affermato e all’apice della carriera, per regalare alla sua classe una esperienza di contatto con un autore particolarmente intenso e profondo. Gli incontri con le classi sono un po’ la croce e la delizia per tutti gli autori per ragazzi, non sempre la fantasia fluisce dal volto e dalle mani come dalle pagine dei libri e la vena poetica scorre meglio sulla carta che dopo un paio di ore di ascolto e di lavoro in presa diretta. Ma sono un banco di prova insuperabile e per Gianni queste occasioni erano cibo ghiotto.
Così accettò l’invito e arrivò a Giugliano, un paese che non era ancora quel groviglio di strade e palazzoni che oggi stentano a considerarsi città. Rimase presso la scuola dei Maristi per 3 giorni, dal 16 al 18 dicembre del 1978, lavorando con la classe di Giorgio e condividendo, oltre all’esperienza creativa e didattica, anche la vita un po’ particolare della comunità di quel maestro: una comunità religiosa di laici impegnati nella scuola. Un ambiente tutto sommato non così lontano dalle esperienze giovanili di Rodari.
Gli incontri, come logico, erano finalizzati alla realizzazione di fiabe, ma non solo in chiave didattica. La fantasia, quando ben usata, è una prassi eccezionale, persino curativa per tante situazioni. Così il lavoro si orientò sul tema delle “paure”, i timori infantili, un microcosmo inquietante da chiarire, esorcizzare e liberare. I bambini raccontavano le loro paure, ne parlavano, le inserivano nelle storie; alla conclusione dell’incontro inventarono persino una festa, con tanto di canzone da eseguire in coro per liberarsi da tutte le paure.
Sono passati quasi 30 anni ma la memoria di questa esperienza è ancora viva e non solo in chi era sui banchi di quella classe fortunata. Eccone il ricordo dalla voce del maestro: “Mi confessava Rodari che, dopo due ore trascorse nella classe, impegnata nell’attività creativa, si sentiva stanchissimo; riusciva però in modo eccezionale a raccogliere la varietà degli interventi e a collegarli in una trama unitaria, come se fossero già stati ordinati in precedenza. Non lasciava mai cadere l’espressione di un bambino, valorizzava al massimo ogni minima risposta, incoraggiava e stimolava quelli che vedeva in difficoltà, fornendo lui stesso i collegamenti che non riuscivano a trovare e li sapeva mettere completamente a loro agio.”
E tra le impressioni raccolte dopo l’incontro di Rodari con gli alunni, c’era questa:
“Quello che più mi piaceva di lui è il fatto che ci rendeva protagonisti: nel gioco degli alberi fantastici, nelle scenette, nell’invenzione della “Canzone contro le paure”. Gianni partecipava come avrebbe fatto uno di noi..“ (Tommaso).
Tenere viva la memoria di questi fatti è forse poca cosa, ma è di queste poche cose che la fantasia si nutre. Proprio per questo sul sito della scuola (www.maristi.it/giugliano), stiamo raccogliendo le tracce di quei giorni, contattando le persone coinvolte in quell’esperienza e mettendo a disposizione i materiali creati dai bambini con l’aiuto di Rodari (alcuni di questi sono già disponibili sul sito “La torta in rete” curato dalla BDP di Firenze).

A cura di Giorgio Banaudi (gbanaudi@gmail.com)