Sfogliato da
Tag: giusto

San Leone Magno: civico giusto.

San Leone Magno: civico giusto.

La storia millenaria di Roma è un tesoro così ampio e rigoglioso che mette a dura prova la memoria e ogni tentativo di catalogazione. E proprio questa sua esuberanza comporta la necessità di mettere in secondo piano tanti eventi, fatti, persone… Ma a forza di sistemare le cose nel retro, pian piano ci si scorda delle cose. E dimentichiamo persino che viviamo più di memoria che nel presente; ben vengano allora le iniziative che riscoprono e rendono attuali certi episodi del nostro passato recente.

Venerdì 7 marzo al San Leone Magno si è celebrato un bel recupero del passato, grazie alla ricerca e al lavoro documentale dell’associazione culturale Civico Giusto (qui una rapida presentazione). Nel lavoro di ripristino della memoria svolto da questa associazione romana si è voluto sottolineare un episodio che per la nostra scuola del San Leone Magno è pagina ben nota, parte consolidata di quella tradizione marista dell’accoglienza dei più fragili che ritroviamo ancora oggi nel rinnovato impegno a fianco degli ultimi, dei migranti, delle famiglie in situazioni critiche, degli sfollati… (non è certo un caso se oltre alla scuola stiamo assistendo ad un forte impulso e crescita delle nostre opere sociali…)

La storia che si riporta alla memoria è legata al periodo della seconda guerra mondiale, quando a Roma le leggi razziali intensificano gli episodi di deportazione degli ebrei. Da un lato quindi la norma, la legge esplicita che impediva di accogliere o aiutare queste persone, sull’altro versante l’esigenza del Vangelo, in chiara controtendenza. Scelta difficile e rischiosa, ma sappiamo cosa decise fr. Alessandro Di Pietro, che in quei difficili momenti era il direttore del San Leone Magno e della comunità dei fratelli.

In molti lo abbiamo conosciuto e apprezzato per le sue tante doti umane e per il suo impegno come marista; solo verso la fine della sua vita è arrivato il riconoscimento come “Giusto tra le nazioni”, quando lui si trovava nella comunità dei fratelli anziani di Carmagnola.

A smuovere le acque era stato proprio uno di questi ragazzi ospitati nel vecchio San Leone Magno (quello di via Montebello, sulle mura aureliane), il dott. Minerbi che proprio all’inizio del nuovo millennio ha chiesto e ottenuto dallo Stato di Israele che fr. Alessandro venisse dichiarato “Giusto tra le nazioni”. Anche per lui e per la comunità dei fratelli che fr. Alessandro rappresentava, è stato piantato un carrubo nel parco dello Yad Vashem di Gerusalemme.

Una pianta paziente, il carrubo; nel Talmud si racconta che il saggio Ḥoni vide un uomo piantare un carrubo e gli chiese:
“Fra quanto tempo darà i frutti questa pianta?”
E l’uomo rispose: “Fra settant’anni.”
“E tu allora, pensi di vivere abbastanza per mangiarne i frutti?” gli chiese Honi.
Ma l’uomo rispose: “A dirti il vero non lo so, però ti posso dire che io ho trovato dei carrubi piantati dai miei antenati; così ho deciso anch’io di piantarli per i miei discendenti.”
(tratto dal Talmud Bavli, trattato Ta’anit 23a)

E di questi frutti ci stiamo ancora nutrendo, visto che proprio nel 2019, sempre a ricordo di questa esperienza luminosa ma non priva di rischi, il SLM è stato insignito anche dell’onorificenza House of Life (come si puó leggere sulla lapide nel cortile d’ingresso). A conti fatti, i 70 anni sono arrivati e i frutti continuano a maturare!

Bello allora concludere con la visione di questo video, intenso e suggestivo: