A proposito di Gianni Rodari


Gianni Rodari e Giorgio Diamanti
Informazioni su questa pagina
la famosa visita di Rodari alla scuola marista di Giugliano !!!

il fascicolo "Una favola di Pace"

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Come è nata questa pagina su Rodari...

Tutta colpa di Giorgio e della sua passione.
Trenta anni fa il buon maestro Giorgio Diamanti chiamò lo scrittore Gianni Rodari nella sua classe di Giugliano in Campania, nella scuola dei Fratelli Maristi, e da quel momento il legame di amicizia si è via via intensificato. Poi sono venuti gli studi, una tesi sulla produzione giornalistica di Rodari (sicuramente meno conosciuta di quella narrativa), poi i convegni, la collaborazione con il Centro Rodari di Orvieto, l'amicizia con la moglie di Gianni... Insomma, in questo sito vorremmo lasciare la parola all'esperto.


Anzi, vi consigliamo vivamente di collegarvi al SITO UFFICIALE su GIANNI RODARI, curato proprio dal nostro fr. Giorgio Diamanti

Se poi volete mettervi in contatto con fr. Giorgio Diamanti (che attualmente svolge la sua attività di docente nell'Istituto dei Fratelli Maristi di Giugliano), potete LASCIARGLI UN MESSAGGIO 

Indice


La famosa visita di Rodari alla scuola marista di Giugliano - 16, 17 e 18 dicembre 1978

“ALL’INSEGNA DELLA CREATIVITA’ E DELLA FANTASIA”

TRE GIORNI CON GIANNI RODARI
16 – 17 – 18 Dicembre 1978,
Quarta Elementare A, Anno scolastico 1978 - 79
Istituto Fratelli Maristi - Giugliano in Campania (Na)

Se io incontrassi nuovamente alcuni miei alunni di quella classe, che ora hanno 35 anni, sicuramente ricorderemmo quell’incontro come il più significativo di tutto l’arco della Scuola Elementare: ne parleremmo con quella partecipazione ancora non sopita di un incontro eccezionale, unico.
Rodari non è stato per loro, come per tutti i bambini o i ragazzi che lo hanno conosciuto, solo il grande scrittore, un nome scritto sulla copertina dei loro libri preferiti, ma è diventato “una persona concreta” che è entrata nello loro vita con tutta la sua carica umana. Un incontro che è stato per loro un’occasione di crescita.
Ma, pur ammettendo che fu un’esperienza eccezionale per chi l’ha vissuta.... che significato ha parlarne? E’ importante darci una risposta a questa domanda, per non scadere nel semplice ricordo.
Io credo che si possa dare una risposta affermativa, poiché si tratta di un’esperienza che può e deve essere inquadrata in un discorso più vasto e facilmente generalizzabile.
La chiave la troviamo in un articolo di Rodari pubblicato nel 1968 su Riforma della Scuola dal titolo “Un autore tra gli alunni”.
L’incontro con i suoi interlocutori, una novità che aveva un posto di rilievo nel suo sistema: era un modo per renderli partecipi delle sue creazioni e per verificare se il prodotto “funzionava”. Sperimentare e verificare non è meno importante del momento creativo. E aggiungeva: “per chi scrive libri per ragazzi dovrebbe quasi essere obbligatorio.”

Nell’articolo Rodari parla di tre livelli di incontro
Il primo incontro con una scolaresca, come ogni incontro isolato e occasionale, è assorbito completamente dalla curiosità. Vogliono sapere tutto... come mai uno scrive libri, come e quando ha incominciato, come si stampano i libri, quanto ci vuole per scrivere un libro,se prima si fa la brutta copia, se è tutto inventato o una parte è vera....
Gli incontri più produttivi sono quelli ripetuti, perché allora la prima curiosità è stata già soddisfatta, c’è già una certa amicizia, i ragazzi si informano su quello che lo scrittore sta facendo, anzi inventando. E’ il momento adatto per tirar fuori gli inediti, o semplicemente le idee che vagano per  la testa. Non per avere un giudizio diretto, che i ragazzi difficilmente sanno esprimere con soddisfacente precisione su una cosa che ascoltano, ma per interpretare i mille sintomi indiretti da cui ricavare il loro giudizio.
Tu eri sicuro, che in un certo punto avrebbero riso, invece non ridono; ti accorgi che una certa proposizione contiene una parola, un concetto, che li ha messi in difficoltà o il periodo non era ben calcolato per quell’effetto. Invece ridono in tutt’altro punto, e così ti dicono: ecco quello che devi fare, ecco l’idea buona...
Può succedere che degli adulti, leggendo per primi la storia, abbiano detto: “No, questo i bambini non possono assolutamente capirlo”. Invece, leggi quella storia ai bambini e la capiscono benissimo. Come? Gli incontri con i bambini mi hanno insegnato che ci sono non solo livelli diversi, ma modi diversi di comprensione. A volte una storia è razionalmente chiara. Altre volte non sarebbero capaci di ripeterla, di spiegarla, ma ci si divertono ugualmente, segno che la capiscono con mezzi diversi dalla ragion pura, che sono in grado, se non di “capirla” come intendiamo noi, di assorbirla, a modo loro. Non afferrano l’ironia: ma se l’oggetto che viene loro presentato ha una faccia francamente comica, ci penetrano attraverso questa faccia, anziché per quella ironica, e il risultato è ugualmente buono.
Poi ci sono le cose che i bambini dicono di loro iniziativa, parlando del più e del meno. Inoltre stare ad ascoltarli “è affascinante, non solo perché è come ascoltare la vita allo stato puro... ma anche perché essi fanno le loro scoperte senza accorgersene, tanto vivono in presa diretta con le cose, ti fanno cadere gli schemi che ti porti appiccicati agli occhi o alla mente... I loro testi, i loro disegni sono come finestre su una realtà nuova.”
Incontri produttivi in alto grado sono quelli con gruppi di ragazzi che già conoscano abbastanza bene i libri dell’autore che si presenta loro.
Rodari continua riportando un’esperienza a Treviso dove erano stati organizzati incontri tra scrittori per ragazzi e allievi delle scuole medie della città. Incontri preparati. I ragazzi che avrebbero incontrato un certo scrittore avevano avuto in lettura i suoi libri, li avevano letti annotandosi i punti su cui avrebbero voluto porre domande o chiedere chiarimenti... Ho capito fin dalla prima domanda che avrei dovuto rispondere loro come avrei risposto a degli adulti, senza nulla nascondere, “alla pari”, se volevo poter dare a quei ragazzi qualcosa di serio in cambio del molto, del moltissimo che essi mi davano con la loro serietà.

Ma qual era il segreto del successo di Rodari nei suoi incontri, che cosa possiamo imparare da lui per riuscire ad entrare in sintonia con i bambini e i ragazzi, perché vengano coinvolti pienamente in un’attività creativa e l’esperienza risulti per loro un’occasione di crescita?
E’ un altro dei presupposti su cui è bene riflettere per giustificare ulteriormente il parlare e il ricordare esperienze di questo tipo pienamente riuscite. Qualcuno potrebbe dire: Rodari era uno scrittore famoso, era normale per lui farsi ascoltare... certo la sua fama di scrittore avrà sicuramente influito, ma solo per creare l’attesa; per coinvolgere poi i bambini come sapeva fare lui non bastava sicuramente.
Creare l’atmosfera adatta per qualsiasi attività creativa, è un presupposto essenziale.
Si può, ad esempio, far eseguire un esercizio meccanico al bambino, anche se il suo interesse per la materia è piuttosto debole. Ma in nessuna caso otterremmo un risultato valido nell’attività creativa, se il bambino non è fortemente automotivato. Le immagini, le associazioni di idee, i ricordi... di cui si nutre la fantasia, si concretizzano nella mente solo se si è interessati all’attività proposta e ci si trova a proprio agio in un clima sereno, disteso e altamente stimolante.
Una delle note caratteristiche degli incontri di Rodari con le classi era l’intensa partecipazione che suscitava nei bambini, proprio grazie all’atmosfera gioiosa che riusciva a creare.
Non solo: mi confessava Rodari che, dopo due ore trascorse in una classe impegnata nell’attività creativa, si sentiva stanchissimo; riusciva però in modo eccezionale a raccogliere la varietà degli interventi e a collegarli in una trama unitaria, come se fossero già stati ordinati in precedenza. Non lasciava mai cadere l’espressione di un bambino, valorizzava al massimo ogni minima risposta, incoraggiava e stimolava quelli che vedeva in difficoltà fornendo lui stesso i collegamenti che non riuscivano a trovare e li sapeva mettere completamente a loro agio.

