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Le nostre Afriche…

Le nostre Afriche…

Nel mese di luglio fr. Roberto Moraglia e Mimmo Vitiello, entrambi di Giugliano, hanno vissuto un’esperienza speciale, una sorta di apripista per una futura attività in Camerun. In collaborazione con la fondazione Siamo Mediterraneo si sta infatti pensando ad un progetto che “consenta di vivere un’esperienza nel sud del Camerun dove i Maristi hanno avviato una nuova scuola bilingue di francese ed inglese. I volontari potranno offrire non solo un prezioso contributo alle attività della scuola, ma supporteranno i responsabili nella programmazione di un futuro progetto di solidarietà e cooperazione attraverso gemellaggi tra le classi delle scuole mariste italiane e l’Istituto camerunense.”

Lasciamo allora la parola a fr. Roberto, appena tornato da questa esperienza nel Camerun.

Tutto nasce agli inizi della Provincia Mediterranea, a inizio secolo, diciamo, quando si sono comprati dei terreni vicino alle capitali degli Stati in cui i Maristi erano presenti, o vicino a città importanti.

Così in Camerun, a pochi km da Douala, la capitale commerciale del paese, si è provveduto ad acquistare un terreno di circa 20 ettari. La città di Douala è a pochi km ma per raggiungerla ci vuole circa 45 minuti di macchina a causa delle strade in cattive condizioni e soprattutto per il traffico, sempre congestionato da macchine e da moto taxi.

A causa della grave crisi politica nel paese (una guerriglia estesa a molti territori anglofoni della zona) che sconvolge la nazione da diversi anni, si è deciso di costruire a Babenga una scuola bilingue per permettere l’accesso all’istruzione ai giovani del territorio ma soprattutto ai tanti bambini e ragazzi figli di famiglie che hanno preferito scappare dai territori anglofoni sconvolti dalla guerriglia.

Da pochi anni hanno ripreso a funzionare le scuole situate nei territori interessate dalla guerriglia, ma se si pensa che prima della guerra c’erano oltre 1200 alunni e adesso a malapena si sfiorano i 200, è evidente che la gente ha ancora paura, inoltre poche famiglie possono permettersi di pagare la sia pur esigua retta. necessaria per la gestione (inutile pensare che ci siano contributi statali).
In quel territorio, tra l’altro, funzionano solo le scuole religiose mentre i guerriglieri impediscono l’apertura delle scuole statali.

La commissione di solidarietà della Provincia marista ha deciso di affidare all’Italia uno Stato della Marist province of West Africa per organizzare un campo di volontariato e la scelta è caduta proprio sulla scuola di Babenga. Si tratta di una prima esperienza in assoluto, sia per noi che per loro.

Purtroppo questo primo anno non è stato possibile formare un gruppo di volontari ma con Mimmo abbiamo deciso comunque di partire per conoscere a fondo la realtà e valutare come organizzare per il futuro un campo di volontari.

Siamo davvero contenti della scelta che ci ha dato l’opportunità di conoscere un mondo bello e attraente anche se molto diverso dal nostro. E’ stato bello scoprire la gioia e l’affetto dei bambini, la loro semplicità e la capacità di vivere con poco e donando tanto affetto.
Sono stato contento di conoscere la presenza marista in questo continente e la situazione caotica di un mondo completamente diverso dal nostro ma allo stesso tempo affascinante. Ho sempre avuto una certa resistenza ad andare in Africa e le tante altre opportunità hanno preso il sopravvento.
Ora che ho compiuto questo primo passo e superata una certa resistenza, sono davvero contento perché come per magia (il fascino dell’Africa?) mi sono sentito attratto da questo mondo e quasi mi dispiace di non esserci venuto prima.

Dopo questa bella esperienza si passa alla parte pratica e ovviamente mi auguro di poter organizzare per il futuro un campo di volontari che possano lavorare con i bambini durante l’estate. Se a qualcuno l’idea può interessare, iniziamo a pensarci.

Si parte con l’idea di dare qualcosa e ti rendi conto che ricevi sempre di più di quello che dai.

Ricordando i martiri di Bugobe

Ricordando i martiri di Bugobe

Sono passati 25 anni, una scadenza impegnativa, un ricordo doveroso.

Per questo ricordiamo ancora oggi l’evento di 25 anni fa, quando nella confusa e drammatica situazione del Centro Africa i 4 fratelli maristi della Comunità di Bugobe, al servizio del campo profughi, restarono fino al martirio, come testimoni di un mondo diverso e possibile.

Proprio in un giorno come questo, il 31 ottobre 1996, i Fratelli Maristi Miguel Ángel Isla, Julio Rodríguez, Fernando
de la Fuente e Servando Mayor hanno offerto la loro vita, uccisi nei campi profughi di Bugobe (allora si parlava di Zaire; oggi è la Repubblica Democratica del Congo), al confine con il Ruanda.

I quattro fratelli lavoravano dal 1995 nell’enorme campo profughi di Nyamirangwe, occupandosi dell’istruzione dei tanti bambini che si trovavano nel campo, dando una mano per le mille necessità degli sfollati (quasi un milione di persone), creando piccole scuole per i bambini, aiutando nella liturgia, fornendo una quantità di servizi utilizzando la macchina e gli altri strumenti della comunità.
Non celebriamo la morte di questi nostri Fratelli. Celebriamo le loro vite dedicate agli altri, soprattutto a quelli più dimenticati dalla nostra società occidentale. Attraverso gli eventi drammatici, hanno ascoltato la voce di Gesù che li invitava al radicalismo del Vangelo, scegliendo liberamente di restare con gli ultimi, nonostante il rischio per la loro stessa vita.

Come Gesù di Nazareth, hanno dato la loro vita e hanno amato fino alla fine, offrendo ogni loro risorsa come pane di vita per gli altri.

Sono rimasti un simbolo ed un esempio per i Fratelli e i tanti laici maristi che ancora oggi cercano di portare un contributo vitale nelle tante emergenze del nostro mondo.

Sulla pagina ufficiale della Congregazione è disponibile una pagina ricca di informazioni e risorse su questo importante anniversario