Tra le impressioni raccolte dopo l’incontro di Rodari con i miei alunni, c’era questa:

“Quello che più mi piaceva di lui è il fatto che ci rendeva protagonisti: nel gioco degli alberi fantastici, nelle scenette, nell’invenzione della “Canzone contro le paure”. Gianni partecipava come avrebbe fatto uno di noi.. (Tommaso)

A quale livello classificare l’incontro di Rodari con i miei alunni

Purtroppo Rodari si incontrò con la classe una sola volta, ma l’incontro non può essere classificato come occasionale:
    - l’incontro durò tre giorni, per un totale di 6 ore e Rodari si era preparato un programma ben preciso da svolgere con loro.
    - fu seguito da uno scambio epistolare e con l’invio di materiale creativo prodotto dai bambini sollecitato dallo stesso scrittore.
    - c’era inoltre l’impegno e il desiderio di Rodari di incontrare nuovamente i bambini.
    - Infine i bambini conoscevano molto bene la maggior parte dei libri di Rodari.

Ne è nato un incontro in cui, fin dall’inizio si erano create le condizioni ideali perché si realizzasse senza ostacoli il flusso della comunicazione tra lo scrittore e i suoi interlocutori. Entrambi si trovavano perfettamente a loro agio, per cui (utilizzando un’immagine di Rodari nella Grammatica della fantasia ) come il sasso gettato nello stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo oggetti obbligandoli a reagire, ad entrare in rapporto tra loro... così gli stimoli forniti dallo scrittore suscitavano, in coloro che lo ascoltavano, una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia, l’inconscio, ecc.
Lo stesso succedeva tra i bambini: per cui una situazione evocata da un bambino suscitava nel compagno che lo ascoltava, per contrasto, per associazione di idee, per accostamento logico-fantastico, un’altra immagine sulla base della diversa esperienza (che si nutre di ricordi, di avvenimenti, di rapporti con le persone, ecc.)

Come si è  sviluppato l’incontro

L’incontro si svolgeva dalle 11 alle 13.
Nei tre giorni Rodari sperimentò con i bambini varie tecniche per stimolare la loro fantasia, tecniche che ritroviamo nella Grammatica della fantasia:
- Per rompere il ghiaccio, lesse una lunga storia “Gli affari del signor gatto”.... pubblicata da Einaudi insieme alla Gondola fantasma e ai viaggi di Giovannino Perdigiorno. 
- Iniziò poi a raccontare ai bambini una storia inedita in volume, “La bambina dai capelli d’oro” (ho scoperto poi che era stata pubblicata sul Corriere dei piccoli nel 1975.) Ad un certo punto del racconto si interruppe e invitò i bambini a continuarla, promettendo loro di utilizzare i suggerimenti proposti nella stesura definitiva della fiaba in un libro che stava preparando sugli incontri avuti in quell’anno.
Le soluzioni proposte furono tantissime, alcune veramente originali, tanto che Rodari stesso ci suggerì di registrarle e di mandargliele.
Vi è un libro intero “Tante storie per giocare” costruito con queste tecnica: tutte le storie sono nate nel corso di una trasmissione radiofonica trasmessa nel tra il 1969 e il 1970. Rodari iniziava la storia e poi invitava i bambini a terminarla.
- Si era a Natale e Rodari lesse ai bambini la filastrocca “Il mago di Natale” che si trova in “Filastrocche in cielo e in terra” dove si parla di un mago che gira per le vie e le piazze di Roma facendo spuntare alberi fantastici. Rodari invitò poi i bambini ad ambientare la filastrocca a Giugliano per cui  ecco spuntare in Piazza Matteotti, l’albero dei pesci cotti, o in Via Fratelli Maristi, l’albero dei gelati misti e così via.
- Il tema delle paure, che impegnò i bambini in numerose attività. Rodari stesso ne parlò in un articolo sul Paese Sera, pubblicato poco dopo l’incontro.
Mi sembra significativo sottolineare un passo di questo articolo. Rodari, dopo aver riportato tutti i fogliettini sui quali i bambini avevano riportato le loro paure, così continua: Trascrivo tutti i fogliettini raccolti, anche se contengono non poche ripetizioni, perché mi sembrano tutti interessanti, in qualche modo “personali”. Da non dimenticare che siamo a pochi chilometri da Napoli, il tasso di originalità è molto alto.

Nel maggio del 1979 Gianni scrisse una lettera indirizzata ai ragazzi, nella quale, come ho accennato precedentemente,  esprimeva il desiderio di volerli incontrare nuovamente.

Roma, 3. 5. 79
Cari ragazzi,
mi accorgo con dispiacere che non vi ho ancora ringraziato per le due meravigliose cassette con lettere, invenzioni, poesie, saluti di quarta e di quinta, tutto molto, molto, molto bello.
Il fatto è che ho dovuto lavorare intensamente, viaggiare spesso e il tempo è volato via e la posta è rimasta sul tavolo ad aspettare. Meno male che ho potuto almeno mandarvi un ricordo con l’articolo di Paese Sera.
Ora le cose stanno così:
  1. debbo dare alla dattilografa i nastri da trascrivere, per utilizzare le vostre versioni della “Bambina dei capelli d’oro” in un libro che scriverò su tutti gli incontri avuti quest’anno con i ragazzi (a Giugliano, a Quarto Flegrei, Torino, Arezzo, Iesolo, Schio, Roma, ecc. ecc.) 
  2. alle domande risponderò quando potrò venirvi a trovare cioè, purtroppo, solo il prossimo anno: questo finisce troppo presto e in questi pochi giorni è quasi impossibile che io mi muova da Roma.
  3. ho un magnifico ricordo del mio incontro con voi e vi voglio bene, tanto che, come ho già detto, voglio assolutamente rivedervi.
Dunque un abbraccio a tutti, quarta A e quinta A, fratel Giorgio e Frater Botanicus, Giugliano, Napoli ecc. ecc.
Vostro
Gianni Rodari


Una serie di circostanze gli impedì di incontrare i bambini nei primi mesi dell’anno scolastico, ma: “dopo il ricovero in clinica verrò certamente". Ci aveva assicurato per telefono agli inizi di aprile.
Poi la notizia della sua morte, il 14 aprile 1980. Un silenzio impressionante, quasi incredulo, accompagnò in classe la lettura del giornale. Subito dopo, raccolsi le loro impressioni a caldo, cariche di emozione.
Questa la testimonianza di Massimiliano:
La sua morte non ci deve scoraggiare; dobbiamo continuare a fare quello che lui (Gianni Rodari) stava facendo, cioè fare del mondo UNA FAVOLA DI PACE e la pace la si ottiene col piacere di essere amici…” 
Il maestro, Giorgio Diamanti

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articolo pubblicato su L'ARTICOLO della Campania, il 30 aprile 2005
A cura di Giorgio Banaudi

Se una sera d’inverno uno scrittore…

capitasse in una scuola nell’hinterland di Napoli?


Tante sono le mete possibili, ma per chi ha fatto della penna il suo timone alcuni traguardi hanno un sapore speciale.
Quello che è successo nell’ormai lontano 1978, nella scuola dei Fratelli Maristi di Giugliano in quello scorcio di giorni che già sapevano di Natale, conserva ancora oggi, per chi ne è stato testimone, un sapore di fiaba, ma di quelle fiabe concrete, che aiutano veramente a “leggere” nelle storie il futuro migliore delle persone.
 Cos’era successo? Il maestro elementare Giorgio Diamanti era riuscito a invitare Gianni Rodari, scrittore ormai affermato e all’apice della carriera, per regalare alla sua classe una esperienza di contatto con un autore particolarmente intenso e profondo. Gli incontri con le classi sono un po’ la croce e la delizia per tutti gli autori per ragazzi, non sempre la fantasia fluisce dal volto e dalle mani come dalle pagine dei libri e la vena poetica scorre meglio sulla carta che dopo un paio di ore di ascolto e di lavoro in presa diretta. Ma sono un banco di prova insuperabile e per Gianni queste occasioni erano cibo ghiotto.
Così accettò l’invito e arrivò a Giugliano, un paese che non era ancora quel groviglio di strade e palazzoni che oggi stentano a considerarsi città. Rimase presso la scuola dei Maristi per 3 giorni, dal 16 al 18 dicembre del 1978, lavorando con la classe di Giorgio e condividendo, oltre all’esperienza creativa e didattica, anche la vita un po’ particolare della comunità di quel maestro: una comunità religiosa di laici impegnati nella scuola. Un ambiente tutto sommato non così lontano dalle esperienze giovanili di Rodari.
Gli incontri, come logico, erano finalizzati alla realizzazione di fiabe, ma non solo in chiave didattica. La fantasia, quando ben usata, è una prassi eccezionale, persino curativa per tante situazioni. Così il lavoro si orientò sul tema delle “paure”, i timori infantili, un microcosmo inquietante da chiarire, esorcizzare e liberare. I bambini raccontavano le loro paure, ne parlavano, le inserivano nelle storie; alla conclusione dell’incontro inventarono persino una festa, con tanto di canzone da eseguire in coro per liberarsi da tutte le paure.
Sono passati quasi 30 anni ma la memoria di questa esperienza è ancora viva e non solo in chi era sui banchi di quella classe fortunata. Eccone il ricordo dalla voce del maestro: “Mi confessava Rodari che, dopo due ore trascorse nella classe, impegnata nell’attività creativa, si sentiva stanchissimo; riusciva però in modo eccezionale a raccogliere la varietà degli interventi e a collegarli in una trama unitaria, come se fossero già stati ordinati in precedenza. Non lasciava mai cadere l’espressione di un bambino, valorizzava al massimo ogni minima risposta, incoraggiava e stimolava quelli che vedeva in difficoltà, fornendo lui stesso i collegamenti che non riuscivano a trovare e li sapeva mettere completamente a loro agio.”
E tra le impressioni raccolte dopo l’incontro di Rodari con gli alunni, c’era questa:
“Quello che più mi piaceva di lui è il fatto che ci rendeva protagonisti: nel gioco degli alberi fantastici, nelle scenette, nell’invenzione della “Canzone contro le paure”. Gianni partecipava come avrebbe fatto uno di noi..“ (Tommaso).
Tenere viva la memoria di questi fatti è forse poca cosa, ma è di queste poche cose che la fantasia si nutre. Proprio per questo sul sito della scuola (www.maristi.it/giugliano), stiamo raccogliendo le tracce di quei giorni, contattando le persone coinvolte in quell’esperienza e mettendo a disposizione i materiali creati dai bambini con l’aiuto di Rodari (alcuni di questi sono già disponibili sul sito “La torta in rete” curato dalla BDP di Firenze).

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Aggiornamento: settembre 2007